Stomachion

giovedì 31 marzo 2011

Dixit: Il risorgimento delle scienze

Corrado mi ha inviato il comunicato stampa riguardante una nuova trasmissione scientifica che si aggiunge a Cosmo (vedi recensione di ieri). Questa, però, verrà trasmessa da RaiStoria a partire da martedì 5 aprile, con la prima puntata dal titolo Il risorgimento delle scienze alle 21:30, per due ore (in replica al sabato alle 15:00) e per un totale di 60 puntate (e complessive 120 ore). Il programma, ideato da Aldo Bruno,
E' un rotocalco dinamico con diversi segmenti e con un nuovo volto alla conduzione televisiva: Paola Catapano, giornalista della Direzione Comunicazione del CERN di Ginevra.
Dixit Scienza, realizzato in diverse location su territorio nazionale secondo il tema della puntata, è arricchito da collegamenti via IP con i più prestigiosi laboratori scientifici internazionali e dalla collaborazione con il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR).
E' un viaggio alla scoperta dei personaggi e delle invenzioni che hanno segnato e rinnovato il dibattito scientifico nel nostro paese dal 1861 ad oggi.
Così come l'Unità politica dell'Europa è stata anticipata da grandi organizzazioni scientifiche europee, come il CERN, l'ESA e l'ESO, il sentimento unitario nazionale era già presente da tempo in Italia nelle comunità degli scienziati e dunque il DIBATTITO di questa prima puntata si svolge al CNR, nella storica sala Marconi. Ospiti del Dibattito condotto da Paola Catapano sono:
  • Luciano Maiani, Presidente del CNR
  • Carlo Bernardini, professore emerito alla Sapienza Università di Roma
  • Massimo Capaccioli, ordinario di astrofisica all’Università Federico II di Napoli
  • Luigi Mascilli Migliorini, ordinario di storia moderna all'Università Orientale di Napoli
  • Romano Gatto, storico della matematica, Università della Basilicata
Per SCIENCE STORY: Ernesto Capocci, patriota, scienziato astronomo, politico e fine umanista. Uno dei promotori del settimo congresso scientifico risorgimentale tenuto a Napoli nel 1845, considerato uno dei più importanti.
Per 10 DOMANDE AI PREMI NOBEL: Paola Catapano intervista Riccardo Giacconi, il padre dell'astronomia a raggi X, che nel 2002 ha ottenuto il Nobel per il suo pionieristico contributo all'astrofisica.
Della trasmissione ne hanno parlato Corrado su AstronomicaMentis, Annarita su Scientificando e Gravità Zero.

mercoledì 30 marzo 2011

Cosmo, nuova serie: la recensione di Marco Cameriero

Oggi un guest post: direttamente dalla penna di Marco Cameriero, alcune sue considerazioni riguardo la nuova serie di Cosmo, relegata purtroppo in una fascia oraria non consona alla qualità della trasmissione.

Marco Cameriero con il padreCome ci ricordano gli amici di Gravità Zero, Cosmo è ricominciato. La trasmissione, prima condotta da Luca De Biase e passata ora a Barbara Serra, ha ripreso le trasmissioni in una fascia oraria che non ne identifica correttamente il valore (potete, comunque, rivederla in streaming su rivedRAI).
Al post di Gravità Zero, però, tra le altre risposte, è giunta quella di Marco Cameriero, che come i lettori fedeli del sottoscritto sanno, è un giovane studente che ha già mostrato i suoi talenti non solo nel campo della programmazione (vedi L'algoritmo del serpente su CodeProject e il mini-sito in italiano) ma anche nel campo dei debunker scientifici (vedi il premio (Cattiva) Scienza in TV o abbonati al feed dei suoi contributi).
A questo punto ho pensato (bene, spero!) di contattarlo per chiedergli se potevo ripubblicare in un post apposito quel commento e se voleva aggiungere altro sulle considerazioni già fatte. Non solo Marco è stato gentilissimo nel concedermi la ristampa del commento, ma ha anche inviato un approfondimento. Visto che questo è sostanzialmente un guest post, rispetto alla licenza del blog (che è al momento in cui scrivo ancora da aggiornare), ho creato una licenza apposita, che trovate in fondo.
Ora, però, ho scritto troppo: passiamo la parola scritta a Marco:
Intanto avrei da ridire sull'orario (23:40)
Come quasi sempre succede, quando si parla di cultura, Scienza ecc..., i migliori programmi, vengono sempre relegati alla seconda serata e questo è un cattivo segnale di come i media e la società considerano la divulgazione soprattutto scientifica ed è lampante che per i direttori di rete, il primo obiettivo da raggiungere non è l'acculturamento, bensì il ritorno economico. Un peccato.
Fortunatamente c'è il Web. Ho visto la puntata in streaming e mi è piaciuta molto.
Intanto finalmente un po' di donne, poi una bella grafica ed ottimo montaggio.
L'aspetto grafico in trasmissioni scientifiche dove spesso si snocciolano numeri e dati, deve essere semplice, chiaro ed immediato, le persone non stanno li con carta e penna a prendere appunti e non sempre il livello di attenzione rimane alto; una buona presentazione grafica aiuta a comprendere più velocemente e meglio e in questo mi sembra che COSMO abbia già guadagnato un punto a suo favore.
Ottimi i servisi proposti. Mi è piaciuto anche il fatto che spesso i servizi vengono momentaneamente sospesi per permettere alla conduttrice di commentare, chiarire, precisare o fare ulteriori domande e poi, subito dopo, i servizi vengono ripresi.
Una "tecnica" che non mi sembra di aver visto mai in altre trasmissioni; mi sembra ottima, è un po' come durante la spiegazione da parte di un insegnante a scuola: ogni tanto l'insegnante sospende momentaneamente la presentazione dell'argomento per chiarire, precisare o per chiedere ai ragazzi se si sta comprendendo la spiegazione.
Una piccola pausa che permette di assimilare meglio; le lunghe spiegazioni risultano più difficili da memorizzare.
Molto brava Barbara Serra che parla poco, o meglio, non concentra su di se l'attenzione cercando di spiegare cose che magari non spetta a lei spiegare, ma fa le domande giuste alle persone competenti e a loro lascia modo di spiegare ed approfondire.
Anche questo è un aspetto secondo me a favore della trasmissione: non ci sono manie di protagonismo come spesso si vedono invece da altre parti.
Non è la conduttrice il centro della trasmissione, ma le informazioni, i servizi e gli ospiti intervistati.
Insomma, un buonissimo inizio.
Non commento i contenuti e gli argomenti trattati perchè non ne sarei in grado, ma mi sembra di poter dire che sono stati presentati in modo chiaro e senza "fronzoli", in modo concreto e scientificamente (o giornalisticamente) corretto.
Quando alla fine della trasmissione ci si alza pensando: "cavolo, questo non lo sapevo", oppure "ora la cosa è più chiara", vuol dire che le informazioni sono state ben proposte ed argomentate; queste sono almeno le sensazioni che io ho avuto alla fine.
Una sola domanda: ma L'Aquila, prima dell'ultimissimo tragico terremoto, era o no inserita, nella famosa mappa di pericolosità, come una delle zone a più alto rischio sismico, o è stata inserita solo successivamente?
Su questo punto, durante la trasmissione, c'è stata un po' di confusione, o forse sono io a non aver ben compreso.
Comunque complimenti a tutta la redazione di COSMO.
Seguono, ora, le considerazioni ulteriori, inedite, di Marco inviatemi via e-mail:

martedì 29 marzo 2011

A me gli sparatutto non piacciono

Quindi Gioventù ribelle non mi piace a prescindere, senza contare i difetti del progetto, prima che la sua demo venisse ritirata.
Da quanto scritto su Il Post, il gioco è un mod (e sono stato buono) di Unreal Turnament 3 fatto da un gruppo di studenti per i 150 anni dell'Unità d'Italia (leggo sempre dal post de Il Post!) con ben poche variazioni. Ovviamente i giovani sviluppatori hanno semplicemente realizzato un ambiente grafico collegato con i 150 anni. I difetti del gioco (presenti anche in una recensione-walkthrough di Simone Tagliaferri), però, vengono sottolineati da questa video-recensione:

Tornati alla lettura dopo la visione, mi sono interessato a un argomento in particolare: videogiochi in italiano? Ho avuto, durante la mia esperienza alla scuola serale, ho avuto modo di avere un paio di studenti che lavorano nel campo dei videogiochi, quindi in ogni caso so che ci sono sviluppatori in questo campo anche in Italia (uno di questi ha anche portato il suo lavoro come tesina d'esame!). Vediamo, però, cosa ho scoperto con una ricerca piuttosto veloce, con questa news come traccia:
Inizio con la Spinvector. Società che credo sia una tra le più giovani in Italia, ha prodotto due giochi interessanti: Ciro e Bang. Il primo è un platform che dal trailer sembra ben fatto, in stile con uno dei molti videogiochi abbinati con l'uscita del film Re Leone della Disney: il target in fondo è lo stesso e non ci si dovrebbe aspettare niente di più.
Bang, invece, è un gioco di carte che si ispira al western, in particolare allo spaghetti western. Sul sito ufficiale c'è uno splendido trailer, molto geek, che ha due caratteristiche che mi hanno colpito non poco. Innanzitutto mentre i pistoleri e i videogiocatori si fronteggiano, viene realizzato un abbozzo di gioco di sguardi tipico dei duelli cinematografici, un omaggio fondamentale al genere e decisamente molto apprezzato. E poi, in un certo senso, vuole rappresentare una sorta di passaggio, un po' come La lunga notte di Halloween, il mega fumetto di Batman scritto da Jeph Loeb per i disegni di Tim Sale, tra il western com'era e un nuovo modo di interpretare il genere.
Non dimentichiamo un dettaglio importante: Bang ha anche un'espansione dedicata ai 150 anni dell'Unità d'Italia.
Andiamo, infine, alle ultime tre aziende: la Milestone, l'Artematica e la Ray Light.
In ordine sparso: l'Artematica è specializzata nel genere adventure, la Milestone negli sport motoristici (in particolare Superbike: splendido il trailer di SBK2011), la Ray Light invece presenta nel suo passato un po' di giochi per GBA in stile arcade, ma anche un paio di gioiellini come Free Running e Sniper Elite (del secondo ne avevo anche sentito parlare). Entrambi questi giochi, così come quelli delle altre società videoludiche italiane, sono con grafica 3d, quella un po' goffa e non sempre ben definita che personalmente non mi piace molto. Onestamente ho trovato migliori e più dettagliati risultati con videogiochi a grafica isometrica (Age of Wonders, Sacred, King's Bounty: di quest'ultimo gioco - quando sono su Win - il capitolo Armored Princess).
Torniamo, però, all'oggetto da cui siamo partiti, Gioventù ribelle: viene recensito, e male, anche all'estero. In particolare Maurice Tan non ci va per nulla leggero, presentando anche dei video di gameplay che oscillano tra l'assurdo, il disarmante e l'esilarante. Maurice conclude la sua recensione affermando che, per spolverare i fatti più importanti dell'Unità d'Italia, andrà a rivedersi Il Gattopardo di Visconti.
Come dargli torto?

lunedì 28 marzo 2011

Ritratti: Anna Atkins

Anna Atkins è stata una botanica e una fotografa. Si è interessata, in particolare, alla realizzazione di foto scientifiche, in particolare alghe, utilizzando la tecnica ideata da John Hershel, astronomo figlio d'arte, per realizzare delle splendide e dettagliate, per l'epoca, fotografie, raccolte in vari testi.

