mercoledì 5 novembre 2003

Punti di vista

Punti di vista sono quelli dell'ex calciatore Pasquale Bruno, che dalle pagine de Il Messaggero commenta la sentenza della Cassazione che condanna un calciatore, reo di avere, quasi 10 anni fa (questo è il vero scandalo!), rotto la mascella ad un avversario, in un'azione di gioco, con un calcio (forse il querelante era coricato per terra?):

Mi sarei fatto arrestare però mai avrei rinunciato ad un'entrata a gamba tesa. Il fallo, l'entrata un pò rude sono l'essenza del calcio.

E più sotto dice:

(...) chi pensa di rivolgersi al giudice per far valere le proprie ragioni non merita d'essere chiamato atleta. Lasci lo sport, farà meglio.
Il calcio deve prendere dal rugby cha ha nel suo DNA un codice d'onore non scritto che tutti ripettano. In campo ci si affronta dando sempre il massimo, agonismo giusto per vivere nel modo migliore lo sport, entrate decise dove giganti di più di cento chili si sfidano, lottano e si affrontano senza risparmiarsi. Nessuno ha mai protestato. Poi, alla fine del match, si salutano, si abbracciano e vanno a bere insieme.


Anche perché, aggiungo io, hanno ancora i denti e la mascella a posto!
Forse è più sportivo un atleta che, solo per prendere il pallone, alza il piede all'altezza della testa rispetto a chi ha preso il calcio, con conseguenze anche gravi e che non avrebbe mai pensato di tornare così malamente acciaccato per un semplice gioco, per una semplice partita.
Ma questo è un punto di vista, condivisibile o meno, ma pur sempre un punto di vista e come tale va difeso da attacchi violenti e da interventi a gamba tesa (e volante) perché è nel volo del tacco che sta l'essenza del calcio!
Un altro punto di vista, ancora più estremo, è quello dei terroristo che ieri, giorno della Repubblica, hanno colpito un maresciallo dei carabinieri con un pacco bomba, pensando a se stessi come soldati di una guerra e non come criminali e assassini che colpiscono senza pietà le persone che hanno come unica colpa quella di lavorare per il bene comune (e quindi, per estensione, per il bene di uno stato che loro non rispettano).
Se hanno veramente così poco rispetto per il paese in cui vivono e per la vita delle persone, forse farebbero meglio ad andare in un altro posto, magari proprio nel Sud America di cui parlo nel mio post di ieri, per sapere veramente cosa vuol dire morire per difendere dei giusti (in quel caso) diritti!

e non ti vantare se ci hai perso un fratello
l'amico mio ci ha perso il cervello
(a proposito delle guerre, da ogni adolescenza, dei Tre Allegri Ragazzi Morti, dal CD La Testa Indipendente)

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