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sabato 6 agosto 2022

Superman: Ritorno a Krypton

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Ero riuscito più o meno a riallinearmi, e poi eccomi di nuovo in ritardo, non con la scrittura dell'articolo, ma proprio con la lettura. Poi ho recuperato sia il 18.mo, sia il 19.mo volumetto della raccolta da edicola del Superman di John Byrne e così eccomi qui per "parlare" del primo di questi due volumetti, quello in cui l'autore canadese riporta il primo dei supereroi sul suo pianeta natale. O qualcosa del genere. Prima, però, di immergerci nella storia byrniana, torniamo un po' indietro nel tempo.
Desideri e storie immaginarie
Era il 1994. La Play Press aveva in mano le licenze per la pubblicazione dei supereroi DC Comics e, per riproporre alcuni classici di questi personaggi, aveva sperimentato con Superman una miniserie in tre albi dal significativo titolo de Le più grandi storie di Superman, tratto dal più o meno omonimo progetto originale. Era una raccolta antologica di storie provenienti da varie epoche del personaggio e di quei tre albi sono riuscito a recuperarne solo due, tra cui proprio il primo numero contenente due storie particolari in cui, in modi differenti, Superman si ritrova su Krypton.
La prima storia, La ragazza d'acciaio di Otto Binder e Dick Sprang pubblicata su Superman #123 del 1958, vede l'esordio di Supergirl, anche se tecnicamente è più una sua proto-versione. Questo equivalente femminile di Superman, infatti, è generato da un totem magico in possesso di Jimmy Olsen in grado di esaudire tre desideri del suo possessore. E il primo desiderio di Jimmy è proprio dare a Superman una Supergirl in grado di aiutarlo.
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La storia, però, è suddivisa in tre parti e solo la prima è dedicata a Supergirl, su cui torneremo con la recensione del 19.mo volume Panini. E poiché la sua presenza risulta alla fine piuttosto deleteria (quasi come Paperoga con Paperino), Jimmy deve far scomparire il desiderio sfregando il gioiello sul totem. Degli altri due desideri rimanenti, quello che ci interessa di più in questa sede è il terzo, visto che l'amico di Superman desidera per quest'ultimo che possa tornare su Krypton per incontrare i suoi genitori.
Significativo dell'atmosfera piuttosto umoristica della storia, ma anche del periodo (le varie situazioni in cui si trova coinvolto Superman sono raccontate quasi fossero delle piccole gag), è l'errore commesso da Jimmy, che batte a macchina il suo terzo desiderio. E commette un errore di battitura, visto che scrive:
Che Superman vada a impalmare i suoi genitori su Krypton
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Sempre su quello stesso primo numero de Le più grandi storie di Superman ecco L'altra vita di Superman, sempre di Otto Binder ma con i disegni di Wayne Boring. Pubblicata su Superman #132 del 1959 è una storia immaginaria generata da un supercomputer, il Super Univac. Per ottenere il risultato desiderato, Batman e Robin decidono di utilizzare delle foto della vita di Superman su Krypton. Queste sono state ottenute dal supereroe raccogliendo la luce proveniente dal pianeta e partita in direzione della Terra prima che Krypton esplodesse. Inserendo queste foto nel super computer, quest'ultimo le utilizza per rispondere a una domanda scritta su una scheda perforata:
Quale sarebbe stata la vita di Superman se Krypton non fosse esploso?
La storia, dunque, unisce un po' la tecnologia a disposizione all'epoca con qualcosa che oggi sempre più spesso viene fatta fare alle intelligenze artificiali: generare contenuti a partire da alcuni input specifici.
Un pianeta gassoso
Anche la storia di Byrne è, in qualche modo, immaginaria. Prende indubbiamente ispirazione da questo genere di avventure tipiche della golden e soprattutto della silver age, ma anche da una delle ultime storie del Superman pre-Crisis, Per l'uomo che aveva tutto di Alan Moore e Dave Gibbons sul Superman Annual #11 del 1985, e questo perché l'idea dietro la storia è rispondere alla domanda Cosa sarebbe successo se tutti i kryptoniani fossero riusciti a sfuggire alla distruzione del loro pianeta?
Le premesse della storia di Byrne, ad ogni modo, disegnata da Mike Mignola e pubblicata su Superman #18, numero con cui proseguivano le celebrazioni del cinquantennale del personaggio, erano quelle di un viaggio spaziale di Superman verso Krypton per capire come bloccare le radiazioni generate dall'esplosione del pianeta. A condurre fino ai resti di Krypton ci pensano Hawkman e Hawkwoman a bordo della loro astronave. Questa storia un po' atipica, visto che abbiamo su Superman un team-up tipico di Action Comics, è, come ho in parte scritto in occasione del numero precedente, conseguenza del fatto che la storica testata supermaniana era stata tramutata in un settimanale antologico.
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A parte questi dettagli editoriali, il Ritorno a Krypton di Byrne e Mignola ci presenta, dunque, un ritorno vero e proprio di Superman al pianeta, solo che ciò che resta è un pianeta gassoso con i resti rocciosi che ruotano intorno come gli anelli di Saturno. In qualche modo è un modo per Byrne di dare un senso scientifico al ritorno di Superman sul suo pianeta, tacendo il fatto che l'esplosione del nucleo di un pianeta è impossibile. Almeno per cause naturali. Altro elemento interessante è, poi, l'informazione che in realtà Krypton è esploso 50 anni prima, il che suggerisce che Krypton sarebbe distante dalla Terra 50 anni luce e che il viaggio del razzo di Superman ha impiegato 20 anni per giungere sul nostro pianeta, viaggiando a una velocità superiore a quella della luce.
Tutta questione di testa
Nel resto del numero abbiamo una interessante sfida con Mr.Mxytplk disegnata da Jerry Ordway, in cui Byrne cambia un po' le regole del gioco tra Superman e il folletto pentadimensionale. Quest'ultimo, infatti, non torna più a casa sua se Superman gli fa dire il suo nome al contrario, ma se quest'ultimo riesce a coloragli la faccia di blu. In pratica Mxytplk torna a casa solo se Superman lo batte in una sfida di, diciamo così, intelligenza.
Quindi Byrne imposta un mini-crossover tra Superman e Adventures con una sfida contro due entità aliene, che restano nascoste nella prima parte della storia su Superman #19 e poi si mostrano su Adventures #442. In questo caso il team-up viene spostato da Byrne su Adventures ed è un po' particolare, visto che coinvolge la Justice League e... Clark Kent!

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