Stomachion

lunedì 31 ottobre 2011

Gli orrori matematici di Howard Philips Lovecraft

A volte succede di imbattersi in cose curiose, strane e interessanti come questo film di fantascienza 4D Man.
Sulla Wiki così inizia la descrizione della trama (la lascio non tradotta, perché tratta da quella in inglese)
Brilliant but irresponsible scientist Tony Nelson (James Congdon) develops an amplifier that allows any object to achieve a 4th dimensional (4D) state. While in this state that object can pass freely through any other object.
Leggendo queste parole ho immediatamente pensato a Howard Philips Lovecraft e ai suoi Miti di Cthulhu, in particulare to I sogni nella casa stregata. In questo breve racconto il protagonista, Walter Gilman, uno studente di matematica, vive nella casa di Keziah Mason, una delle streghe di Salem. Nel corso della storia, comunque, ci sono alcuni interessanti passaggi, almeno dal punto di vista matematico:
Ella [la strega] disse al Giudice Hathorne di linee e curve che potevano essere fatte per muoversi attraverso le mura dello spazio verso un altro spazio esterno (...)
Possiamo dedurre già da qui l'uso di Lovecraft per i suoi propositi della geometria euclidea; a ulteriore dimostrazione ecco un nuovo passaggio dal racconto:
[Gilman[ voleva trovarsi nell'edifico dove alcune circostanze avevano più o meno improvvisamente dato a una mediocre vecchia del XVII Secolo una intuizione nei meandri della matematica forse oltre i massimi approfondimenti moderni di Planck, Heisenberg, Einstein e de Sitter.
o anche questo ulteriore passaggio, dove HPL sembra riferirsi all'ipotesi di Riemann:
Stava ottenendo una abilità intuitiva per la risoluzione delle equazioni di Rieman, e stupì il Professor Upham con la sua comprensione dei problemi quadri-dimensionali e di altro genere (...)
In effetti Gilman stava studiando
calcolo non-euclideo e fisica quantistica

Illustrazione di Greg Nemec
E Walter, sognando, riesce a sperimentare gli spazi multi dimensionali degli abissi semza limiti:
abissi le cui proprietà materiali e gravitazionali, e la cui relazione con la propria entità, non potevano ancora essere spiegate. Non camminava o si arrampicava, volava o nuotava, strisciava o si contorceva; tuttavia sperimentava sempre un modo di muoversi parzialmente volontario e parzialmente involontario. Della sua propria condizione egli non poteva ben giudicare, poiché dalla vista dei suoi arti, gambe, torso sembrava sempre tagliato fuori da una qualche bizzarra ricomposizione della prospettiva; (...)
Durante il suo viaggio nella quarta dimensione, Gilman ha anche visto
prismi, labirinti, aggregati di cubi e di piani, ed edifici ciclopici
che sono caratteristici della letteratura lovecraftiana.
Un altro riferimento non-euclideo si trova ne Il richiamo di Cthulhu(1):
Egli disse che la geometria del sogno era abnorme, non-euclidea, e disgustosamente evocativa di sfere e dimensioni lontane dalle nostre.
E lo stesso Cthulhu è una creatura quadridimensionale. Cthulhu era infatti uno dei Grandi Antichi: queste creature
(...) non erano del tutto composte di carne e sangue. Avevano una forma (,,,) ma quella forma non era fatta di materia.
Potremmo allora immaginare Cthulhu nel nostro mondo come la proiezione di un dodecaplex in uno spazio tridimensionale, ad esempio:

domenica 30 ottobre 2011

Spring Heeled Jack

La GP Publishing è la divisione dei fumetti della Giochi Preziosi, quasi una risposta all'arrivo in Italia della Planeta De Agostini (che oggi ci si dovrebbe anche giustamente chiedere se resterà nella nostra nazione o deciderà di andare via, dopo la perdita dei diritti per la DC Comics, diritti che sono stati assegnati a un editore esordiente!), la sezione spagnola della De Agostini che si occupa, oltre che dei prodotti usuali della multinazionale italiana, anche di fumetti. In effetti la sua nascita è direttamente legata all'abbandono di alcuni pezzi della Star Comics, che insieme ad alcuni pezzi della Panini, sono confluiti in un nuovo progetto editoriale.
Dei titoli seriali della GP non tutti mi hanno attirato, e in generale, vista la gioventù del progetto, quelli più interessanti sono ancora difficili da reperire, spesso distribuiti in fumetteria, dove ultimamente sono passato non molto spesso. Tra i prodotti che, però, mi hanno incuriosito di più ci sono sicuramente, e anche per i motivi su detti, i volumi unici, distribuiti esclusivamente in fumetteria, e che spesso, proprio per questo, presentano il materiale più interessante. E' ad esempio il caso di Springald, volume che raccoglie l'omonimo primo arco narrativo della serie The Black Museum, incluso lo spin-off Mother Goose, ambientato alcuni anni dopo gli eventi narrati in Springald.
Il tankobon, poi, è arricchito dai testi di approfondimento storico di Jinka Katsuo. Queste le sue informazioni biografiche contenute all'interno del volume:
Scrittore e traduttore nato a Yokohama nel 1936, laureato in economia alla rinomata Università di Waseda.
Tra le sue opere, Il terrore di Londra: Jack lo Squartatore e la sua epoca (ed. Hayakawa Shobo), Teorie su Jack lo Squartatore (ed. Kawade Shobo Shinsha), La verità sul caso di Lizzie Borden (idem), Jack lo Squartatore: Il nuovo caso del demone assassino scomparso nelle tenebre (ed. Kodansha), La nascita di Dracula (idem), Le leggende sui misteri di Londra (ed. Media Factory).
Springald, storia ambientata nella Londra vittoriana, quella di Jack lo Squartatore, per intenderci, è pensato da Kazuhiro Fujita come il primo arco narrativo della serie The Black Museum, ambientata nel museo del crimine di Scotland Yard, aperto solo per gli addetti ai lavori, accolti da un'unica guida, una giovane donna bionda, vestita di nero e probabilmente invariata con lo scorrere del tempo.
Questa prima storia si concentra sulla leggenda di Spring-Heeled Jack (Jack dai tacchi a molla), noto anche come Jumping Jack (Jack il Saltatore), forse un demone, forse un folletto, secondo alcne leggende metropolitane sorte immediatamente, probabilmente un pazzo che, sfruttando le strade male illuminate, saltava addosso alle sue vittime, preferibilmente di sesso femminile, per spaventarle. La sua prima apparizione accreditata risale all'11 ottobre del 1837, aggredendo Polly Adams, cameriera di 17 anni dellla Greenman Inn: l'episodio viene utilizzato in apertura del manga:
Sì, quell'uomo spaventoso all'improvviso è come volato fuori dall'ombra della grande roccia di Whitefield Mount e mi ha assalito!
No, non è esagerazione... davvero saltava e volava in alto nel cielo! I suoi occhi ardevano come il fuoco e dalla bocca sputava fiamme blu! Le unghie lunghe e affilate dell'uomo sono affondate nel mio seno...
Io ho urlato con tutte le mie forze e allora quell'uomo si è allontanato immediatamente e ha iniziato a ridere in modo sinistro ad alta voce.
Dopo di che, con un balzo, è sembrato prendere il volo ed è scomparso alla vista al di là del folto d'alberi.

venerdì 28 ottobre 2011

Sperimentando le onde plussiane

Tra le novità di Google Plus di quest'ultimo periodo, la più interessante è anche quella più alla Google, una di quelle idee che fanno ricordare che il mestiere che riesce meglio alla grande G è quello di motore di ricerca. E in quanto motore di ricerca è, o dovrebbe essere, bravo a trattare i dati raccolti. Google, infatti, ha proposto a utenti e utilizzatori una serie di sistemi interessanti come i Trends o Analytics. Sulla falsa riga di Analytics ora Google propone i Ripples, che diventano un modo nuovo, intrigante e interessante per visualizzare la storia di condivisione dei post su GPlus.
La notizia, annunciata sul Google Blog (via Flowing data, ha subito generato un interessante esperimento italiano (post su GPlus che dovete condividere con i vostri segugi plussiani). Per parte mia mi sono messo a giocare, scoprendo che non tutti i post che vengono condivisi hanno la funzione ripples attivata.
Questa mattina ho provato con un paio di post di Dwight Everhart (l'origine dell'interesse nasce da Gabriella Brini che ha condiviso un suo post molto interessante). Prima ho iniziato con un post sulla materia oscura (non era e non è presente al momento l'opzione di view the ripples) con questo risultato:

(link)

mercoledì 26 ottobre 2011

Annunciando il Carnevale della Chimica #11

Mentre ancora si deve posare la polvere sollevata dall'atterraggio del Carnevale della Chimica di Popinga, ecco già l'annuncio per la prossima edizione, che avrò l'onore di ospitare su queste umili e molto fisiche pagine elettroniche...
Marie Curie
Il 7 novembre del 1867 nasceva a Varsavia Marie Curie, che avrebbe vinto il Nobel per la fisica nel 1903 e soprattutto il Nobel per la Chimica nel 1911
in riconoscimento dei suoi servizi all'avanzamento della chimica tramite la scoperta del radio e del polonio, dall'isolamento del radio e dallo studio della natura e dei componenti di questo notevole elemento.
Quindi l'Anno Internazionale della Chimica coincide con il centenario del Nobel a Marie Curie, e il sito ufficiale dell'iniziativa, proclamata dall'ONU, recita:
The year 2011 will coincide with the 100th anniversary of the Nobel Prize awarded to Madame Marie Curie—an opportunity to celebrate the contributions of women to science.
Quindi non potevo lasciarmi sfuggire l'occasione di proporre a tutti i carnevalisti di celebrare l'anniversario della nascita di Marie Curie con un tema semplice e al tempo stesso complesso: Marie Curie e le il contributo delle donne alla chimica.
A questo tema principale, però, ne aggiungo uno secondario, Marie Curie e la radiochimica. Era uno dei due temi suggeritimi da Franco Rosso e che ben si adattano con la figura della grande scienziata, visto che le sue scoperte avvennero proprio in questa branca della chimica.
Ovviamente oltre ai contributi su uno o entrambi i temi su elencati, saranno benvenuti anche i contributi a tema libero, perché in fondo ognuno di noi ha un suo programma che vuole portare avanti, e poi così magari anche l'ospite di turno non si sente meno solo, se come al solito andrà fuori traccia (anche su quelle che assegna egli stesso!).
Per inviare i contributi, però, utilizzate il seguente indirizzo di posta elettronica:
gianluigi [punto] ulaula [chiocciola] gmail [punto] com
Il call for papers comparirà contemporaneamente (compatibilmente con la sincronizzazione degli orologi!) anche su Carnevale della Chimica, il blog ufficiale della carnevalesca iniziativa.

martedì 25 ottobre 2011

Ritratti: Évariste Galois

La figura di Evariste Galois mi ha colpito sin da quando ho conosciuto le circostanze della sua morte. A raccontarle fu il professore che, durante il dottorato, tenne il corso sulla teoria dei gruppi: non saprei dire se fu più il corso o più la figura di Galois a spingermi poi verso la teoria dei gruppi applicata alla fisica, fatto sta che oggi, oltre a celebrare il 200.mo anniversario della nascita del giovane matematico francese, in un certo senso rendo l'ennesimo omaggio a una disciplina che potrebbe realmente avere in se i semi per uno sviluppo decisivo non solo della matematica, ma anche della fisica.
La leggenda narra che Galois scrisse il lavoro che poi avrebbe posto le basi della teoria dei gruppi in una notte, quella precedente al duello mortale che lo avrebbe visto sconfitto, e che sembra essere stato causato da una donna. Al di là dei risvolti gialli della vicenda finale, l'episodio evidenzia gli aspetti focosi e romantici del carattere di Evariste.
La Parigi del XIX secolo era una città molto più piccola rispetto a quello che è oggi e Bourg-la-Reine, oggi un quartiere della capitale francese, al tempo era un comune a se, distante una decina di chilometri dalla città. Qui vivevano i genitori di Evariste, Nicolas-Gabriel Galois, un repubblicano che sarebbe successivamente diventato sindaco del borgo, e Adélaïde-Marie Demante, due persone colte e intelligenti che ospitavano nella casa della famiglia Galois una scuola. I primi anni di studio, infatti, il piccolo Evariste li ricevette dalla sua stessa famiglia: i genitori lo istruirono nelle materie all'epoca ritenute più importanti (lettere classiche, religione, filosofia). I primi contatti con la matematica sarebbero arrivati solo più tardi, e solo dopo l'iscrizione, nel 1823, presso il liceo Louis-le-Grand.

Il Louis-le-Grand, foto da Genius, stupidity and genius again di Tope Omitola
Il suo rendimento scolastico sembra sia stato ottimo fin dall'inizio, ma iniziò ad avere problemi tra il 1825 e il 1826, forse a causa di una noia di fondo che trovava nelle materie insegnate. Ad ogni modo venne consigliato al padre di far ripetere a Evariste l'anno, perché non era considerato abbastanza maturo per affrontare l'ultimo anno del suo corso di studi (tutta colpa della retorica(1)): fu così che nel 1827 si ritrovò a seguire il corso di matematica tenuto da tale M. Vernier. Questo suo primo insegnante di matematica scrisse di lui:
E' la passione per la matematica a dominarlo, penso che sarebbe meglio per lui se i suoi genitori lo obbligassero a studiare qualsiasi altra cosa, sta sprecando il suo tempo qui e non fa altro che tormentare i suoi insegnanti e ricoprirsi di punizioni.(2)
e successivamente
Intelligenza, notevole progresso ma non c'è abbastanza metodo.(3)
Questi giudizi, però, non gli impedirono di provare, una prima volta nel 1828, ad entrare al Politecnico di Parigi. Questo primo tentativo, come il successivo del resto, si concluse con un insuccesso. Tornato, così, a al Louis-le-Grand, si ritrovò nella classe di matematica di Louis Richard, probabilmente l'unico insegnante che ne comprese veramente le potenzialità. Scrisse, infatti:
Questo studente lavora solo nei più alti reami della matematica.(1)
Probabilmente è grazie a Richard(1) che si avvicina ai lavori di Legendre (Éléments de Géométrie) e Lagrange (Réflexions sur la résolution algébrique des équations), anche se secondo altri fu durante il primo corso con Vernier(4), mentre altri ancora indicano addirittura il periodo tra il 1825 e il 1826(5), quasi a volerne sottolineare anche la forza da autodidatta.

(da exit)

lunedì 24 ottobre 2011

La relatività speciale e la prima legge di Keplero

Ci sono molti argomenti della fisica moderna che non sempre riescono ad entrare nei programmi scolastici, anche solo per mancanza di tempo. Al livello di testi scolastici ho però avuto modo di vedere, recentemente, l'anteprima di un bel libro per licei dove, invece, l'autore introduceva non pochi concetti della fisica moderna semplicemente introducendo la meccanica classica. E non contento addirittura inserisce dei rudimenti di relatività speciale, niente di eccezionale ma scritto molto bene e inserito all'interno del più ampio discorso della relatività e dei sistemi di riferimento. Questo approccio può essere alla distanza molto fruttuoso, poiché semina informazioni che, arrivando ai concetti della fisica moderna, generalmente destinati agli ultimi anni, possono attivare l'interesse dei ragazzi, che posso assicurarvi è alto su questi temi(1).
Quando poi si arriva alla relatività speciale vera e propria, può essere utile riprendere anche alcuni concetti precedenti, per mostrare con l'ennesimo esempio come la scienza sia una costruzione continua sulle basi di quanto già era noto in precedenza. In particolare, come fa Tonguc Rador(4), fisico turco, si possono unire due concetti come la relatività speciale e la prima legge di Keplero, facendo anche toccare con mano il concetto di invarianza e non invarianza, sia lorentziana sia come concetto generale.
L'idea è quella di utilizzare la contrazione delle lunghezze: in questo senso si può utilizzare l'esercizio anche senza necessariamente avere sott'occhio le trasformazioni di Lorentz(2). Supponiamo, innanzitutto, di voler misurare un'asta posta al bordo della strada mentre noi, su un'auto, stiamo viaggiando verso la nostra meta. La misura di lunghezza fatta sarebbe leggermente inferiore rispetto a quella fatta da fermi a bordo strada perché l'estremità finale dell'asta (quella iniziale è quella che incontriamo prima) ci sta venendo incontro, quindi è come se si trovasse in una posizione leggermente precedente rispetto all'estremità ferma. Nel caso della relatività speciale, che basa le sue osservazioni sul fatto che tutte queste misure vengono fatte grazie alla luce, che ha una velocità finita, l'effetto è ancora più evidente e dal punto di vista matematico è espresso con la formula: \[l_1 = \frac{l_0}{\gamma}\] dove $l_1$ è la lunghezza misurata da un osservatore in movimento (noi sulla macchina), $l_0$ è la così detta lunghezza propria dell'oggetto (l'asta misurata a bordo strada) e $\gamma = \left ( 1 - \beta^2 \right )^{-\frac{1}{2}}$.
A questo punto possediamo tutti gli ingredienti per affrontare l'esercizio, che è verificare l'invarianza o meno della prima legge di Keplero. Questa recita che le orbite di ciascun pianeta sono ellittiche con il Sole posto in uno dei due fuochi. Sappiamo che, in realtà, il Sole ha un raggio abbastanza grande da inglobare anche il secondo fuoco, rendendo di fatto l'orbita circolare. Per l'esercizio andremo a considerare un'orbita circolare di raggio $r$. Ricordando che la contrazione delle lunghezze avviene solo lungo la direzione del moto, questo vuol dire che uno dei due raggi, quello nella direzione da cui proviene un eventuale viaggiatore spaziale, risulterà contratto e il nuovo raggio sarà $r' = \frac{r}{\gamma} = r \sqrt{1-\beta^2}$.
La linea chiusa che risulterà alla fine a un osservatore che viene dall'esterno sarà un ellisse: questo vuol dire che, nel senso della conica chiusa (il cerchio è un ellisse particolare) la prima legge di Keplero risulta invariante sotto trasformazione di Lorentz. E per quel che riguarda la posizione del Sole? In questo caso può essere interessante capire come si modifica la posizione di un punto nello spazio da una parte e come si modificano le caratteristiche fondamentali di un ellisse, come i due semiassi, la distanza tra i due fuochi, l'eccentricità. In questo caso, ad esempio, si può partire dal semplice esercizio del determinare le caratteristiche di un ellisse trasformato secondo Lorentz. Volendo determinare anche la posizione del centro della conica, però, bisogna necessariamente utilizzare le trasformazioni di Lorentz(2).
Ad ogni modo va sottolineato comunque un punto, importante per poter distinguere tra l'occhio del matematico e quello del fisico: per il primo basta un controesempio per invalidare un teorema, che deve valere per tutti i casi previsti dall'ipotesi(3). Un fisico, invece, scopre i limiti di validità di una teoria, cercando di capire fino a dove può utilizzare una descrizione della realtà piuttosto che un altra.

