Stomachion

martedì 13 agosto 2013

Archimede e il primo laser della storia

Nella puntata di ieri pomeriggio dell'edizione italiana di Iron Man: Armored Adventures (seconda serie) intitolata All The Best People Are Mad, la folle compagnia di scuola di Tony Stark, Rhona Burchill, idea un piano complesso per vendicarsi di Tony e della sua intelligenza mettendo in pericolo i suoi amici. Il piano è costituito da una serie di trappole mortali che Tony può sventare rispondendo a una serie di domande. La prima, che vede Pepper Potts in pericolo, è qualcosa del genere:
Chi ha inventato il primo laser della storia?
L'indizio per risolvere il quesito (che Rhona è anche gentile, oltre che geniale, pazza e vendicativa) è che quest'uomo è riuscito a sconfiggere una flotta intera. La risposta data da Tony è Archimede. Il problema è che è sbagliata, visto che venne dimostrato successivamente che il sistema dei così detti specchi ustori non era per nulla sufficiente a incendiare le navi romane che stavano avvicinandosi a Siracusa, ma a quanto pare gli sceneggiatori della bella serie animata non sembrano saperlo!
Per chiarire meglio la storia mi avvalgo di un lungo post che pubblicai nel 2010 da cui estraggo il seguente passaggio:
Tra le carte di Leonardo da Vinci, però, si trova un particolare disegno, lo schema di un cannone a vapore che egli attribuì ad Archimede e che chiamò architronito (o tuono di Archimede):
Architronito è una macchina di fine rame, invenzione di Archimede, e gitta ballotte di ferro con grande strepito e furore. E sasi in questo modo. La terza parte dello strumento istà in fra gran quantità di foco di carboni, e quando sarà bene da quelle infocata, serra la vite, d, ch'è sopra al vaso dell'acqua abc; e nel serrare di sopra la vite e' si distopperà di sotto, e tutta l'acqua discenderà nella parte infocata dello strumento, e lì subito si convertirà in tanto fumo che parirà maraviglia, e massime a vedere la furia e sentire lo strepido.
Questa cacciava una ballotta, che pesava un talento (una palla del peso tra i 26 e i 38 kg), sei stadi (una gittata di 1100 m).
Fa che 'l ferro cn sia pontato in mezzo la tavola, che gli è appiccata di sotto, a ciò che l'acqua possa in un tempo cadere d'intorno a essa asse.
(da Ms. B, f. 33 v.)
Prima di Leonardo, però, è Petrarca che nel De Remediis Utriusque Fortunae descrive un dispositivo simile, assegnandolo anch'esso al genio del siracusano:
Straordinario, se non anche le palle di bronzo, che vengono scagliate con tuono orribile. Non era abbastanza l'ira di Giove che tuonava dal cielo, se il piccolo uomo (o crudeltà unita alla superbia) non avesse tuonato anche dalla terra: la violenza umana ha imitato il non imitabile fulmine, come dice Virgilio. E quello che di solito è scagliato dalle nuvole, e mandato con uno strumento sì di fuoco, ma infernale. Ed alcuni ritengono che questo sia stato inventato da Archimede, nel tempo in cui Marcello assediava Siracusa. Per la verità lo escogitò per difendere la libertà dei suoi cittadini, sia per allontanare sia per differire la rovine della patria; e voi vene servite, invece, per opprimere i popoli liberi o col giogo o con la distruzione. Questa peste non molto tempo fa rara, ora siccome gli animi sono succubi alle cose più malvagie, è comune come qualsiasi genere di armi.
Ulteriore testimonianza, questa di prima mano, viene dallo storico greco Plutarco che nel suo Vite parallele, vol.II, Pelopida e Marcello 14-15, racconta che, durante l'assedio di Siracusa, i romani ad un certo punto videro spuntare un tubo e subito dopo Archimede stava iniziando a sparare qualcosa contro di noi.
Dalle ricerche di Simms, poi, sembra che il matematico Tartaglia scrisse che Valturio, ingegnere e letterato italiano, nel suo trattato De re militari, asseriva che Archimede aveva progettato un dispositivo in grado di sparare pietre grandi e pesanti. In accordo con Rossi, quindi, gli specchi che hanno generato la leggenda sono in realtà di forma parabolica e utilizzati da Archimede allo scopo di riscaldare la parte posteriore del suo cannone.

La versione integrale del post si trova, al momento, su archive.org e si basa sull'articolo:
Rossi C. (2010). Archimedes’ Cannons Against the Roman Fleet?, Proceedings of an International Conference held at Syracuse, Italy, 113-131. DOI: (versione consultata su Google Books)

2 commenti:

  1. Foss'anche che gli specchi ustori fossero bastati a incendiare le navi, non si sarebbe trattato comunque di un laser. Infatti non c'è traccia di emissione stimolata in un sistema del genere :-)

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    1. concentrazione solare e vapore sono state le due conoscenze più occultate.
      dai tempi di Alessandria d'Egitto,in cui queste sperimentazioni erano in continuo fermento , doveva esserci un eslosione di queste tecnologie, invece tutto è rimasto lmitato a pochi episodi per parecchi secoli.
      è lecito ipotizzare che Alessandia possedesse già un concentratore solare, come le attuali centrali a concentrazione, ove una serie di specchi a terra convogliano i raggi in un punto su di una torre, che a sua volta poò essere captato da altri specchi e diretto altrove ed estremamente concentrato.
      stessa cosa per Siracusa dove alcuni disegni mostrano proprio la scena in cui molti specchi diretti da uomini convergevano i raggi su di uno specchio in cima ad una enorme colonna , e il cui raggio concentrato poteva , anche bruciare a distanza(teniamo presente che alcuni legni vanno in autocombustione a 350°c.
      comunque la storia del cannone a vapore non invalida quella del "laser"solare, ma anzi la convalida, in quanto la questione della concentrazione viene ripetuta per scaldare il bulbo.

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