C'è un odio latente verso la polizia in tutte le classi sociali. E basta un input per scatenarlo.
Dipende dal fatto che la polizia è un male necessario. Tutti, criminali compresi, sanno che possono trovarsi in frangenti nei quali la polizia è la loro unica salvezza. Quando un ladro si sveglia di notte e sente dei rumori in cantina, cosa fa? Naturalmente chiama la polizia. Ma quando le forze dell'ordine irrompono nella vita delle persone in situazioni diverse, disturbandone la quiete, la maggior parte della gente reagisce mostrando timore e disprezzo.
Il nocciolo del problema sta naturalmente nel fatto paradossale che la professione di poliziotto richiederebbe grande intelligenza e qualità psichiche, fisiche e morali eccezionali, ma non ha nulla che riesca ad attirare persone con queste caratteristiche.
(Melander, da Il poliziotto che ride di Maj Sjöwall, Per Wahlöö, trad. di Renato Zatti)
sabato 31 gennaio 2009
venerdì 30 gennaio 2009
Di spartani, disabili e grandi fratelli
La puntata di domenica dell'Arena, la trasmissione domenicale di Giletti (tempo fa ne sbagliai il titolo: me ne scuso) mi ha dato uno spunto interessante: in questa trasmissione, infatti, partita dalla discussione sul principe Emanuele Filiberto alla trasmissione di successo Ballando con le stelle (mi chiedo, a tal proposito: ma fanno tutti successo il sabato sera? Ricordo che su Canale 5 c'è l'altra trasmissione di successo, La corrida), ha finito per arrivare su una discussione su Annalisa Minetti, la cantante ceca, e le sue difficoltà nel mondo dello spettacolo. La brava artista, che meriterebbe una pubblicità maggiore (se cantasse in inglese, farebbe un successo di livello mondiale ben superiore a quello della ben nota Laura Pausini), ha cercato, almeno fino a che ho visto la trasmissione, di portare la discussione verso la disabilità in generale (pomo della discordia, la presenza di un disabile al Grande Fratello).
Ed ecco accendersi la lampadina: nel famoso 300 di Frank Miller (sia il fumetto, sia il film), il cartoonist statunitense pone l'accento sul traditore spartano, rappresentato come un reietto della sua società a causa di evidenti disabilità. Miller descrive una società perfetta che però non riesce ad accogliere ciò che non lo è secondo i propri canoni. D'altra parte, invece, in Treciento di Leonardo Ortolani, la sua parodia alla graphic novel di Miller, il nostro è riuscito non solo a realizzare un prodotto tecnicamente all'altezza, una spassosa parodia che prende in giro l'opera del maestro, ma anche un riscatto di tutti coloro che, per un motivo o per l'altro, sono emarginati dalla società.
Una bella prova, un bel messaggio in una società così discriminante come la nostra: chiunque riesce a recuperare questa storia, farà solo metà del suo dovere di bravo fumettofilo.
Ed ecco accendersi la lampadina: nel famoso 300 di Frank Miller (sia il fumetto, sia il film), il cartoonist statunitense pone l'accento sul traditore spartano, rappresentato come un reietto della sua società a causa di evidenti disabilità. Miller descrive una società perfetta che però non riesce ad accogliere ciò che non lo è secondo i propri canoni. D'altra parte, invece, in Treciento di Leonardo Ortolani, la sua parodia alla graphic novel di Miller, il nostro è riuscito non solo a realizzare un prodotto tecnicamente all'altezza, una spassosa parodia che prende in giro l'opera del maestro, ma anche un riscatto di tutti coloro che, per un motivo o per l'altro, sono emarginati dalla società.
Una bella prova, un bel messaggio in una società così discriminante come la nostra: chiunque riesce a recuperare questa storia, farà solo metà del suo dovere di bravo fumettofilo.
giovedì 29 gennaio 2009
Avvertenza
Se stai per metterti a leggere, evita.(da Soffocare di Chuck Palahniuk, trad. Matteo Colombo)
Tra un paio di pagine vorrai essere da un'altra parte. Perciò lascia perdere. Vattene. Sparisci, finché sei ancora intero.
Salvati.
Ci sarà pure qualcosa di meglio alla tv. Oppure, se proprio hai del tempo da buttare, che so, potresti iscriverti a un corso serale. Diventare un dottore. Così magari riesci a tirare su due soldi. Ti regali una cena fuori. Ti tingi i capelli.
Tanto, ringiovanire non ringiovanisci.
mercoledì 28 gennaio 2009
La destra in Italia
Secondo me la destra, in Italia, non c'è. Esempio sono le recenti commemorazioni alla figura di Bettino Craxi, leader socialista che unisce i due schieramenti. In effetti, dopo i fatti di tangentopoli, indipendentemente dall'effettiva colpevolezza di Craxi (che in ogni caso né ha voluto affrontare i giudici né le eventuali responsabilità dei suoi atti, provate in sede processuale), il partito socialista e quello democristiano sono stati abili nel riciclare ampie parti dei loro schieramenti sparpagliandosi un po' a destra un po' a sinistra.
Oggi, con la scomparsa di Alleanza Nazionale (assorbita nel Popolo delle Libertà, ricordiamolo), la destra sembra irrimediabilmente scomparsa, continuando così l'anomalia tutta italiana di avere due partiti identici che tanto rumore fanno e alla fine ben poco propongono.
Ovviamente è tutta una piccola opinione personale.
Oggi, con la scomparsa di Alleanza Nazionale (assorbita nel Popolo delle Libertà, ricordiamolo), la destra sembra irrimediabilmente scomparsa, continuando così l'anomalia tutta italiana di avere due partiti identici che tanto rumore fanno e alla fine ben poco propongono.
Ovviamente è tutta una piccola opinione personale.
martedì 27 gennaio 2009
La guerra
- Sembi pensieroso - osservò Brintesia
- Pensavo alla guerra.
- A che in particolare?
- Alla sua apparente inevitabilità- - Fogarty fissò il soffitto. - Quando ero a scuola, uno dei professori ci consigliò di guardare alla storia non come a un periodo di pace interrotto dalle guerre, ma come a un lungo periodo di guerra interrotto da momenti di pace. Non aveva tutti i torti. - Si girò su un lato per guardarlo. - Mio padre si è fatto la 14-18.
- Che cos'è la 14-18?
- La Prima Guerra Mondiale. La prima nel mio mondo ad essere combattuta da ogni nazione del pianeta... o almeno da quelle importanti. In tutto ci morirono otto milioni di soldati, e quasi altrettanti civili. La chiamarono la "Guerra per Porre Fine a Tutte le Guerre". Di sicuro pose fine a mio padre... si beccò una pallottola sulle Somme. Però non pose fine alle guerre. Ricominciammo daccapo ventun anni dopo. In quella c'ero anch'io.
- Me l'hai detto. - Madama Circe gli accarezzò gentilmente la mano.
- Forse mi sarei divertito di più se avessi saputo che sarei sopravvissuto. Durante quella guerra distruggemmo intere città... intere nazioni... Comunque, neanche quella servì a porre fine alle guerre - proseguì Fogarty. - Cinque anni dopo ne scoppiò un'altra in Asia... in Corea. E dopo un'altra in Vietnam, che è durata vent'anni. E dopo abbiamo avuto l'Afghanistan, la guerra arabo-israeliana, la guerra Iran-Iraq, due guerre del Golfo, le Falkland, l'Angola e va' a sapere quante altre guerre civili delle quali nemmeno abbiamo mai sentito parlare. Capisci cosa voleva dire il mio insegnante di storia?
(da Il regno in pericolo di Herbie Brennan, trad.Angela Ragusa)
- Pensavo alla guerra.
- A che in particolare?
- Alla sua apparente inevitabilità- - Fogarty fissò il soffitto. - Quando ero a scuola, uno dei professori ci consigliò di guardare alla storia non come a un periodo di pace interrotto dalle guerre, ma come a un lungo periodo di guerra interrotto da momenti di pace. Non aveva tutti i torti. - Si girò su un lato per guardarlo. - Mio padre si è fatto la 14-18.
- Che cos'è la 14-18?
- La Prima Guerra Mondiale. La prima nel mio mondo ad essere combattuta da ogni nazione del pianeta... o almeno da quelle importanti. In tutto ci morirono otto milioni di soldati, e quasi altrettanti civili. La chiamarono la "Guerra per Porre Fine a Tutte le Guerre". Di sicuro pose fine a mio padre... si beccò una pallottola sulle Somme. Però non pose fine alle guerre. Ricominciammo daccapo ventun anni dopo. In quella c'ero anch'io.
- Me l'hai detto. - Madama Circe gli accarezzò gentilmente la mano.
- Forse mi sarei divertito di più se avessi saputo che sarei sopravvissuto. Durante quella guerra distruggemmo intere città... intere nazioni... Comunque, neanche quella servì a porre fine alle guerre - proseguì Fogarty. - Cinque anni dopo ne scoppiò un'altra in Asia... in Corea. E dopo un'altra in Vietnam, che è durata vent'anni. E dopo abbiamo avuto l'Afghanistan, la guerra arabo-israeliana, la guerra Iran-Iraq, due guerre del Golfo, le Falkland, l'Angola e va' a sapere quante altre guerre civili delle quali nemmeno abbiamo mai sentito parlare. Capisci cosa voleva dire il mio insegnante di storia?
(da Il regno in pericolo di Herbie Brennan, trad.Angela Ragusa)
lunedì 26 gennaio 2009
Una gita in piazza
Passando per piazza Duomo, quello che si nota è che i colombi che passeggiano ancheggiando per la piazza non si degnano per nulla di spaventarsi e scattare veloci verso l'alto quando una scarpa gli passa accanto, sfiorandogli le piume della coda. L'assuefazione dei colombi milanesi di piazza Duomo è giunta ormai a livelli incredibili, in effetti: l'altro giorno ho visto una ragazza che, dando da mangiare a questi piccioni, tra urletti e sorrisini, era completamente immersa di pennuti!
Complimenti a loro e alla giovine turista.
Complimenti a loro e alla giovine turista.
domenica 25 gennaio 2009
Traslochi
E' iniziato, in questi giorni, il trasloco: con mia sorella, infatti, stiamo cambiando casa (sempre in affitto). Tanta emozione e molta fatica: per fortuna la casa nuova è vicina a quella vecchia.
Speriamo che tutto vada per il meglio!
Speriamo che tutto vada per il meglio!
sabato 24 gennaio 2009
Ode al cinghiale
Com'è dolce sentir con attrazion fatale
l'aroma fragrante dell'arrosto di cinghiale.
(Obelix in Asterix - La rosa e il gladio, di Uderzo, 19° volume dei Classici del Fumetto, trad.Alba Avesini)
l'aroma fragrante dell'arrosto di cinghiale.
(Obelix in Asterix - La rosa e il gladio, di Uderzo, 19° volume dei Classici del Fumetto, trad.Alba Avesini)
venerdì 23 gennaio 2009
Un infausto inizio
Stavo girando nella Mondadori di via Marghera prima di andare all'internet point per controllare la posta elettronica, quando nella sezione per l'infanzia mi imbatto, finalmente, nel primo romanzo della serie di Lemony Snicket: Un infausto inizio.
Folgorato dal film con il sempre immenso Jim Carey, è iniziata ormai da anni la mia personalissima caccia al romanzo da cui era tratto il film stesso, per arrivare poi a scoprire che, in realtà, il film è la sintesi di ben 13 romanzi (e non poteva essere diversamente!) in cui vengono raccontate le disavventure e gli sfortunati eventi cui incorrono i poveri orfani Baudelaire. La conoscenza anticipata del film, comunque, nulla toglie alla suspence del primo romanzo, durante il quale i tre orfanelli vengono affidati alle terribili e avide mani del Conte Olaf. Certo il romanzo da più del film, che però è riuscito a sintetizzare l'atmosfera della serie, il rapporto colloquiale con il lettore (spettatore nel caso del cinema), il carattere dei personaggi. Una bella lettura, una anti-favola bella, appassionante, arricchita dalle illustrazioni di Brett Helquist, molto veloce da leggere (un paio d'ore, forse anche meno - non ho controllato precisamente il tempo effettivo di lettura) e non necessariamente rivolta al solo pubblico infantile (d'altra parte Harry Potter, che personalmente non ritengo lettura infantile, non è letto solo da bambini): quindi, se vi capita tra le mani, acquistatelo, leggetelo e se vi aggrada proseguite con la serie.
Folgorato dal film con il sempre immenso Jim Carey, è iniziata ormai da anni la mia personalissima caccia al romanzo da cui era tratto il film stesso, per arrivare poi a scoprire che, in realtà, il film è la sintesi di ben 13 romanzi (e non poteva essere diversamente!) in cui vengono raccontate le disavventure e gli sfortunati eventi cui incorrono i poveri orfani Baudelaire. La conoscenza anticipata del film, comunque, nulla toglie alla suspence del primo romanzo, durante il quale i tre orfanelli vengono affidati alle terribili e avide mani del Conte Olaf. Certo il romanzo da più del film, che però è riuscito a sintetizzare l'atmosfera della serie, il rapporto colloquiale con il lettore (spettatore nel caso del cinema), il carattere dei personaggi. Una bella lettura, una anti-favola bella, appassionante, arricchita dalle illustrazioni di Brett Helquist, molto veloce da leggere (un paio d'ore, forse anche meno - non ho controllato precisamente il tempo effettivo di lettura) e non necessariamente rivolta al solo pubblico infantile (d'altra parte Harry Potter, che personalmente non ritengo lettura infantile, non è letto solo da bambini): quindi, se vi capita tra le mani, acquistatelo, leggetelo e se vi aggrada proseguite con la serie.
giovedì 22 gennaio 2009
Alitalia? No grazie!
Mentre l'altra sera aspettavo che mi venisse preparata la piadina al tonno e mozzarella che avrei dovuto portare come cena al lavoro, ho dato un'occhiata a uno dei giornali che danno sulla metro posto su una mensola della piadineria (Piada&Brusca, vicino alla Bocconi): in particolare mi ha colpito la proposta di Colaninno e soci della CAI, la società che ha varato la nuova Alitalia (e che fra 4 o 5 anni dovrebbe vendere in toto a AirFrance, probabilmente). La CAI propone la chiusura di Linate e lo spostamento su Malpensa, per creare un grande aereoporto nazionale: peccato che la società che gestisce l'aereoporto e gli imprenditori milanesi non siano dello stesso avviso, ritenendo anzi che la nuova Alitalia è solo una piccola società privata e non più la grande società pubblica di un tempo.
A buon intenditor...
A buon intenditor...
mercoledì 21 gennaio 2009
Pasto nudo
Così facciamo scorta di ero, compriamo una Studebaker e partiamo per il West.Sembra una chiusura tipica di Lansdale. Basti ricordare la chiusura de La notte del drive-in:
Cavalcò verso Ovest, e andò tutto bene.E forse William Burroughs è uno dei maestri di Lansdale, o forse no, certo è che Burroughs è, almeno qui in Italia, uno scrittore quasi dimenticato. Probabilmente soffriamo della sindrome di Pazienza, detto genio, morto per droga, tossicodipendente mai guarito: al contrario Burroughs, anch'egli detto genio (e certo i numeri li avevano entrambi), è invece riuscito a liberarsi dalla tossicomania grazie ad una cura a base di apomorfina:
Tra i metodi che ho provato per curare la sindrome da astinenza il migliore è certamente l'apomorfina.In effetti un autore che ha scritto un libro come Pasto nudo, una discesa nel delirio e nella follia, sotto l'azione di chissà quali sostanze stupefacenti e che poi ne è uscito diventando uno dei più grandi esperti di sostanze tossiche, oltre che uno dei più grandi critici contro la società e il suo modo di combattere la tossicodipendenza, dovrebbe essere letto di più, soprattutto nel cinquantenario dell'uscita di Pasto nudo.
Il meta-romanzo di Burroughs, un'opera che anticipa Il Garage Ermetico di Moebius e Pentothal di Pazienza, è la raccolta degli appunti dello scrittore statunitense durante un lungo periodo di allucinazione auto-indotta: in alcuni passaggi si nota il ritorno di alcuni personaggi ricorrenti, su tutti il dottor Benway, oltre che la riproposizione di alcune situazioni anche tipiche del più crudo hard-boiled. Emerge da una parte la biografia dell'autore (i cambi di scena, le ambientazioni differenti che rappresentano la vena viaggiatrice di Burroughs, oltre alle già dette allucinazioni) e dall'altra l'impellente desiderio di ogni scrittore di raccontare, di lasciare su carta traccia di se. In questo caso questo desiderio sembra un'urgenza di narrare una condizione distorta, deviata, di renderla nota fin nei suoi più piccoli particolari. Tutto questo viene confermato nell'appendice, una parte a se stante e che al tempo stesso ne completa perfettamente l'opera. Un libro bellissimo, quasi geniale, a volte difficile da seguire ma non per questo meno bello. Un libro e un autore che hanno influenzato, forse più di altri, buona parte della letteratura e del fumetto della seconda metà del XX secolo: Alan Moore, Grant Morrison (in quasi tutto islam incorporated e i partiti di interzona sembra di leggere i suoi Invisibili, in altri passaggi ancora sembra di ritornare nelle atmosfere della sua opera più controversa, The Filth) sono solo i primi e più noti autori che mi vengono in mente di associare al grande Burroughs. E questo Pasto nudo è solo l'inizio: spero di riuscire a recuperare nuovi romanzi, nuovi scritti di questo grande scrittore pulp.
martedì 20 gennaio 2009
Che notte quella notte!
Una notte texana di tanti anni fa un ragazzo e i suoi amici va all'Orbit, un drive-in, per la grande nottata horror del venerdì. I film, tutti dei cult, procedono quand'ecco una cometa ammiccante rapisce tutto il drive-in e lo porta chissà dove, circondati da una oscurità melmosa e corrosiva (letteralmente!), impossibilitati a uscire e con solo dolci e pop-corn con cui nutrirsi. E' così, in sintesi, Il drive-in di quel genio che porta il nome di Joe R. Lansdale, scrittore pulp per eccellenza, dove pulp indica la varietà di generi che spesso vengono mescolati in un'unica opera artistica. In questo caso Lansdale mescola la fantascienza con l'horror creando una versione malata de Il signore delle mosche: in questo caso l'abiezione e la discesa verso i più bassi istinti è ancora più accentuata, anche se non ci sono i toni drammatici del romanzo di Golding, sostituiti dal sense of humor lansdaliano: lo scrittore texano, però, condivide un certo pessimismo di fondo nei confronti della razza umana, un pessimismo che si propaga anche ne Il drive-in 2, il seguito de Il drive-in. In questo caso il romanzo diventa un miscuglio tra Il mago di Oz e Alice nel paese delle meraviglie, ovviamente visti attraverso la lente distorta di Lansdale, che questa volta ci racconta come la comunità dei terrestri rapiti si sia adattata al nuovo mondo su cui li ha portati la cometa ammiccante. Tra dinosauri, città improvvisate, sacchetti di pop-corn volanti che riprendono l'atmosfera dei vecchi western, ecco un nuovo piccolo capolavoro di Lansdale dove i protagonisti affrontano un viaggio per scoprire cosa c'è alla fine della strada!
I due romanzi brevi sono raccolti ne La notte del drive-in: alla fine si resta di fronte a un'opera per certi versi jacovittiana. Lansdale, infatti, infarcisce i due romanzi di situazioni assurde, di dinosauri che passano così, senza preavviso, di comete ammiccanti, di deliri e altre immagini del genere e che spesso compaiono nei fumetti del nostro Jacovitti. Certo Lansdale è più crudo, ma non meno ironico se è per questo, e la combinazione di tutti questi elementi fa de La notte dei drive-in una lettura imprescindibile per ogni amante del buon Joe (e non solo!).
I due romanzi brevi sono raccolti ne La notte del drive-in: alla fine si resta di fronte a un'opera per certi versi jacovittiana. Lansdale, infatti, infarcisce i due romanzi di situazioni assurde, di dinosauri che passano così, senza preavviso, di comete ammiccanti, di deliri e altre immagini del genere e che spesso compaiono nei fumetti del nostro Jacovitti. Certo Lansdale è più crudo, ma non meno ironico se è per questo, e la combinazione di tutti questi elementi fa de La notte dei drive-in una lettura imprescindibile per ogni amante del buon Joe (e non solo!).
lunedì 19 gennaio 2009
Crimini impercettibili
Dimenticatevi de Le particelle elementari. E dimenticatevi anche de La solitudine dei numeri primi. In questo caso la scienza, in particolare la matematica, è protagonista assoluta, o quasi, de La serie di Oxford, che si potrebbe dire un romanzo sulla logica, la matematica e il crimine. Leggero, di lettura molto veloce, il romanzo di Guillermo Martinez si basa sulla ricerca di un serial killer che uccide in modo da far sembrare naturali le morti delle sue vittime e lancia ad Arthur Seldom, professore di matematica a Oxford, una sfida, lasciandogli dei messaggi con simboli particolari che riprendono, si scoprirà poi, una serie, quella dei pitagorici sui numeri naturali.
Il racconto è appassionate e diventa anche un modo molto bello e divertente di fare divulgazione matematica, con le discussioni tra Seldom e il giovane dottorato argentino venuto a Oxford per una borsa di studio e voce narrante della vicenda. Martinez crea una sorta di rapporto Holmes-Watson, con la differenza che i due sono, tranne che per l'esperienza, su un livello paritario nella comprensione della logica: Seldom e il giovane protagonista attraversano le pagine e animano un romanzo che ruota tutto intorno a un mistero che solo una mente matematica poteva elaborare, fino alla conclusione a tratti inaspettata (anche se, ad un certo punto, si intravede la soluzione finale, che viene però abilmente spazzata via dall'autore).
In particolare interessante la lunga scena che inizia con una discussione nel bar sul teorema di incompletezza di Gödel e finisce con una discussione sulle successioni di numeri e simboli in ospedale: interessante perché proprio le possibili soluzioni logiche di serie e successioni di numeri e simboli sono un esempio di incompletezza. Seldom cita alcuni test di logica, ideati da un suo amico, ma che probabilmente sono reali, in cui i più brillanti solutori avevano sbagliato solo una risposta, neanche tanto difficile. Il suo amico, Frank, parlando con costoro scopre che in realtà il loro errore era semplicemente una seconda soluzione corretta alla risposta posta. Per spiegarmi meglio prendiamo come esempio la serie costituita da 2, 4, 8. Quale è il numero successivo? Verrebbe da dire immediatamente 16, così che ogni numero è il doppio di quello che lo precede, ma andrebbe bene anche 14, in modo tale che la differenza con quello che lo precede cresce, ad ogni passo, di 2 (4-2=2; 8-4=4; 14-8=16) e altre possibili soluzioni ancora.
L'altra scena interessante è quella che inizia al capitolo 21, con uno spettacolo di magia splendido e misterioso al tempo stesso, che porterà Seldom, il narattore e Lorna, la fidanzata del narratore, ad un'interessante discussione sulla superstizione: Seldom asserisce che, in un particolare caso di omicidio, la tesi difensiva basata su teorie paranormali che non si reggevano in piedi, riuscì a prendere piede tra l'opinione pubblica anche grazie alla presenza di alcuni presunti esperti di paranormale, infatti
Tutto questo, poi, raccontato nell'atmosfera elettrica di quei giorni in cui si stava organizzando a Cambridge un congresso estremamente particolare e storicamente importante per tutto il mondo della matematica, quello durante il quale Andrew Wiles presentò per la prima volta al mondo la dimostrazione dell'ultimo teorema di Fermat e della sua incredibile equazione diofantea.
Un romanzo di un matematico, un romanzo sulla matematica e sui pitagorici, un romanzo sulla logica, un romanzo stimolante, divulgativo e divertente. Se amate la matematica non potete lasciarvi sfuggire questo libro proveniente dall'Argentina. Buona lettura e buona matematica a tutti!
Il racconto è appassionate e diventa anche un modo molto bello e divertente di fare divulgazione matematica, con le discussioni tra Seldom e il giovane dottorato argentino venuto a Oxford per una borsa di studio e voce narrante della vicenda. Martinez crea una sorta di rapporto Holmes-Watson, con la differenza che i due sono, tranne che per l'esperienza, su un livello paritario nella comprensione della logica: Seldom e il giovane protagonista attraversano le pagine e animano un romanzo che ruota tutto intorno a un mistero che solo una mente matematica poteva elaborare, fino alla conclusione a tratti inaspettata (anche se, ad un certo punto, si intravede la soluzione finale, che viene però abilmente spazzata via dall'autore).
In particolare interessante la lunga scena che inizia con una discussione nel bar sul teorema di incompletezza di Gödel e finisce con una discussione sulle successioni di numeri e simboli in ospedale: interessante perché proprio le possibili soluzioni logiche di serie e successioni di numeri e simboli sono un esempio di incompletezza. Seldom cita alcuni test di logica, ideati da un suo amico, ma che probabilmente sono reali, in cui i più brillanti solutori avevano sbagliato solo una risposta, neanche tanto difficile. Il suo amico, Frank, parlando con costoro scopre che in realtà il loro errore era semplicemente una seconda soluzione corretta alla risposta posta. Per spiegarmi meglio prendiamo come esempio la serie costituita da 2, 4, 8. Quale è il numero successivo? Verrebbe da dire immediatamente 16, così che ogni numero è il doppio di quello che lo precede, ma andrebbe bene anche 14, in modo tale che la differenza con quello che lo precede cresce, ad ogni passo, di 2 (4-2=2; 8-4=4; 14-8=16) e altre possibili soluzioni ancora.
L'altra scena interessante è quella che inizia al capitolo 21, con uno spettacolo di magia splendido e misterioso al tempo stesso, che porterà Seldom, il narattore e Lorna, la fidanzata del narratore, ad un'interessante discussione sulla superstizione: Seldom asserisce che, in un particolare caso di omicidio, la tesi difensiva basata su teorie paranormali che non si reggevano in piedi, riuscì a prendere piede tra l'opinione pubblica anche grazie alla presenza di alcuni presunti esperti di paranormale, infatti
(...) tutta la città sposava l'idea e ci voleva credere, non per un eccesso di irrazionalità ma con giustificazioni che si pretendevano scientifiche.
Tutto questo, poi, raccontato nell'atmosfera elettrica di quei giorni in cui si stava organizzando a Cambridge un congresso estremamente particolare e storicamente importante per tutto il mondo della matematica, quello durante il quale Andrew Wiles presentò per la prima volta al mondo la dimostrazione dell'ultimo teorema di Fermat e della sua incredibile equazione diofantea.
Un romanzo di un matematico, un romanzo sulla matematica e sui pitagorici, un romanzo sulla logica, un romanzo stimolante, divulgativo e divertente. Se amate la matematica non potete lasciarvi sfuggire questo libro proveniente dall'Argentina. Buona lettura e buona matematica a tutti!
domenica 18 gennaio 2009
Il mondo è pieno di gente strana
Fanny Verpelledoca: Che giornata! Non solo ho venduto tutte quelle bruttissime penne, ma mi sono sbarazzata anche di quelle oche che insistevano a chiamare d'oro!
Ne hanno fatto di fracasso! E tutto per quel colore giallo!
Chissà perché, poi! Io ho provato a confezionare cuscini con le piume gialle... Mamma mia, com'erano duri!
E le uova? Immangiabili! Il mondo è proprio pieno di gente strana! Su, belle, a casa!
(da Zio Paperone - L'arcipelago dei piumati di Barks)
Ne hanno fatto di fracasso! E tutto per quel colore giallo!
Chissà perché, poi! Io ho provato a confezionare cuscini con le piume gialle... Mamma mia, com'erano duri!
E le uova? Immangiabili! Il mondo è proprio pieno di gente strana! Su, belle, a casa!
(da Zio Paperone - L'arcipelago dei piumati di Barks)
sabato 17 gennaio 2009
Si intravede l'inizio
Di cosa? Di una nuova avventura su internet di cui oggi penso di poter iniziare a parlarvi, anche perché ho da poco consegnato i contratti di collaborazione per la riapertura di Science Backstage sulla piattaforma di Blogosfere. Emozione? Certo! Preoccupazione? Non tanta: ho già molte idee che spero di riuscire a mettere in pratica. A tal proposito ho forse iniziato la mia prima, vera lettura collegata con questa nuova attività divulgativa (anche se probabilmente è un po' restrittiva la definizione), Come si comunica la scienza? di Castelfranchi e Pitrelli. Il volumetto, uscito nella collana Punti interrogativi degli Editori Laterza, scovato a Cosenza nella nuova libreria, la Ubik, aperta pochi giorni prima della chiusura del 2008 (una libreria che al momento promette di essere non solo la più grande, ma anche la più fornita della città: è paragonabile alle Mondadori e Feltrinelli qui a Milano, per intenderci) già dalle prime battute sembra interessante e ricco di spunti e ispirazioni, non solo per cercare un percorso lavorativo che esalti le conoscenze scientifiche di una vita, ma anche per possibili argomenti da portare avanti su Science Backstage.
Spero che i quattro lettori di DropSea possano seguirmi anche là, con interesse e partecipazione!
Spero che i quattro lettori di DropSea possano seguirmi anche là, con interesse e partecipazione!
venerdì 16 gennaio 2009
Suonate d'inverno
Vicino al Duomo c'era un sax che piangeva. Lasciava cadere in aria lacrime di jazz da ogni poro. Intanto l'aria fresca dell'inverno colpiva la pelle.
giovedì 15 gennaio 2009
Sicurezze
Un servizio dell'Espresso esamina l'azione di governo sulla sicurezza. A margine del servizio, molto interessante, ecco un intervento sulla lotta alla criminalità organizzata:
A voi le opportune conclusioni, anche alla luce dei recenti accordi su Alitalia.
La mafia ci fa ricchi. Può sembrare un paradosso, ma i risultati migliori arrivano dalla guerra alla cosche ossia uno dei settori meno cari alla propaganda del centrodestra. Merito dell'attenzione del ministro leghista alla minaccia della criminalità organizzata? Di sicuro, Roberto Maroni ha personalmente sostenuto interventi importanti, come nel caso della mobilitazione contro i casalesi, e il suo bilancio al Viminale raccoglie un successo senza precedenti: 128 operazioni e 1.213 arresti.
Ma il dato più clamoroso è anche il più opinabile: i sequestri di beni. In sei mesi il ministro annuncia di avere tolto ai boss un patrimonio che vale 4.152 milioni di euro contro un bottino di 1.557 nel 2007. Lo Stato ha messo in cassaforte quattro miliardi? Ci sarebbere da gridare al miracolo. Si tratta di immobili per 2 miliardi e mezzo; di automobili e camion per 1.200 milioni e di aziende e titoli per altri 417. Cosa nostra è stata ridotta sul lastrico? Quali sono state queste operazioni da record? Quasi un miliardo viene dalle imprese della grande distribuzione - supermarket di due catene nazionali - tolte ai prestanome dei padrini. Altri 600 milioni erano le quote della Calcestruzzi, bloccate con un provvedimento poi revocato. Ma le stime appaiono virtuali. Per due motivi.
I beni sotto sequestro perdono rapidamente valore. E soprattutto lo Stato riesce a confiscarne una quantità molto bassa. Infine, un'ultima considerazione: gran parte dei sequestri finiti nel carniere del centrodestra nascono da misure chieste dalle procure ai tempi di Prodi. Un risultato a beneficio delle istituzioni che però può essere difficilmente marchiato con un colore politico.
A voi le opportune conclusioni, anche alla luce dei recenti accordi su Alitalia.
mercoledì 14 gennaio 2009
Il poliziotto che ride
E finisce proprio con una sonora e sincera risata questo bel poliziesco svedese della serie di Martin Beck, ispettore della squadra investigativa di Stoccolma ideata dai coniugi Maj Sjöwall e Per Wahlöö.
La Sellerio di Palermo, l'editore di Camilleri e dei suoi fortunatissimi romanzi, sta in questo periodo riproponendo la saga completa costituita da 10 romanzi: acquistato a Milano poco prima che giungesse una vera e propria invasione in libreria in corrispondenza con Omicidio al Savoj, l'ultimo romanzo pubblicato dall'editore siciliano, l'ho letto in queste vacanze natalizie, decidendo di chiudere e iniziare l'anno proprio con questo bel poliziesco del Nord Europa che anticipa e non di poco le moderne serie televisive, differenziandosi però da esse per i tempi dell'indagine. In questo caso, a partire dalla strage dei passeggeri di un bus, tra i quali un giovane poliziotto, Martin Beck e i suoi collaboratori risolvono un caso vecchio di venti anni e anche se l'indagine si protrae, a differenza de L'autopompa fantasma che dura tra i 6 e gli otto mesi (non vorrei sbagliare, però!), nello spazio di appena 2-3 mesi, ha proprio il pregio di, mescolando rapporti della scientifica, con profili psicologici, raccolta di prove e testimonianze, pedinamenti e appostamenti, costruire un romanzo realistico fin nei dettagli.
E i due autori, da buoni cronisti, non risparmiano nemmeno le critiche alla società svedese di quegli anni, quelli a cavallo del 1968, una società che per molti aspetti ha anticipato e non di poco quella attualmente in crisi, non solo economica ma, forse, anche di nervi.
La Sellerio di Palermo, l'editore di Camilleri e dei suoi fortunatissimi romanzi, sta in questo periodo riproponendo la saga completa costituita da 10 romanzi: acquistato a Milano poco prima che giungesse una vera e propria invasione in libreria in corrispondenza con Omicidio al Savoj, l'ultimo romanzo pubblicato dall'editore siciliano, l'ho letto in queste vacanze natalizie, decidendo di chiudere e iniziare l'anno proprio con questo bel poliziesco del Nord Europa che anticipa e non di poco le moderne serie televisive, differenziandosi però da esse per i tempi dell'indagine. In questo caso, a partire dalla strage dei passeggeri di un bus, tra i quali un giovane poliziotto, Martin Beck e i suoi collaboratori risolvono un caso vecchio di venti anni e anche se l'indagine si protrae, a differenza de L'autopompa fantasma che dura tra i 6 e gli otto mesi (non vorrei sbagliare, però!), nello spazio di appena 2-3 mesi, ha proprio il pregio di, mescolando rapporti della scientifica, con profili psicologici, raccolta di prove e testimonianze, pedinamenti e appostamenti, costruire un romanzo realistico fin nei dettagli.
E i due autori, da buoni cronisti, non risparmiano nemmeno le critiche alla società svedese di quegli anni, quelli a cavallo del 1968, una società che per molti aspetti ha anticipato e non di poco quella attualmente in crisi, non solo economica ma, forse, anche di nervi.
martedì 13 gennaio 2009
Shannara (1): Il primo re
Mi avevano sempre consigliato di leggere la saga di Shannara, il mondo fantasy ideato da Terry Brooks. Finalmente quest'estate mi decido ad acqustare la saga in toto, costituita per quel che riguarda i romanzi iniziali da La spada di Shannara, Le pietre magiche di Shannara, La canzone di Shannara e Il primo re di Shannara. Trovandomi, comunque, di fronte a un autore di grande produzione nel fantasy e quindi a un numero abbastanza corposo di romanzi, dovevo comunque iniziare prima o poi la saga e qui il primo inghippo: il primo romanzo in base alla cronologia interna era Il primo re di Shannara. Poco male, mi dico, inizio da qui e poi vediamo. Certo c'era la paura di restare delusi: avendo acquistato tutta la prima saga, se non mi dovesse piacere questo primo romanzo dovrei leggere quasi di forza dei libri che sarebbe stato meglio non acquistare.
Invece Il primo re di Shannara è forse una delle saghe fantasy più belle in assoluto: mescolando la magia con l'avventura con le passioni umane in maniera magistrale, Brooks ha ideato un mondo vivido, ricco di personaggi interessanti, una vicenda stupenda che ricorda La spada di ghiaccio, la mitica saga fantasy disneyana di Massimo De Vita evidentemente ispirata alla vicenda ideata a suo tempo da uno dei massimi eredi di Tolkien. E proprio leggendo questo prequel mi rendo conto che le mie paure erano infondate, visto che il consiglio più appassionato a iniziare la lettura di Shannara mi è venuto sempre da un altro appassionato della Spada di ghiaccio: e ora non posso fare altro che consigliare fortemente ai lettori rari ed eventuali di questo blog di iniziare, se siete appassionati di fantasy, una saga che ha tutti gli ingredienti del genere: una cerca, una compagnia, la lotta contro il male e la corruzione, le passioni umane nella loro forma più schietta e semplice.
Invece Il primo re di Shannara è forse una delle saghe fantasy più belle in assoluto: mescolando la magia con l'avventura con le passioni umane in maniera magistrale, Brooks ha ideato un mondo vivido, ricco di personaggi interessanti, una vicenda stupenda che ricorda La spada di ghiaccio, la mitica saga fantasy disneyana di Massimo De Vita evidentemente ispirata alla vicenda ideata a suo tempo da uno dei massimi eredi di Tolkien. E proprio leggendo questo prequel mi rendo conto che le mie paure erano infondate, visto che il consiglio più appassionato a iniziare la lettura di Shannara mi è venuto sempre da un altro appassionato della Spada di ghiaccio: e ora non posso fare altro che consigliare fortemente ai lettori rari ed eventuali di questo blog di iniziare, se siete appassionati di fantasy, una saga che ha tutti gli ingredienti del genere: una cerca, una compagnia, la lotta contro il male e la corruzione, le passioni umane nella loro forma più schietta e semplice.
lunedì 12 gennaio 2009
domenica 11 gennaio 2009
Superstizioni vs Università
L'astrologia è una disciplina con più di 5000 anni di storia.
Questo, in sintesi, il pensiero di Klaus Davi a Buoni o cattivi, il talk domenicale di Massimo Giletti. Considerare l'astrologia una disciplina è coerente con un personaggio che qualche mese fa parlava contro l'università senza conoscere cosa è l'università oggi.
Sono comunque opinioni e la difesa dell'oroscopo che si sta facendo oggi è coerente con gli attacchi che vengono oggi fatti alla cultura universitaria.
sabato 10 gennaio 2009
Video consigli
Per chi ha una connessione veloce e vuole passare un po' di tempo per vedere in maniera alternativa un grande classico del cinema fantascientifico, vi consiglio di scrivere sul prompt del dos il seguente comando:
telnet towel.blinkenlights.nl
Buone Guerre Stellari a tutti!
P.S.: pubblici ringraziamenti all'amico Gnegno!
telnet towel.blinkenlights.nl
Buone Guerre Stellari a tutti!
P.S.: pubblici ringraziamenti all'amico Gnegno!
venerdì 9 gennaio 2009
La poesia della fantascienza
Nonostante quello che molti critici hanno detto e scritto prima di me, Arthur C.Clarke è un poeta della fantascienza. Probabilmente per la mia formazione scientifica, ho apprezzato molto i racconti contenuti in Spedizione di soccorso, che mescolano piccoli trattati di divulgazione scientifica (in questo Clarke è abilissimo quanto altri suoi grandi e illustri colleghi come Asimov, che per inciso ho iniziato a leggere assiduamente proprio con i suoi saggi scientifici, o Bradbury, di cui consiglio l'ultima raccolta di saggi edita da Mondadori), a situazioni ora avventurose e ricche di tensione, ora ironiche nella loro conclusione. Ciò che però rende questi racconti poesia sta nelle vivide descrizioni dello spazio e dei pianeti, così fedelmente e intensamente reali, come se il lettore potesse essere lì, insieme agli esploratori: è il caso lampante de Gli anelli di Saturno, con la descrizione del pianeta e dei suoi anelli. Tutta la raccolta è però pervasa da uno spirito pionieristico di avventura ed esplorazione, iniziando sin dal racconto che da il titolo alla raccolta, Spedizione di soccorso, con un senso di ottimismo non solo nei confronti del genere umano, ma in generale dell'universo: l'uomo si fa piccolo di fronte ad esso e ai suoi misteri, Dio incluso come dimostrano La stella e l'incredibile I nove miliardi di nomi di Dio, ma non rinuncia allo spirito d'iniziativa, non rinuncia allo spazio immenso tra le stelle, anche se ciò potrebbe portarlo al sacrificio, come stava accadendo in Seguendo la cometa, forse uno dei racconti che meglio riassumono Clarke.
L'autore di fantascienza britannico, noto soprattutto per la sua collaborazione con Kubrik per 2001 - Odissea nello spazio (da cui Clarke ha poi tratto una trilogia) o per le fervide e scientificamente precise idee che lo hanno portato a collaborare con la NASA, è stato uno degli scrittori più completi e questa raccolta, ben lungi dall'essere esaustiva, anzi costringerà il lettore a cercare sempre più scritti di Clarke: è proprio quello che probabilmente farò nei prossimi mesi di questo 2009, anno dedicato all'astronomia.
L'autore di fantascienza britannico, noto soprattutto per la sua collaborazione con Kubrik per 2001 - Odissea nello spazio (da cui Clarke ha poi tratto una trilogia) o per le fervide e scientificamente precise idee che lo hanno portato a collaborare con la NASA, è stato uno degli scrittori più completi e questa raccolta, ben lungi dall'essere esaustiva, anzi costringerà il lettore a cercare sempre più scritti di Clarke: è proprio quello che probabilmente farò nei prossimi mesi di questo 2009, anno dedicato all'astronomia.
giovedì 8 gennaio 2009
Un giorno normale
E Milano ritorna alla normalità: tra questa notte e la giornata di oggi la pioggia sta scendendo sulla città, sciogliendo la neve caduta nei giorni scorsi. E la giornata di ieri, tra l'altro, è stata ricca di colpi di scena: appena giunto a scuola, verso le 19:00, arriva la notizia che l'8 (oggi) e il 9 le scuole superiori sarebbero rimaste chiuse (il fax, alla scuola, è giunto verso alle 14:00).
Questo il fax dell'Assessore all'istruzione ed edilizia scolastica della Provincia di Milano Giansardo Barzaghi. Eppure, in corso d'opera, ecco un comunicato del sindaco di Milano, Letizia Moratti:
Anna Maria Dominici, direttore regionale scolastico, è sostanzialmente d'accordo con la signora sindaco:
E' abbastanza interessante come secondo la Dominici le scuole sono rimaste aperte senza creare disagi, quasi come se le scuole con la neve creano disagi. Certo disagi le scuole non le hanno create, più che altro è stata la neve ad aver creato disagi a studenti e insegnanti: insomma purché la burocrazia venga rispettata (scuola aperta anche se sostanzialmente vuota) possiamo dirci efficienti!
Tutto questo in una giornata in cui si scopre che la città ha finito il sale (ci sarebbe da ridere solo per non piangere!) e, se non si recupera in qualche modo, nei prossimi freddi giorni ci sarà il serio rischio di ghiaccio in città. Nel frattempo, causa neve, sono stati molti i ritardi di bus, tram con conseguente affollamento della metropolitana. In tutto questo, come ben si legge in questo dettagliato resoconto, c'è stata anche una morte a causa di un tetto crollato per la troppa neve, più uno scontro e un deragliamento di tram causa ghiaccio. Insomma una giornata convulsa con le scuole che dovrebbero restare aperte, salvo discrezionalità del dirigente scolastico (a tal proposito: ancora non so nulla, visto che a scuola non mi hanno risposto; proverò più tardi), con il comune che si scusa per i disagi di questi ultimi giorni e con le polemiche che già iniziano a scatenarsi in un comune che vorrebbe essere europeo ma che forse è più italiano di quello che crede...
Gentilissimo,
* considerata l'eccezionale nevicata di questi ultimi giorni con le conseguenti difficoltà nei trasporti pubblici;
* in accordo con l'orientamento della Prefettura di Milano;
* sentita la Protezione Civile
* sentito il Dirigente dell'Ufficio Scolastico Provinciale, Dott. Antonio Lupacchino;
* viste le ordinanze emanate da diversi sindaci dei Comuni della Provincia;
* avendo verificato che, nella giornata di oggi, la frequenza degli alunni in molte scuole superiori della Provincia è stata ben inferiore al 50%
ritengo necessaria la sospensione delle lezioni nei giorni 8 e 9 gennaio 2009 e la chiusura degli istituti scolastici superiori di Milano e Provincia, fermo restando la possibilità di revoca in caso di miglioramento delle condizioni climatiche.
Nei due giorni di chiusura, i tecnici dell'Assessorato all'istruzione ed edilizia scolastica della Provincia di Milano avranno così l'opportunità di verificare che le strutture degli edifici scolastici non abbiano subito danni a causa delle abbondanti precipitazioni nevose.
Questo il fax dell'Assessore all'istruzione ed edilizia scolastica della Provincia di Milano Giansardo Barzaghi. Eppure, in corso d'opera, ecco un comunicato del sindaco di Milano, Letizia Moratti:
Abbiamo assunto la decisione di tenere aperte le scuole sentito anche il parere del provveditore
Anna Maria Dominici, direttore regionale scolastico, è sostanzialmente d'accordo con la signora sindaco:
Concordo con il sindaco come le scuole sono rimaste aperte oggi senza creare disagi, è giusto che restino aperte anche domani. Da un lato, infatti la pioggia rappresenta un fatto positivo e dall'altro sono stati già fatti i sopralluoghi ed è stato verificato che tutte le scuole sono agibili.
E' abbastanza interessante come secondo la Dominici le scuole sono rimaste aperte senza creare disagi, quasi come se le scuole con la neve creano disagi. Certo disagi le scuole non le hanno create, più che altro è stata la neve ad aver creato disagi a studenti e insegnanti: insomma purché la burocrazia venga rispettata (scuola aperta anche se sostanzialmente vuota) possiamo dirci efficienti!
Tutto questo in una giornata in cui si scopre che la città ha finito il sale (ci sarebbe da ridere solo per non piangere!) e, se non si recupera in qualche modo, nei prossimi freddi giorni ci sarà il serio rischio di ghiaccio in città. Nel frattempo, causa neve, sono stati molti i ritardi di bus, tram con conseguente affollamento della metropolitana. In tutto questo, come ben si legge in questo dettagliato resoconto, c'è stata anche una morte a causa di un tetto crollato per la troppa neve, più uno scontro e un deragliamento di tram causa ghiaccio. Insomma una giornata convulsa con le scuole che dovrebbero restare aperte, salvo discrezionalità del dirigente scolastico (a tal proposito: ancora non so nulla, visto che a scuola non mi hanno risposto; proverò più tardi), con il comune che si scusa per i disagi di questi ultimi giorni e con le polemiche che già iniziano a scatenarsi in un comune che vorrebbe essere europeo ma che forse è più italiano di quello che crede...
mercoledì 7 gennaio 2009
Scende la neve
Ritornati ieri sera con mia sorella a Milano, troviamo la neve in città: niente di preoccupante. Si può camminare comunque per le strade, anche se con un po' di difficoltà e prestando la massima attenzione, salvo poi scoprire questa mattina che sta nuovamente nevicando!
Dalla finestra di casa si vedono, comunque, alcune persone imbacuccate nei cappotti, con gli ombrelli a coprirli dalla neve, mentre le auto, i bus, i tram continuano a percorrere le strade, anche se il caos sembra minore del solito. Sicuramente fa freddo, e questa sera mi toccherà anche andare a scuola (a meno di novità da ultimo minuto), se ci riesco, nella speranza che i ragazzi ci siano (cosa alquanto difficile!).
Nel frattempo il frigo è vuoto e tra un paio di minuti anche io, munito di cappotto e opportunamente coperto ed equipaggiato, uscirò per andare a fare la spesa e comprare almeno l'essenziale per un paio di giorni.
Dalla finestra di casa si vedono, comunque, alcune persone imbacuccate nei cappotti, con gli ombrelli a coprirli dalla neve, mentre le auto, i bus, i tram continuano a percorrere le strade, anche se il caos sembra minore del solito. Sicuramente fa freddo, e questa sera mi toccherà anche andare a scuola (a meno di novità da ultimo minuto), se ci riesco, nella speranza che i ragazzi ci siano (cosa alquanto difficile!).
Nel frattempo il frigo è vuoto e tra un paio di minuti anche io, munito di cappotto e opportunamente coperto ed equipaggiato, uscirò per andare a fare la spesa e comprare almeno l'essenziale per un paio di giorni.
giovedì 1 gennaio 2009
Origliano
So benissimo che in questo momento l'universo intero ci ascolta, che ogni parola che diciamo ha la sua eco fin nella più remota stella.
Jean Giraudoux, 1945
(citazione inserita ne Gli ascoltatori di James Gunn, trad. Laura Serra)
P.S.: Buon Anno astronomico a tutti!
Jean Giraudoux, 1945
(citazione inserita ne Gli ascoltatori di James Gunn, trad. Laura Serra)
P.S.: Buon Anno astronomico a tutti!