domenica 23 ottobre 2011

I paralipomeni di Alice: Escher

Tempo addietro si è andata animando una discussione tra Conversazioni sul fumetto e Sono storie sulle influenze reciproche dei cartoonist, un gioco nel quale sono stati citati autori come Frank Miller, J.H. Williams III o il nostro Gianni De Luca (è abbastanza stupefacente come non sia stato citato Dave McKean). Comunque, nel finale del suo post, Marco cita da una parte Nicolas Poussin, pittore, e il suo La caduta della manna, e dall'altra il famosissimo incisore olandese Mauritius Escher come possibili fonti ispirative di un comune stile: la rappresentazione del movimento attraverso la ripetizione nella stessa scena statica di uno stesso personaggio in pose differenti.
Poiché sono abbastanza convinto che Marco abbia colto nel segno, colgo l'occasione di riprendere l'argomento ma dal punto di vista dell'incisore Escher, stimolato anche dal recente Nobel per la Chimica che tanta matematica porta in se.
Escher, come spero i più fedeli lettori ricorderanno, è stato protagonista di un Rompicapo dedicato alla sua mitica cascata. Ricorderete sicuramente che spunto di quel Rompicapo fu il video realizzato dallo studente tedesco mcwolles con la sua realistica cascata di Escher. Ebbene a maggio il nostro ha pubblicato un trittico di video nei quali spiega la realizzazione della cascata:
Come avete avuto modo di vedere, il video è l'unione di fisica, illusione ed editing video: in fondo la struttura è vera, così come l'acqua colorata usata nel circuito.
L'ispirazione escheriana dei cartoonist citati nei post segnalati in apertura, però, non credo sia la Cascata ma, molto probabilmente, Ashending and descending:
che i più volenterosi possono provare a realizzare con i mattoncini Lego:
Giusto per fondare l'affermazione in maniera più solida, vi invito a confrontare l'incisione di Escher con questa pagina di Miller tratta da Elektra lives again:
Ascending and descending ha anche trovato spazio nel capolavoro di Christopher Nolan, regista dell'ultima trilogia cinematografica di Batman, Inception:

sabato 22 ottobre 2011

Il sogno di una vita

Quando scrissi l'omaggio a Richard Matheson citai la storia di Don Rosa, Il sogno di una vita, una avventura per certi versi strana dove Paperino entrava nel sogno di Paperone grazie a un'invenzione di Archimede trafugata dai Bassotti. L'intento di questi ultimi era quello di carpire alla debole mente di Paperone la combinazione della porta blindata per la sala del denaro.
Quando successivamente vidi il film Inception (che ho anche visto di recente) pensai quasi immediatamente alla storia di Don Rosa: un gruppo di spie entrano, grazie all'ausilio di una macchina particolare e di un fluido realizzato ad hoc, nei sogni di alcune persone per rubare loro i segreti industriali richiesti dal committente. La storia realizzata da Christopher Nolan è ovviamente più complicata rispetto a quella di Don Rosa: c'è una prima missione che va male, il desiderio di riscatto del protagonista che affronta una impresa ritenuta impossibile (impiantare un'idea nella mente di una persona), e soprattutto il mondo del sogno, così diverso dai lidi favolistici del Sandman di Gaiman, è strutturato in livelli, ognuno via via più profondo dell'altro e più vicino all'essenza del sognatore, dove il tempo scorre in maniera sempre più concentrata. Le uniche preoccupazioni delle spie guidate da Di Caprio sono: non farsi scoprire troppo presto dal subconscio del sognatore che popola il sogno, farsi trovare preparati al momento della sveglia e non restare intrappolati nel mondo del sogno.
Per quel che riguarda i viaggiatori del sogno di Don Rosa, invece, la principale preoccupazione è quella di non finire troppo lontani da Paperone, il sognatore. L'area del sogno, infatti, è una circonferenza centrata sul sognatore e chi finisce nel bianco estremo, che ricorda quello che Paperino si rifiutò di popolare ne La storia (in)finita di Michelini e Dalla Santa, si sveglia improvvisamente.
Le comunicazioni tra Paperino e l'esterno avvengono quando questi si concentra e riesce a parlare nel sonno, mandando informazioni ai nipotini. Questi, magari sussurrando all'orecchio dello zione, magari con altri mezzi, cercano di modificare il sogno di Paperone, per aiutare i due parenti a sconfiggere i Bassotti.
Uno dei punti fondamentali della storia di Don Rosa, però, è che questa può essere per certi versi considerata come un riassunto della Saga di Paperon de Paperoni: il sogno di Paperone, infatti, è pieno di ricordi, incluso quello che poteva essere il più dolce ma che nemmeno nel mondo del sogno Paperone riesce a far andare bene, almeno fino al finale, fino alla sua seconda occasione!
L'uscita del film di Nolan, come avrete immaginato, suscitò una serie di commenti che accostavano il film con la storia di Don Rosa. Esempi su tutti boing boing, Slash film, Moviefone. Le immagini tratte dalla storia disneyana le ho scaricate dalla versione scannerizzata presente sulla fanpage Discneycomics.

