Stomachion

venerdì 9 gennaio 2009

La poesia della fantascienza

Immagine di Spedizione di soccorso
Nonostante quello che molti critici hanno detto e scritto prima di me, Arthur C.Clarke è un poeta della fantascienza. Probabilmente per la mia formazione scientifica, ho apprezzato molto i racconti contenuti in Spedizione di soccorso, che mescolano piccoli trattati di divulgazione scientifica (in questo Clarke è abilissimo quanto altri suoi grandi e illustri colleghi come Asimov, che per inciso ho iniziato a leggere assiduamente proprio con i suoi saggi scientifici, o Bradbury, di cui consiglio l'ultima raccolta di saggi edita da Mondadori), a situazioni ora avventurose e ricche di tensione, ora ironiche nella loro conclusione. Ciò che però rende questi racconti poesia sta nelle vivide descrizioni dello spazio e dei pianeti, così fedelmente e intensamente reali, come se il lettore potesse essere lì, insieme agli esploratori: è il caso lampante de Gli anelli di Saturno, con la descrizione del pianeta e dei suoi anelli. Tutta la raccolta è però pervasa da uno spirito pionieristico di avventura ed esplorazione, iniziando sin dal racconto che da il titolo alla raccolta, Spedizione di soccorso, con un senso di ottimismo non solo nei confronti del genere umano, ma in generale dell'universo: l'uomo si fa piccolo di fronte ad esso e ai suoi misteri, Dio incluso come dimostrano La stella e l'incredibile I nove miliardi di nomi di Dio, ma non rinuncia allo spirito d'iniziativa, non rinuncia allo spazio immenso tra le stelle, anche se ciò potrebbe portarlo al sacrificio, come stava accadendo in Seguendo la cometa, forse uno dei racconti che meglio riassumono Clarke.
L'autore di fantascienza britannico, noto soprattutto per la sua collaborazione con Kubrik per 2001 - Odissea nello spazio (da cui Clarke ha poi tratto una trilogia) o per le fervide e scientificamente precise idee che lo hanno portato a collaborare con la NASA, è stato uno degli scrittori più completi e questa raccolta, ben lungi dall'essere esaustiva, anzi costringerà il lettore a cercare sempre più scritti di Clarke: è proprio quello che probabilmente farò nei prossimi mesi di questo 2009, anno dedicato all'astronomia.

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