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sabato 25 giugno 2022

John Byrne e George Perez: L'appuntamento del secolo

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Più o meno contemporaneamente all'inizio del Superman di John Byrne, un altro grande fumettista iniziava a curare come autore completo l'altra colonna della trinità DC Comics. Nel 1987, infatti, dopo aver magistralmente disegnato Crisis on Infinite Earths George Perez prendeva in mano la serie dedicata a Wonder Woman, che, come Superman, ripartiva dal primo numero.
I due personaggi si sarebbero incontrati, sostanzialmente per la prima volta nell'era post-Crisis nel corso del crossover Legends durante il quale Darkseid prova a prendere il controllo della Terra e a distruggere la reputazione dei suoi campioni. Perez, ad ogni modo, non affronta il tema del rapporto tra Wonder Woman e Superman fino a Wonder Woman #15, che si apre con un sogno di Diana in cui Superman compare come una sorta di dio, ammantato di una luce così forte da squarciare le nubi, mentre il mantello drappeggia intorno a lui come il mantello di Hermes (non l'ho scelto a caso). Il sogno finisce con i due che si baciano e Diana che si sveglia di soprassalto. Perez in quel periodo si fa assistere al disegno da altri artisti: realizza il soggetto e il layout delle pagine, mentre (evidentemente realizza in forma disegnata) la sceneggiatura è affidata a Len Wein, ma in particolare proprio questa scena iniziale Perez decide di realizzarla in prima persona. Capiremo a breve come mai.
Ad ogni modo su questo e sul successivo #16 inizia una storia in due parti con la sfida contro Silver Swan, versione post-Crisis di un personaggio ideato da Roy Thomas e Curt Swan nel 1982 sulle pagine di Wonder Woman #288. Alla fine della storia in due parti Perez in qualche modo chiude il cerchio raccontando di come la giovane Diana ottiene un primo appuntamento con Superman. L'ultima pagina dell'albo, però, mostra un Olimpo sotto attacco, mentre Hermes svolazza tra le colonne evitando i colpi. Almeno fino a che non viene abbattuto da uno di essi e cade sul suolo olimpico privo di sensi.
Per capire cosa è successo a Hermes e all'Olimpo e, soprattutto, come andrà il primo appuntamento tra Superman e Wonder Woman bisogna andare su una delle testate a fumetti più longeve del panorama supereroistico: Action Comics #600.
Il bacio più super della storia dei fumetti
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Il bacio in copertina con cui si apre il 17.mo volume Panini Comics del Superman di John Byrne è l'illustrazione di Byrne e Perez che anticipa la storia principale di Action Comics #600, ma a sua volta questo bacio era stato disegnato da Jerry Ordway nell'ultima splash page di Adventures #440 in cui Byrne racconta come Superman vive l'attesa del primo appuntamento con Wonder Woman. Nel frattempo, però, l'autore canadese non tedia il lettore con una storia di vagabondaggi aerei senza senso: l'albo infatti si apre con una sfida tra il professor Hamilton e il Super-Robot visto nel volumetto precedente. Poi vediamo Superman indagare sull'album di ritagli di giornali trovato alcuni mesi prima. Per fare questo si fa aiutare da Batman, e qui Byrne mostra la scena in cui i due mostrano di aver scoperto le rispettive identità segrete, cosa che rispetto alla scoperta casuale avvenuta sul Superman #72 pre-Crisis ha indubbiamente il pregio di far apprezzare ai lettori l'arguzia dei due personaggi.
E alla fine di tutto questo ecco arrivare il bacio. Ordway, però, si mostra molto più romantico, rappresentando i due supereroi molto più trasportati dall'attimo, un po' come vengono rappresentati nella pin-up di apertura della storia. Quest'ultima si apre con una splash page dove, però, è evidente lo stupore di Diana e l'intensità di CLark, mostrando sin da subito al lettore che forse il primo appuntamento non finirà proprio come ci si potrebbe attendere!
D'altra parte i due nell'era pre-Crisis non sono stati proprio vicinissimi, almeno non quanto Clark e Lois. Il primo bacio tra i due avviene in Superman's Girl Friend, Lois Lane #93, solo che alla fine si scopre che alla fine si scopre che Wonder Woman non era lei ma la criminale kryptoniana Ar-Ual che la impersonava per i suoi loschi scopi.
Per due baci tra i veri Superman e Wonder Woman bisogna attendere DC Comics Presents #32, anche se in questo caso è una storia immaginaria in cui i due si innamorano a causa delle frecce di Cupido, e infine con For the Man Who Has Everything su Superman Annual #11, l'albo che ufficialmente chiude i conti con il Superman pre-Crisis.
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E così arriviamo al Superman di Byrne, che come dovremmo ricordare aveva sognato di quasi baciare Wonder Woman sul quinto numero del Superman byrniano. Il bacio vero arriva, come abbiamo visto, tra la fine di Adventures #440 e le prime pagine di Action Comics #600, albo celebrativo dove il concetto di team-up viene declinato all'ennesima potenza. Non solo abbiamo il team-up tra Superman e Wonder Woman, ma sono presenti anche altre 4 storie più brevi dove ci sono vari altri team-up non solo di Superman, ma anche di Byrne con altri artisti, gente come Kurt Schaffenberger, Dick Giordano, Roger Stern, Curt Swan, Mike Mignola. E ovviamente George Perez.