venerdì 21 ottobre 2011

Un po' d'ordine, please

Partiamo dalla fine. Ieri al Dipartimento di Fisica in via Celoria a Milano, Luca Stanco prima e Francesco Villante poi hanno presentato due seminari sulla misura della velocità superluminale dei neutrini. Di novità vere e proprie, in effetti ce n'è una sola, data da Stanca.
Luca è uno dei 15 collaboratori di OPERA che non ha firmato, per vari motivi, il famoso preprint con la misura. Di motivi ce ne sono alcuni, per non essere sicuri già solo della pubblicazione, visto il tipo di risultato che si andava a presentare. Ad ogni modo alcuni di questi, comunque abbastanza noti, sono nell'assoluta certezza che le due funzioni di distribuzione delle probabilità di protoni e neutrini siano identiche. Ricordo, infatti, come già ricordò ieri Stanco, che i neutrini vengono prodotti a partire da un fascio di protoni, che poi sono questi a venire misurati al CERN (abbastanza interessante notare come la differenza di velocità tra protoni e neutrini prodotti è pressoché trascurabile). A questo sono da aggiungere eventuali correzioni al moto della Terra, che sono comunque state fatte e hanno portato ad aumentare il ritardo dei fotoni di circa 2 ns, e la chiarificazione di tutti quegli altri piccoli dettagli che potrebbero contribuire al tempo di volo, senza dimenticare uno studio per capire la presenza di eventuali effetti dovuti all'alternanza di giorno e notte o alla stagionalità. Tutti questi motivi, però, non sono alla base dell'annuncio che Stanco ha diffuso ieri alla chiusura del suo seminario, ovvero che
La collaborazione ha deciso di rinviare di un mese la sottomissione dell'articolo su rivista referata.
Il motivo principale (anche se di motivi ce ne sono due, ma non ho fatto in tempo, uno, ad appuntarlo) è che al CERN stanno preparando dei nuovi treni di protoni appositamente per ripetere la misura sulla velocità del neutrino. Misura che si stanno attrezzando a ripetere sia quelli di MINOS sia quelli di BOREXINO, esperimento adiacente a quello di OPERA.
La seconda parte del pomeriggio è invece passata ascoltando il teorico Villante che ha fatto un breve esame di alcuni (3/4 articoli) tra l'ottantina di preprint usciti da allora su arXiv. Della selezione fatta, oltre all'articolo di Glashow e Cohen, che ha fatto dire in giro un po' dappertutto che l'esperimento di OPERA veniva così falsificato (leggete, ad esempio, Reading science o Tommaso Dorigo dopo l'uscita del preprint di ICARUS sulla faccenda), Villante ha anche tirato fuori dal cilindro un interessante preprint di Micozzi e Bellini che ha animato la discussione nonostante Villante avesse già mostrato come l'idea non era per nulla sufficiente per spiegare il risultato di OPERA. Una spiegazione ottica, o più o meno ottica, è sembrata intrigare non poco i convenuti, ai quali probabilmente è sfuggito un altro preprint, quello di sua maestà sir Michael Berry, scritto tra l'altro insieme con Brunner, uno dei fisici che all'inizio di questo millennio ha lavorato proprio alla superluminalità ottica. Nel loro articolo, sottomesso, per inciso, al Journal of Physics A, arrivano alle stesse conclusioni di Villante, peraltro riproducendo il termine presente nel preprint di Micozzi e Bellini per altre, più brevi vie. E vediamo un po' quale è la storia di questa spiegazione ottica.
Tutto inizia (almeno il mio interesse sulla questione) con la citazione finale di Fast light, fast neutrinos? by Kevin Cahill(12):
A group velocity faster than $c$ does not mean that photons or neutrinos are moving faster thsn the speed of light.
Il preprint è di appena una paginetta: è una breve analisi nella scrive che è possibile per la velocità di gruppo essere maggiore rispetto a quella della luce, come hanno mostrato alcune osservazioni sperimentali. La storia di queste osservazioni inzia nel 1982(1), ma una interessante collezione di lavori sull'argomento si può trovare in Bigelow(7) e Gehring(11). Sperimentalmente, quando alcuni impulsi viaggiano all'interno di un mezzo altamente dispersivo, possono avvenire una serie di effetti esotici, e uno di questi è una velocità di gruppo negativa, che coincide con una velocità superluminale.
Nei lavori di Bigelow e Gehring non c'è una vera e propria spiegazione teorica. Ad esempio Bigelow propone:
(...) la combinazione di differenti sezioni d'urto d'assorbimento e del tempo di vita medio degli ioni Cr3+ sia nei siti di riflessione sia in quelli di inversione all'interno del reticolo cristallino di BeAl2O4. L'ondadi propagazione supeluminale è prodotta da un antibuco stretto [612 Hz] nello spettro di assorbimento degli ioni Cr3+ nei siti di riflessione dell'alessandrite, e la luce lenta si origina da un ancora più stretto buco nello (8.4 Hz) nello spettro di assorbimento degli ioni Cr3+ nei siti di inversione.
Nel modello il gruppo di Bigelow ha anche considerato
(...) l'influenza degli ioni sia nei siti di inversione sia in quelli di riflessione. In più, le sezioni d'urto di assorbimento sono assunte differenti a differenti lunghezze d'onda.

Le frecce indicano le localizzazioni dei siti ionici che hanno simmetria di riflessione o di inversione. Sulla destra, i corrispondenti diagrammi energetici per gli ioni Cr3+ per i diversi siti.

lunedì 17 ottobre 2011

XXI settimana della cultura scientifica e tecnologica

Oggi e fino al 23 ottobre inizia la Settimana della cultura scientifica e tecnologica. L'iniziativa, giunta alla sua 21.ma edizione, è promossa dal MIUR e, con il mio solito ritardo, sono qui a raccontarvi le iniziative legate con l'Osservatorio di Brera:
Il 19 ottobre alle 18 presso la Sala Delle Adunanze dell’Istituto Lombardo nel Palazzo Brera a Milano, all'interno del ciclo di seminari I cieli di Brera, Alberto Cellino dell'INAF di Torino racconterà I corpi minori: piccoli, importanti attori nella storia del sistema solare
I cosiddetti Corpi Minori sono, a dispetto del nome, interessantissimi e molto importanti per comprendere l'origine e la storia del nostro Sistema Solare. Lo studio di questi oggetti è infatti una parte fondamentale delle moderne scienze planetarie. In particolare gli asteroidi rappresentano un soggetto di investigazione di straordinario interesse. Considerazioni pratiche e teoriche mostreranno come questi corpi siano ben lungi dall'essere dei "sassi" senza importanza.
Come al solito ecco alcune notizie sul conferenziere:
Primo Ricercatore dell'INAF - Osservatorio Astronomico di Torino e autore di 120 pubblicazioni su riviste di settore, Alberto Cellino è uno specialista delle proprietà fisiche degli asteroidi. Per il triennio 2009-2012 è stato Presidente della Commissione 15 dell'Unione Astronomica Internazionale che si occupa di asteroidi e comete ed è Responsabile della derivazione delle proprietà fisiche degli asteroidi nell'ambito della missione Gaia dell'ESA (lancio previsto nel 2013).
L'accesso alla sala è libero fino a esaurimento posti (sono 100).
E ora, visto che immagino qualcuno dei lettori vorrà sapere qualcosa di più, eccovi alcune informazioni sulla settimana della cultura scientifica estratte dal memorandum del ministero (pdf):
Scopo della Settimana della Cultura Scientifica e Tecnologica è di mobilitare tutte le competenze e le energie del Paese per favorire la più capillare diffusione di una solida e critica cultura tecnicoscientifica. In particolare, la Settimana stimola l'apertura di efficaci canali di comunicazione e di scambio tra l'universo della società civile (che vede in prima fila il mondo della scuola), da un lato, e l'articolato complesso del Sistema Ricerca (università, enti di ricerca pubblici e privati, musei, aziende, associazioni, ecc.), dall'altro.
Per quel che riguarda l'astronomia e la fisica vi segnalo le attività del Dipartimento di Fisica di Catania e in particolare Reggio Scienza(1), dove verranno anche presentate le Olimpiadi dell'Astronomia 2012 (bando, approfondimenti).
Della settimana della cultura hanno anche scritto qualcosa su torinoscienza.

(1) Aggiornamento: Angela Misiano dell'Osservatorio del Planetario Provinciale Pitagora (fa parte del Comitato Olimpico) mi ha inviato il pdf dettagliato dell'iniziativa. Usatelo, segnalatelo, scaricatelo!

sabato 15 ottobre 2011

La distanza della Luna

Una delle scene più impressionanti de La scorribanda nei secoli di Jerry Siegel e Romano Scarpa era la scena della caduta della Luna sulla superficie della Terra. Peperone e Archimede, infatti, si ritrovavano in una situazione non proprio simpatica, schiacciati tra l'attrazione verso il basso della Terra e quella verso l'alto della Luna.
In una situazione del genere non è difficile immaginare che ci siano alcuni oggetti più leggeri (e poi via via quelli più pesanti) che si allontanano dalla superficie terrestre verso quella lunare. Qualcosa del genere, ad esempio, accade nel primo volume di Trolls di Troy di Arleston e Mourier, in cui una congiunzione astrale particolare genera una forza gravitazionale esterna opposta a quella del pianeta di Troy, generando situazioni comiche come i personaggi che nuotano in aria, attraversando magari bolle di acqua marina sospese, con tanto di pesci all'interno.
Su un satellite posto a un tiro di schioppo, però, si può anche andare grazie all'uso di una corda opportunamente lunga, come i paperi di Barks ne L'isola del cielo, come ho scritto velocemente ne Il più grande esperto di alieni sulla Terra. E d'altra parte...
Una volta, secondo Sir George H. Darwin, la Luna era molto vicina alla Terra. Furono le maree che a poco a poco la spinsero lontano: le maree che lei Luna provoca nelle acque terrestri e in cui la Terra perde letteralmente energia.
A quel tempo, quando la Luna rasentava la superficie della Terra, c'erano degli intrepidi personaggi, come ad esempio tale Qfwfq (dal nome gustosamente palindromo), un tipo che ha assistito ad eventi di incredibile portata, come ad esempio la nascita del Sistema Solare o ancor prima della Via Lattea, senza contare tutte le evoluzioni che ha subito, che viaggiavano su piccole barchette in gruppi di 3 o 4 persone sulla superficie del mare per avvicinarsi alla Luna e con un salto ben congegnato arrivare sulla sua superficie.
Sulla barca erano necessarie così tante persone perché qualcuno doveva restare giù e reggere una scala a pioli per la salita, mentre un altro restava ai remi per governare la barca e mantenerla nella posizione corretta. Per salire sulla Luna era necessario, quindi, arrivare fino all'ultimo piolo e tendere le braccia verso l'alto per trovare un appiglio sulla superficie lunare. Una volta aggrappato, Qfwfq racconta che:

mercoledì 12 ottobre 2011

L'influenza dei raggi del Sole sulla Terra

A partire dalla domanda se l'energia irradiata dal Sole è in grado di modificare, in tempi lunghi, l'orbita della Terra, Salvatore Esposito(5) dell'Università di Napoli Federico II ha realizzato ben due possibili esercizi didattici che, secondo me, possono essere proposti anche agli studenti delle scuole superiori. D'altra parte questo tipo di esercizi può essere fatto rientrare nella tipologia dei calcoli alla Fermi. Enrico Fermi, infatti, era solito calcolare in maniera molto indicativa alcune quantità fisiche di interesse, più che altro per valutarne l'ordine di grandezza. Esercizi di questo genere, in effetti, sono già stati proposti in passato ai ragazzi durante le Olimpiadi Italiane dell'Astronomia, e in quei casi l'idea di base è sempre stata quella di comprendere il problema e applicare la formula corretta per valutare la grandezza richiesta.
In questo caso il problema deve essere affrontato per passi successivi: iniziamo innanzitutto a valutare l'energia che il Sole irradia sulla Terra. Per fare questo dobbiamo partire dall'irradianza solare, ovvero dalla potenza della radiazione elettromagnetica del Sole per unità di superficie. Questa quantità, che si misura in W/m2, dagli utlimi dati(1) è di circa \[E_e \simeq 1.36 \cdot 10^3 W m^{-2}\] L'energia che ci interessa è ovviamente quella che colpisce la superficie terrestre, che è mediamente una sfera di raggio $R_E \simeq 6.4 \cdot 10^6 m$. Considerando che il Sole illumina, in ogni istante, solo metà della superficie terrestre e considerando che i raggi solari colpiscono la superficie con angoli inferiori ai 90° (e quindi con una irradianza minore rispetto a quella massima), in un giorno la quantità di energia solare che raggiunge la superficie terrestre è di \[E_S \simeq E_e \pi R_E^2 \Delta t = 1.36 \cdot 10^3 \cdot \pi \cdot 6.4 \cdot 10^6 \cdot 86400 J \simeq 1.5 \cdot 10^{22} J\] A questo punto è importante proporre alcune osservazioni agli studenti, soprattutto se l'esercizio è svolto in classe, in modo che si rendano conto della differenza tra un calcolo preciso e una valutazione dell'ordine di grandezza come quella proposta. In un calcolo che vuole provare ad essere preciso, andrebbe sottratto a $E_S$ la quantità di energia corrispondente alla radiazione riflessa dall'atmosfera.
Un altro passaggio fondamentale, che lo stesso Esposito sottolinea, è quello di utilizzare l'esercizio anche per proporre agli studenti un esempio di urto o di interazione che non necessita di alcun contatto tra i corpi interagenti (come è il caso discusso). Considerando che l'esercizio è pensato per studenti universitari, credo però che sia importante proporlo anche a studenti delle scuole superiori: con la sempre maggiore attenzione del mondo del giornalismo alla scienza, è importante riuscire a dare già in questa fase le informazioni e le nozioni necessarie per interpretare questo genere di notizie. Si potrebbe, dunque, in questa fase far partire, in caso di svolgimento in classe dell'esercizio, una discussione tra gli studenti o, nel caso di esercizio assegnato a casa, proporre agli studenti di approfondire e/o aggiungere le loro considerazioni personali.

martedì 11 ottobre 2011

I premi Nobel italiani come misura del sistema universitario italiano

Jon Bruner ha realizzato, ieri, una infografica sui Premi Nobel per paese (via Flowing Data).
Il criterio adottato da Bruner è semplice: ha assegnato il Nobel non al paese di origine ma a quello cui il ricercatore era affiliato in quel momento. Salta subito all'occhio l'assenza dell'Italia, mentre la Cina è presente con tre Nobel non scientifici, perché quelli scientifici erano tutti associati per altri paesi. Ho controllato.
Wiki assegna all'Italia 20 Premi Nobel, compreso l'ultimo di Capecchi del 2007 in Medicina (di fatto, però, Capecchi ha studiato negli Stati Uniti). Di questi 12 sono in discipline puramente scientifiche (medicina, fisica, chimica, che l'economia ha spesso connotazioni politiche), ripartiti in 6 per la medicina, 5 per la fisica e 1 per la chimica. I fisici, al momento della vittoria, erano tutti affiliati all'estero (compresi Marconi, impegnato in Gran Bretagna, e Rubbia al CERN, con gli altri negli Stati Uniti). Di Nobel italiani nel senso di affiliati a istituzioni italiane ce ne sono 4, di cui uno svizzero in medicina. Se contiamo poi i Nobel non scientifici, che sono 7, arriviamo a una cifra totale di 11 (Modigliani, vincitore del Nobel per l'Economia nel 1985, era al MIT), ovvero lo stesso numero che Bruner assegna al Giappone.
Se da una parte colpisce l'assenza dell'Italia, che i numeri per stare lì li avrebbe (anche se bisognerebbe verificare paese per paese... magari inizio che per l'anno prossimo sono pronto), è interessante limitandosi ai Nobel scientifici proporvi un po' di numeri: solo l'8% dei Nobel italiani viene dall'estero, mentre ben il 67% lavorava fuori dell'Italia e solo il 25% erano italiani d'Italia. Se vogliamo questi numeri sono gli unici numeri che possono dare una misura quantitativa dell'appetibilità dell'Italia come paese scientificamente avanzato. A pesare sono soprattutto quell'8% che ne misura il potere di attrazione e quel 67% che misura la capacità di esportazione. E probabilmente in uno studio sistematico su tutti i ricercatori italiani nel mondo quella forbice si allargherebbe. E' questo, in estrema sintesi, il vero segnale di un mondo universitario italiano sostanzialmente malato, incapace di attrarre talenti dall'estero o di dare a quelli nostrani le condizioni per poter tornare, quella possibilità di scelta che certo non tutti prenderebbero, ma che in questo momento quasi nessuno dei ricercatori all'estero nemmeno prende in considerazione.

lunedì 10 ottobre 2011

La cultura raccontata da chi la fa

Post interlocutorio prima di riprendere con le trasmissioni usuali di scienza, libri e fumetti.
IL Sole 24 Ore ha dato vita a fine settembre a una sorta di blog multi-utente, il Faber Blog, sulle cui pagine scrivono ogni settimana persone diverse, le persone che la cultura la fanno. I primi due autori del blog sono stati Giuseppe Laterza, l'editore, e Paolo Fresu, musicista. Ora la padrona di casa è (udite, udite) Frieda Brioschi, che inizia, come forse era abbastanza atteso, con la storia dello sciopero di it.wiki.
Questa sorta di consiglio alla lettura settimanale mi è anche utile per citarvi questo passaggio dell'intervista che Valigia Blu ha fatto al fondatore di Wikipedia, Jimmy Wales:
Perché su Twitter ha definito questo progetto di legge idiota?
Perché lo è! L'Italia ha già leggi assolutamente efficaci contro la diffamazione, e questa proposta di legge va oltre in modo drammatico. Non ho mai sentito di una legge simile in nessun'altra parte del mondo.
La legge proposta prevede che per qualsiasi sito web, inclusi blog personali, giornali, Wikipedia, sia obbligatorio pubblicare una cosiddetta "rettifica", da parte di chiunque sostenga che sia stato scritto qualcosa di sbagliato sulla propria persona. Non vi è alcun obbligo di controllo giuridico, nessuna possibilità di dire "no", e le multe per inosservanza sono sostanziali.
Questo significherebbe per Wikipedia che siamo obbligati a pubblicare qualsiasi cosa scritta da qualsiasi persona, a prescindere dalla presenza o meno di fonti, a prescindere dalla correttezza o meno della "rettifica".
Update: mi sembra il posto migliore, questo, per raccontare della novità (giuntami come commento su GPlus da Jacopo) che su Physical Review Focus per raccontare il Nobel per la Chimica di quest'anno è stata usata una immagine tratta da Commons, tra l'altro correttamente accreditata. L'immagine usata, che è anche quella che ho usato io, ve la metto qua sotto:

sabato 8 ottobre 2011

Blog scientifici: le origini del traffico

Ricordate il censimento scientifico indetto da EdwardMichaud? Sono arrivati i risultati. In particolare la tabella sulla fonte primaria (motore di ricerca a parte) del traffico.
Con poco più del 4% di distacco twitter batte facebook (che non mi sorprende, a differenza di quanto scrive Edward), mentre G+ è ancora nelle posizioni arretrare della classifica, dovuto sicuramente alla gioventù del progetto. Interessante, però, notare come, nonostante si dica in giro che twitter sia un social coso più maturo rispetto a facebook, la distanza tra i due non è poi così grande.
Un'altra considerazione interessante è vedere la presenza di un unico aggregatore, per altro specialistico (Research Blogging), per altro ben distanziato, addirittura dietro al traffico generato dai commenti su altri blog e da quello proveniente da Reddit. Ovviamente si sta parlando di fonte primaria (Google a parte), ovvero ci sono 13 blog che ricevono molto traffico da RB: molto probabilmente sono blog specialistici che vengono letti soprattutto da chi segue l'aggregatore (che per inciso sta dando problemi un po' a corrente alternata in questo periodo).
Sarebbe dunque interessante capire anche in Italia cosa succede, come è suddiviso il traffico dei nostri blog scientifici. Che dite, lo realizziamo anche noi un sondaggio tutto nostro?

