Stomachion

giovedì 16 febbraio 2012

Democrazia

Estraggo dall'intervista ad Alan Moore da Helen Lewis-Hasteley nella traduzione di smokyland la parte dedicata alla politica, vista l'attualità del sacro fuoco ateniese. Vorrei solo ricordare che il sistema elettivo greco citato da Moore nell'intervista era in vigore, con alcune modifiche, in Calabria.

Vai a votare?
No, non voto. Da tempo, sono un anarchico... Ho votato una sola volta. Votai per Jim Callaghan perché un mio amico, molto più attivo politicamente di me, mi disse che Edward Heath era un fascista e che non votare equivaleva a votare per Heath. Votare per Heath era come votare per Hitler.
Al tempo, non sapevo molte cose. Edward Heath era solo un Tory vecchio stampo ma allora non sapevamo che ci sarebbero stati dei Tory diversi. Per cui Heath sembrava davvero un pessimo elemento, così votai per Jim Callaghan. Callaghan vinse e subito dopo iniziò a portare i missili Cruise americani nelle basi inglesi e impose la peggiore legge anti-immigrazione che abbia mai visto. E mi dissi: "è colpa tua."
Presi la cosa seriamente. Non mi piace votare perché non credo che sia democrazia. Democrazia, per come la vedo io, è demos, ossia la gente comanda. Non dice nulla sul fatto che i rappresentanti eletti debbano comandare. In Dogmen Logic parlo di un'opzione che è stata usata e che mi sembra preferibile, ossia la via Ateniese.

Sì, venivi convocato.
Venivi convocato tramite estrazione a caso. Se c'era una decisione d'importanza nazionale da prendere, una giuria o un parlamento veniva convocato mediante un'estrazione. Ascoltavano le argomentazioni delle parti coinvolte, votavano e poi la giuria veniva sciolta. Non avrebbe alcun senso votare dei privilegi a favore dei membri del Parlamento, perché tu non ne faresti parte. Sarebbe invece tuo interesse votare per qualcosa che abbia importanza per la comunità perché è lì che ritornerai. Non sto dicendo che non sia un'idea priva di punti deboli ma forse bisognerebbe pensarci, perché credo che questa sia, per lo meno, una vera simulazione di democrazia.

Sì, così una parte marginale di elettorato gestirebbe gli equilibri del potere.
Esatto. Quando, negli anni '80, collaboravo con il Green Party su questioni di politica locale, si parlava dell'idea di rappresentanza proporzionale, ossia se il Green Party avesse ottenuto l'1% dei voti, avrebbe avuto l'1% di membri in Parlamento. Se il British National Party o il National Front prendevano l'1% dei voti anche loro avrebbero avuto l'1% in Parlamento ma potevo accettarlo. Mi sembrava un'idea che, per lo meno, sarebbe stata più corretta.
Ma questa cosa del voto alternativo non ha nulla a che fare con la rappresentanza proporzionale [quest'intervista è stata raccolta prima del referendum britannico sul voto alternativo tenutosi il 5 Maggio 2011, N.d.T]. È solo un altro modo per disporre le sedie a sdraio sul Titanic. Abbiamo bisogno di qualcosa di molto più drastico. Abbiamo bisogno di un’alternativa all'attuale sistema elettorale, ma quella non lo è.
Per cui, no, non voto. Credo in azioni politiche dirette. Ad esempio, alcuni miei amici del Galles (lì ho comprato una fattoria in rovina, circa 15 anni fa)… uno di loro è stato in Romania e ha visto un orfanatrofio gestito da volontari che cercavano di aiutare i ragazzi che avevano salvato dagli orfanatrofi pubblici, posti davvero terribili in cui succedevano cose che non si possono neppure immaginare.
E questo tizio, un ex-nazionale gallese di rugby, con una faccia come se qualcuno gli avesse spento il fuoco da dosso a colpi di pala... tutto quello che ti aspetti di vedere da un grande e grosso, eroico, giocatore professionista di rugby. Si trovava in Romania per lavoro, vide quell’orrore e non poté continuare a vivere senza fare qualcosa. Tornò a casa e convinse un gruppo di ubriaconi disoccupati, affetti da cirrosi, ad andare lì in Romania con un paio di camion e materiali che aveva convinto i suoi colleghi d'affari a donare, per senso di colpa. E così costruirono un orfanatrofio e un ospizio in due settimane, con tanto di elettricità e acqua.
Quello che sto cercando dire è che se guardando il mondo vedi qualcosa di insopportabile o con cui non sei d’accordo, non votare per qualcuno che ti dice che sistemeranno loro le cose, perché non succederà. Stanno solo cercando di avere il tuo voto. Diranno qualsiasi cosa per ottenere il tuo voto.
Non avranno nessun incentivo una volta che l'avranno ottenuto.
Se vuoi che qualcosa venga fatto, allora, come era solita dire mia mamma, fallo tu in prima persona. Questo è in parte il messaggio di Dodgem Logic. Credo che la politica del 21esimo secolo sia il coinvolgimento diretto col mondo in cui viviamo. Piuttosto che abdicare le nostre responsabilità nell’urna elettorale ad un branco di pagliacci a cui evidentemente non importa nulla.

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