Anna AtkinsAnna Atkins
Nata il 16 marzo del 1799 a Tonbridge nel Kent, Anna Atkins, è considerata la prima persona ad aver pubblicato un libro illustrato: una pioniera, per molti versi. Botanica e fotografa, ha ripreso una tecnica, il cianotipo, sviluppata dal connazionale John Hershel, astronomo figlio d'astronomo.
La stessa Anna era, in un certo senso, figlia d'arte: John George Children, che la crebbe da solo dopo la morte della moglie, miss Holwell, avvenuta nel 1800, fu un chimico, mineralogista e zoologo. Ovviamente il padre fu la fortuna della figlia, che proprio grazie a lui si interessò di scienza, in particolare alla botanica.
I supi primi lavori scientifici furono di aiuto e supporto all'attività di ricerca del padre, in particolare le 250 illustrazioni realizzate per l'edizione curata dal padre del trattato di Lamarck Genera of Shells.
Nel 1825 si sposa con John Pelly Atkins, trasferendosi ad Halstead Place. Grazie al marito ebbe la possibilità di avere contatti (e imparare quindi la tecnica) con uno dei pionieri della fotografia, William Fox Talbot, amico anche del padre. Diventa così una delle prime donne, se non la prima, ad interessarsi di fotografia.
Il suo contributo alla fotografia, però, non fu quello di una semplice fotografa, ma da brava scienziata sviluppò la tecnica ideata nel 1842 da Hershel, il cianotipo.
Dama con arpa di Hershel
In effetti gli studi di Hershel erano iniziati un po' prima: già nel 1839, usando un iposolfito di soda, era riuscito a fissare un'immagine su un foglio. All'inizio il foglio viene rivestito con sali di ferro e quindi messo a contatto con la stampa. Successivamente il foglio viene lavato con l'acqua e l'immagine risulta impressionata con tratto bianco su sfondo blu(1).
A partire da questo semplice principio, la tecnica si è raffinata nel tempo. Vediamo come. Si mescolano volumi ugiali di una soluzione all'8% di ferricianuro di potassio(2) e di una soluzione al 20% di citrato ferrico di ammonio(3). La soluzione così prodotta risulta leggermente fotosensibile e può essere applicata su carta o stoffa e lasciata asciugare al buio. I cianotipi possono essere stampati su qualunque superficie in grado di catturare una soluzione di ferro. D'altra parte carte di tipo alcalino generano un degrado dell'immagine nel tempo.
Il positivo può quindi essere prodotto esponendo il negativo a una qualsiasi fonte di luce ultravioletta, come ad esempio la luce del sole. I raggi UV riducono il ferro (III) a ferro (II). A questa riduzione segue una reazione complessa del ferro (II) con il ferrocianuro. Alla fine del processo resta un colorante blu, insolubile (il ferrocianuro ferrico), noto come blu di Prussia(4).
La qualità e gli effetti dell'immagine finale possono variare in base all'esposizione del foglio ricoperto della soluzione originale sotto la sorgente di raggi UV: generalmente un'esposizione tra i 10 e i 20 minuti sotto i raggi del sole durante una bella giornata sono più che sufficienti per ottenere una buona immagine del soggetto che vogliamo impressionare. Un successivo lavaggio contribuirà ad eliminare il colore in eccesso.
Dettaglio della copertina di
Photographs of British Algae:
Cyanotype Impressions
Durante l'asciugatura il blu tenderà a scurirsi. L'effetto però può essere accelerato usando una soluzione con il 3% di perossido di idrogeno. Si può inoltre migliorare il contrasto usando una soluzione all'1% di dicromato di potassio.
Anna applicò questa tecnica a varie foto botaniche, in particolare con soggetto le alghe: il suo libro più famoso è stato sicuramente Photographs of British Algae: Cyanotype Impressions del 1843, l'anno dopo quello che ufficialmente viene considerato quello della scoperta di Herschel. L'idea era quella di realizzare una sorta di seguito illustrato di A Manual of the British marine Algae di William Harvey uscito nel 1841 ma privo di illustrazioni.
Oltre a questo primo libro illustrato, la Atkins altri tre, più cinque libri non illustrati.
Di seguito una galleria con alcune delle foto di Anna tratte dalla galleria corrispondente su Commons e dalle immagini presenti su Smoky glow studios.

domenica 27 marzo 2011

Una musica per sentirsi a casa

Non necessariamente la musica che ci fa sentire a casa è quella che più è vicina alle nostre radici. A volte, banalmente, è una musica avvolgente, calda, come la Dango song che fa parte della colonna sonora dell'anime di Clannad. E' una serie animata giapponese tratta da un gioco, sempre giapponese, che leggendo la pagina inglese sembra abbia avuto un certo successo.
Palmiro, che ha avuto la fortuna di lavorare in Giappone, ha postato il video che mi ha spinto a cercare un po' di informazioni sulla serie e ho scoperto questa splendida versione su pianoforte:

Dedicata a tutti, in particolare agli amici giapponesi, a chi il Giappone ha avuto la fortuna di visitarlo, e a chi ha sognato grazie ai suoi splendidi manga, anime, e via così.
E dedicatelo a chi vi sta a cuore: è importante...

sabato 26 marzo 2011

Et Plagieringseventyr

Un simpatico video, una sorta di Canto di Natale della ricerca, questo che proviene dall'Università di Bergen in Norvegia. Un modo per scoraggiare il copia/incolla selvaggio.