venerdì 7 ottobre 2011

La storia di un utente bloccato

Una settimana ricca, questa, tra i Nobel e la protesta di Wikipedia contro la così detta legge bavaglio che minaccia la neutralità dell'enciclopedia (una delle conseguenze sarebbe: niente più voci su politici e personaggi pubblici di un certo peso, onde evitare le quasi certe rettifiche che arriverebbero, a meno di non farle editare da utenti stranieri o da italiani legalmente residenti all'estero e quindi non soggetti alla legge italiana). Il banner qui sopra, che campeggia su praticamente tutte le pagine della Wikipedia in italiano dalle 14 di ieri, quando abbiamo riaperto i battenti, sta a testimoniare che la preoccupazione ancora c'è, ma che si è ritenuto necessario riprendere le trasmissioni, per così dire(1).
L'esposizione mediatica che, però, la nostra Wikipedia ha avuto è stata molto probabilmente alla base del ritorno in auge, almeno su tumblr, della storia di Emanuele Mastrangelo, utente bloccato, a leggere Storia in rete, con la costruzione di prove false e diffamazione.
Forse perché coinvolto come wikipediano dalla recente protesta, forse perché convinto che Wikipedia sia uno dei pochi progetti realmente pubblici al mondo, decido di approfondire, per capire meglio la questione. Prima di proseguire, però, ci tengo a sottolineare che non sono uno storico e non mi sono mai approfonditamente interessati di editare quelle voci, e quindi non ho partecipato in prima persona a quelle discussioni, che si sono concluse a fine 2010. In questo senso, conoscendo i meccanismi di Wikipedia, ma essendo al tempo stesso esterno alla discussione specifica, forse posso ottenere un parere distaccato sulla vicenda, almeno da un punto di vista wikipediano (nel senso della valutazione delle procedure messe in atto).
La storia può essere facilmente ricostruita attraverso il sistema di ricerca interno. Prima di tutto, cercando nelle discussioni delle voci, si scopre come Emanuele sembrava integrarsi perfettamente all'interno della comunità, ma poi, pian piano, iniziavano a uscire un po' di problemucci qua e là fino alla prima procedura di blocco. In questo caso la storia può essere ricostruita dallo storico relativo all'utenza specifica e dalla corrispondente pagina tra le utenze problematiche.
La prima richiesta di blocco avviene il 15 febbraio 2009 e mi sembra che sia nulla di più che un litigio con un altro utente, quello che ha proposto il blocco e che secondo me avrebbe anche rischiato di venire a sua volta bloccato. Poi il 18 marzo 2009 Guidomac blocca Emanuele per 1 giorno per attacchi personali: non è specificato se contro l'amministratore stesso o se contro un altro utente. L'iniziativa, badate bene, non è un abuso di potere perché di fronte ai litigi tra utenti gli amministratori possono prendere la decisione senza consultare la comunità quando ritengono che la soluzione sia utile per calmare gli animi. Vi posso confermare che, se la decisione fosse usata veramente come un abuso di potere, forse di utenti attivi Wikipedia ne conterebbe molto pochi, anche sulle Wiki straniere.

giovedì 6 ottobre 2011

La congettura di Collatz inversa.

Scegliete un numero (intero e positivo, e così sarà per qualsiasi "numero" nel post). Se pari, dividetelo per 2; se dispari, moltiplicatelo per 3 e sommategli 1. Ora ricominciate da capo ripetendo l'operazione con il numero che avete ottenuto.

La congettura di Collatz, che prende il nome dal matematico tedesco Lothar Collatz che l'ha proposta nel 1937, afferma che qualsiasi sia il numero scelto in principio il risultato finale di un numero finito di iterazioni della procedura descritta sopra è 1.

La congettura è celebre perché è tanto semplice da formulare quanto, sembrerebbe, difficile da dimostrare. Il condizionale è d'obbligo perché una dimostrazione - per i pessimisti un controesempio - alla congettura ancora non è stata data. Molti matematici, professionisti e dilettanti, si sono cimentati nell'impresa ma, utilizzando le parole di Terence Tao

[...] Open questions with this level of notoriety can lead to what Richard Lipton calls "mathematical diseases” (and what I termed an unhealthy amount of obsession on a single famous problem). [...] As such, most practicing mathematicians tend to spend the majority of their time on more productive research areas that are only just beyond the range of current techniques. [...]
Della stessa opinione Randall Munroe, qualche tempo fa, con una vignetta su xkcd

Collatz Conjecture

Via Flowing Data scopro che tra i vari approcci e tecniche di dimostrazione c'è quello inverso: invece che partire da un qualsiasi numero ed arrivare ad 1 attraverso l'iterazione finita del procedimento di sopra perchè non partire da 1 ed arrivare per mezzo di un procedimento inverso ad ogni numero? Il risultato di questo procedimento inverso si chiama grafo di Collatz; si può dimostrare (provateci ;-) ) che la congettura di Collatz è equivalente al fatto che tale grafo esiste e che è un albero, ovvero è connesso e non ammette cicli, a meno di quello triviale 1-2-4 (per i dettagli rimando alla wiki-pagina). Jason Davies, programmatore e web disegner britannico, riesce ad animare la congettura inversa attraverso uno script in python che fa crescere il grafo di Collatz per traiettorie (o orbite) di lunghezza inferiore o uguale a 18. Merita un play!

P.s. gli amanti dei demonstration project di Wolfram trovano qui l'omologo (ma più pesante) file .cdf

La matematica del Nobel per la Chimica 2011

Il Nobel per la Chimica 2011 è stato assegnato a Daniel Shechtman
per la scoperta dei quasicristalli
L'articolo della scoperta, scritto con Blech, Gratias e Cahn, inizia con le seguenti parole:
Qui riportiamo l'esistenza di un solido metallico che diffrange gli elettroni come un cristallo singolo ma a un gruppo di simmetria puntuale $m \bar{35}$ (icosaedro) che è inconsistente con le traslazioni del reticolo.(2)
Le traslazioni reticolari sono, in effetti, degli strumenti molto importanti per la classificazione dei cristalli, come si capisce dalla definizione del 1992 della International Union of Crystallography:
Un cristallo è una sostanza nella quale gli atomi costituenti, le molecole, o gli ioni sono impacchettati in una struttura tridimensionale ordinata che si ripete [periodica].
La scoperta di Shechtman e colleghi era dunque molto importante: introducono, infatti, una nuova classe di cristalli, detti quasicristalli da Levine e Steinhardt solo poche settimane più tardi(3), e un nuovo modo di vedere i cristalli stessi.
In particolare Shechtman, studiando una struttura di alluminio con il 10-14% di Manganese, insieme con i colleghi osservò che
Le simmetrie dei cristalli dettano che diversi icosaedri in una cella unitaria hanno differenti orientazioni e consentono loro di essere distorti (...)(2)
E quando osservarono il cristallo utilizzando le traslazioni reticolari:
i cristalli non possono e non esibiscono il gruppo di simmetria puntuale dell'icosaedro.(2)
Osservarono anche che la formazione della fase icosaedrica è una transizione di fase del primo ordine, poiché le due fasi (l'altra è quella delle traslazioni) coesistono per un po' durante la traslazione(2).

mercoledì 5 ottobre 2011

Wikipedia: kit per giornalisti

Mentre sto cercando di tenere aggiornato il post sulla chiusura per protesta della Wikipedia in italiano (probabile prossimo aggiornamento in serata: il live blogging non è proprio il caso), mentre sono stati assegnati i Nobel per la Chimica, scrivo una sorta di kit di sopravvivenza per i giornalisti e i blogger non wikipediani.
Iniziamo con il comunicato ufficiale di Wikimedia Italia:
Altri link utili mi vengono da Elitre: Italian Wikipedia, discussione che sta avvenendo dalle parti di Meta, il sito di coordinamento di tutti i progetti della Wikimedia Foundation;la mailing list; e infine un piccolo, importante reminder: NON esiste "Wikipedia Italia".
Aggiungerei, poi, il messaggio di solidarietà di Jimmy Wales:
Altri messaggi sparsi: Sue Gardner, Kat Walsh, ...
Vorrei sottolineare che, ad ogni modo, la battaglia è per mantenere la neutralità di Wikipedia(1) (e per esteso la libertà di opinione all'esterno di Wikipedia). Una rettifica per una enciclopedia, libera o meno che sia, non è cosa semplice da inglobare, visto che per le dinamiche di una qualunque enciclopedia, anche la rettifica ha necessità di essere verificata. E riguardo la norma salva blog che sembra poter spuntare, sono tra quelli che ritiene che per Wikipedia non basterebbe, perché Wikipedia non è un blog ma una enciclopedia (un po' immodestamente è una sorta di Guida galattica!), certo un po' atipica, ma pur sempre un'enciclopedia.