Le due superstar dell'epoca della DC Comics costruiscono una storia in cui i due supereroi si ritrovano su un Olimpo invaso da Darkseid, che vuole ottenere il potere perduto dei vecchi dei finito, appunto, sull'Olimpo poco prima che i nuovi dei di Nuova Genesi e Apokolips emergessero dalle "ceneri" dei vecchi dei. La storia, nonostante la presenza di Darkseid, personaggio che, come per il Superman kyrbiano ha molto più a che fare con, appunto, Superman, si integra molto meglio all'interno della continuity di Wonder Woman. E non è questo l'unico motivo per cui penso che la collaborazione tra Byrne e Perez sia stata molto più stretta di quanto scritto nei crediti ufficiali. E' evidente che la storia e i disegni sono opera di entrambi gli autori, non solo perché la storia è perfettamente integrata nelle storie che i due autori stanno portando avanti sulle rispettive serie, ma anche perché è abbastanza semplice riconoscere chi ha disegnato i vari personaggi nelle varie fasi della storia. Ad esempio nella scena iniziale è molto probabile che Superman sia stato disegnato e inchiostrato da Byrne, mentre Wonder Woman da Perez, anche nelle vignette dove i due compaiono contemporaneamente. Probabilmente la parte più semplice da realizzare è stata quella della battaglia tra Superman e Wonder Woman contro due doppelganger: in questo caso la battaglia di Superman è disegnata da Byrne, quella di Womder Woman da Perez.
Non è, poi, da escludere che l'Olimpo sia quasi completamente disegnato da Perez. E' quest'ultimo, infatti, che ne ha fornito una rappresentazione escheriana. La sua geometria, poi, è tale da rendere molto difficili per Superman da usare i suoi poteri, perché anche la gravità sembra rispondere a questa geometria escheriana che contiene anche elementi della geometria toroide (o di Pac-Man) visto che Superman usando la sua vista telescopica arriva a vedersi le spalle! A sconvolgere i poteri di Superman, però, non è tanto la magia, quanto una geometria, e dunque una gravità differente dall'usuale. Sarebbe interessante se un giorno un autore di fumetti riesca a introdurre il concetto che in realtà la magia è qualcosa di legato proprio a geometrie non usuali.
Possiamo, però, fare considerazioni scientifiche anche sul resto di Action Comics #600.
La morte viene da Krypton
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Il resto del numero viene strutturato da Byrne come 4 storie che, in realtà, raccontano quattro pezzi di un'unica avventura che conduce Superman fino a una grotta sottoterra mentre agonizza a causa delle radiazioni provenienti da Krypton. Il concetto che c'è dietro è semplice: la capsula di Kal-El bambino ha viaggiato nell'iperspazio a velocità superiore a quella della luce, anticipando le radiazioni dovute all'esplosione del suo pianeta natale di qualcosa come una trentina d'anni. Queste ultime sono state costrette a viaggiare, gioco forza, alla velocità della luce, da cui si può suppore che Krypton distava all'incirca 30 anni luce dalla Terra.
La cosa curiosa, che ovviamente all'epoca non era ancora nota, visto che non si era ancora osservato in quella direzione alla ricerca di pianeti extrasolari, è che a poco più di 30 anni luce dalla Terra, nella zona di cielo corrispondente alla costellazione del Centauro, si trova Gliese 442, una stella doppia la cui principale è simile al Sole, mentre la secondaria è una nana rossa. Queste due stelle hanno un sistema planetario di cui, al momento, è stato osservato solo un gigante gassoso con una massa pari a 5 centesimi di quella di Giove e che ruota intorno al sistema binario a una distanza che è meno della metà di quella Terra-Sole.
Non abbiamo, però, finito qui, perché la costellazione del Centauro passa al meridiano a metà maggio, e Action Comics è datato maggio 1988, mentre il pianeta è stato scoperto solo nel 2011: quando si dice la fortuna!
Torniamo, però, al problema di Superman con le radiazioni di kryptonite. Il punto principale è che, se prendiamo la stella Gliese 442 come riferimento, tra l'altro una delle più luminose tra quelle poste a 30 anni luce, questa ha una luminosità apparente che è all'incirca 30 volte inferiore rispetto a quella del Sole, per cui anche l'intensità delle sue radiazioni possiamo immaginare che sia proporzionalmente ridotta dal viaggio (in effetti l'intensità delle radiazioni si dovrebbe ridurre con una legge inversa sul quadrato della distanza). Per cui lascia non poco perplessi non solo il fatto che Superman si accorga dell'arrivo delle radiazioni di kryptonite, ma anche che queste ultime siano sufficientemente intense da provocargli disturbi fisici, per quanto leggeri (se possiamo considerare leggero un disturbo che porta Superman a delirare e quasi uccidere Man-Bat, all'epoca piuttosto innocuo).
Se, però, superiamo questa perplessità, la domanda successiva è su quanto tempo potrebbe durare il flusso di radiazioni. La risposta è: dipende dall'isotopo. Prendiamo come esempio la kryptonite, quella vera, ovvero il kripton, l'elemento chimico con numero atomico 36. Del kripton si conoscono 42 isotopi. VIsto che non possiamo vederli tutti, concentriamoci solo sui 9 principali (per abbondanza) di cui 5 stabili, ovvero non producono alcuna radiazione, e gli altri 4 instabili. Il più veloce a decadere è 79Kr con un tempo di dimezzamento di circa 35 ore. Da qui si balza a 85Kr con una vita media di 11 anni. E quindi ecco 81Kr con 2.3 × 105 anni (un'era geologica, diciamo). Il più lento a decadere è, invece, 78Kr, che si ritiene decada in un tempo paragonabile con la vita dell'universo: 9.2 × 10 21 anni!

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