Del copygate, cosa di cui qui, in Italia, non si scandalizza nessuno (anche perché quando sei tu a scandalizzarti, passi dalla partedel torto!), ne ha scritto il buon Peppe. L'Università di Bergen, nel lontano Nord, in quel della Norvegia, ha realizzato un simpatico video sui rischi del copia-incolla, una sorta di Canto di Natale ma per tesisti, laureandi e non solo.
Il video l'ho scovato su put a little science in your life, blog di Lisa S, che ha preso a seguirmi su twitter.
Buona visione:

venerdì 25 marzo 2011

MaddMaths #17 marzo 2011

MaddMaths

Ci eravamo lasciati su un altro altro blog con la newsletter di gennaio e ora ci ritroviamo qui, sempre con la solita newsletter, ma su un altro blog. I motivi li ho spiegati brevemente a Roberto via e-mail, ma presto scriverò qualcosa per l'occasione.
Per cui festeggiamo il lieto evento gettandoci nel come sempre gustoso menu preparatoci dal grande Roberto Natalini e dai suoi folli matematici!

Nicola Bellomo, presidente del SIMAI, la Sociatà Italiana di Matematica Applicata e Industriale, si cimenta con il classico test di Proust. Del test mi piace segnalarvi questa domanda e risposta:
Il paese dove vorrei vivere:
Un'Italia migliore: quella che sognavo da giovane
Per le rubriche, questa volta vorrei iniziare con I luoghi della Matematica con lo speciale su Matematica senza numeri, la mostra interattiva che vi avevo segnalato a suo tempo. E poi:

Fantamatematica
Erdos: storia di un infaticabile di Stefano Pisani
La storia di Paul Erdos, fra i migliori matematici del XX secolo, instancabile, bizzarro, vagabondo e non esattamente contrario alle droghe sintetiche
L'angolo arguto
Lacci da scarpe e cravatte di Nuno Crato
I matematici adorano i problemi presi dalla vita pratica che siano facili a formularsi. Spesso succede infatti che siano anche i più difficili a risolversi, e quindi i più interessanti. Per questa ragione può nascere un notevole entusiasmo per problemi apparentemente banali, come trovare il modo migliore di allacciarsi le scarpe!
Una "tavola periodica" delle forme racconta gli universi immaginari di Alessio Corti
Un gruppo di matematici sta cercando di fare nel campo della geometria quello che la tavola periodica degli elementi ha fatto nel campo della chimica, elencando le forme in 3, 4 e 5 dimensioni che non possono essere decomposte in forme più semplici: in altre parole, gli "atomi" della geometria.
I matematici, i plasmi e la fusione nucleare di Giacomo Dimarco
Cosa c'entrano i matematici con la matematica non è difficile da immaginare, ma con i plasmi e con la fusione nucleare?
Un articolo interessante ed estremamente attuale: consigliato al pari del prossimo!

L'aritmetica del rischio di Roberto Natalini
Qual è l'effettiva probabilità di avere un disastro nucleare in Italia nei prossimi 25 anni? Per scoprirlo, proviamo a giocare un ambo.(1)
Roberto, poi, già che c'è, scrive anche la recensione del recente The social network
Viviamo in un'epoca strana. Anche se molti dicono che la cultura non conta più nulla, per la prima volta nella storia abbiamo delle persone comuni, senza privilegi di nascita, che diventano miliardarie e ultra-potenti senza aver dovuto commettere crimini violenti, aver speculato sulla pelle delle persone o averle sfruttate in modo disumano.

mercoledì 23 marzo 2011

Giusto per chiudere la giornata

Splendidi occhi tratti da questa galleria, fatta per ricordare una grande attrice. Forse uno dei modi più belli di ricordarla, e viene da un sito scientifico.
E poi una piccola citazione dalla giornata libica
Gli F-16 belgi che partecipano alla coalizione internazionale in Libia contribuiscono a preservare la zona di esclusione aerea e a proteggere la popolazione civile, ma non partecipano ai bombardamenti di posizioni tenute dai seguaci di Gheddafi. Lo ha precisato il portavoce delle operazioni per l'esercito belga, il luogotenente generale Michel Singelè. "Noi siamo in una guerra per preservare la zona di esclusione aerea. Mettersi al fianco dei ribelli per cercare di liberare delle città non appartiene al nostro mandato", ha dichiarato Singelè. Secondo l'alto ufficiale, però "gli altri paesi della coalizione possono avere un'interpretazione diversa"
E infine il trailer di un film che potremmo considerare storico (sito ufficiale):

martedì 22 marzo 2011

Regressioni lineari con Google Docs

Visto l'aumento delle radiazioni in quel di Tokyo, nei grafici che ho pubblicato questa mattina ho deciso di inserire una regressione nel primo e una media nel secondo. A questo punto ecco un post bello e pronto per vedere come ho inserito le regressioni.
Una regressione lineare serve per determinare se tra due insiemi di dati sussiste una legge di tipo lineare, ovvero se i dati si distribuiscono intorno a una retta. Per fare questo Google Docs, nel documento di tipo Foglio Elettronico (Spreadsheet) fornisce alcuni strumenti. Prima di tutto i singoli comandi per calcolare la pendenza della curva:
SLOPE(Y_Data,X_Data)
e per calcolare il termine noto
INTERCEPT(Y_Data,X_Data)
Dove Y_Data è la colonna delle y e X_Data è la colonna delle x.
Per un'analisi statistica più accurata c'è a disposizione anche il seguente comando:
LINEST(Y_Data,X_Data,linear_type,stats)
Per ottenere una regressione lineare linear_type(1) va settato su 1; per avere anche una elaborazione statistica completa di errori e r2 anche stats va settato su 1.
Per i grafici nella loro totalità, vedere l'etichetta riken sul mio tumblr.