P.S.: un grazie particolare a Elitre: questo post nasce da un nostro breve scambio di e-mail

Aggiornamento: sembra che dopo tutto la protesta qualcosa abbia sortito grazie all'approvazione di una norma salva-blog:
web news | il nuovo mondo di Galatea | Cronaca Live
C'è solo da capire cosa è legalmente per l'Italia Wikipedia (sicuramente non è una testata giornalistica, e questo la salva, almeno per il momento, visto che a B. interessa solo zittire i giornali).
Ad ogni modo un grazie, per questo aggiornamento, a Moreno Colaiacovo e a Juhan.

(1) Di neutralità me ne intendo, perché molte mie voci fumettistiche sono al limite del non neutrale... Qualcuna l'ho modificata, qualcun altra devo metterci mano... speriamo presto.

martedì 4 ottobre 2011

Wikipedia: ho perso le parole

Lo spiega meglio di me Wiki spiegata a mia nonna. Ne parlano anche Repubblica (che mette anche le foto), Marco Castelnuovo, Jacopo Giliberto, l'Adn, Valigia Blu. E mentre inizia a spuntare una sorta di norma salva-blog (che però non so quanto realmente aiuterebbe Wikipedia), visto che è proprio Wikipedia ad essersi mossa, iniziano a muoversi anche all'estero: Business Insider, e poi c'è la solidarietà della Wiki Serba e si sta discutendo sulla mailing list di Wikimedia Foundation, che ha comunicato la sua solidarietà alla Wikipedia italiana:
The Wikimedia Foundation first heard about this a few hours ago: we don't have a lot of details yet. Jay is gathering information and working on a statement now.

It seems obvious though that the proposed law would hurt freedom of expression in Italy, and therefore it's entirely reasonable for the Italian Wikipedians to oppose it. The Wikimedia Foundation will support their position.

The question of whether blocking access to Wikipedia is the best possible way to draw people's attention to this issue is of course open for debate and reasonable people can disagree. My understanding is that the decision was taken via a good community process. Regardless, what's done is done, for the moment.
Sembra che stia diventando qualcosa di più di una semplice difesa della libertà di opinione, perché, e questa è l'unica cosa che mi sento di dire, Wikipedia non ha nulla a che fare con la politica. Questa non è una battaglia per difendere una parte politica piuttosto che un'altra. Questa è una protesta per difendere un principio, quello di restare neutrali.

Aggiornamenti (spazio riservato per aggiungere i link che parlano della protesta e che sono arrivati dopo la pubblicazione del post):

Comunicato ufficiale: Wikimedia Italia rilascia un comunicato ufficiale:
Dalla rete: Anna Masera | Luca Annunziata | Oggi Scienza | Paolo Attivissimo | Wired anche con Alessandro Longo | Luca De Biase | Ansa | Edizioni Oggi | la Politica Italiana.it | il Post | web news | Diario del web | Tutto Uomini | Mainfatti | il futurista | il Tempo (su questo, però, ci ritornerò: nel frattempo date un'occhiata su Wiki spiegata a mia nonna) | Reset Italia | paperblog
| Ninja marketing | Dino Amenduni | Massimo Mantellini | Patrizia Mandarici | Alessandro Glioli | L'espresso | Luca Nicotra | Luca Dello Iacovo | frande | evilripper | Flavio Ubaldini
Dall'estero:
il blog di Wikimedia Svezia | The Next Web | CNET News | PC World | The Signpost | Wikimedia blog | Wikipedia tedesca | Hacksheet

In evidenza: metto in questa sezione alcune cose interessanti tratte da post che scrivono a riguardo della situazione.
Da Francesco Russo estraggo questo commento di Mike Godwin via twitter:
Sempre Godwin, via twitter, ha poi postato questo messaggio:
Mentre dall'amico Juhan estraggo ciò che non ho estratto dal comunicato, perché resti anche qui a imperitura memoria:
A proposito della legge bavaglio, ecco Wikipedia:
Vogliamo poter continuare a mantenere un’enciclopedia libera e aperta a tutti. La nostra voce è anche la tua voce: Wikipedia è già neutrale, perché neutralizzarla?
Grazie Juhan e grazie a tutti!

P.S.: nel frattempo in Brasile...

Il Nobel delle supernove

La prima osservazione di una supernova è datata 1572. L'astronomo a compierla fu Tycho Brahe, uno che di osservazioni del cielo se ne intendeva. E considerando che molte di queste erano fatte a occhio nudo, i risultati raggiunti avevano un che di incredibile. Galileo, invece, grazie al telescopio, diede l'inizio della rivoluzione astronomica con l'osservazione della supernova del 1604:
(...) che causò una maggiore eccitazione rispetto a quella di Tycho poiché la sua comparsa coincise con la così detta Grande Congiunzione o l'allineamento di Giove, Marte e Saturno.(1)
La scoperta di Galileo fu rivoluzionaria per una ragione molto importante:
Le osservazioni di Galileo e quelle fatte nel resto dell'Italia e dell'Europa settentrionale indicarono che essa era oltrela Luna, nella regione dove la nuova stella del 1572 era comparsa. L'apparizione di un nuovo corpo oltreil sistema Terra-Luna aveva sfidato la credenza tradizionale, incarnata dalla Cosmologia di Aristotele, che la materia dei pianeti fosse inalterabile e che nulla di nuovo poteva accadere nei cieli.(1)
Riguardo la nuovastella, poi
Galileo stabilisce che [essa] era inizialmente piccola ma crebbe rapidamente in dimensioni tanto da sembrare più grande di tutte le stelle e di tutti i pianeti ad eccezione di Venere.(1)
Possiamo confrontare questa osservazione con le definizioni moderne:
Le novae sono il risultato delle esplosioni superficiali delle nane bianche, causate dalla caduta sulla sua superficie di materia proveniente dall'atmosfera di una compagna più grande. Una supernova è una stella che improvvisamente aumenta drammaticamente la luminosità, quindi si affievolisce di nuovo, finanche a scomparire alla vista, ma è molto più brillante, circa diecimila volte, di una nova.(1)
Questi eventi drammatici diventano ben presto un ottimo strumento per osservare l'espansione dell'universo:
Le supernovae di tipo Ia sono strumenti empirici la cui precisione e luminosità intrinseca le rendono prove sensibili dell'espansione cosmologica.(5)
E proprio osservando una serie di supernove che il gruppo di Brian Schmidt (1967) e Adam Riess (1969) nel 1998(3) e quello di Saul Perlmutter (1959) nel 1999(4) scoprirono un'importante osservazione cosmologica: l'universo sta accelerando!

lunedì 3 ottobre 2011

Un buon motivo per il post a rete unificata

C'ho pensato a lungo, dopo l'uscita del post di Paolo, perché in fondo la penso proprio come Mantellini, e l'ho anche scritto in altre occasioni. Però, alla fine, mi è venuta in mente questa immagine, quella dell'agorà greca, la grande piazza centrale di Atene o di qualsiasi città della Magna Grecia, centro nevralgico dove tutte le attività confluivano. Oggi possiamo e forse dobbiamo considerarlo non solo come l'essenza della discussione e della trasmissione del sapere (erano molti i maestri che insegnavano nella piazza, girandola in lungo e in largo con la fila dei discepoli che imparavano dalla loro saggezza), ma soprattutto come l'essenza della libertà, come il luogo dove esprimete la propria opinione. E in effetti la norma così detta ammazza-blog è in tutto e per tutto una legge sul così detto reato di opinione. E' per questo che, alla fine, ho deciso anche io di aderire. E quindi, dopo l'introduzione giustamente originale, eccovi il testo che Valigia Blu invita a diffondere:
Cosa prevede il comma 29 del ddl di riforma delle intercettazioni, sinteticamente definito comma ammazzablog?
Il comma 29 estende l’istituto della rettifica, previsto dalla legge sulla stampa, a tutti i “siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica”, e quindi potenzialmente a tutta la rete, fermo restando la necessità di chiarire meglio cosa si deve intendere per “sito” in sede di attuazione.

