Stomachion

venerdì 3 dicembre 2021

Il braccio di Orione

Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi: navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione, e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo, come lacrime nella pioggia. È tempo di morire.
Queste sono le ultime parole dette dall'androide Roy Batty, interpretato da Rutger Hauer, al cacciatore Rick Deckart, interpretato da Harrison Ford, in una delle scene più iconiche di Blade runner, libera reinterpretazione di Ma gli androidi sognano pecore elettriche? di Philip Dick. Il riferimenti ai bastioni di Orione è, in effetti, duplice: Batty può infarsi riferirsi alla costellazione di Orione, in particolare alla stella Betelgeuse che si trova sulla spalla di Orione, o anche al Braccio di Orione, una delle braccia della nostra Via Lattea, in particolare proprio quella dove si trova il nostro Sistema Solare.
Essendo, quindi, il "quartiere" del nostro pianeta all'interno della Via Lattea, la stragrande maggioranza degli oggetti celesti che riusciamo a osservare dalla Terra nel cielo notturno appartengono proprio al Braccio di Orione, quindi nelle righe che seguono scriverò le classiche due parole sulla Nebulosa di Orione.
Nota anche come M42, ovvero il 42.mo oggetto nel catalogo celeste redatto dall'astronomo Charles Messier, è una nebulosa diffusa posta nella parte meridionale del Braccio. Visibile anche a occhio nudo, si trova a poco oltre i 1300 anni luce da noi con un'estensione di 24 anni luce, ed è una regione di formazione stellare. Buona parte delle informazioni che abbiamo riguardo ai processi di formazione delle stelle e dei possibili sistemi planetari le abbiamo ottenute proprio osservando la Nebulosa di Orione.
Per quel che riguarda l'osservazione da Terra, la Nebulosa si trova poco sotto la Cintura di Orione e costituisce l'asterismo della Spada di Orione insieme con la Nebulosa De Mairan, M43, con il sistema stellare 42 Orionis, con l'ammasso aperto del Trapezio, e con Iota Orionis, nota anche con i nomi di Na'ir al Saif o Hatsya.
Visto che ho anche scritto troppo, vi invito a fare un viaggio vero la Nebulosa di Orione insieme con il telescopio spaziale Hubble in questo bel video della NASA:
Ma non finisce qui, perché la settima traccia del terzo album in studio del Metallica, il famosissimo Master of puppets, ha un titolo per questo post significativo: Orion. E' una traccia strumentale lunga 8 minuti e 27 secondi ed è stata omaggiata usando delle immagini spaziali nel video qui sotto. Godetevelo fino a che lo lasceranno sul tubo!

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