Fonti:
Google Spreadsheet More with Formulas Line of Best Fit pt 3 of 3 (video su youtube)
Linear Regression in Google Docs

(1) Innanzitutto i possibili valori per entrambi i parametri sono 0 e 1. Nel caso in cui linear_type è settato su 0, almeno per quel che riguarda i dati del Riken, si ottiene un r2 prossimo a zero e un'intercetta nulla e senza errore!

lunedì 21 marzo 2011

Give me the night

Giuseppe Deliso has recently opened an account on twiturm. Here he presents a lot of interesting jazz and I decide to propose them to DropSea's readers, strating from Give me the night by Rod Temperton, my prefer, in this great Giuseppe's execusion.
Enjoy!

domenica 20 marzo 2011

Inside Tunisia

Ieri il primo intervento della sessione pomeridiana dell'assemblea di Wikimedia Italia è stato di Mehdi Tekaya (sito, twitter) che ha parlato del progetto Inside Tunisia, progetto sostenuto da Wikimedia Italia.
La presentazione è stata bella ed emozionante e ho fatto alcuni screenshot dello streaming:



Per raccontare il progetto, prendo un po' di tweet che sono stati trasmessi ieri durante la presentazione di Mehdi (le foto, cliccabili, rimandano ai rispettivi account twitter):
il viaggio di insidetunisia è cominciato un mese dopo la fuga di Ben Ali per rispondere alla domanda: e ora cosa succede in Tunisia?
parte del progetto #insidetunisia consiste nell'arricchimento delle voci #wikipedia che riguardano l'attualità tunisina
Adesso in Tunisia si discute del rinnovo della costituzione, i giovani attivisti lo fanno usando piattaforma wiki
70 chilometri dall'Italia: instant book sulla rivoluzione tunisina
Il progetto InsideTunisia non si ferma, ma prosegue almeno fino alle prossime elezioni...
Domanda sulla partecipazione delle donne. @tekayamehdi in Tunisia le donne sono abbastanza emancipate, c'è partecipazione
Altri twitteri che hanno partecipato alla diffusione dell'hashtag #insidetunisia ieri sono stati Andhira, lelimaz, VelistiPerCaso, LR, giovanni arata, scarygrl. Se ho dimenticato qualcuno, ci sono i commenti per segnalare.
E visto che sono in tema, vi propongo un paio di link condivisi da Elitre: Il vocabolario della lingua italiana Zingarelli del 1922 e questo splendido blog sulla Wiki, WikiLove, che fornisce non pochi spunti interessanti.

sabato 19 marzo 2011

Assemblea WMI a Bologna


Update: Screenshot della bella conclusione di uno dei migliori interventi

Live Blogging su Wikiculture.
Update: live twitting:

E qui sotto il video streaming (anche a questo link):

venerdì 18 marzo 2011

Il caso con nove soluzioni

La recensione di un giallo, un libro scritto con maestria, un poliziesco antesignano di famosi serial come CSI. E la biografia del suo scrittore, Alfred Walter Stewart, in arte J.J. Connington, scrittore ma soprattutto chimico di buona levatura.

More about Il caso con nove soluzioni Con lo pseudonimo di J.J.Connington, il chimico Alfred Walter Stewart, forse per riposare la mente dalle sfide della ricerca, intraprese una carriera nella letteratura. I suoi inizi nel fantasy non diedero grandi risultati, e forse questo gli consigliò di cambiare genere, andando a uno che più si addiceva alla sua formazione: il giallo. In quest'ambito si inserì nel sottogenere del poliziesco grazie alla sua creazione di maggior fortuna, sir Clinton Driffield, capo della polizia di un'immaginaria contea britannica.
Il nostro si troverà ad affrontare un caso intricato, ma tutto sommato dalla soluzione abbastanza semplice, in cui in meno del primo terzo ci sono già tre morti, e il quarto verrà scoperto più tardi. Stewart gioca con il lettore in maniera estremamente chiara, fornendogli tutti gli indizi necessari per la risoluzione del caso, che poi sono gli stessi in possesso di Driffield. A differenza degli altri investigativi e polizieschi, poi, il protagonista non rivela al lettore le sue elucubrazioni e le sue tecniche di indagine al momento di arrestare l'assassino, ma attraverso il quaderno degli appunti che costituisce tutto l'ultimo capitolo e che probabilmente è anche la versione romanzata degli appunti di Stewart sul romanzo. E' in questa sede che ci si può confrontare, capitolo per capitolo, con il percorso dell'indagine di Driffield, e in effetti anch'egli giunge presto alla soluzione del caso.
Ciò che colpisce, però, è il modo in cui chiude il cerchio intorno al colpevole: nonostante i sospetti arrivino abbastanza presto nei confronti di Markfield, collega di Silverdale, la cui moglie muore a causa dell'incompetenza del suo spasimante, morto poi per mano del suo amante, il nostro Driffield non esclude nessuna possibilità, per poi scartarla man mano che arrivano sempre nuovi elementi. Da una parte è dunque un gioco enigmistico dove l'applicazione della logica è necessaria per la risoluzione (non sufficiente, però, essendo necessari gli esami di laboratorio), dall'altra fornisce alcune pillole sul metodo scientifico applicato alla vita reale, ad esempio alle indagini per un omicidio. Non è un affidarsi esclusivamente alle prove di laboratorio, però: queste contribuiscono a disegnare tracce sempre più definite, ma comprendere in maniera univoca quale sia la traccia giusta che conduce all'assassino è un po' come risolvere un labirinto, dove bisogna distinguere tra le svolte che portano alla meta e quelle che si dirigono verso un vicolo cieco.
Non solo: nel caso specifico, come sottolinea lo stesso Driffield, è l'assassino che commente un errore di troppo, che alla fine gli risulterà fatale, nel vero senso della parola...

giovedì 17 marzo 2011

Il giorno giusto

Oggi. Quello per pensare a quanto sta accadendo in Belgio, isola felice.
Per pensare a quanto è accaduto in una guerra patriottica


(Gruppo Ricerca Immagine)

Una guerra voluta dagli stati, dai politici, dai generali.
Ricordiamoci tutto questo, oggi più che in altri giorni.

mercoledì 16 marzo 2011

Ascoltare i Muse...

...mentre si prova a scrivere qualcosa sulle fasi lunari (ah! il mix promette che non ci sono solo loro... speriamo bene):

lunedì 14 marzo 2011

Japan's updates

The last conversation is created by Scientific American

domenica 13 marzo 2011

Stanchezza da social network

Potrei smettere qui e ora, però vorrei anche mantenermi informato e poter informare. Vorrei anche poterlo fare al meglio, ma all'improvviso, anche dal punto di vista tecnico, mi sento limitato dalla piattaforma di Blogosfere. Inserire script, particolari opzioni di css, che non potendo avere accesso da amministratore, almeno solo per il css di SciBack, non posso automatizzare e che all'improvviso entrano in conflitto con il feed rss. Quindi non posso mettere nulla di automatico come servizio per i lettori che mi consenta di non aggiornare continuamente il blog, né posso rendere in maniera più gradevole la stessa grafica. Forse chiederò di fare una discussione geek to geek con il tecnico che si occupa del layout, magari arrivando all'inserimento nel css personale dei codici che mi servono, anche se prima proverò a sperimentare un paio di soluzioni con dei post notturni (almeno fino alla prossima rottura). Stando così le cose, però, ci sono buone probabilità che sposterò tutta l'attività per Research Blogging qui sopra: non ho nessuna voglia di rischiare che un post su cui ho lavorato per giorni appositamente per l'aggregatore non finisca nemmeno segnalato. A questo anche le serie dei Rompicapi, dei Paralipomeni e dei Ritratti potrebbero finire qui sopra, senza alcuna possibilità di tornare indietro. Aggiungeteci a questo il trattamento contrattuale e la bassa qualità dei contenuti che vengono segnalati ogni giorno nella home page e capirete come la situazione sta diventando sempre più difficile da gestire.
Mi sto stancando di dover combattere con la tecnologia e con le persone, è per questo che spero sempre più che riusciremo a trovare la forza e il coraggio (con chi in Blogosfere non ci sta) di tirare fuori qualcosa di nuovo e di molto, ma molto più serio.

E scusate lo sfogo.

giovedì 10 marzo 2011

I miei numeri su ResearchBlogging

Peppe ha dato i numeri dei (quasi) primi due mesi di ResearchBlogging all'italiana. Visto che con Tiche ho raggiunto un primo obiettivo personale, 20 post pubblicati tra entrambi i blog, 16 su SciBack, 4 qui. Di cosa mi sono occupato? Presto detto:

Nelle categorie ho inserito anche Wikipedia, che però non è una delle categorie proposte dall'aggregatore.
Non ho poi molti commenti particolare sulle singole categorie a parte Matematica dove sono il contributore principale (mi segue qualcuno? Cristofaro? Cosa fai?).
Per il resto, unica cosa che mi sento di dire è: cercherò nei prossimi mesi di portare al pareggio i due blog, fino a perfezionare il sorpasso di DropSea.
Lo leggete come un indizio di disagio? Si.
Mi sono stancato di aspettare, Blogosfere in particolare? Si.
Sto cercando di porvi rimedio? Si. Ma di questo non mi sembra ancora il caso di parlarne...

mercoledì 9 marzo 2011

In cerca di fortuna

Di Tiche, o Tyche, l'ipotetico pianeta di Matese e Withmire avevo velocemente lasciato qualche link a metà febbraio. Torno ora sull'argomento con un esame dei due articoli più lunghi, del 1999 e del 2011, che è una versione in italiano, leggermente ampliata, di quanto proposto in inglese per il Carnival of Space.
ResearchBlogging.org
Nell'antichità, nella vecchia Grecia, giusto per intenderci, Tiche era la dea della fortuna, opposta a Nemesis, la nemica, l'avversaria. In origine, però, essa era la dea che distribuiva la giustizia, nel senso di compensazione della gioia e del dolore. L'idea, infatti, è sostanzialmente orientale, come la cultura greca di quel tempo, ovvero un sostanziale equilibrio tra bene e male, in modo da tenere aperta ogni possibilità di sviluppo futuro. La trasformazione in nemica o nemico al maschile avviene all'interno della cultura anglosassone, che sostanzialmente si basa sulla visione di costruire un mondo basato esclusivamente sul bene. E' probabilmente con questa idea che Whitmire e Jackson proposero nel 1984 il nome di Nemesis(1) per una ipotetica stella che ruota intorno al Sole poco oltre la nube di Oort.
Whitmire, questa volta insieme con John Matese, ci riprova, riproponendo uno studio teorico, opportunamente aggiornato con nuovi dati, già uscito nel 1999 sulla rivista Icarus, Cometary evidence of a massive body in the outer oort cloud (Icarus 1999, scritto insieme con PG Whitman). Il nuovo lavoro, uscito sul numero di febbraio, sempre di Icarus, Persistent evidence of a jovian mass solar companion in the Oort cloud (Icarus 2011), aggiorna i grafici proposti, presenta degli aspetti teorici leggermente ridotti, mentre l'elaborazione statistica è decisamente più approfondita.
Nel seguito, comunque, mi concentrerò su questi due lavori(2), utilizzando i grafici di entrambi e, per la parte teorica, ciò che Matese e Whitmire svilupparono su Icarus 1999.
Tutto parte dalla distribuzione degli apsidi, ovvero i punti di massima e minima distanza dal centro di gravità.