Cosa è la rettifica?
La rettifica è un istituto previsto per i giornali e le televisione, introdotto al fine di difendere i cittadini dallo strapotere di questi media e bilanciare le posizioni in gioco, in quanto nell’ipotesi di pubblicazione di immagini o di notizie in qualche modo ritenute dai cittadini lesive della loro dignità o contrarie a verità, questi potrebbero avere non poche difficoltà nell’ottenere la “correzione” di quelle notizie. La rettifica, quindi, obbliga i responsabili dei giornali a pubblicare gratuitamente le correzioni dei soggetti che si ritengono lesi.

Quali sono i termini per la pubblicazione della rettifica, e quali le conseguenze in caso di non pubblicazione?
La norma prevede che la rettifica vada pubblicata entro due giorni dalla richiesta (non dalla ricezione), e la richiesta può essere inviata con qualsiasi mezzo, anche una semplice mail. La pubblicazione deve avvenire con “le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono”, ma ad essa non possono essere aggiunti commenti. Nel caso di mancata pubblicazione nei termini scatta una sanzione fino a 12.500 euro. Il gestore del sito non può giustificare la mancata pubblicazione sostenendo di essere stato in vacanza o lontano dal blog per più di due giorni, non sono infatti previste esimenti per la mancata pubblicazione, al massimo si potrà impugnare la multa dinanzi ad un giudice dovendo però dimostrare la sussistenza di una situazione sopravvenuta non imputabile al gestore del sito.

Se io scrivo sul mio blog “Tizio è un ladro”, sono soggetto a rettifica anche se ho documentato il fatto, ad esempio con una sentenza di condanna per furto?
La rettifica prevista per i siti informatici è quella della legge sulla stampa, per la quale sono soggetti a rettifica tutte le informazioni, atti, pensieri ed affermazioni ritenute dai soggetti citati nella notizia “lesivi della loro dignità o contrari a verità”. Ciò vuol dire che il giudizio sulla assoggettabilità delle informazioni alla rettifica è esclusivamente demandato alla persona citata nella notizia, è quindi un criterio puramente soggettivo, ed è del tutto indifferente alla veridicità o meno della notizia pubblicata.

Posso chiedere la rettifica per notizie pubblicate da un sito che ritengo palesemente false?
E’ possibile chiedere la rettifica solo per le notizie riguardanti la propria persona, non per fatti riguardanti altri.

Chi è il soggetto obbligato a pubblicare la rettifica?
La rettifica nasce in relazione alla stampa o ai telegiornali, per i quali esiste sempre un direttore responsabile. Per i siti informatici non esiste una figura canonizzata di responsabile, per cui allo stato non è dato sapere chi sarà il soggetto obbligato alla rettifica. Si può ipotizzare che l’obbligo sia a carico del gestore del blog, o più probabilmente che debba stabilirsi caso per caso.

Sono soggetti a rettifica anche i commenti?
Un commento non è tecnicamente un sito informatico, inoltre il commento è opera di un terzo rispetto all’estensore della notizia, per cui sorgerebbe anche il problema della possibilità di comunicare col commentatore. A meno di non voler assoggettare il gestore del sito ad una responsabilità oggettiva relativamente a scritti altrui, probabilmente il commento (e contenuti similari) non dovrebbe essere soggetto a rettifica.
Ovviamente il testo può essere diffuso anche su facebook e su tutti gli altri social network su cui siamo iscritti.

domenica 2 ottobre 2011

Bronzi olimpici

Il 30 settembre Google ha pubblicato, esclusivamente per l'Italia, il doodle 4 google realizzato per l'unità d'Italia dai ragazzi delle scuole elementari, medie e superiori. Per ciascuna categoria di scuole è stato indicato un doodle vincitore e tra questi tre è stato scelto il doodle ufficiale del 30 settembre, che indicava il futuro dell'Italia legato con le energie verdi e rinnovabili:
D'altra parte il futuro dell'Italia sarà affidato proprio a loro e ai ragazzi della foto qui sotto, che dal Kazakistan sono tornati con due medaglie, proprio come l'anno scorso:
Rispetto all'anno scorso, però, non si è ricevuta alcuna menzione speciale, ma poco importa, la sostanza resta sempre quella: si torna dalla competizione dopo aver lasciato il segno, con due bronzi vinti da Roberto Ribatti nella categoria senior, che così conferma il suo talento dopo l'argento dello scorso anno nella categoria inferiore, e con Edoardo Altamura nella categoria junior. Un ottimo risultato, nonostante le difficoltà, che rende orgogliosi tutti, incominciando dai loro accompagnatori, Giulia Iafrate di Trieste e Giuseppe Cutispoto di Catania, senza dimenticare il gran capo Stefano Sandrelli, che ha anche scritto la breve news su Media Inaf.
Sperando che le ultime scelte del ministero non influiranno sui risultati dei prossimi anni, vi ricordo che è ai nastri di partenza l'edizione 2012 delle Olimpiadi Italiane: potete leggere il bando sul sito olimpico (dettagli).
E ora... buona domenica!

sabato 1 ottobre 2011

Tevatron: sempre al top!

Ieri si è celebrato l'ultimo giorno di lavoro del Tevatron, l'acceleratore di particelle statunitense che ha fatto concorrenza agli acceleratori europei del Cern, compreso l'LHC. Il Tevatron iniziò a prendere i primi dati di fisica nel 1985, nella notte del 13 ottobre e da allora ha mietuto non pochi successi, che vengono efficacemente riassunti da Tommaso su Quantum Diaries. In particolare il primo risultato dell'acceleratore è anche una delle tantissime conferme del modello standard che abbiamo avuto negli ultimi 30 anni: la scoperta del quark top.
Il modello standard delle particelle elementari prevede l'esistenza di 6 tipi differenti di quark, che combinati tra loro costituiscono la così detta materia barionica (particelle pesanti come protoni e neutroni, e particelle intermedie come i mesoni). Questi costituenti ultimi della materia vennero introdotti in quello che all'inizio veniva identificato genericamente come modello a partoni, sviluppato indipendentemente uno dall'altro da Murray Gell-Mann(1) e George Zweig(2, 3) nel 1964. All'inizio la teoria prevedeva l'esistenza di tre soli quark (up, down, strange), ma lavori successivi di altri fisici teorici consentirono di completare l'impianto teorico con altri tre quark. In particolare nel 1972 Makoto Kobayashi e Toshihide Maskawa(6) supposero l'esistenza di un nuovo quark, il top, in un articolo con il quale introducevano la violazione della simmetria CP all'interno dell'interazione debole, scoperta da Weinberg tra il 1967(4) e nel 1971(5). In particolare scrissero la parte adronica della lagrangiana in quattro termini: cinetico, massivo, forte e $L'$. Seguendo il meccanismo di Higgs(9), i due teorici supposero che la violazione di CP potesse trovarsi nel termine massivo, a causa del meccanismo di rottura spontanea della simmetria di gauge.
I loro calcoli sono calcoli di teoria dei gruppi: possiamo infatti immaginare il gruppo che Kobayashi e Maskaea hanno usato come uno spazio generato (o costituito) a sua volta da due spazi 4-dimensionali (ciascuno di questi spazi è il gruppo $SU (4)$). Essi descrissero tre possibili partizioni per ciascuno dei due spazi vettoriali(10):
  1. due sottospazi bidimensionali;
  2. uno spazio bidimensionale e due monodimensionali;
  3. 4 spazi monodimensionali.
I due si limitarono solo a quelle combinazioni che avevano un qualche senso fisico e scoprirono che, come conseguenza della rottura della simmetria, bisognava introdurre nella teoria un nuovo partone, quel quark top che sarebbe stato scoperto proprio al Tevatron nel 1995:

(dall'articolo di D0)

(dall'articolo di CDF)
I due grafici sono estratti dagli articoli dei due esperimenti che rilevarono il top. Dall'articolo di D0 ho estratto il grafico che confronta i due esperimenti uno con l'altro e quindi con la teoria, mentre dall'articolo di CDF il grafico che ricostruisce la massa del top e ne da anche una prima misura (il riquadro in alto a destra nel secondo grafico).
Dopo questa velocissima storia del top, vi lascio con un video realizzato da Maria Scileppi in collaborazione con Rob Snihur, ricercatore del Tevatron: