tag:blogger.com,1999:blog-48956780554413403572024-03-18T19:00:31.860+01:00DropSeaFisica, matematica, libri, fumetti e musicaGianluigi Filippellihttp://www.blogger.com/profile/03480308847295234747noreply@blogger.comBlogger4341125tag:blogger.com,1999:blog-4895678055441340357.post-21556984565714733192024-03-18T19:00:00.001+01:002024-03-18T19:00:00.374+01:00L'uomo in fuga<div class="pic right"><img src='https://i.postimg.cc/P5cPhq7Q/20240316-uomo-in-fuga-cover.jpg' border='0' alt='20240316-uomo-in-fuga-cover'/></div>
Alcuni (molti, in effetti...) anni fa avevo visto un film, di cui non ricordo il titolo ma che mi sembrava fosse francese, in cui un tizio accettava di diventare una specie di preda di una caccia all'uomo per le strade parigine trasmessa in televisione. Ovviamente se fosse riuscito a sopravvivere, avrebbe ottenuto una bella cifra di soldi.<br/>
La trama di questo ignoto film, che non mi sembra comparire nella <a href="https://en.wikipedia.org/wiki/Adaptations_of_The_Most_Dangerous_Game">corrispondente lista sulla Wiki</a>, è in qualche modo una variazione sulla trama de <em>La partita più pericolosa</em>, racconto del 1924 di <strong>Richard Connell</strong>. Il protagonista, infatti, diventa suo malgrado la preda in una caccia all'uomo guidata da un folle ex generale russo.<br/>
Tra i molti adattamenti del racconto ci sono anche alcuni film di genere fantascientifico, stesso genere di un romanzo di <strong>Stephen King</strong> scritto sotto lo pseudonimo di <em>Richard Bachman</em>. Mi riferisco a <em>L'uomo in fuga</em>, pubblicato nel 1982, che mette insieme la trama del film da cui sono partito con una ambientazione distopica in cui la maggior parte della popolazione degli Stati Uniti è o sfruttata e sottopagata o completamente indottrinata dai programmi televisivi, come il <em>reality show</em> che da il titolo al romanzo. King, tramite la fuga di Bachman, strutturata come un unico conto alla rovescia iniziato da -100, in pratica descrive con incredibile lucidità uno sviluppo della società occidentale che nel complesso non sembra molto diversa da quella in cui ci troviamo oggi, immersa nei <em>reality</em>, e con un qual certo razzismo strisciante, non solo tra persone di colore diverso, ma anche di ceti sociali differenti, che mantiene le persone all'interno di compartimenti stagni che non si riesce ad attraversare.<br/>
E poi ci sono anche alcuni riferimenti a icone <em>pop</em> che King non poteva sapere che sarebbero durati ancora a lungo, come per esempio i <em>Rolling Stones</em>, ancora presenti in quel futuro per King piuttosto lontano, ma che alla fine è diventato il nostro presente. Inclusi i problemi di inquinamento dell'aria o la "difficoltà" delle aziende di farsi carico delle proprie responsabilità relativamente alla salute dei propri operai.Gianluigi Filippellihttp://www.blogger.com/profile/03480308847295234747noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4895678055441340357.post-56971297220915398092024-03-17T19:00:00.001+01:002024-03-17T19:00:00.138+01:00Topolino #3564: Di amici e mitologia<div align="center"><img src='https://i.postimg.cc/zGScSVhD/topolino3564-estratto-cover.jpg' border='0' alt='topolino3564-estratto-cover'/></div>
E' il filo dell'amicizia quello che lega le due storie d'esordio, iniziando dalla <em>cover story</em>, <em>Il Bretella Gate</em>, nuova storia della serie <em>Papersera News</em> di <strong>Corrado Mastantuono</strong>. In questo caso l'autore esplora l'amicizia, datata Klondike, come spesso nelle sue storie, con Roy Bretella, consulente finanziario e, apparentemente, trafficone al limite della legalità. Ed è proprio su questo che si gioca la storia, con Paperone che mette a rischio la sua amicizia di lunga data a causa di alcuni elementi che gli fanno dubitare dell'onestà dell'amico. Il sapiente incastro con i <em>flashback</em> del passato, poi, forniscono al lettore le basi per spiegare la diffidenza di Paperone. Non saremmo su <em>Topolino</em> se tutto non si risolvesse per il meglio, ma il punto interessante della storia è proprio il modo in cui i personaggi, Paperone e Roy, vengono raccontati nel corso delle pagine.<br/>
Per il secondo episodio de <em>I pionieri del volo</em>, <strong>Sergio Cabella</strong> e <strong>Luca Usai</strong> ci raccontano come <em>La vita è un'acrobazia</em>. Abbiamo sempre Topolino come provetto aviatore, ma a differenza di settimana scorsa, questa volta ad affiancarlo troviamo Gancio e, soprattutto, la storia è centrata sull'amicizia tra i due. E' infatti quest'ultima ad avere la meglio sulla visione di un Topolino praticamente infallibile sia nel calcio sia nell'aviazione, anche se i due autori non dimenticano di rappresentare il Topo come uno scavezzacollo, cosa che è coerente con il suo lavoro di pilota d'aerei.<a name='more'></a> Stupisce un po', invece, la caratterizzazione un po' timorosa di Gancio, anche se resta coerente con la storia proposta da Cabella: forse la scelta di un'altra spalla che potesse essere più facilmente riconoscibile con quel carattere "imposto" a Gancio sarebbe stata più opportuna.<br/>
Interessante, poi, come Usai sembra stia in qualche modo modificando il tratto: la cosa si nota non tanto nei personaggi di contorno, quanto soprattutto in Topolino e Gancio, che risultano più rotondi di quanto normalmente non faccia il disegnatore (indizio che, comunque, era presente anche nella storia di <a href="https://dropseaofulaula.blogspot.com/2024/03/topolino-3563-in-volo.html" target="dropsea">settimana scorsa</a>.<br/>
Il numero si chiude, quindi, con <em>Gastone Giasone e il vello d'oro</em>, secondo episodio de <em>La grande mitologia papera</em>. In questa occasione <strong>Luca Barbieri</strong>, supportato ai disegni da <strong>Giampaolo Soldati</strong>, reinterpreta, con stile <em>gagnoriano</em>, il mito di Giasone e degli argonauti alla ricerca del vello d'oro. Barbieri, però, cancella completamente gli argonauti, che in effetti sarebbero stati inutili vista la scelta di puntare su Gastone, caratterizzato come un fannullone baciato dalla fortuna. Alcune scelte, appunto un po' troppo <em>gagnoriane</em>, lasciano perplessi: come sapete, soprattutto quando si tratta di miti o di storie in costume, alcuni <em>modernismi</em> che pur se rendono leggeri e in qualche modo brillanti i dialoghi, non riesco proprio a digerirli.
<div align="center" class="pic"><img src='https://i.postimg.cc/cCgQCnsx/papermitologia01-estratto-cover.jpg' border='0' alt='papermitologia01-estratto-cover'/></div>
La storia, poi, è stata utilizzata per lanciare, con un articolo apposito, <em>Paper Mitologia</em>, nuova mini collana (come dichiarato in quarta di copertina) dedicata alle storie mitologiche <em>disneyane</em>. In copertina di questa nuova rivista, uscita lo stesso giorno del <em>Topolino</em> #3564, si trova un bel <em>Con una storia mai vista!</em> Indovinate un po' di quale storia si tratta?<br/>
Ovviamente ora il timore è che la cosa si ripeta pure con il prossimo numero, in uscita tra due mesi, e che vedrà in apertura altre due storie de <em>La grande mitologia papera</em>: non c'è nulla che ci garantisca che queste usciranno prima su <em>Topolino</em> (e anzi sospetto che sarà così), impoverendo così la lettura stessa dell'albo, almeno per chi segue anche <em>Topolino</em>. La testata, poi, dovrebbe durare cinque numeri, visto che l'intera serie mitologica <em>disneyana</em> consta di 10 episodi.<br/>
Questo primo numero, ad ogni modo, vede spiccare, nel reparto ristampe, l'avventura temporale <em>Topolino e il vero Ulisse</em> di <strong>Caterina Mognato</strong> e <strong>Maurizio Amendola</strong>, e <em>Paperina oracolo di Delfi</em> di <strong>Claudia Salvatori</strong> e <strong>Roberto Ronchi</strong>.<br/>
Mentre quest'ultima racconta, in maniera anche piuttosto fedele nonostante gli aggiustamenti <em>disneyani</em>, come si diventa oracoli degli dei, nella storia della Mognato Topolino decide di viaggiare indietro nel tempo per conoscere Ulisse e poi fornire a Pippo, Gilberto e i suoi nipoti una visione quanto più corretta possibile di un eroe che, in effetti, non sappiamo nemmeno se è mai esistito. Gli eroi mitologici, infatti, sono da considerarsi come gli archetipi dei moderni supereroi. A questa regola non si sottrae nemmeno Ulisse, ma la caratterizzazione della Mognato, datata 1995, molto interessante e originale, in realtà non è esattamente così fantasiosa o troppo in disaccordo con l'eroe <em>omerico</em>, visto che già in altre reinterpretazioni era considerato come un bugiardo (che poi in fondo è vero visto che provò a fingersi pazzo per non partire per la guerra di Troia) e non era un gran marinaio visto che lo incontriamo come re di Itaca, ma anche come contadino.Gianluigi Filippellihttp://www.blogger.com/profile/03480308847295234747noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4895678055441340357.post-20139506281435226362024-03-16T19:00:00.001+01:002024-03-16T19:00:00.123+01:00Paperino #525: Alle radici di Paperino<div align="center"><img src='https://i.postimg.cc/MpHpmTmJ/paperino525-estratto-cover.jpg' border='0' alt='paperino525-estratto-cover'/></div>
Per via delle <em>Medaglie d'autore</em> di <strong>Fabio Celoni</strong> (sono in ritardo con la produzione degli <em>unboxing</em>...) ho acquistato il #525 di <em>Paperino</em>, che presenta un sommario tutto sommato interessante e piuttosto vario sulle differenti interpretazioni di Paperino, tutte al tempo stesso simili e diverse tra loro. Mi vorrei, però, concentrare sulle due storie d'apertura, visto che su quella di chiusura, <em>Paperino e il magazzino dei mondi</em> di <strong>Fabio Michelini</strong> e <strong>Paolo Ongaro</strong>, avrei una mezza idea di dedicare in futuro un video.<br/>
La storia d'apertura è una nuova serie di produzione internazionale con autori italiani a portarla a compimento: <em>Appbracadabra!</em>, primo episodio di <em>That's your life, Donald!</em>, realizzata da <strong>Alberto Savini</strong> e <strong>Vitale Mangiatordi</strong>, è una storia divertente che in qualche modo porta l'idea del genio della lampada nel terzo millennio, sosatituendo la lampada con una <em>app</em> per <em>smartphone</em>. C'è da dire che il disastro di proporzioni epiche compiuto da Paperino all'inizio della storia, sembra un po' eccessivo anche per lo stesso personaggio, ma a ben vedere ci può anche stare.<br/><a name='more'></a>
L'inizio di questa nuova serie e la sua pubblicazione su <em>Paperino</em> è lagata al 90.mo compleanno del personaggio, che esordì nel 1934. La cosa viene ribadita da un primo articoletto in cui si inizia a raccontare la storia di Paperino e che proseguirà sui numeri successivi, ma in un certo senso anche dalla scelta della <em>Storia Special</em>, <em>Paperino senza... parole</em> di <strong>Bruno Sarda</strong> e <strong>Massimo De Vita</strong>. Pubblicata sul <em>Topolino</em> #1703, il secondo dell'era <em>Disney Italia</em>, è una divertente sequenza di <em>gag</em> in cui Paperino si ritrova per alcune ore senza poter proferire alcuna parola, ritrovandosi così, suo malgrado, in una serie di situazioni al limite dell'assurdo e senza alcuna possibilità di potersi spiegare con chi gli sta intorno.<br/>
UN bel numero, considerando anche la scelta equilibrata tra storie un po' più datate e altre un po' più recenti, e che potrebbe essere l'inizio di un acquisto regolare, anche solo per seguire la serie <em>That's your life, Donald!</em>Gianluigi Filippellihttp://www.blogger.com/profile/03480308847295234747noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4895678055441340357.post-10067199907605154402024-03-15T19:17:00.000+01:002024-03-15T19:17:01.494+01:003.15: Le proprietà del #176<div align="center" class="pic"><img src='https://i.postimg.cc/P51bbBKy/08-carnevale176-titolo.jpg' border='0' alt='08-carnevale176-titolo'/></div>
L'<em>addendum</em> di quest'anno al <a href="https://dropseaofulaula.blogspot.com/2024/03/carnevale-della-matematica-176-pi-day.html" target="dropsea">Carnevale della Matematica #176</a> è, ovviamente, il video che ho pubblicato ieri in contemporanea con il <em>post</em> e dedicato proprio alle proprietà del 176, o almeno ad alcune di esse. Proprio come l'<a href="https://dropseaofulaula.blogspot.com/2023/03/315-un-video-addendum.html" target="dropsea">anno scorso</a>, mi sembrava giusto dargli una ulteriore visibilità attraverso il <em>post</em> sul <em>blog</em>.<a name='more'></a>
<div align="center" style="padding-top:5px;"><iframe width="500" height="288" src="https://www.youtube.com/embed/3O-r1fmuImk?si=Kcz1qyTAuCih3RJv" title="YouTube video player" frameborder="0" allow="accelerometer; autoplay; clipboard-write; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture; web-share" allowfullscreen></iframe></div>Gianluigi Filippellihttp://www.blogger.com/profile/03480308847295234747noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4895678055441340357.post-83207558215726572812024-03-14T03:14:00.006+01:002024-03-15T10:07:46.221+01:00Carnevale della Matematica #176: Pi day!<div align="center"><img alt="" border="0" data-original-height="320" data-original-width="420" src="https://1.bp.blogspot.com/-e9JgeK8x5WE/YEzzmNIqjuI/AAAAAAAAg9Y/NQp4glQDAfoqJm-Nbomt45nNTFpWqog8ACPcBGAsYHg/s0/20110512-carnevale_matematica.jpg"/></div>
<blockquote>canta, canta, canta, canta all'alba</blockquote>
La <a href="https://keespopinga.blogspot.com/2014/05/poesia-gaussiana-o-dellunicita-della.html" target="pop">poesia <em>gaussiana</em></a> redatta con grande impegno da <strong>Marco Fulvio Barozzi</strong> in arte <em>Popinga</em> è una struttura poetico-matematica abbastanza semplice da comprendere. Una volta capito come si alternano i versi si può trasformare (quasi) qualisiasi numero in un verso partendo dalla sua fattorizzazione. E per il 176, numero d'ordine del Carnevale della Matematica che vi apprestate a leggere, la sua fattorizzazione è pari a
\[2^4 \times 11\]
per cui dall'unione dei versi corrispondenti ai "due" fattori, ecco il verso d'apertura della <em>special edition</em> odierna.<br/>
Perché, come spero ricorderete (e l'orario di uscita del Carnevale è in questo un indizio significativo) oggi è il <em>pi day</em>, che ormai dal lontano 2012 con l'<a href="http://dropseaofulaula.blogspot.it/2012/03/carnevale-della-matematica-47.html" target="dropsea">edizione #47</a> viene festeggiato qui su <em>DropSea</em>.
Come è ovvio, quindi, il tema portante di questa edizione è proprio il <em>pi greco</em>, che sarà protagonista non solo in alcuni dei contributi che mi appresso a presentare, ma anche grazie alle ormai usuali <em>notizie pi greche</em>, i piccoli <em>box</em> con i quali nel corso degli anni ho cercato di raccontare la storia e altre curiosità del numero più famoso del mondo. Per cui questa introduzione al Carnevale è dedicata al 176.<br/>
Questi è un <strong>numero pari</strong> i cui divisori sono: 1, 2, 4, 8, 11, 16, 22, 44, 88, 176. Se li sommiamo insieme, 176 escluso, otteniamo 196, maggiore di 176, il che fa di quest'ultimo un <strong>numero abbondante</strong>. Se però alla somma di prima togliamo il 4 e il 16 otteniamo proprio 176, il che lo rende un <strong>numero semiperfetto</strong>.<br/>
Fa poi parte delle seguenti terne pitagoriche:
<div id="box" align="center">(57, 176, 185), (132, 176, 220), (176, 210, 274), (176, 330, 374), (176, 468, 500), (176, 693, 715), (176, 960, 976), (176, 1932, 1940), (176, 3870, 3874), (176, 7743, 7745)</div>
proprio come il 167, ovvero il protagonista dell'<a href="https://dropseaofulaula.blogspot.com/2023/03/carnevale-della-matematica-167-pi-day.html" target="dropsea">edizione 2023</a>, è un <strong>numero felice</strong>. E visto che vi voglio bene, invece di rimandarvi a quell'edizione, vi (ri)definisco qui la felicità:<br/>
Prendiamo un numero. Eleviamo al quadrato ciascuna delle sue cifre. Quindi sommiamole. Ripetiamo l'operazione con il risultato ottenuto. Proseguendo si può ricadere in due situazioni: il ciclo finisce con 1; il ciclo non finisce mai con 1 e, anzi, entra in un <em>loop</em>. Nel primo caso il numero si dice felice. E questa è la felicità del 176:
\[1^2 + 7^2 + 6^2 = 86\]
\[8^2 + 6^2 = 100\]
\[1^2 = 1\]
Come qualcuno avrà notato, la cosa non poteva che essere così, visto che le cifre del 176 sono una delle possibili permutazioni delle cifre del 167!
Con le prossime due proprietà del 176 spero di non perdervi. Il 176, infatti, è un <strong>numero pratico</strong>. Il motivo è che tutti i numeri interi positivi precedenti al 176 possono essere scritti come somma di uno o più dei suoi divisori.<br/>
E' interessante osservare come due particolari congetture sui numeri primi, la <em>congettura di Goldbach</em> e la <em>congettura dei numeri primi gemelli</em>, che non sono ancora state dimostrate per i numeri primi, si sono rivelate vere per i numeri pratici. In pratica ogni numero pari può essere scritto come la somma di due numeri pratici, ed esistono ifniniti numeri pratici (m) tali che anche (m+2) è un numero pratico (in realtà i numeri pratici si spingono addirittura fino a terne di numeri pratici gemelli!).<br/>
Infine il 176 è un <strong>numero colombiano</strong>. Per spiegare cosa sono questi numeri faccio un esempio. Prendiamo il 43. Può essere scritto come 43 = 35 + 5 + 3. Notate che sia 5 sia 3 sono le cifre che compongono il 35. Ebbene il 43 <strong>non</strong> è un numero colombiano. Mentre, per esempio, il 42, o il <em>nostro</em> 176, <strong>è</strong> un numero colombiano poiché non esiste nessun intero positivo con il quale scrivere un'uguaglianza simile a quella scritta per il 43.<br/>
Lascio per ultima la proprietà che può essere rappresentata con una figura. Il 176, infatti, è un <strong>numero ottagonale</strong> poiché può essere rappresentato come un ottagono:
<div align="center"><img src='https://i.postimg.cc/y8rmW04r/20240313-176-octagonal.png' border='0' alt='20240313-176-octagonal'/></div><a name='more'></a>
E su questa immagine (che ho ricavato dalla <a href="https://findthefactors.com/2020/10/23/1541-is-the-23rd-octagonal-number/" target="math">rappresentazione del 1541</a>) possiamo quindi passare ai contributi dell'edizione odierna del Carnevale della Matematica. E iniziamo con <strong>Leonardo Petrillo</strong> che in <em>Scienza e musica</em> propone sempre una piccola colonna sonora di accompagnamento per i suoi <em>post</em>. E a questa regola non sfugge nemmeno <a href="https://scienzaemusica.blogspot.com/2024/03/i-numeri-normali.html" target="leo"><em>I numeri normali</em></a>:
<blockquote>Pubblicato l'8 marzo, la Giornata internazionale della donna, il post parte da una riflessione su un tema di continua discussione sociale (purtroppo grazie anche alle parole di un certo generale), la "normalità", per ricordare la battaglia delle donne per conquistarsi un posto nelle discipline STEM, il ruolo della diversità nella scienza e nella società, il concetto di umanità (richiamando un bel film italiano recente).<br/>
Con questa premessa ci si spinge poi a parlare di normalità in un regno che non offende nessuno: quello della matematica. Ed ecco allora che avviene la presentazione dei cosiddetti numeri normali, tra cui si ipotizza (ma non è stato dimostrato) ci sia anche il sempre festeggiato pi greco.</blockquote>
E passiamo a <strong>Maurizio Codogno</strong>, impegnato in questo periodo a curare la serie <em>Matematica</em> per <em>Gazzetta dello Sport</em> e <em>Corriere della Sera</em>. Questa la come sempre corposa lista dei suoi contributi:<br/>
Si inizia con i <em>quizzini</em>:
<ul>
<li><a href="https://xmau.com/wp/notiziole/2024/02/18/quizzino-della-domenica-offerta-speciale/" target="mau">Offerta speciale</a>, che parla delle famose tavolette di cioccolato Tonka.</li>
<li><a href="https://xmau.com/wp/notiziole/2024/02/25/quizzino-della-domenica-nove-cifre/" target="mau">Nove cifre</a>, numerico e piuttosto semplice.</li>
<li><a href="https://xmau.com/wp/notiziole/2024/03/03/quizzino-della-domenica-strada-rossa-e-strada-blu/" target="mau">Strada rossa e strada blu</a>, che ci chiede se sia meglio lasciare la strada vecchia per la nuova. Nel caso, chiedere a Pitagora.</li>
<li><a href="https://xmau.com/wp/notiziole/2024/03/10/quizzino-della-domenica-ballroom-dancing/" target="mau">Ballroom Dancing</a>, sulle coppie danzanti a un ballo.</li>
</ul>
Nella sezione dedicata ai libri ecco le recensioni classice:
<ul>
<li><a href="https://xmau.com/wp/notiziole/2024/02/17/the-mathematical-theory-of-communication-ebook/" target="mau"><em>The Mathematical Theory of Communication</em></a>, di <strong>Claude Shannon</strong> e <strong>Warren Weaver</strong>. Il libro da cui è nata tutta la teoria dell’informazione.</li>
<li><a href="https://xmau.com/wp/notiziole/2024/03/09/le-anime-della-matematica-libro/" target="mau"><em>Le anime della matematica</em></a>, di <strong>Vincenzo Vespri</strong>: una storia di come la matematica si è evoluta.</li>
</ul>
Come dicevo poc'anzi, Maurizio cura la collana <em>Matematica</em> quindi eccovi le recensioni/presentazioni dei volumi dal secondo al quinto (in uscita proprio oggi):
<ul>
<li><a href="https://xmau.com/wp/notiziole/2024/02/20/matematica-lezione-2-la-logica-matematica/" target="mau"><em>La logica matematica</em></a> di <strong>Paolo Caressa</strong></li>
<li><a href="https://xmau.com/wp/notiziole/2024/02/27/matematica-lezione-3-funzioni-ed-equazioni/" target="mau"><em>Funzioni ed equazioni</em></a> di <strong>Roberto Zanasi</strong></li>
<li><a href="https://xmau.com/wp/notiziole/2024/03/05/matematica-lezione-4-gli-insiemi/" target="mau"><em>Gli insiemi</em></a> di <strong>Paolo Caressa</strong></li>
<li><a href="https://xmau.com/wp/notiziole/2024/03/12/matematica-lezione-5-algebra-lineare/" target="mau"><em>Algebra lineare</em></a> di <strong>Andrea Mercuri</strong></li>
</ul>
Nella rubrica del <em>mercoledì matematico</em>, infine:
<ul>
<li><a href="https://xmau.com/wp/notiziole/2024/02/21/54-milioni-di-italiani-sostanzialmente-quasi-tutti/" target="mau">«54 milioni di italiani, sostanzialmente quasi tutti»</a>, sul contare le identificazioni essendo incapaci di capire che qualcuno può essere identificato più volte.</li>
<li><a href="https://xmau.com/wp/notiziole/2024/02/28/quando-nacque-il-punto-decimale/" target="mau">Quando nacque il punto decimale?</a>:il punto decimale è di un secolo e mezzo precedente rispetto a quanto si pensava.</li>
<li><a href="https://xmau.com/wp/notiziole/2024/03/06/le-antiparallele/" target="mau">Le antiparallele</a>, che ovviamente parallele non sono ma in un certo senso fanno finta.</li>
<li><a href="https://xmau.com/wp/notiziole/2024/03/13/come-arrivare-a-pi-greco/" target="mau">Come arrivare a <em>pi greco</em></a>, dove si mostra come una banale successione tende a <em>pi greco</em>; la spiegazione è <a href="https://xmau.com/wp/notiziole/2024/03/14/non-ci-eravate-cascati-vero/" target="mau">qui</a>.</li>
</ul>
Con Maurizio siamo entrati nell'atmosfera <em>pi greca</em> di questa giornata, che viene ulteriormente rilanciata da <strong>Annalisa Santi</strong> con <a href="https://annalisasanti.blogspot.com/2020/03/musica-e-tango-per-celebrare-il-pi-day.html" target="annalisa">Musica e Tango per celebrare il Pi Day 2020</a>:
<blockquote>Come da tradizione il Carnevale della Matematica di marzo è dedicato al Pi Day, ma dal 2020, il 14 marzo (3.14), si festeggia l’International Day of Mathematics curato dalla International Mathematics Union (IMU) proclamata dall’UNESCO.<br/>
Il tema di quest’anno è "Playing with Maths" (Giocare con la Matematica) che può significare anche ballare, danzare, suonare con la Matematica e quindi ripropongo un post che ricorda "giochi tangueri" proprio di quel pi day del 2020, anno in cui divenne appunto Giornata Internazionale della Matematica.</blockquote>
E questo mi sembra un buon punto per introdurre la prima delle notizie <em>pi greche</em> di questa 176.ma edizione:
<div id="box"><strong>Notizie <em>pi greche</em> #33</strong>
<div class="pic" align="center"><img src='https://i.postimg.cc/nV5mkJcS/20240313-pi-eating-contest.jpg' border='0' alt='20240313-pi-eating-contest'/><br/>
<small><a href="https://www.safelyendangered.com/" target="out">Safely Endangered</a></small></div>
<hr/>
L'era dei computer nel calcolo delle cifre decimali del \(\pi\) iniziò a metà del XX secolo. Nel 1949, infatti, utilizzando una semplice calcolatrice, <strong>John Wrench</strong> e <strong>Levi Smith</strong> calcolarono 1120 cifre decimali.<br/>
L'anno dopo <strong>George Reitwiesner</strong> e <strong>John von Neumann</strong> raggiunsero le 2037 cifre. Utilizzarono una serie infinita di arcotangenti sul computer ENIAC, che impiegò 70 ore per ottenere questo risultato. Proprio grazie alle serie delle arcotangenti il record venne battuto sempre più spesso negli anni successivi: 3089 cifre nel 1955, 5480 cifre nel 1957, 10000 cifre nel 1958, 100000 nel 1961, 1 milione di cifre nel 1973.<br/>
Negli anni Ottanta del XX secolo arrivò un nuovo strumento che permise di calcolare le cifre decimali del <em>pi greco</em> in maniera più veloce ed efficiente: gli algoritmi iterativi.<br/>
Questi algoritmi erano basati su metodi matematici che prevedevano la risuoluzione di un problema facendo uso di approssimazioni successive. Il metodo, in effetti, dovremmo averlo incontrato un po' tutti a scuola, visto che il così detto <em>metodo di Newton</em> per determinare gli zeri di una curva è esattamente un metodo o algoritmo iterativo, applicato in generale a una funzione in cui il metodo analitico risultava impossibile (o troppo lungo) da applicare.<br/>
Non è un caso, allora, che questo genere di algoritmi venne proposto tra il 1975 e il 1976, dal fisico <strong>Eugene Salamin</strong> e dal matematico <strong>Richard Brent</strong>. Nello specifico l'algoritmo di Brent e Salamin era una opportuna modifica all'algoritmo di Gauss o di Gauss-Legendre, sviluppato indipendentemente da <strong>Carl Friedrich Gauss</strong> e da <strong>Adrien-Marie Legendre</strong> proprio con lo scopo di calcolare il \(\pi\).<br/>
Il metodo è abbastanza semplice, in termini matematici. Si inizializzano le variabili:
\[a_0 = 1, \qquad b_0 = \frac{1}{\sqrt{2}}, \qquad t_0 = \frac{1}{4, \qquad p_0 = 1}\]
Si definiscono le seguenti iterazioni:
\[a_{n+1} = \frac{a_n + b_n}{2}, \qquad b_{n+1} = \sqrt{a_n b_n},\]
\[t_{n+1} = t_n - p_n (a_n - a_{n+1})^2, \qquad p_{n+1} = 2 p_n\]
L'approssimazione di <em>pi greco</em> sarà quindi data da
\[\pi \approx \frac{(a_{n+1}+b_{n+1})^2}{4t_{n+1}}\]
In questo modo si riescono a ottenere 45 milioni di cifre corrette del <em>pi</em> dopo appena 25 iterazioni.<br/>
Dal quel momento in poi gli algoritmi iterativi vennero utilizzati sempre più spesso proprio in virtù della loro maggiore velocità rispetto alle serie infinite. Il motivo di tale velocità risiede nelle differenze tra i due metodi: le serie infinite procedono aggiungendo una cifra decimale a ogni passaggio, mentre gli algoritmi iterativi raddoppiano, triplicano, qadruplicano, ecc. (il tasso di avanzamento dipende dall'algoritmo) le cifre decimali a ogni passaggio. Per esempio nel 1984 i fratelli <strong>John e Peter Borwein</strong> realizzarono un algoritmo in grado di quadruplicare le cifre decimali dopo ogni iterazione. E fu proprio grazie agli algoritmi iterativi che <strong>Yasumasa Kanada</strong> stabilì diversi record nel calcolo di \(\pi\) tra il 1995 e il 2002.<br/>
Il problema è che questo genere di algoritmi richiedono una grande quantità di memoria, motivo per cui cedettero il passo alle serie rapidamente convergenti. Questa, però, è un'altra storia.</div>
Dopo la pausa d'uopo eccoci nuovamente al regolare flusso di <em>post</em> insieme con i <em>Rudi Mathematici</em>:
<ul>
<li>Il primo <em>post</em> (dopo quello del Carnevale di Febbraio) è stato il cosiddetto "post istituzionale", la ragion d'essere del nostro blog: insomma, il <em>post</em> che raccoglie le soluzioni dei lettori di <em>Le Scienze</em> al problema che pubblichiamo ogni mese sull’augusta rivista. Il <em>post</em> si intitola <a href="http://rudimatematici-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it/2024/02/28/il-problema-di-febbraio-666-l%e2%80%99ira-funesta-della-pelide-alice/" target="rudi">L'ira funesta della Pelide Alice</a> ed è facile intuire che, nel raccontino che riveste il quesito, la nostra Alice si sia arrabbiata molto.</li>
<li>L'altro <em>post</em> è invece un compleanno: un compleanno che parte invero molto alla lontana, dalle origini della matematica occidentale addirittura, per poi finire col parlare di <strong>Angelo Genocchi</strong>. Il titolo è quello <em>standard</em> dei compleanni, formato da una data di nascita e un augurio: <a href="http://rudimatematici-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it/2024/03/05/5-marzo-1817-buon-compleanno-angelo/" target="rudi">5 Marzo 1817: Buon compleanno, Angelo!</a>, ma il titolo originale con cui è uscito originariamente sul numero 230 della nostra e-zine era <em>Breve storia del mondo (secondo Pitagora)</em>.</li>
</ul>
A questi due <em>post</em> i <em>Rudi</em> aggiungono anche l'edizione di febbraio della loro <em>mathzine</em> uscita così in ritardo da essere quasi marzolina (un po' come la lepre!). Ad ogni buon conto <a href="http://www.rudimathematici.com/archivio/301.pdf" target="pdf">eccovi il <em>link</em> per scaricare il 301.mo pdf della serie</a>.<br/>
<strong>Mauro Merlotti</strong>, invece, con il suo <em>Zibaldone scientifico</em> ci propone un <em>post</em> dal titolo già di per se abbastanza esplicito: <a href="https://zibalsc.blogspot.com/2024/03/263-4d.html" target="mauro">4D</a>
<blockquote>Come scritto nel post, ho cercato di raccontare come immaginarsi una realtà in 2D o 4D a noi che siamo confinati in 3D.<br/>
Ovviamente esistono molti libri o articoli che parlano di questo a partire da Abbott con Flatlandia, ma qui mi sono limitato a dare qualche spunto di riflessione.
Sono argomenti molto affascinanti per "matematici duri e puri" ma possono dare molte soddisfazioni.<br/>
E come già scritto nel precedente post 245, se si continua a forare il nostro cubo con una certa logica, si può costruire il setaccio di Wallis e qui si chiude il cerchio arrivando ancora a <em>pi greco</em>! Potenza della matematica.</blockquote>
<strong>Luigi Menna</strong>, invece, partendo da <a href="https://luigimenna.blogspot.com/2023/02/il-tempo-non-esiste.html" target="luigi">alcune riflessioni un po' di logica un po' personali</a> sul suo <em>Laboratorio matematico</em>, ci conduce a un interessante articolo che ha scritto per la rivista <em>Insegnare</em>: <a href="https://www.insegnareonline.com/istanze/taccuino-matematico/logicamente-adulto" target="prof"><em>Logicamente adulto</em></a>.<br/>
Come avrete letto nell'elenco dei libricini della serie <em>Matematica</em> curata da .mau., tra gli autori c'è anche <strong>Roberto Zanasi</strong> con <em>Funzioni ed equazioni</em>, a proposito del quale Roberto <a href="https://proooof.blogspot.com/2024/02/funzioni-e-equazioni.html" target="zar">c'ha scritto su un <em>post</em> pubblicitario</a>. E come dargli torto?<br/>
A questo aggiunge anche un <a href="https://proooof.blogspot.com/2024/03/newton.html" target="zar">articolo dedicato a <strong>Isaac Newton</strong></a> che originariamente doveva far parte del libro stesso, ma che poi non è stato inserito per un cambio nel progetto.<br/>
E arriva il momento di un'altra colonna del Carnevale, <strong>Marco Fulvio Barozzi</strong>, che ci propone <a href="https://keespopinga.blogspot.com/2024/03/beppo-levi-tra-torino-gli-appennini-e.html" target="pop"><em>Beppo Levi, tra Torino, gli Appennini e le Ande</em></a>:
<blockquote><strong>Beppo Levi</strong> (1875-1961) è stato un matematico autore di articoli su logica, equazioni differenziali, variabili complesse, sul confine tra analisi e fisica. La sua carriera di matematico e divulgatore si sviluppò soprattutto tra Parma e l'Argentina, dove fu costretto a emigrare perché ebreo.</blockquote>
Con <strong>Daniela Molinari</strong> torniamo in qualche modo proprio al tema dell'edizione, oltre a essere un articolo perfetto per introdurre la prossima notizia <em>pi greca</em>. Con <a href="https://www.amolamatematica.it/index.php/articoli/item/1428-cerchi-tra-i-banchi" target="daniela">Cerchi tra i banchi</a>:
<blockquote>Ho proposto un po' di immagini e colori ritrovati tra le pieghe delle indicazioni ministeriali per la seconda liceo scientifico: ho raccolto un po' di file di <em>Geogebra</em> che propongo ai miei alunni, qualche suggerimento ritrovato tra le pagine del simpatico libretto <em>Il Cerchio</em> di <strong>Bruno Munari</strong>, fino ad arrivare ai quesiti proposti per la competizione <em>Matematica senza Frontiere</em>, visto che il tema della <em>Giornata Internazionale della matematica</em> è proprio il gioco.</blockquote>
<div id="box"><strong>Notizie <em>pi greche</em> #34</strong>
<div align="center" class="pic"><img src='https://i.postimg.cc/2jwkkdgQ/20240313-favourite-number.jpg' border='0' alt='20240313-favourite-number'/></div>
<hr/>
Un metodo moderno di calcolare le cifre del <em>pi greco</em> e alla portata di tutti è utilizzando l'<em>app</em> per <em>smartphone</em> e <em>tablet</em> phyphox. E' un'applicazione che permette di compiere diversi esperimenti grazie ai sensori presenti nei moderni cellulari. Oltre agli esperimenti presenti nell'installazione di <em>default</em>, nel sito ufficiale se ne trovano molti altri, incluso quello relativo al <a href="https://phyphox.org/piday/" target="pi">calcolo del \(\pi\)</a>: ovviamente l'ho provato per voi.<br/>
Il metodo arriva abbastanza in fretta a 3.14, dopo qualcosa come una quarantina di secondi, ma se ne allontana subito dopo. Inizia a restare un po' più stabilmente intorno al 3.14 dopo un paio di minuti. Quindi riprende a crescere, poi diminuisce e intorno al quarto minuto ritorna più o meno stabile oscillando intorno a 3.144 con un errore di all'incirca 0.005 (valutando i punti massimi e minimi raggiunti) fino a che intorno al 4.o minuto e 50 secondi finalmente riesce a restare intorno al 3.141 per due o tre secondi. Quindi aumentano le oscillazioni e perde anche la seconda cifra decimale intorno al quinto minuto.
Di fatto questo andamento oscillante lo prosegue per un po' tutte le due ore che ho catturato e riproduce l'andamento oscillante della funzione \(N(r)/r^2\) dove \(N(r)\) è il numero di punti all'interno della circonferenza di raggio \(r\) legata a un problema connesso con l'esperimento proposto da phyphox: il <a href="https://mathworld.wolfram.com/GausssCircleProblem.html" target="math">problema del cerchio di Gauss</a>.<br/>
In pratica ci si chiede quanti punti di un reticolo discreto si trovano all'interno di una circonferenza. Ovviamente, visto il legame della circonferenza con il <em>pi greco</em>, il passo per l'uso di questo approccio al calcolo delle cifre del \(\pi\) è breve!<br/>
E' interessante, comunque, notare come, con pochi calcoli (basta prendere una circonferenza di raggio unitario per rendersene conto) con un'estrazione casuale dei punti del reticolo quadrato, la probabilità che un punto ricada all'interno della circonferenza (bordo incluso) è di \(\pi / 4\).</div>
Dopo la pausa della seconda notizia <em>pi greca</em> torniamo ai <em>post</em> <em>carnevaleschi</em> con <em>MaddMaths!</em>, la rivista di divulgazione matematica diretta da <strong>Roberto Natalini</strong>. E si parte proprio con una serie di articoli a tema, dedicati cioé alla <em>Giornata Internazionale della Matematica</em>:
<ul>
<li><a href="https://maddmaths.simai.eu/divulgazione/eventi/gim-2024/" target="madd">Giocare con la matematica – Giornata Internazionale della matematica 2024</a>: Dal 2019 in poi, il 14 marzo si festeggia la <em>Giornata internazionale della Matematica</em>. L'<em>International Day of Mathematics</em> è un progetto curato dalla <em>International Mathematics Union</em> (IMU) ed è stata proclamata dall’UNESCO. <em>Maddmaths!</em> celebra la giornata internazionale della matematica, e il tema di quest'anno è <em>Playing with Maths – Giocare con la Matematica</em>. In tutti i vari paesi si celebra la giornata nelle scuole e nelle piazze tramite svariati eventi, tra cui anche l'Italia: <a href="https://maddmaths.simai.eu/divulgazione/eventi/idm24-eventi-italiani/" target="madd">consulta, quindi, gli eventi italiani</a></li>
<li><a href="https://maddmaths.simai.eu/divulgazione/rubriche/la-lente-matematica/giocando-con-la-matematica/" target="madd">Giocando con la Matematica</a>: Il 14 Marzo si celebra la <em>Giornata Internazionale della Matematica</em>. Quest'anno il tema è: <em>Giocando con la Matematica</em>. Il verbo giocare, dall'inglese <em>to play</em>, può riferirsi anche allo sport. E il binomio Matematica e Sport sta crescendo negli ultimi anni tra dati, modelli matematici e sviluppo tecnologico. <strong>Marco Menale</strong> propone una riflessione per <em>La Lente Matematica</em>.</li>
<li><a href="https://maddmaths.simai.eu/divulgazione/eventi/concorso-idm2024/" target="madd">Concorso di fotografia per la <em>Giornata Internazionale della Matematica</em> 2024</a>: La sfida creativa di quest'anno è un concorso fotografico: con la <em>Math Remix – 2024 Creative Challenge</em> siete invitati ad aggiungere la matematica a un oggetto o un luogo qualunque, condividendo una foto della vostra creazione. Il concorso è aperto a tutti, condividete la sfida con la vostra scuola o la vostra università! La scadenza di invio delle immagini fissata per l'<strong>11 marzo 2024</strong>.</li>
</ul>
E proprio questo mi sembra un buon punto per ricordare che <strong>proprio oggi</strong> parte la terza edizione del <em>CALENΠARIO</em>.
<blockquote>Ogni tre giorni (il martedì, il giovedì e il sabato), alle 3:14, dal 14 marzo al 28 giugno, verrà pubblicato un problema matematico.
Ci si può iscrivere su <a href="https://www.calenpiario.it/" target="pi"><em>CALENΠARIO</em></a> e, magari assieme ad altre persone, portare avanti una piccola sfida per chi darà le risposte più velocemente.<br/>
Il progetto è stato realizzato grazie a <em>MaddMaths!</em>, <strong>Riccardo Moschetti</strong>, <strong>Roberto Zanasi</strong>. Si ringraziano <strong>Maria Angela Chimetto</strong> e <strong>Sergio Zoccante</strong> per il prezioso controllo dei quesiti.</blockquote>
Eccovi, ora, una serie di articoli a tema libero e fuori da qualsiasi rubrica:
<ul>
<li><a href="https://maddmaths.simai.eu/divulgazione/colori-biguzzi/" target="madd">I colori che non ti aspetti... in una tesi di laurea in matematica</a>: Storia di come, grazie a <em>MaddMaths!</em>, la vita di una studentessa di matematica ha preso una direzione inaspettata. Ce ne parla la protagonista, <strong>Chiara Biguzzi</strong>, neo-laureata in matematica presso l'Università di Bologna.</li>
<li><a href="https://maddmaths.simai.eu/divulgazione/origine-decimali/" target="madd">Questa storia dell'origine della notazione per i numeri decimali</a>: La prima apparizione del punto all’interno di un numero per separare la cifra delle unità dai suoi valori decimali è comunemente attribuita <strong>Christopher Clavius</strong> in un'opera del 1593. Ora però, in un recente articolo nella rivista <em>Historia Mathematica</em>, lo storico canadese <strong>Glen Van Brummelen</strong> ha rintracciato le origini di questa notazione in uno scritto del 1440 dell'astronomo ferrarese <strong>Giovanni Bianchini</strong>. Ce ne parla <strong>Riccardo Bellè</strong>.</li>
<li><a href="https://maddmaths.simai.eu/news-2/news-news-2/il-linguaggio-del-corpo-potrebbe-essere-utile-nellinsegnamento-dei-concetti-matematici-astratti" target="madd">Il linguaggio del corpo potrebbe essere utile nell'insegnamento dei concetti matematici astratti</a>: La comunicazione non verbale potrebbe potrebbe essere l’arma segreta dei docenti per migliorare l’apprendimento di concetti matematici astratti. I ricercatori della Colorado State University, come si legge sulla rivista <em>Problems, Resources, and Issues in Mathematics Undergraduate Studies</em> (PRIMUS), hanno mostrato come i gesti e il linguaggio del corpo possono essere utilizzati per spiegare idee algebriche astratte con cui gli studenti interagiscono difficilmente, quando sono presentate con metodi di insegnamento formali.</li>
<li><a href="https://maddmaths.simai.eu/divulgazione/letture-matematiche/abel-ruffini-de-fabritiis/" target="madd">Rivoluzioni matematiche: il Teorema di Abel-Ruffini</a>: Con il numero di Marzo de <em>Le Scienze</em> troverete in allegato il diciottesimo dei venticinque volumi della collana dedicata ad alcuni tra i maggiori teoremi matematici. La collana è stata elaborata in collaborazione con la redazione di <em>MaddMaths!</em>. Questo nuovo volume è dedicato al teorema di Abel-Ruffini ed è a cura di <strong>Chiara de Fabritiis</strong>.</li>
<li><a href="https://maddmaths.simai.eu/didattica/universita-inclusiva/" target="madd">L’inclusione universitaria alla luce della diversità</a>: In un mondo in cui l'accesso all'istruzione è un diritto fondamentale, l'inclusione universitaria diventa una priorità imprescindibile. Per questo è nata l'associazione <em>Università Inclusiva</em> che ha lo scopo di migliorare il percorso educativo di tutti gli studenti non vedenti e con disabilità visiva. In questa intervista con <strong>Emilia Fares</strong>, fondatrice dell'associazione, parliamo del lavoro svolto da <em>Università Inclusiva</em> per creare un mondo in cui l'uguaglianza di accesso all'istruzione diventi una realtà per tutti.</li>
</ul>
Per questo mese, poi, il ricco programma di articoli di <em>MaddMaths!</em> prosegue con le uscite della rubrica <em>La Lente Matematica</em> di <strong>Marco Menale</strong>:
<ul>
<li><a href="https://maddmaths.simai.eu/divulgazione/rubriche/la-lente-matematica/angolo-di-tiro-expected-goals/" target="madd">Angolo di tiro ed <em>expected goals</em></a>: Vediamo e commentiamo le partite di calcio con sempre più dati a disposizione. È il caso degli expected goal, xG. Ma come si misura questo valore? Tra gli altri, con l'angolo di tiro. L'angolo di tiro fornisce "lo specchio di porta a disposizione" di chi tira. Maggiore è questo angolo, maggiore è la probabilità, e quindi l'xG, che l'azione si trasformi in un goal.</li>
<li><a href="https://maddmaths.simai.eu/divulgazione/rubriche/la-lente-matematica/raffreddare-il-caffe-con-la-matematica/" target="madd">Raffreddare il caffè con la matematica</a>: Pausa caffè in compagnia. Arriva la tazzina fumante e tu continui a parlare. Ma il caffè va bevuto caldo e, quindi, ti chiedi "quanto tempo resta prima che si raffreddi?" Possiamo rispondere a questa domanda con l'equazione di raffreddamento di Newton.</li>
</ul>
E per concludere ecco l'interessamte <em>podcast</em> <a href="https://maddmaths.simai.eu/detective-maxwell/" target="madd"><em>Sulle tracce del Detective Maxwell</em> - (tutti e 6 gli episodi)</a>:
<blockquote>Chi sono i tre giganti della fisica che hanno cambiato il mondo con le loro scoperte? Newton ed Einstein sono nomi familiari, ma c’è un terzo genio che merita lo stesso riconoscimento: <strong>James Clerk Maxwell</strong>, lo scozzese che ha svelato i segreti dell’elettromagnetismo. Maxwell era un matematico geniale, capace di anticipare di decenni le idee dei suoi colleghi. Ha usato la matematica come una lente per esplorare la natura, formulando la teoria che unifica luce, elettricità e magnetismo. Sulle tracce del Detective Maxwell è una serie <em>podcast</em> di <strong>Edoardo Provenzi</strong>, pubblicata nel corso del mese di Febbraio, che racconta le avventure di Maxwell, la bellezza dei fenomeni che ha spiegato e il suo modo unico di guardare al mondo. I sei episodi di questo <em>podcast</em> sono ora tutti disponibili sul nostro sito, su <em>Spotify</em>, <em>Apple podcast</em> e sulle principali piattaforme di <em>streaming</em>.</blockquote>
Finalmente arriviamo alla parte conclusiva del Carnevale, quella con i contributi di chi lo ospita. Iniziamo con le recensioni. Come già sapete è iniziata da ormai un mesetto la serie <em>Matematica</em> di librini in formato tascabile abbinata con <em>Gazzetta dello Sport</em>. Ovviamente ho iniziato a seguire anche io l'inziativa, tanto da modificare al giovedì il mio giorno di passaggio dall'edicola e queste sono le recesioni dei primi 4 volumi:
<ul>
<li><a href="https://dropseaofulaula.blogspot.com/2024/02/matematica-lezione-1-i-numeri.html" target="dropsea"><em>I numeri</em></a> di <strong>Maurizio Codogno</strong></li>
<li><a href="https://dropseaofulaula.blogspot.com/2024/02/matematica-lezione-2-la-logica.html" target="dropsea"><em>La logica</em></a> di <strong>Paolo Caressa</strong></li>
<li><a href="https://dropseaofulaula.blogspot.com/2024/03/matematica-lezione-3-funzioni-ed.html" target="dropsea"><em>Funzioni ed equazioni</em></a> di <strong>Roberto Zanasi</strong></li>
<li><a href="https://dropseaofulaula.blogspot.com/2024/03/matematica-lezione-4-gli-insiemi.html" target="dropsea"><em>Gli insiemi</em></a> di <strong>Paolo Caressa</strong></li>
</ul>
Anche se ha poco di matematica ci tengo anche a segnalarvi <a href="https://dropseaofulaula.blogspot.com/2024/02/il-machine-learning-al-servizio.html" target="dropsea"><em>Il machine learning al servizio dell'astronomia</em></a> visto che, in ogni caso, la matematica ha un ruolo importante nel <em>machine learning</em> e nelle reti neurali, che in questo caso trovano applicazione astronomica calcolando la quantità di materia presente nelle galassie.<br/>
Nella sezione delle biografie, invece, ecco <a href="https://dropseaofulaula.blogspot.com/2024/03/wikiritratti-margaret-bryan.html" target="dropsea"><strong>Margaret Bryan</strong></a> insegnante di fisica e astronomia, una delle prime a realizzare dei veri e propri libri scolastici con tanto di esercizi per gli studenti.<br/>
Per i <em>Rompicapi di Alice</em> ecco <a href="https://dropseaofulaula.blogspot.com/2024/03/rompicapi-di-alice-il-problema-di-didone.html" target="dropsea"><em>Il problema di Didone</em></a>, raccontando così il legame tra la fondazione di Cartagine e la matematica, in particolare con un problema isoperimetrico che è stato dimostrato solo diversi secoli dopo.<br/>
Questo mi permette di passare al <em>Cappellaio Matto</em> dove ecco il <em>post</em> di appoggio al video dedicato proprio a questo problema isoperimetrico <a href="https://www.lospaziobianco.it/alcaffedelcappellaiomatto/topolino-3560-il-problema-di-didone/" target="cappellaio"><em>Topolino #3560: Il problema di Didone</em></a>.
Oltre a questo, però, ci sono anche altri due <em>post</em> di appoggio ai video di <em>Disney Comics&Science</em>: <a href="https://www.lospaziobianco.it/alcaffedelcappellaiomatto/topolino-3559-lo-sciame-robotico/" target="cappellaio"><em>Topolino #3559: Lo sciame robotico</em></a>, che oscilla tra matematica ed ecologia, e <a href="https://www.lospaziobianco.it/alcaffedelcappellaiomatto/topolino-3562-effetto-fisarmonica/" target="cappellaio"><em>Topolino #3562: L'effetto fisarmonica</em></a>, ad alto tasso cosmologico.<br/>
L'ultimissimo contributo è l'articolo, con video, <a href="http://poefactory.brera.inaf.it/astrocuriosita-marzo-2024-universo-pi-greco/" target="poe"><em>Universo Pi Greco</em></a> realizzato per <em>POE Factory</em> dell'Osservatorio Astronomico di Brera come <em>Astrocuriosità</em> del mese di marzo. Che mi sembra il modo migliore per chiudere questa lunga carrellata.
Sperando, quindi, di avervi tenuto compagnia, non mi resta che chiudere, come ormai da consolidata tradizione, con la cellula melodica di <strong>Flavio Ubaldini</strong> <em>all’insegna di un luminoso intervallo di quinta</em>:</p>
<div align="center"><iframe allow="autoplay" allowfullscreen width="500" height="400" src="https://www.noteflight.com/music/title_embed/34d5a6d0-0130-48b3-9cbb-62c7314a600b/cellula-melodica-176?"></iframe></div>Gianluigi Filippellihttp://www.blogger.com/profile/03480308847295234747noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4895678055441340357.post-42276458138899001452024-03-13T23:07:00.001+01:002024-03-13T23:07:37.395+01:00Pi Day 2024: Un'anteprimaEro lì, che stavo ragionando a quale anteprima proporvi per il <em>Carnevale della Matematica</em> del <em>pi day</em> di prossima uscita (mancano ancora poche ore), con il <em>file</em> scritto in <em>markdown</em> pronto per essere convertito in html, quand'ecco che mi viene in mente che manca ancora il mio ultimo <em>post</em>! La corsa per aggiungerlo, integrarlo ed esportare il tutto. Un sospiro di sollievo e via, eccovi il video che è uscito ieri come anticipazione del Carnevale, e che in effetti meritava un <em>post</em> tutto per se:
<div align="center" style="padding-top:5px;"><iframe width="500" height="288" src="https://www.youtube.com/embed/RGALYpjETSg?si=sR21Matd6N3UYO0k" title="YouTube video player" frameborder="0" allow="accelerometer; autoplay; clipboard-write; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture; web-share" allowfullscreen></iframe></div>Gianluigi Filippellihttp://www.blogger.com/profile/03480308847295234747noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4895678055441340357.post-67146990313038336762024-03-12T23:44:00.001+01:002024-03-12T23:44:19.762+01:00Topolino #3563: In volo<div align="center"><img src='https://i.postimg.cc/N0R4JyPz/topolino3563-estratto-cover.jpg' border='0' alt='topolino3563-estratto-cover'/></div>
Lo so! Anche questa settimana sono in ritardo, ma ciò avviene per tanti buoni motivi tutti legati a ciò che sta per accadere il 14 marzo! Detto ciò, molto velocemente, vediamo cosa accade sul #3563 di <em>Topolino</em>. Si parte con <em>L'infinita scommessa volante</em>, omaggio ai pionieri del volo e delle trasvolate oceaniche di <strong>Sergio Cabella</strong> e <strong>Luca Usai</strong>. Nessun vero riferimento storico, ma sicuramente tanta attenzione alla storia.<br/>
Tornano <em>Gli allegri mestieri di Paperino</em> con la cinematografica <em>Comparsa a scomparsa</em>, una divertente <em>gag story</em> con alcuni elementi <em>alla Boris</em> di <strong>Tito Faraci</strong> ed <strong>Enrico Faccini</strong>: una coppia vincente!<br/>
Con <em>L'inaspettato museo ammazzamotori</em> <strong>Davide Aicardi</strong> propone una variazione su un tema utilizzato ormai una trentina di anni fa ne <a href="https://inducks.org/s.php?c=I+TL+1840-C" target="inducks"><em>La sfida degli sponsor</em></a> scritta da <strong>Alessandro Sisti</strong> per i disegni dello <em>Studio Comicup</em>. In quel caso la storia era leggermente più complessa, con una sfida in un certo senso <em>pezziniana</em> tra Paperone e Rockerduck. Ad affiancare Aicardi troviamo, però, una <strong>Giulia La Torre</strong> che si presenta con un tratto particolarmente rotondo che ben si addice alle atmosfere giocose della storia.<br/>
Il numero si chiude con una nuova storia dell'Orazio Cavezza di <strong>Giuseppe Zironi</strong>, <em>Problema irrisolvibile</em>. L'autore aggiunge un nuovo tassello nel percorso di recupero e approfondimento del personaggio, che si fa decisamente sempre più interessante.Gianluigi Filippellihttp://www.blogger.com/profile/03480308847295234747noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4895678055441340357.post-9384446289565008332024-03-11T23:04:00.003+01:002024-03-11T23:04:41.310+01:00WikiRitratti: Margaret Bryan<div class="pic right"><img src='https://i.postimg.cc/3r2ztKnQ/20240311-margaret-bryan.jpg' border='0' alt='20240311-margaret-bryan'/></div>
Consideratelo come una specie di micro-ritratto, quello di oggi. Lo dedico a <a href="https://en.wikipedia.org/wiki/Margaret_Bryan_(philosopher)" target="wiki"><strong>Margaret Bryan</strong></a>, insegnante e filosofa vissuta tra il 1759 e il 1836. C'è un po' di dubbio su questi anni, poiché le informazioni biografiche su di lei sono piuttosto scarse e sono state recuperate solo di recente.<br/>
Ha raccolto le sue lezioni in una serie di libri di testo, il primo dei quali, <em>Compendious System of Astronomy</em> pubblicato nel 1797, era dedicato ai suoi studenti. Nel frontespizio la troviamo ritratta insieme con le sue due figlie, Ann Marian e Maria, circondata da alcuni strumenti astronomici, come un telescopio o un astrolabio, a testimonianza della sua grande passione per l'astronomia.<br/>
Nel 1806 vennero pubblicate le sue <em>Lectures on Natural Philosophy</em>, una raccolta di 13 lezioni su idrostatica, ottica, pneumatica e acustica. Nel 1815, esce <em>Astronomical and Geographical Class Book for Schools</em>. Il testo era precedentemente disponibile solo per nobili, insegnanti e venditori di libri: si potrebbe dire, nobili a parte, per lavoratori specializzati nel campo della didattica. Proprio come i moderni libri di testo, era corredato di diagrammi esplicativi ed esercizi. Si occupava di vari problemi di meccanica (la meccanica del fucile o del pallone ad aria calda, per esempio), includendo anche i lavori di <strong>Isaac Newton</strong>, <strong>Galileo Galilei</strong> e <strong>Benjamin Franklin</strong>. diventando così una delle prime a portare i loro risultati su libri di testo scolastici.Gianluigi Filippellihttp://www.blogger.com/profile/03480308847295234747noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4895678055441340357.post-10801910614891899232024-03-10T13:46:00.000+01:002024-03-10T13:46:54.370+01:00Matematica, lezione 4: Gli insiemi<div class="pic right"><img src='https://i.postimg.cc/rwVXpC90/20240310-matematica-lezione4-insiemi.jpg' border='0' alt='20240310-matematica-lezione4-insiemi'/></div>
Dopo il <a href="https://dropseaofulaula.blogspot.com/2024/02/matematica-lezione-2-la-logica.html" target="dropsea">secondo volume sulla logica</a>, <strong>Paolo Caressa</strong> torna a raccontarci qualcosa sulla teoria degli insiemi, che in realtà è strettamente connessa proprio alla logica.<br/>
Questo legame, generalmente, non viene mai raccontato negli usuali programmi scolastici, e anche all'università, a meno di non intraprendere il percorso di studi della matematica, viene raramente approfondito. Il formalismo che conduce il lettore attraverso tutte le pagine è ovviamente quello introdotto nel secondo volume, di cui questo è un ideale completamento. E come quello non ha la pretesa di essere esaustivo (in questo caso agli interessati consiglierei <a href="https://dropseaofulaula.blogspot.com/2012/09/libri-sullorlo-dellinfinito.html" target="dropsea"><em>Tutto, e di più</em></a> di <strong>David Foster Wallace</strong>), però ci sono alcuni punti decisamente molto interessanti a partire dai due numi tutelari del libro, <strong>Giuseppe Peano</strong> e <strong>Georg Cantor</strong>, senza dimenticare quel "rompiscatole" di <strong>Kurt Godel</strong>. A questi tre grandi matematici non può che aggiungersi a un certo punto anche <strong>Ernst Zermelo</strong> con i suoi due fondamentali risultati de il teorema della scelta e il teorema del buon ordinamento.<br/>
In effetti, nella costruzione logica utilizzata da Caressa, il teorema della scelta viene indicato come assioma, visto che da esso è possibile dimostrare quello del buon ordinamento, ma come lo stesso autore fa notare, se si adotta il buon ordinamento come assioma, da questo discende il teorema della scelta (che poi quest'ultima era la scelta adottata da Cantor nello sviluppo della sua teoria degli insiemi). Questa apparente ambiguità è diretta conseguenza dell'incompletezza della matematica, così come venne dimostrato da Godel.<br/><a name='more'></a>
Come avrete capito proprio questa parte del libro è, almeno dal mio punto di vista, quella più succosa del testo proposto da Caressa, ed è stato, in qualche modo, il motivo per cui ho letto con una certa irrequietezza la prima parte del testo. Devo dire che, però, nel complesso l'ho trovato un ottimo ripasso non solo sulla teoria degli insiemi, ma anche sui metodi di dimostrazione dei teoremi in generale. In questo senso ho trovato ancora una volta un paio di refusi logici evidentemente dovuti a frasi che si sono perse tra le varie versioni. Nell'enunciato di un lemma, per esempio, a un certo punto una congiunzione che, per come è impostato l'enunciato, dovrebbe congiungere due insiemi, alla fine si comporta come se congiungesse due proposizioni, lasciando nel lettore la sensazione che una delle due sia andata, appunto, perduta tra i vari passaggi digitali.<br/>
Questo genere di refusi, purtroppo, hanno ricadute anche sulla comprensione del contenuto e per una collana come questa anche uno solo per libro (e fino a ora direi che siamo su questa media) non è esattamente un ottimo <em>spot</em>.<br/>
Passiamo, però, alla parte di appendice del testo. Per <em>I maestri della matematica</em> (lo so, il titolo completo è un altro) <strong>Sara Zucchini</strong> ci racconta qualcosa di <strong>Johannes Kepler</strong>, latinizzato in <strong>Keplero</strong>, colui che è stato in grado di migliorare il sistema eliocentrico di <strong>Niccolò Copernico</strong>. In questo senso il contesto storico, come sempre ben raccontato dalla Zucchini, non è esattamente precisissimo visto che è scomparso il contributo di Rethicus alla diffusione del <em>De Revolutionibus</em>.<br/>
Infine per i <em>giochi matematici</em> <strong>Maurizio Codogno</strong> propone una serie interessante di giochi abbastanza classici ma opportunamente aggiornati nel testo (per i più curiosi mi riferisco ai <a href="https://dropseaofulaula.blogspot.com/2015/05/dilemmi-coi-cappelli.html" target="dropsea">dilemmi coi cappelli</a>).Gianluigi Filippellihttp://www.blogger.com/profile/03480308847295234747noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4895678055441340357.post-33621164370644135122024-03-09T22:28:00.003+01:002024-03-09T22:28:58.343+01:00Da Lang a Tezuka: Metropolis<div class="pic right"><img src='https://i.postimg.cc/L4Z7pwrW/20240309-metropolis-tezuka.jpg' border='0' alt='20240309-metropolis-tezuka'/></div>
<em>Metropolis</em> è il secondo capitolo di una trilogia che comprende <em>Lost World</em> (1948, due volumi) e <em>Next World</em> (1951). Questi tre titoli, in qualche modo ispirati agli omonimi romanzi o film, tutti di <strong>Osamu Tezuka</strong>, mostrano l'ammirazione del <em>mangaka</em> per i progressi tecnologici e scientifici che, presumibilmente, si potrebbero incontrare nel futuro, ma anche la sua preoccupazione relativa alla propensione della razza umana nel cerare guerre e conflitti. Non dimentichiamo che, alcuni anni prima, si era conclusa la seconda guerra mondiale, durante la quale Tezuka aveva vissuto la forte militarizzazione e la carenza di alimenti nel suo paese, così come la successiva sconfitta dello stesso. Tali riflessioni sull'uso corretto o scorretto degli avanzamenti tecnologici del futuro avrebbero trovato poco dopo un maggiore sviluppo in <em>Astro Boy</em> e in altri <em>manga</em> di tema fantastico di sua creazione.<br/>
<em>Metropolis</em>, come facilmente intuibile, è evidentemente ispirato dalla pellicola omonima diretta nel 1927 da <strong>Fritz Lang</strong>, anche se ha poco a che fare con il suo soggetto: sebbene Tezuka fosse un consumato cinefilo per tutta la sua vita, in realtà aveva visto solo un fotogramma di detta pellicola al momento di realizzare il suo <em>manga</em>; uno dei protagonisti dello stesso, il robot Michi, è basato su quest'unica immagine. Sull'aspetto estetico, <em>Metropolis</em> esibisce la onnipresente passione che Tezuka aveva per <strong>Walt Disney</strong> e i suoi disegni "rotondi", ma ugualmente l'influenza di altri nordamericani come <strong>George McManus</strong>, pioniere della "linea chiara".Gianluigi Filippellihttp://www.blogger.com/profile/03480308847295234747noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4895678055441340357.post-52955212397924265772024-03-08T09:29:00.000+01:002024-03-08T09:29:06.641+01:00La storia dell'8 marzo<div align="center" class="pic caption"><img src='https://i.postimg.cc/GpJSRztv/20240308-8-marzo-1917.jpg' border='0' alt='20240308-8-marzo-1917'/><br/>
La manifestazione contro la guerra a San Pietroburgo - via <a href="https://commons.wikimedia.org/wiki/File:N%C5%91nap_-_Petrogr%C3%A1d,_1917.03.08.jpg" target="commons">commons</a></div>
Segnalatomi da mia sorella questa mattina, eccovi un video che racconta i punti salienti della nascita della <em>Giornata internazionale delle donne</em>, popolarmente nota come <em>Festa delle donne</em>, del suo significato politico e sul significato, anch'esso fortemente politico, del regalare e, ancor di più, dello scambiarsi una mimosa.
<div align="center" style="padding-top:5px;"><iframe width="500" height="288" src="https://www.youtube.com/embed/NlteNtsdvIA?si=2qcG1PhKCCkHP0Aj" title="YouTube video player" frameborder="0" allow="accelerometer; autoplay; clipboard-write; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture; web-share" allowfullscreen></iframe></div>
P.S.: evidentemente la memoria inizia a perdere colpi, visto che avevo già <a href="https://dropseaofulaula.blogspot.com/2021/03/8-marzo-1917.html" target="dropsea">scritto un mini-<em>post</em> al rigurado</a>, ma lo avevo dimenticato...Gianluigi Filippellihttp://www.blogger.com/profile/03480308847295234747noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4895678055441340357.post-8538620388498444402024-03-07T22:44:00.003+01:002024-03-07T22:44:41.240+01:00Ambizione nel deserto<div class="pic right"><img src='https://i.postimg.cc/W4D860Wv/20240307-ambizione-deserto-cover.jpg' border='0' alt='20240307-ambizione-deserto-cover'/></div>All'inizio <em>Ambizione nel deserto</em> non è riuscito a conquistarmi. Poi con il proseguire delle pagine il protagonista ideato da <strong>Albert Cossery</strong>, il giovane Samantar, inizia a guadagnarsi le mie simpatie, e con queste anche il romanzo.<br/>
La storia è ambientata nel Dofa, un piccolo e povero emirato dove l'imperialismo occidentale non è arrivato per il semplice motivo che non c'è alcuna risorsa da sfruttare. La vita, quindi, scorre placida e tranquilla senza stress e, soprattutto, senza la schiavitù di attività destinate ad arricchire politici locali e imprenditori occidentali. A un certo punto, però, qualcosa inizia a smuoversi nell'emirato: un gruppo di ribelli inizia a eseguire attentati in giro con l'obiettivo di sollevare la popolazione alla ribellione. A quel punto Samantar, che non ha alcun ruolo ufficiale, decide di indagare.<br/>
Cossery, così, ci porta attraverso un mondo per noi normalmente lontano, proponendo riflessini mai banali sulla società occidentale, ma anche, in maniera meno esplicita, sulla stessa società arabica. E' inevitabile, per il lettore, interrogarsi su cosa rende l'uomo civilizzato e in fondo è l'unica questione veramente degna di riflessione che ci propone l'autore. Giusto per restare nello spirito di Samantar.Gianluigi Filippellihttp://www.blogger.com/profile/03480308847295234747noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4895678055441340357.post-69078275446773943762024-03-06T22:08:00.002+01:002024-03-06T22:08:25.377+01:00Rompicapi di Alice: Il problema di Didone<div align="center" class="pic caption"><img src='https://i.postimg.cc/7hBFjJ9Z/20240306-didone-cartagine.jpg' border='0' alt='20240306-didone-cartagine'/><br/>Didone mentre si prepara a prendere possesso della terra dove fonderà Cartagine - via <a href="https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Dido_purchases_Land_for_the_Foundation_of_Carthage.jpg" target="commons">commons</a></div>
Secondo la mitologia <strong>Didone</strong>, primogenita di Belo, sarebbe dovuta diventare la regina di Tiro alla morte del padre. Senonché il fratello <strong>Pigmalione</strong>, che aveva evidentemente molto più amore verso il trono che verso la sorella, fece uccidere il marito Sicheo. Così quest'ultima, che aveva decisamente un maggior senso della famiglia, per evitare una guerra civile tra le fazioni dei rispettivi sostenitori, decise di prendere le sue cose e, con un nutrito gruppo di suoi seguaci, salpò verso nuovi lidi.<br/>
Nel corso delle sue peregrinazioni, Didone arrivò sulle coste dell'attuale Tunisia, nei pressi di Tunisi. Il posto le piacque, così chiese al re di quelle terre, <strong>Iarba</strong>, il permesso per edificare una città. Il suo obiettivo era quello di eguagliare, se non addirittura superare la potenza di Tiro. Iarba, però, con un qual certo scherno, le concesse tanto terreno <em>"quanto ne poteva contenere una pelle di bue"</em>.<br/>
Didone, però, <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Problema_di_Didone" target="wiki"><strong>ragionò in termini matematici</strong></a>: strappò a strisce sottilissime la pelle di bue e creò una semicirconferenza, in modo tale da delimitare un terreno di fronte alla costa, visto che l'accesso al mare poteva fare la differenza negli scambi commerciali.
Non è detto che il mito non abbia un qualche elemento di verità, visto che l'antico nome di Cartagine, <em>Birsa</em>, significa <em>"rocca"</em> in fenicio e <em>"pelle di bue"</em> in greco!<br/>
Il problema che dovette risolvere Didone, però, è un <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Isoperimetria" target="wiki"><strong>problema isoperimetrico o di isoperimetria</strong></a>, che in termini matematici viene rappresentato dalla seguente disuguaglianza<a name='more'></a>
\[4 \pi A \leq P^2\]
dove \(A\) è l'are a e \(P\) il perimetro della curva. E questa disuguaglianza diventa un'uguaglianza solo quando la curva diventa una circonferenza, poiché la sua area è pari a \(A = 2\pi r^2\) e il perimetro \(P = 2 \pi r\).<br/>
Per arrivare a questa rappresentazione relativamente "semplice" del problema, però, ci sono voluti diversi secoli.
<div id="box" align="center"><strong>Triangoli e cerchi</strong></div>
Il primo matematico ad affrontare tale problema fu <strong>Zenodoro</strong>, all'incirca in un qualche punto nel secondo secolo a.C. Del suo trattato <em>Sulle figure isoperimetriche</em> siamo venuti a conoscenza grazie agli scritti di <strong>Teone di Alessandria</strong> e di <strong>Pappo</strong>, anch'egli di Alessandria.
In particolare Teone scrive:
<blockquote>Allo stesso modo, poiché la più grande tra le figure che hanno stesso perimetro è quella che ha più angoli, il cerchio è la più grande tra le figure piane e la sfera tra i solidi.</blockquote>
Secondo Teone, Zenodoro prima dimostra che <em>"se vi sono due triangoli sulla stessa base e con lo stesso perimetro, uno isoscele e l'altro scaleno, il triangolo isoscele ha area maggiore"</em>, e poi <em>"dati due triangoli isosceli non simili tra loro, se [si costruiscono] sulle stesse basi due triangoli simili tra loro tali che la somma dei loro perimetri sia uguale alla somma dei perimetri dei primi due triangoli, allora la somma delle aree dei triangoli simili è maggiore della somma delle aree dei triangoli non simili"</em> e da qui costruisce, o dovrebbe costruire, un metodo molto simile a quello adottato da <strong>Archimede</strong> per il calcolo del <em>pi greco</em>. Il condizionale però è d'obbligo, perché di come Zenodoro avrebbe portato a termine la dimostrazione non se ne ha traccia.<br/>
In effetti, però, Pappo fa qualcosa in più e dimostra il risultato per il semicerchio, ovvero esattamente per quanto raccontato nel <em>problema di Didone</em>.
<div id="box" align="center"><strong>Curve e angoli</strong></div>
La distanza temporale tra Zenodoro e Pappo e i loro rispettivi risultati è all'incirca di 6 secoli. E ce ne vorranno ancora di più per arrivare da Pappo a <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Jakob_Steiner" target="wiki"><strong>Jakob Steiner</strong></a>, matematico svizzero che nel 1838 riuscì finalmente a dimostrare quella che mi permetto di chiamare <em>congettura di Zenodoro</em>. O quasi.<br/>
Steiner sviluppò un metodo oggi noto come <em>simmetrizzazione di Steiner</em> e che <strong>Richard Tapia</strong> racconta in tre passi (in <a href="https://rusmp.rice.edu/sites/g/files/bxs3761/files/publications/The%20remarkable%20life%20of%20the%20isoperimetric%20problem.pdf" target="pdf">questa presentazione in pdf</a>).
<ul>
<li><strong>Passo 1</strong>: si prende una curva convessa (se in una curva chiusa colleghiamo due punti qualsiasi del suo perimetro con un segmento e questo segmento <strong>non</strong> taglia la curva a parte i due estremi del segmento, allora questa curva è convessa, ma se esiste almeno un segmento per cui ciò non avviene, allora la curva è concava)</li>
<div align="center"><img src="https://i.postimg.cc/bJv0vG8n/20240306-curva-convessa.jpg" alt="20240306-curva-convessa"/></div>
<li><strong>Passo 2</strong>: la bisettrice del perimetro (il segmento che divide il perimetro a metà) divide la curva in due aree uguali e la si può simmetrizzare attraverso la bisettrice</li>
<div align="center"><img src="https://i.postimg.cc/j5kHnsdF/20240306-bisettrice.jpg" alt="20240306-bisettrice"/></div>
<li><strong>Passo 3</strong>: tutti gli angoli inscritti determinati dalla bisettrice del perimetro devono essere angoli retti</li>
<div align="center" class="pic"><img src="https://i.postimg.cc/rpMCvnPQ/20240306-angoli.jpg" alt="20240306-angoli"/></div>
</ul>
Alla fine della dimostrazione Steiner non si rese conto di un semplice fatto: aveva dimostrato che, <strong>se</strong> la soluzione esiste, è un cerchio. Solo che <strong>non aveva dimostrato</strong> che la soluzione esiste. Quest'ultimo punto dovette aspettare qualche decennio per venire dimostrato, più precisamente il 1879 con <strong>Karl Weierstrass</strong>.<br/>
E così alla fine ciò che Didone intuì nella sua ricerca del luogo perfetto dove fondare Cartagine venne finalmente dimostrato dalla curiosità di alcuni matematici attraverso i secoli.
<hr/>
<ul>
<li><a href="https://maa.org/press/periodicals/convergence/the-sagacity-of-circles-a-history-of-the-isoperimetric-problem-introduction" target="math"><em>The Sagacity of Circles: A History of the Isoperimetric Problem - Introduction</em></a></li>
<li><a href="https://mathworld.wolfram.com/IsoperimetricProblem.html" target="math"><em>Isoperimetric Problem</em></a></li>
</ul>Gianluigi Filippellihttp://www.blogger.com/profile/03480308847295234747noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4895678055441340357.post-42361377495258034852024-03-05T22:02:00.000+01:002024-03-05T22:02:24.269+01:00Le grandi domande della vita: Quanto è difficile andare nello spazio?<div class="pic right"><img src='https://i.postimg.cc/WpFG9v6S/20240215-rocket.jpg' border='0' alt='20240215-rocket'/></div>Nella <a href="https://mastodon.social/@gubi@sociale.network/111908107666694273" target="masto">mia <em>timeline</em> di <em>mastodon</em></a> a volte ritornano certi argomenti e certe cose uscite dal passato, un po' come avveniva sul <em>twittero</em>, a volte per ricordarle, altre per puro spirito polemico, proprio come l'altrettanto polemico, e molto ignorante, <em>tweet</em> di <strong>Roberto Burioni</strong> del maggio 2021 a commento della <a href="https://www.ilpost.it/2021/05/09/razzo-cinese-caduto/" target="post">caduta del razzo cinese</a>. Ora, visto che la serie delle <em>grandi domande della vita</em> langue da un bel po', mi è sembrato interessante sfruttare questa occasione per riesumarla per capire quanto sia difficile andare nello spazio. Inoltre c'è anche una seconda utilità: leggendo il <em>tweet</em> incriminato, la cosa che colpisce e che in qualche modo resta attuale è come sia sostanzialmente ignoto, anche a qualcuno che la scienza dovrebbe conoscerla, come quest'ultima sia un processo di apprendimento a passi successivi, in cui la maggior parte dei tentativi sono a conti fatti dei fallimenti. In questo proprio il lancio di razzi nello spazio è forse l'esempio più fulgido, soprattutto perché molte persone pensano che, visto che ci siamo riusciti una volta, ci riusciremo ancora più facilmente oggi.<br/>
Proprio gli inizi della <a href="http://sciencebackstage.blogspot.com/search/label/corsa%20allo%20spazio" target="sciback">corsa allo spazio</a> sono ricchi di tentativi andati a male, alcuni finiti anche in maniera drammatica, ma anche oggi le cose non vanno in maniera diversa, come racconta molto bene <strong>Les Johnson</strong> nell'interessantissimo libro sull'espolarzione umana dell'universo <em>In viaggio tra le stelle</em>, portato in Italia da <em>Apogeo</em> nella traduzione di <strong>Corrado Ghinamo</strong>. La sua recensione, quando sarà, potrei proporla per l'uscita su <a href="https://edu.inaf.it/" target="eduinaf">EduINAF</a>, ma per intanto lasciatemi mettere qui sotto il passo del libro cui mi riferisco:
<blockquote>Difficilmente passa un anno senza che almeno un razzo fallisca l'obiettivo di raggiungere lo spazio, per un motivo o per un altro. L'anno 2020 fu particolarmente difficile per i lanci delle missioni spaziali, con alcune importanti perdite, fra le quali la Launcher One della Virgin Orbit, le cinesi Kuaizhou e Long March, l'Electron della Rocket Lab, la Vega di Arianspace e altre. Nei primi anni dell'esplorazione spaziale, quando volarono per la prima volta i grandi razzi, il fallimento era usuale quanto il successo, se non di più.</blockquote>
Visto che ci sono, e visto per continuare a mantenere il rapporto di questa rubrica con il sito <em>Quora</em>, vi segnalo la domanda <a href="https://www.quora.com/What-are-some-of-the-biggest-mistakes-made-in-rocket-construction" target="quora"><em>What are some of the biggest mistakes made in rocket construction?</em></a>Gianluigi Filippellihttp://www.blogger.com/profile/03480308847295234747noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4895678055441340357.post-2298907224530561312024-03-04T21:49:00.008+01:002024-03-04T21:53:34.215+01:00Topolino #3562: Quando il cattivo domina<div align="center"><img src='https://i.postimg.cc/wxXwZ05h/topolino3562-estratto-cover.jpg' border='0' alt='topolino3562-estratto-cover'/></div>
La storia d'apertura, <em>Il criminale inesistente</em> di <strong>Tito Faraci</strong> per i disegni di <strong>Giampaolo Soldati</strong>, è il nuovo capitolo del burrascoso rapporto tra Topolino e l'ispettore Irk. La storia non spicca particolarmente, almeno non per le prime pagine, se non per lo strano caso di questo ladro che apparentemente nessuno riesce a vedere. Poi, però, alla decima pagina della storia ecco che tutto cambia, e <em>il criminale inesistente</em> inizia a confidarsi con noi lettori. Per i miei gusti lì la storia ha cambiato di passo e il cattivo è diventato di colpo un personaggio interessante, molto di più di Irk o di Topolino. E la sensazione è che questo nuovo criminale sia qui per restare.<br/>
Ovviamente non può sfuggire nemmeno il ruolo di Pippo nella risoluzione della vicenda, un consulente che ha reso semplice qualcosa che per le persone normali non lo era per nulla!<br/><a name='more'></a>
Il numero si chiude con <em>La mappa di Ermete</em> di <strong>Sergio Cabella</strong> per i disegni di <strong>Mattia Surroz</strong>. La storia ha quasi una narrazione circolare, visto che la scena finale e quella iniziale sono molto simili. Per il resto siamo di fronte a una storia apparentemente centrata su una classica caccia al tesoro, ma le cose, per fortuna, non stanno come sembrano. Per fortuna, perché a un certo punto la ripetitività delle scene stava diventando decisamente stucchevole. Piccola nota non esattamente in positivo sui disegni: nella scena in cui i paperi si lanciano dall'aereo verso una foresta del Sud America, Surroz indulge in una prospettiva spettacolare ma sostanzialmente illogica, visto che Paperino e Paperone, più vicini al terreno, non hanno ancora aperto il paracadute. Sarebbe stato più ovvio ribaltare la prospettiva mettendo i due in alto rispetto ai nipotini, ma comunque sufficientemente grandi da poterli distinguere nel corso del dialogo. Direi che è in questi dettagli che ancora maestri come <strong>Marco Rota</strong> si distinguono rispetto a disegnatori più giovani nonostante un tratto non sempre limpidissimo.<br/>
La chiusura dell'articolo è dedicata a <em>L'effetto fisarmonica</em>, storia con Newton e Paperino scritta da <strong>Francesco Vacca</strong> per i disegni di <strong>Andrea Maccarini</strong>. Se dico che è la storia che mi è piaciuta di più voi rispondete: facile! sei un fisico!<br/>
Eh già! Perché all'interno della storia Newton si fa portavoce di alcuni concetti cosmologici come il <em>big crunch</em> e il <em>big bounce</em> (quest'ultimo, però, non citato esplicitamente, ma nascosto dietro quell'<em>effetto fisarmonica</em> del titolo) che sono piuttosto interessanti, ma al momento nel puro campo della speculazione, come ho anche provato a spiegare nell'<a href="https://www.lospaziobianco.it/alcaffedelcappellaiomatto/topolino-3562-effetto-fisarmonica/" target="cappellaio">ultimo video di <em>Disney Comics&Science</em></a>.Gianluigi Filippellihttp://www.blogger.com/profile/03480308847295234747noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4895678055441340357.post-72278886270188203742024-03-03T22:21:00.007+01:002024-03-03T22:29:49.828+01:00Il sesto: riflessioni sulla vita<div class="pic right"><img src='https://i.postimg.cc/gcCLCsZq/20240303-il-sesto-cover.jpg' border='0' alt='20240303-il-sesto-cover'/></div>
Una parte di me avrebbe preferito scrivere queste righe per <em>Lo Spazio Bianco</em>. L'idea, infatti, era scrivere una serie di recensioni a partire da fumetti presi a <em>Cartoomics</em> 2022 nell'area del fumetto indipendente. E in qualche modo ci tenevo a scrivere la recensione di un paio di fumetti della <a href="https://www.greenmooncomics.com/" target="comics"><em>Green Moon Comics</em></a>, una piccola casa editrice che ha come direttore editoriale il calabrese (cosentino, se la memoria non mi inganna) <strong>Lucio Perrimezzi</strong>, che nel 2022 <a href="https://www.lospaziobianco.it/green-moon-comics-a-milan-games-week-cartoomics-2022/" target="lsb">venne intervistato da <strong>Amedeo Scalese</strong></a>.<br/>
Perrimezzi, però, è anche sceneggiatore e proprioin quella <em>Cartoomics</em> portò alcuni dei fumetti che aveva realizzato per <em>Green Moon</em>, incluso <em>Il sesto</em>, disegnato da <strong>Francesca Follini</strong>, di cui aveva da poco riottenuto i diritti dopo la sua precedente prima pubblicazione in bianco e nero per la <em>NPE</em>. La storia racconta l'ultima parte della vita di Trevor Between, immortale. A guidare la storia è la morte della donna che considerava quella giusta. Alison è un personaggio idealistico, in un certo senso, che combatte per migliorare la vita nella sua città, per la quale è candidata nelle elezioni. La storia, quindi, mescola le riflessioni sulla mortalità e sulla vita con quelle sulla politica e, in particolare, sui contrasti sociali, tema che in qualche modo è toccato anche nelle scene di <em>flashback</em> disseminate tra le pagine e che vanno ad approfondire alcuni momenti chiave della lunga e centenaria vita di Trevor.<br/><a name='more'></a>
Il segreto di quest'ultimo e le riflessioni intimiste sono, alla fine, ciò che resta più impresso alla fine della lettura, in particolare quell'istante di comprensione su se stesso raggiunto alla fine dal protagonista. In effetti lo sceneggiatore ha cercato di ricordare, attraverso un personaggio che non può morire, l'importanza di vivere.<br/>
L'aggiunta del colore, sempre ad opera di Follini, enfatizza poi la vicinanza del suo tratto a quello di <strong>Mark Bagley</strong>, mentre la costruzione della pagina riesce ad accompagnare in maniera perfetta tutti i momenti della storia, da quelli più d'azione agli altri più riflessivi, sapientemente disseminati dalla penna di Perrimezzi.Gianluigi Filippellihttp://www.blogger.com/profile/03480308847295234747noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4895678055441340357.post-32960112520609189142024-03-02T19:31:00.000+01:002024-03-02T19:31:41.555+01:00Matematica, lezione 3: Funzioni ed equazioni<div class="pic right"><img src='https://i.postimg.cc/wMGwW6WF/20240302-matematica-lezione3-funzioni-equazioni.jpg' border='0' alt='20240302-matematica-lezione3-funzioni-equazioni'/></div>
Dopo il <a href="https://dropseaofulaula.blogspot.com/2024/02/matematica-lezione-2-la-logica.html" target="dropsea">volume sulla logica</a>, eccoci tornare a qualcosa di un po' più matematico (almeno nel sentire comune) come le funzioni e le equazioni. A condurci attraverso questo mondo di per se molto vasto troviamo <a href="https://proooof.blogspot.com/" target="zar"><strong>Roberto Zanasi</strong></a>, insegnante e <a href="https://xmau.com/wp/matematti/carnevali/" target="mau"><em>matematto</em></a>. E per chi lo ha già letto in altri testi, come per esempio <em>Verso l'infinito ma con calma</em>, o per chi lo legge usualmente sul suo blog, è indubbiamnente un percorso confortante attraverso uno stile noto che riesce a coniugare la didattica con la divulgazione. Considerando che questo è uno degli intenti della serie di volumetti, è fuori di dubbio che proprio con <em>Funzioni ed equazioni</em> quell'intento è stato raggiunto nel modo migliore possibile.<br/>
Considerando, poi, la vastità dell'argomento, la selezione fatta da Roberto (Zanasi) risulta quella minima e sufficiente per avere un'idea su cosa siano le equazioni e le funzioni, su quale sia il loro legame, sull'interpretazione geometrica delle stesse o dei sistemi di equazioni, senza dimenticare uno sguardo veloce allo studio di funzioni, senza dire che è uno studio di funzioni.<br/><a name='more'></a>
Anche per quel che riguarda i refusi siamo a livelli tutto sommato accettabili, e forse solo un paio risultano disorientati per il lettore (sono relativi a un paio di segmenti, quindi non esattamente qualcosa di banale). A parte ciò siamo di fronte a un testo chiaro e diretto proprio come è nello stile di Roberto Zanasi.<br/>
A completare il tutto ci sono <em>I maestri della matematica</em> di <strong>Sara Zucchini</strong>, che partendo dai matematici indiani ci conduce fino a <a href="https://dropseaofulaula.blogspot.com/2020/09/ritratti-leonardo-fibonacci.html" target="dropsea"><strong>Leonardo Fibonacci</strong></a>, e poi i <em>Giochi matematici</em> di <strong>Maurizio Codogno</strong>. E devo dire che, da fisico, un paio di soluzioni non mi trovano esattamente d'accordo, ma ci può stare visto che ho preso in considerazione un dato implicito nel problema, ma che generalmente non viene mai preso in considerazione dal risolutore (il risultato finale è in ogni caso lo stesso).Gianluigi Filippellihttp://www.blogger.com/profile/03480308847295234747noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4895678055441340357.post-47383738717660668642024-03-01T20:10:00.003+01:002024-03-01T21:56:48.669+01:00Tutti pronti per il pi day?<div align="center"><img alt="" border="0" data-original-height="320" data-original-width="420" src="https://1.bp.blogspot.com/-e9JgeK8x5WE/YEzzmNIqjuI/AAAAAAAAg9Y/NQp4glQDAfoqJm-Nbomt45nNTFpWqog8ACPcBGAsYHg/s0/20110512-carnevale_matematica.jpg"/></div>
Anche quest'anno la chiamata alle armi per il Carnevale della Matematica del <em>pi day</em>, griffato #176, arriva abbinato a un video. E come l'anno scorso, oltre a lanciare ufficialmente la raccolta dei contributi, chiedo anche a chi realizza video su YouTube (ma non solo) di segnalarmeli o tramite i commenti al video o attraverso i soliti canali, ovvero l'indirizzo <em>e-mail</em> o i <em>social</em>, in particolare <a href="https://mastodon.social/web/@ulaulaman" target="masto">mastodon</a> e <a href="https://www.instagram.com/ulaulaman/" target="insta">instagram</a> che sono quelli che utilizzo di più. Quest'anno, poi, c'è anche una nuova opzione, visto che su feddit, l'alternativa italiana a reddit, è attivo un <a href="https://feddit.it/c/matematica" target="feddit">gruppo dedicato alla matematica</a> e quindi potrete passare anche di lì per segnalare i vostri contributi o commentando sul <em>post</em> che spunterà a breve nel gruppo, o inserendo l'<em>hashtag</em> #carnevaledellamatematica: basta, però, che vi ricordiate di inserire un paio di righe di presentazione dell'articolo che mi segnalate. <em>Deadline</em>: 12 marzo 2024.<br/>
Non mi resta, quindi, che lasciarvi al video annuncio!
<div align="center"><img border="0" src="https://1.bp.blogspot.com/-eJ-r9cUykxM/USY7H9wSV5I/AAAAAAAAGgA/vqPgSmxnPd8/s186/20130221-mail.png" /></div>
<div align="center"><iframe width="500" height="288" src="https://www.youtube.com/embed/ko9lm5PI7ag?si=h2nKmRYixiGvCnpK" title="YouTube video player" frameborder="0" allow="accelerometer; autoplay; clipboard-write; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture; web-share" allowfullscreen></iframe></div>Gianluigi Filippellihttp://www.blogger.com/profile/03480308847295234747noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4895678055441340357.post-260127441793227732024-02-29T20:05:00.001+01:002024-02-29T20:05:00.128+01:00Riprendere in mano il tempo<div align="center" class="pic"><img src='https://i.postimg.cc/Yq44W0Pb/20240228-creating-clay-vase.jpg' border='0' alt='20240228-creating-clay-vase'/></div>
Un po' di tempo fa, su <em>tumblr</em>, nella mia <em>timeline</em> <a href="https://falcemartello.tumblr.com/post/740600257787920384/repetita-iuvant" target="tumb">è spuntato</a> un estratto di un intervento di <a href="https://www.unialeph.it/nicola-donti/" target="out"><strong>Nicola Donti</strong></a>, filosofo, tenuto nel corso dell'evento <a href="https://www.unialeph.it/unialeph-trevi-2019/" target="out">Trevi2019</a> organizzato da UniAleph, Libera Università popolare per attuare la Costituzione. L'estratto, che mi ha colpito per l'idea del <em>percorso migliore</em> espressa dal bambino (un'idea che, in effetti, è molto fisica: potrei pensare di scriverci qualche riga in futuro), è però solo una porzione di un intervento interessantissimo che, in qualche modo, si ricollega al discorso sulla democrazia che provavo a buttare giù <a href="https://dropseaofulaula.blogspot.com/2024/02/scienza-e-democrazia.html" target="dropsea">qualche giorno fa</a>. Ed è per questo che voglio proporvi l'intervento integrale qui sotto:<a name='more'></a>
<div align="center" style="padding-top: 5px;"><iframe width="500" height="288" src="https://www.youtube.com/embed/DBkDXgCSn04?si=eU21vy73ipMFhl97" title="YouTube video player" frameborder="0" allow="accelerometer; autoplay; clipboard-write; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture; web-share" allowfullscreen></iframe></div>
<hr/>
<em>Immagine di apertura <a href="https://creator.nightcafe.studio/creation/f3PhGWrYs7ZOcekuRjL7" target="night">generata con Night Cafè</a></em>Gianluigi Filippellihttp://www.blogger.com/profile/03480308847295234747noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4895678055441340357.post-25489382308652229242024-02-28T22:52:00.000+01:002024-02-28T22:52:07.666+01:00Topolino #3561: Il mestiere di scrivere<div align="center"><img src='https://i.postimg.cc/yN9LNfVy/topolino3561-estratto-cover.jpg' border='0' alt='topolino3561-estratto-cover'/></div>
Negli ultimi giorni, per i motivi più disparati, sono stato latitante da <em>DropSea</em> e ho anche saltato la consueta recensione settimanale di <em>Topolino</em>. O quasi, visto che giungo qui praticamente fuori tempo massimo visto che è uscito oggi il #3562. Visto, però, che non l'ho ancora acquistato (come probabilmente sa chi mi legge da un po', sto acquiostando la serie <em>Matematica</em> abbinata con <em>Gazzetta dello Sport</em> e <em>Corriere della Sera</em>, ho cambiato giorno di passaggio in edicola alk giovedì), almeno non sono in ritardo con me stesso, quindi procedo, anche se cercherò di essere il più sintetico possibile.<br/>
Partiamo dalla <em>cover story</em>, <em>La signora della scogliera</em> di <strong>Marco Nucci</strong> e <strong>Mattia Surroz</strong>, che ricade nella serie di <em>Area 15</em>. E' a quest'ultima che mi riferisco con il titolo di questa recensione, visto che narra delle difficoltà creative di alcuni dei protagonisti della serie. In qualche modo, anche non occupandomi di scrittura creativa propriamente detta (anche se scrivere di scienza ha in se una sua azione creativa, per quanto differente da quella dello scrivere un racconto o un romanzo), ho trovato la storia interessante e con alcuni spunti utili non solo per il giovane lettore.<br/><a name='more'></a>
Devo dire che la storia successiva, <em>Le gallette predilette</em> di <strong>Vito Stabile</strong> e di <strong>Marco e Stefano Rota</strong> l'ho trovata, all'inizio, piuttosto antipatica, sperando di trovarmi di fronte a una storia breve. In particolare stavo per abbandonare la lettura quando nell'ultima vignetta della quinta pagina Paperone ha iniziato a fare i capricci come un bambino. Poi, per fortuna, ho resistito e la storia è decisamente migliorata. Devo inoltre aggiungere a margine che ultimamente in queste storie di <em>Pianeta Paperone</em> e <em>Pianeta Paperino</em> c'è un evidente intento da parte di Vito Stabile di recuperare un Paperino comunque con qualche talento nel taschino, come per esempio quello culinario, e decisamente meno ozioso del solito. Spero, personalmente, che questo <em>trend</em> non resti isolato alle sole storie di Stabile.<br/>
Menzioni veloci per <em>Lo scacco smnacco</em> di <strong>Terje Nordberg</strong> e <strong>Arild Midthun</strong> che, come suggerisce il titolo, parla di scacchi e che spicca per la presenza di una versione <em>disneyana</em> di <strong>Magnus Carlsen</strong>, e per <em>Il primo valzer</em> di <strong>Danilo Deninotti</strong> e <strong>Luca Usai</strong> che riporta Topolino e Pippo indietro fino ad atmosfere musicali <em>mittle-europee</em> sulla falsa riga de <a href="https://inducks.org/story.php?c=I+TL+1880-A" target="inducks"><em>L'eredità di Mozart</em></a> di <strong>Bruno Sarda</strong> e <strong>Franco Valussi</strong> (ovviamente per me non c'è confronto tra le due).Gianluigi Filippellihttp://www.blogger.com/profile/03480308847295234747noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4895678055441340357.post-55379044434639917762024-02-24T19:37:00.003+01:002024-02-24T22:13:41.016+01:00Matematica, lezione 2: La logica<div class="pic right"><img src='https://i.postimg.cc/j5M7Cnf4/20240224-matematica-lezione2-logica.jpg' border='0' alt='20240224-matematica-lezione2-logica'/></div>
Dopo l'esperienza del <a href="https://dropseaofulaula.blogspot.com/2024/02/matematica-lezione-1-i-numeri.html" target="dropsea">primo volume</a>, sono stato fortemente tentato di non dare nemmeno la classica seconda occasione alla serie, ma poi il richiamo della logica matematica, argomento di questa seconda uscita, è stato più forte di tutto e così eccomi qui a raccontarvi qualcosa sul testo di <strong>Paolo Caressa</strong>.<br/>
L'argomento di questa uscita non è certo esattamente semplice per il lettore medio che transita dall'edicola, ma Caressa, abbracciando la filosofia dell'intera collana, adotta un approccio molto interessante che, pur non rinunciando al formalismo e a quel minimo di dimostrazioni necessarie per far comprendere il pensiero logico matematico, riesce a fornire gli elementi essenziali di logica che, si spera, possono permettere al lettore di non abusare del classico <span id="cit">ma è logico!</span>, che mi pare sia utilizzato un po' da tutti un po' a sproposito.<br/>
L'aggiunta poi dei problemi ricreativi di <strong>Maurizio Codogno</strong> completa il quadro, insieme con gli esercizi più formali, di una disciplina sì difficile, ma che viene qui presentata come un po' più alla portata di tutti. Inoltre i pochi elementi di storia della logica permettono anche di chiarire come, in effetti, la logica in realtà sia stata patrimonio dei matematici in tempi molto antichi e solo la perdita di molti testi di questo genere ha reso la disciplina preda dei filosofi.<br/><a name='more'></a>
A parte queste diatribe, dal mio punto di vista il libro mi ha permesso di rivedere alcuni elementi di logica esercitati poco o nulla. Inoltre affronta anche il problema dell'incompletezza della matematica, dimostrata da <strong>Kurt Godel</strong>, e quindi in quest'ottica Caressa si pone ben pochi problemi nel proporre una visione anche solo parziale della logica. Vengono, in ogni caso, citati altri costrutti logici, oltre a quello a due valori. Sarebbe stato quindi interessante avere un secondo volume all'interno della collana dedicato a una qualche logica a più valori, visto che in questa visione molte scoperte contro-intuitive della meccanica quantistica potrebbero avere una lettura differente e, forse, un po' meno problematica.<br/>
A parte queste paturnie da fisico, questa seconda <em>lezione</em> risulta decisamente molto più curata dal punto di vista editoriale con meno refusi dal punto di vista del testo e praticamente nessun refuso per quel che riguarda le formule e le espressioni logiche. Ovviamente in questo finale mi preme ricordare anche il <em>ritratto</em> di <strong>Sara Zucchini</strong> dedicato questa settimana ad <strong>Archimede</strong>, una delle figure più iconiche della matematica e della fisica, visto che, come la stessa Zucchini sottolinea con grandissima chiarezza, ottenne grandi risultati anche in questa disciplina, che forse il nostro considerava come una più semplice e divertente applicazione della matematica!<br/>
Nel complesso direi che <a href="https://dropseaofulaula.blogspot.com/2019/01/ritratti-lewis-carroll.html" target="dropsea"><strong>Lewis Carroll</strong></a> approverebbe!
<hr/>
P.S.: Giusto qualche perplessità sul problema n.9, visto che nel testo manca un dato che, magicamente, spunta nella soluzione dove si scrive, più o meno testualmente, che quel dato lo conosciamo, ma sono abbastanza sicuro che nel testo manca...Gianluigi Filippellihttp://www.blogger.com/profile/03480308847295234747noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4895678055441340357.post-22729593408643844072024-02-23T21:48:00.000+01:002024-02-23T21:48:24.705+01:00Il machine learning al servizio dell'astronomia<div align="center" class="pic"><img src='https://i.postimg.cc/5tXBChBf/20240223-deep-space.jpg' border='0' alt='20240223-deep-space'/></div>
Il peso dell'articolo <em>Total and dark mass from observations of galaxy centers with Machine Learning</em> (<a href="https://arxiv.org/abs/2310.02816" target="arxiv">versione su arXiv</a>) non è sfuggito all'INAF che ne ha realizzato un <a href="https://www.media.inaf.it/2024/02/22/pesare-le-galassie-con-mela/" target="mediainaf">comunicato stampa</a> <em>ad hoc</em> che, forse, non è stato sottolineato abbastanza.<br/>
Il primo punto importante da ricordare è che le tecniche di rete neurale e di <em>machine learning</em> utilizzate per addestrarle, sono in uso da diverso tempo in astronomia. I primi utilizzi, come avevo ricordato a suo tempo su <a href="https://maddmaths.simai.eu/divulgazione/reti-neurali-e-astronomia/" target="madd">vecchio articolo uscito su <em>MaddMaths!</em></a> (<a href="http://docmadhattan.fieldofscience.com/2013/11/neural-networks-and-astronomy.html" target="docmad">versione in inglese con equazioni funzionanti</a> - cercherò di realizzare una versione in italiano con le equazioni), puntavano sul miglioramento delle immagini astronomiche. Tecniche che in effetti sono state implementate in molti filtri specifici nel corso dell'ultimo decennio all'interno di <em>software</em> e <em>app</em> di fotoritocco.<br/><a name='more'></a>
Ora gli astronomi, e sono coinvolti anche alcuni ricercatori INAF, hanno fatto un passo in più: addestrare una rete neurale a compiere calcoli piuttosto complessi. A questo punto, prima di procedere un po' più in dettaglio, mi sembra giusto scrivere che ero un po' indeciso se e dove scrivere queste righe, avendo in corso la scrittura di un altro <em>post</em> sull'argomento, ma alla fine ho preferito non saltare completamente la notizia, non avendo garanzia sui tempi di scrittura. "Detto" ciò, procediamo con i punti essenziali.<br/>
Uno dei dati essenziali dell'astronomia è il "peso" delle galassie. Per esempio è proprio grazie alla valutazione della massa di alcune galassie che si riuscì a scoprire dell'esistenza della materia oscura. Certo, un metodo indiretto che però ha aperto la strada alla ricerca di osservazioni dirette, fino a ora senza alcun risultato, ma questo è un altro discorso. Ci sono diverse tecniche per pesare le galassie, alcune basate sulla spettroscopia, come due progetti in cui l'INAF è coinvolta, <a href="https://ingconfluence.ing.iac.es/confluence/display/WEAV/The+WEAVE+Project" target="astro">WEAVE</a> e <a href="https://www.4most.eu/cms/home/" target="astro">4MOST</a>. Queste osservazioni producono, generalmente, una gran mole di dati a cui, successivamente, vengono applicati, tramite algoritmi opportuni generalmente sviluppati dagli stessi astronomi, calcoli piuttosto complicati e laboriosi che prendono diversi giorni di calcolo. E visto che la <em>quantum computing</em> non è ancora pronta, ecco l'idea: addestrare una rete neurale a compiere i calcoli al posto degli attuali algoritmi.<br/>
Il primo passo di questa strada è stato addestrare una rete neurale utilizzando le simulazioni su cui si basano i calcoli, o in termini più <em>pop</em>, insegnare la fisica all'intelligenza artificiale. E questa, quando gli si sono stati dati in pasto i dati reali, ha effettivamente mostrato di aver imparato la fisica, riproducendo perfettamente i risultati ottenuti con i metodi classici. Il metodo, che ha indubbiamente lo svantaggio iniziale di dover attendere i tempi di apprendimento della rete neurale, ha il vantaggio di ridurre i tempi di calcolo fondamentalmente perché, a differenza di un algoritmo di calcolo, la rete neurale non riparte mai da zero, ma dal punto cui è arrivata in precedenza. Per avere un'idea di questo vantaggio basta pensare ai motori scacchistici che, con l'introduzione delle reti neurali, hanno ridotto i tempi di calcolo anche per quelle posizioni non presenti nel <em>database</em> delle partite. E questi tempi si vanno man mano riducendo con l'arricchimento di questo <em>database</em>.<br/>
Inoltre, comne ha anche ricordato <strong>Nicola Napolitano</strong>, la speranza è quella che la rete neurale possa anche imparare della fisica ignota. Quest'ultimo punto, personalmente, mi lascia un po' perplesso, non tanto perché non trovi eccitante riuscire a progettare una rete neurale che sia realmente intelligente, quanto per alcune parole espresse alcuni anni fa da <strong>Hayao Miyazaki</strong> a tal proposito:
<blockquote>Come umani stiamo perdendo la fede in noi stessi.</blockquote>
<hr/>
<em>Ho generato l'immagine in apertura del post con <a href="https://creator.nightcafe.studio/creation/LglJj0j8nb4N8aKHyo2c" target="night">Night Cafe</a> utilizzando il titolo dell'articolo come prompt.</em>Gianluigi Filippellihttp://www.blogger.com/profile/03480308847295234747noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4895678055441340357.post-78257623282789469532024-02-22T22:08:00.002+01:002024-02-22T22:08:56.239+01:00Scienza e democrazia<div align="center" class="pic"><img src='https://i.postimg.cc/fLdt3qMr/20240222-science-democracy.jpg' border='0' alt='20240222-science-democracy'/></div>
Ogni tanto ritorna questa discussione sulla <a href="https://www.sanitainformazione.it/salute/piero-angela-la-scienza-non-democratica-occorre-distinguere-fatti-dalle-opinioni/" target="out">famosa citazione di <strong>Piero Angela</strong></a> che è poi stata ripresa da moltissimi altri tra <a href="https://www.medicalfacts.it/2018/11/30/scienza-democrazia/" target="out">divulgatori</a> e scienziati: <span id="cit">La scienza non è democratica</span>.<br/>
Se vogliamo una mezza conferma di questa affermazione la troviamo in una citazione di <strong>Freeman Dyson</strong>:
<blockquote>
Non c'è una cosa come un'unica visione scientifica, non più di quanto esista un'unica visione poetica. La scienza è un mosaico di visioni parziali e in conflitto tra loro. Ma c'è un elemento comune in queste visioni. L'elemento comune è la ribellione contro le restrizioni imposte dalla cultura locale prevalente, sia Occidentale che Orientale. La scienza non è più Occidentale di quanto sia Araba o Indiana o Giapponese o Cinese. Arabi, Indiani, Giapponesi e Cinesi hanno dato un grande contributo alla scienza moderna. E duemila anni prima, gli albori della scienza erano Babilonesi, Egizi e Greci. Uno dei fatti centrali della scienza è che non fa differenza a Est, Ovest, Nord, Sud, nero, giallo e bianco. La scienza appartiene a chiunque voglia fare lo sforzo di apprenderla.
</blockquote><a name='more'></a>
In realtà la citazione più che ribadire la non-democraticità della scienza, fa emergere l'anarchismo dentro l'attività scientifica, in quella ribellione contro <span id="cit">le restrizioni imposte dalla cultura locale prevalente</span>. Queste restrizioni sono, in qualche modo, ben rappresentate proprio da ciò che, in termini anarco-libertari, sono chiamati stati-nazione, che di democratico in se hanno poco. D'altra parte, proprio in virtù della mia scelta anarco-libertaria, ho sempre pensato che la democrazia fosse altro rispetto a quel che ci veniva detto, o a come veniva, nei fatti, applicata in molti di questi stati-nazione. E anzi ho spesso pensato che se la democrazia fosse un po' più anarchica, e può esserlo, basti pensare alle posizioni di <a href="https://stipaturi.blogspot.com/2013/04/articolo-67.html" target="stipaturi"><strong>Simone Weil</strong></a> in merito ai partiti e al parlamento, allora sì che potremmo essere in una società più democratica.<br/>
In questo senso, quindi, la scienza è, potremmo dire, più democratica della stessa democrazia in cui viviamo. Ne sono un esempio i cinque valori che, <a href="https://www.scienzainrete.it/articolo/scienza-e-%2525C3%2525A8-democrazia/pietro-greco/2017-11-24" target="sci">secondo <strong>Pietro Greco</strong></a>, sono alla base sia della scienza sia della democrazia:
<blockquote>(...) comunitarismo (comunicare tutto a tutti); universalismo (tutti possono concorrere al governo della cosa pubblica); disinteresse (obiettivo della democrazia è il bene pubblico); originalità (trovare soluzioni originali e appropriate ai problemi); scetticismo sistematico (rifiuto di ogni autoritarismo e ancor più di ogni dittatura).</blockquote>
Personalmente, quando ho letto questo elenco, pochi di questi valori li ho trovati difesi nella struttura democratica in cui viviamo. E non solo in questo particolare momento storico. Si potrebbe, anzi, dire che il livello della democrazia in cui ci troviamo a vivere man mano che si alternano i governi dipende da quanti di questi valori vengono rispettati dai rappresentanti politici.<br/>
Prima di lasciarvi, però, vorrei segnalarvi un interessante intervento di <strong>Antonio Scalari</strong> del 2018, <a href="https://archiviomarini.sp.unipi.it/803/" target="out"><em>"La scienza non è democratica": un equivoco da superare</em></a>, che secondo me, nonostante la lunghezza, vale la pena ascoltare tutto.
<hr/>
<em>L'immagine di apertura è stata <a href="https://creator.nightcafe.studio/creation/kUOA3rKK7D5GS2BZ4kuU" target="night">generata con un text-to-image generator</a></em>Gianluigi Filippellihttp://www.blogger.com/profile/03480308847295234747noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4895678055441340357.post-76630523040245001042024-02-21T21:55:00.001+01:002024-02-21T21:55:27.555+01:00Sacco e Vanzetti: Una storia come a teatro<div align="center" class="pic"><img src='https://i.postimg.cc/7Lh05zT8/20240221-paolo-pasi-scighera-sacco-vanzetti-18-febbraio.jpg' border='0' alt='20240221-paolo-pasi-scighera-sacco-vanzetti-18-febbraio'/></div>
In effetti l'altro evento di cui scrivevo all'inizio del <a href="https://dropseaofulaula.blogspot.com/2024/02/portare-lambiente-teatro.html" target="dropsea"><em>post</em> dedicato al concorso di <em>Legambiente - Zanna Bianca</em></a> ha un che di teatrale, e non solo per l'<em>incipit</em> del libro che è stato presentato:
<blockquote>
C'è una sedia al centro del palco. L'allestimento scenografico è pallido, il biancore lattiginoso evoca la sospensione della vita. Fuori, c'è tutto un mondo ad aspettare che qualcosa accada. Innanzitutto, il pubblico dei giudici e dei giurati, di coloro che hanno confermato il verdetto, con parole gonfie di vendetta o con il silenzio della paura, L'America castigata e benpensante del proibizionismo assiste.
</blockquote>
E proprio la <em>location</em> della presentazione del libro, la sala del teatro del circolo Arci <em>La Scighera</em>, ricorda questo allestimento descritto all'inizio del libro. Un allestimento in cui il pubblico lì convenuto chissà dove si andrà a collocare...<br/>
Il libro è <em>Sacco e Vanzetti - La salvezza è altrove</em> di <strong>Paolo Pasi</strong>. Pubblicato per <em>elèuthera</em> racconta, come intuibile dal titolo, della storia al tempo stesso drammatica e iconica di <strong>Nicola Sacco</strong> e <strong>Bartolomeo Vanzetti</strong>, i due anarchici uccisi dalla "giustizia" statunitense per una rapina con omicidio cui non avevano partecipato.<br/><a name='more'></a>
Pasi, dopo aver letto alcuni passi delle prime pagine, partendo proprio dalle prime righe dell'<em>incipit</em>, intrattiene gli ascoltatori raccontando quello che possiamo considerare un vero e proprio viaggio, quello di uno scrittore di romanzi che prova a raccontare una storia nota, cercando in qualche modo un punto di vista nuovo. In pratica la sua idea è quella di raccontare i due anarchici, la loro umanità, calati all'interno di un contesto storico di forti contrasti sociali, motivo per cui ha affrontato la sfida leggendo tutto ciò che era possibile leggere sul loro caso.<br/>
E poiché Pasi è anche un musicista, ci ha pure deliziati con un paio di canzoni dedicate proprio a Sacco e Vanzetti, come per esempio <em>Here's to you</em>, canzone di <strong>Ennio Morricone</strong> e <strong>Joan Baez</strong> che fa parte della colonna sonora di <em>Sacco e Vanzetti</em> film di <strong>Giuliano Montaldo</strong> del 1971. A proposito di questa canzone c'è una curiosità molto interessante. I <em>Modà</em>, all'epoca in concorso, portarono sul palco di Sanremo nel 2011 insieme con <strong>Emma Marrone</strong>, proprio una <em>cover</em> di questo pezzo, interpretata un po' in inglese un po' in italiano. la scelta sarà chiara quando vi ricorderò che quell'edizione era stata presentata da <strong>Gianni Morandi</strong>, che fu il primo artista italiano a realizzare una <em>cover</em> della canzone.<br/>
Uno dei momenti più belli in una serata ricca di bellezza, nonostante l'argomento trattato, è stata la lettura da parte di Pasi del passo dell'ultimo discorso di Bartolomeo Vanzetti prima della sentenza in cui <a href="https://noblogo.org/ulaulaman/bartolomeo-vanzetti-contro-la-guerra" target="noblogo">si scaglia contro la guerra</a>. Un passo di un'attualità sconvolgente.Gianluigi Filippellihttp://www.blogger.com/profile/03480308847295234747noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4895678055441340357.post-85424408530225563272024-02-20T22:21:00.003+01:002024-02-20T22:21:33.344+01:00Portare l'ambiente a teatro<div align="center" class="pic"><img src='https://i.postimg.cc/wj6NQWKz/20240220-ambiente-pacta.jpg' border='0' alt='20240220-ambiente-pacta'/></div>
A voler essere pignoli, avrei voluto parlarvi di un altro piccolo evento cui sono stato spettatore, domenica, prima di scrivervi le classiche "due righe" su quello di ieri sera, ma visto che conosco chi lo ha organizzato, penso che non sia un grosso problema se parto da lì. E questo lì è la premiazione del concorso per la scrittura di un <a href="https://www.circolozannab.it/lambiente-in-un-atto/" target="zanna">atto unico teatrale a tema ambientale</a> che è stato bandito lo scorso anno dal <a href="https://www.circolozannab.it/" target="zanna"><em>Circolo Legambiente Zanna Bianca</em></a> in collaborazione con il <em>Teatro PACTA</em>. La serata del 19 era quella conclusiva, con la premiazione e la lettura scenica del testo vincitore e dei due testi classificati al secondo posto e rientrava all'interno del <a href="https://www.pacta.org/scienzainscena-teatroinmatematica/" target="pacta">programma di <em>Scienza in scena</em></a>, una rassegna o mini-<em>festival</em> in cui vengono portati in scena spettacoli teatrali a tema scientifico.<br/>
Ero presente perché, nonostante non sia membro del <em>Circolo</em>, faccio parte del <a href="https://www.circolozannab.it/gruppo-di-lettura/" target="zanna">gruppo di lettura</a>, come mi pare vi ho anche scritto tempo fa, invitato a parteciparvi grazie a <strong>Roberto Rizzo</strong>, che è stato il vero motore dell'iniziativa, curando i rapporti con il teatro e con la giuria che ha selezionato le tre opere lette sul palco in maniera impeccabile da <strong>Maria Eugenia D'Aquino</strong>.<br/><a name='more'></a>
La serata, che a un certo punto ha anche visto l'intervento di un rappresentante di <a href="https://www.italiasolare.eu/" target="out"><em>Italia Solare</em></a>, ha visto la lettura di due testi dedicati ad <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Alexander_Langer" target="wiki"><strong>Alexander Langer</strong></a>, fondatore dei verdi, e un testo dedicato agli incendi che hanno tormentato la Sicilia nel 2023. In particolare a vincere è stato un dialogo dedicato proprio a Langer, impostato come l'intervista di una giovane studentessa appassionata ambientalista e futura giornalista. Il secondo testo dedicato al fondatore dei Verdi era, invece, un monologo dello stesso Langer. Infine il testo dedicato agli incendi (a mio modesto parere il migliore dei tre) un dialogo tra una donna che cerca di convincere un suo amico a lasciare il suo appartamento prima che il fuoco raggiunga il palazzo.<br/>
Al di là dei possibili pareri sui tre testi (era obiettivamente difficile portare la tematica ambientalista a teatro), la serata ha avuto un elemento interessante nel dialogo col pubblico, in cui la D'Aquino chiedeva a chi aveva ascoltato la lettura di dare un parere sulle opere stesse (una specie di <em>Amici</em> a teatro), e una mancanza, quella di una discussione sui temi ambientali intorno cui vertevano gli atti unici, che è stata indubbiamente sacrificata per la versione più "televisiva" della serata stessa (quella alla <em>Amici</em> per intenderci).<br/>
Forse, per una futura seconda edizione, andrebbe organizzata meglio la serata di premiazione, già a partire dall'orario di inizio (le 18:30 non è esattamente comodissimo, considerando anche la <em>location</em>), mentre si potrebbe mantenere quel dialogo col pubblico, ma in questo caso spostarlo verso il cuore di un concorso come questo, l'ambiente, e non sul teatro, che non doveva essere il protagonista, ma il megafono di un discorso più ampio.Gianluigi Filippellihttp://www.blogger.com/profile/03480308847295234747noreply@blogger.com0