Istrogramma della distribuzione degli apsidi longitudinali di 82 nuove comete della classe I in coordinate galattiche.(3)

dove L è la longitudine.
Nel grafico si notano almeno due picchi più pronunciati, che identificano due direzioni privilegiate. Questa impressione sembra confermata dallo scatter plot, un grafico di distribuzione spaziale analogo alla sezione d'urto per le particelle elementari:

Scatter plot degli aspidi cometari in coordinate galattiche. Le direzioni privilegiate sono identificate dai puntini neri.

Cosa ha originato queste direzioni privilegiate?

martedì 8 marzo 2011

Premio ITWIIN 2011

Premio ITWIIN

Visto che oggi è la festa delle donne, mi sembra una buona occasione per segnalarvi che il 14 giugno al Centro Congressi di Torino si terrà il Premio ITWIIN, Italian Women Inventors & Innovators Network, un gruppo che
opera a sostegno delle ricercatrici, inventrici e innovatrici italiane interessate a capitalizzare le proprie idee, in ciò avvalendosi dell’omologa rete europea EUWIIN ed altre reti internazionali, con le quali promuove inziative di formazione e business. Nel suo Direttivo figurano esperte di Ricerca, Impresa innovativa, Proprietà intellettuale, Formazione e Comunicazione.
Il premio, ovviamente, consisterà in un supporto finanziario, per quanto minimo, alle migliori inventrici italiane. Per maggiori e più approfondite informazioni vi rimando al sito ufficiale.

sabato 5 marzo 2011

Palloncini, arte e matematica

Iniziamo a sperimentare l'abstract da inviare solo ai lettori del feed: in questa occasione vi proporrò la versione in italiano di un recente post (sottomesso al Carnival of Mathematics) in cui tre baldi ricercatori si dedicano alla descrizione di una teoria dei grafi associata con l'arte di modellare i palloncini!


Due palloncini con accanto i grafi corrispondenti

Ho scoperto da poco il sito vihart: è ricco di spunti interessanti e propone anche alcuni articoli particolari sulla matematica applicata in campi un po' inusuali, come ad esempio la costruzione di forme geometriche con i palloncini presentata in Computational Balloon Twisting: The Theory of Balloon Polyhedra di Erik e Martin Demaine e Vi Hart, il titolare del sito di cui sopra.
Il lavoro, sostanzialmente, si basa sui modi possibili in cui si può modellare un palloncino. I tre ricercatori così motivano il loro lavoro:
Modellare i palloncini è divertente: l'attività può sia intrattenere sia impegnare i bambini di tutte le età. Le torsioni dei palloncini possono essere un veicolo per insegnare concetti matematici legati ai palloncini. Come vedremo, questi concetti comprendono la teoria dei grafi, gli algoritmi sui grafi, i percorsi di Eulero, il percorso del postino cinese, i poliedri (3D e 4D), i colori, le simmetrie, e anche la completezza-NP. Anche i soli modelli sono utili per l'insegnamento, ad esempio nell'illustrazione delle molecole in chimica.
Ulteriore motivazione è la costruzione di strutture architettoniche con travi aeree (Army blows up building, Center manages technology of inflatable composite structures).
Il nostro approccio suggerisce che un lungo tubo a bassa pressione consente la costruzione temporanea di rifugi gonfiabili, cupole e altre strutture poliedriche, che possono essere più tardi riconfigurate in forme differenti e riutilizzate in vari luoghi. Rispetto al lavoro precedente, che disegna una struttura gonfiabile differente specificamente per ogni struttura desiderata, mostriamo la versatilità di un unico tubo.

Torsione di palloncini

La pratica della torsione la vedremo più sotto. Ora, seguendo i ricercatori nel loro articolo realizzato per i Proceedings of the 20th Canadian Conference on Computational Geometry (gli atti del congresso tenutosi nel 2008 sulla geometria computazionale), diamo un po' di definizioni, partendo da una definizione sintetica di palloncino che dal balloon originale passa a un sintetico bloon. In questo caso mi permetto di passare dal nostrano palloncino a un sintetico p-lone. Detto ciò, vediamo le definizioni:
(...) un p-lone è un segmento (una linea) che può essere torto in vari punti arbitrari per formare dei vertici in cui il p-lone può essere ripiegato come una cerniera. I punti finali di un p-lone sono anch'essi dei vertici. Due vertici possono essere legati per formare dei punti di connessione permanenti. Un p-lone ritorto è stabile se ogni vertice è o legato a un altro vertice o tenuto ad un angolo di curvatura non-nullo.
Si possono poi definire due modelli:
  1. La torsione semplice: ogni sottosegmento di un p-lone tra due vertici forma un arco nel grafo associato, che rappresenta una porzione gonfiata di un palloncino.
  2. Torsione pop: alcuni sotto segmenti di un p-lone tra due vertici possono essere segnate come sgonfie, non comparendo, così, nel grafo associato. Tali segmenti sgonfi possono essere ottenuti nei palloncini fisici modificando la pressione all'interno di un segmento gonfio subito accanto a quello sgonfio(1).

