Stomachion

giovedì 20 giugno 2013

Kroyer, Barks e il polistirene espanso

Nel 1964 la nave AL Kuwait si ribaltò giusto nel porto da cui prende il nome. La società assicuratrice danese decise, viste le difficoltà dei portuali di risollevare e rimettere a posto la nave stessa, decise di rivolgersi al brillante inventore Karl Kroyer, che risolse il problema con una soluzione venuta in mente a uno dei suoi giovani collaboratori. L'idea era molto semplice: utilizzare il polistirene espanso, utilizzato normalmente come isolante. Per capire il motivo di questa idea, basta andare a leggere le proprietà del polistirene sulla wiki:
In forma non espansa il suo peso specifico è pari a circa 1.050 kg/m3, mentre si va da 15 kg/m3 a 100 kg/m3 nella forma espansa.
Ora immaginate un cubo di un metro di polistirene: se proviamo a immergerlo in acqua, il cubo, a causa della spinta di Archimede corrispondente, sarà immerso per circa 10 cm. Potete quindi immaginare quale spinta enorme può dare il polistirene espanso (dalle 10 alle 100 volte in più rispetto a quella del polistirene non espanso). Ad ogni modo, una volta portato il polistirene non espanso in Kuwait, si è proceduto alla sua espansione utilizzando del vapore caldo e le palline così prodotte sono state successivamente pompate all'interno dello scafo, che si è così potuto risollevare!
Lo schema di azione dell'intera operazione è stato descritto dallo stesso Kroyer, come potete vedere nella foto seguente:
A questo punto, vista l'efficacia del metodo sviluppato(1), Kroyer pensò bene di brevettarlo: l'ingegnere ottene i brevetti nel Regno Unito e in Germania, ma non quello olandese e il motivo è semplice: un impiegato del locale ufficio brevetti era, evidentemente, quello che oggi definiremmo un nerd, visto che ricordava che Paperino e nipoti avevano utilizzato un sistema non troppo differente in una storia di Carl Barks del 1949: L'eredità di Paperino
Il caso ha fatto addirittura letteratura scientifica nelle discussioni sui brevetti:
A famous case in this regard is the rejection of a Dutch patent application by the Danish inventor KarlKrøyer. In 1964, Krøyer raised a sunken freight ship in Kuwait by filling it with 27 million polystyrene foam balls (New York Times, March 8, 1965, p. 58).(1)
Infatti alcune delle fonti che ho scovato si concentrano sulla questione che il rifiuto olandese ha sollevato, ovvero se il fatto che in un'opera di fantasia venga descritta più o meno dettagliatamente una applicazione tecnologica sia un motivo sufficiente per negare il brevetto a chi lo sta proponendo. Ad esempio in Donald Duck, Patents, and Ping Pong Balls si può trovare il seguente commento:
A science-fiction novel might describe an invention without going into details. While this will describe the basic idea behind the invention, it does not enable the skilled person to construct the invention.
Il problema, evidentemente, sta anche nel dettaglio con cui un'applicazione viene descritta. Se infatti ci fermiamo agli schemi prodotti da Kroyer, la conclusione è che in fondo l'ufficio brevetti olandese aveva perfettamente ragione. Peccato che le vere differenze stanno nei dettagli, come ad esempio questo relativo alle palline di polistirene utilizzate da Kroyer:
The plastic balls having a thin layer of adhesive applied thereon will be strongly compressed under the influense of the pressure created by the underlying layers. Thereby the plastic balls will adhere to each other to form a coherent mass. Thus, the adhesive serves both to eliminate forces other than the vertical ones and to seal small holes, if any, in the hull of the sunken ship.
Altro punto interessante a favore di Kroyer è questo commento su starch.dk:
Karl Kroyer did not know about Uncle Scrooge's yacht and did not copy Donald Duck.
E di questo fatto si può essere certi perché, come ricorda in fondo lo stesso articolo, di metodi proposti per far galleggiare nuovamente la nave ce ne erano almeno altri due.
Ad ogni modo, la storia, ben riassunta su Ius Mentis, ha ispirato la redazione della trasmissione di divulgazione scientifica statunitense, Mythbusters, a riprodurre l'idea barksiana:




Della vicenda, come si legge anche sul Guidebook to the Carl Barks Universe, si sono occupate anche alcune riviste più o meno specializzate, come Popular Science, di cui ho recuperato il testo e le immagini su wordpress grazie in parte al Guidebook per il testo, in parte all'archivio di PopSci per le immagini.
A quanto pare la storia è stata anche rilanciata dalla rivista tedesca Die BASF e da una non meglio identificata rivista Chemistry. In quest'ultimo caso non ci metterei la mano sul fuoco, anche se ho trovato questo riferimento, ma semplicemente all'applicazione del metodo, in una review del 1966:
Seventy tons of polystyrene foam beads were pumped as an aqueous slurry to float a 2750-ton ship sunk in 48 ft. of water in Kuwait Harbor.(2)
Parte del materiale consultato per questo post, l'avevo già utilizzato per sistemare la voce Fumetti di Carl Barks su wiki. Inoltre su Glamazonia trovate la traduzione di un articolo uscito su CBR occupatosi della vicenda.
(1) Berkhout G., Duin P.V.D., Hartmann D. & Ortt R. (2007). The Role of Intellectual Property in CIM, Book chapter, (17) 105-121. DOI:
(2) Seymour R.B. (1966). Plastics, Industrial & Engineering Chemistry, 58 (8) 61-73. DOI:

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