venerdì 4 marzo 2011

Installando LibreOffice

Qualche giorno fa ho sostituito completamente OpenOffice con LibreOffice, ovvero la suite di video scrittura che in pratica è OpenOffice, sviluppato dagli stessi programmatori di OpenOffice che non si riconoscono più nella linea commerciale di Opera, che potrebbe smettere presto di sviluppare il prodotto per sostituirlo con uno differente e, soprattutto, con una licenza differente.
Ho quindi ritenuto importante sostituire OpenOffice con il suo equivalente indipendente. A disposizione, come per ogni utilizzatore, due differenti metodi: scaricare e installare la versione (metodo unico, ad esempio, per Windows), oppure utilizzare il terminale. Ho optato per questa seconda opzione non appena Alberto ha pubblicato le istruzioni a tale scopo, utilissime e comodissime, devo dire!
A conferma della scelta, poi, l'arrivo sul gestore degli aggiornamenti di Ubuntu, degli ultimissimi aggiornamenti della suite, una informazione estremamente gradita.
Come ricorda Alberto nel suo post scriptum, le istruzioni valgono anche per LinuxMint, una distro di Linux che sta ottenendo un crescente successo e che sto valutando di utilizzare in sostituzione di Ubuntu, visto che la distro più diffusa di Linux sta iniziando a seguire Windows sulla strada della grafica accattivante...

giovedì 3 marzo 2011

The Secret: incominciamo male...

E non è bello da dirsi per un fumetto che ancora deve iniziare a finire nelle edicole italiane (tra fine marzo e inizio aprile). Innanzitutto leggiamo la presentazione del fumetto:
Otto episodi a cadenza mensile per "The Secret", una fiction a fumetti che si basa su fatti reali, testimonianze e studi effettuati da importanti ricercatori di confine come Gregg Braden, David Icke e l'italiano Corrado Malanga. Seguendo il protagonista Adam Mack, dal volto di Joseph Fiennes, proveremo a far luce sul folklore e sui miti moderni del complottismo e delle teorie della cospirazione. Affronteremo temi come interferenze aliene, cerchi nel grano, fisica quantistica e antichi testi sacri, ci spingeremo indietro nella storia, al tempo dei Sumeri e dei loro Dei venuti dal cielo, ma soprattutto intraprenderemo un viaggio in noi stessi che ci porterà alla riscoperta dell'anima, per svelare il segreto e trovare le risposte che da sempre assillano l'essere umano.
Sembra che Voyager e Mistero abbiano finalmente trovato la rivista che porterà nelle edicole italiane i loro servizi televisivi. Direte voi: è solo un fumetto. Certo. Peccato che Giuseppe Di Bernardo sembra credere nelle teorie complottiste che fanno da fonte al fumetto. Lo si capisce da
  1. la blogroll di The Secret
  2. dal post Fili invisibili, che si conclude con una intervista di Massimo Mazzucco all'avvocato Paolo Franceschetti (cui consiglierei di leggere questo post)
Innanzitutto chi sono Mazzucco e Franceschetti? Mazzucco è noto a tutti i debunker: vi segnalo questo post da Perle complottiste e vi invito a cercare sul blog di Paolo Attivissimo un po' di notizie (scoprirete, ad esempio, che Mazzucco non crede che siamo andati sulla Luna, nonostante tutte le prove). Franceschetti, invece, è uno sciachimista, oltre ad essere un accanito avversario del signoraggio(1), giusto per gradire, e dall'intervista si capisce perché non crede alle prove che gli porta Paolo: è svizzero, e la Svizzera è al centro del complotto mondiale!
Le premesse, dunque, non mi sembrano buone: vedremo cosa ne uscirà fuori.

(1) Riguardo il signoraggio e l'ineffabile Alfonso Luigi Marra, vi segnalo un paio di post di Giuliana Galati: parte 1, parte 2

mercoledì 2 marzo 2011

Wikipedia10: Wikipediani!

Oggi è uscita la terza puntata della serie legata alle autointerviste di noi wikipediani. Anticipando la quarta parte, che contiene l'ultima domanda, pubblico qui le domande e le mie risposte:

Come hai conosciuto Wikipedia?
anche io ho letto su una rivista un articolo sul wiki-web. Tra i link consigliati c’era proprio Wikipedia, e così eccomi qui!
Wikipedia cos'è per Te?
Il modo migliore e più diretto per cercare e condividere la conoscenza. In tutti i campi.
La risposta all'ultima domanda rappresenta chi ero, e non ciò che sono oggi:
Tu chi sei? Studi? Insegni? Appassionato di informatica?
Sto provando a specializzare la mia laurea con un dottorato. Appassionato di fumetto, scienza in genere, internet e altre cose (forse troppe!) e sempre alla ricerca di nuovi strumenti per semplificare il lavoro in rete e a casa. Ovviamente, appassionato di Wikipedia!
Intanto cercherò, per il futuro, di scrivere qualcosa anche sulla Wiki (giusto per non perdere il vizio!), e poi, per ciò che sono oggi? Un blogger scientifico, sicuramente, oltre a un dottore in fisica, ogni tanto un insegnante, sto provando ad essere un instructional desiner, brutta parola per identificare il lavoro che spero presto svolgerò per le Olimpiadi dell'Astronomia (non che me ne stia con le mani in mano adesso, ma ufficialmente non posso metterci mano...), ma innanzitutto sono un Wikipediano, perché...
Wikipediano una volta, wikipediano per sempre!
Link utili: l'autointervista | la mia pagina utente (da troppo tempo non aggiornata...) | Wikimedia Italia su twitter

Leo & Lou: Opposti contrapposti


Maggiori dettagli da Andrea Plazzi