sabato 15 novembre 2003

Alcune reazioni

Questa agenzia è stata oggi, nel giorno in cui le salme dei nostri militari morti a Nassirya tornano a casa, nel giorno in cui un latro dei feriti si aggiunge alla lista degli immortali, pubblicata su Gazzetta del Sud. Segue il testo integrale:

PARIGI – (Ansa) Luca Casarini contro tutti: al Forum Sociale Europeo di Parigi, il leader dei Disobbedienti spara a zero sulla missione italiana in Iraq, sui carabinieri, sul governo e rifiuta anche parole di cordoglio e pietà umana per i caduti. Sentimenti di dolore, pur nell'opposizione all'intervento, arrivano invece da altri due partecipanti al Forum, don Luigi Ciotti e Josè Bovè. Dopo aver analizzato e discusso le modalità di lotta del movimento, Luca Casarini ha affrontato il tema dei carabinieri caduti in Iraq. Ed è stato durissimo. «La tragedia in Iraq - ha esordito - è cominciata quando un'amministrazione fascista come quella americana ha deciso di sganciare tonnellate di bombe e il popolo iracheno è stato massacrato in nome di interessi capitalistici. Il fatto di pensare che truppe di carabinieri da guerra che abbiamo conosciuto anche a Genova come quelle del “Tuscania” e dei gruppi specializzati della Msu (Multinational Specialised Unit) fossero inviate in Iraq a fare la pace e non la guerra è una cosa ipocrita e lì c'è una guerriglia che risponde». Casarini non usa mezzi termini per definire, a modo suo, la missione dei militari italiani. «Non sono andati a portare la pace - dichiara -. Quanto succede è frutto di una decisione lucida del governo italiano che ha deciso di fare carne da cannone, come si diceva una volta, di un po' di persone. Io credo che questa parata di regime in cui tutti si stracciano le vesti sia tutta una fesseria. La guerra è tragica per le vittime. Pensate che subito dopo l'attentato gli americani hanno fatto due raid a Falluja e Mosul facendo numerose vittime irachene. Il problema è che devono andarsene dall'Iraq». Ma almeno la pietà, quella che tutti incondizionatamente hanno espresso in questi giorni, troverà posto nel corteo di no global di oggi per le strade di Parigi? Per quanto lo riguarda, Casarini non tentenna: «Non voglio ricadere nel rituale macabro della pietà. Migliaia di persone muoiono per la guerra, l'umana pietà va ai poveri indifesi che subiscono le politiche assurde di chi manda i soldati». Mentre Casarini parlava a Saint-Denis, fervevano i lavori del Movimento per organizzare una giornata di mobilitazione contro «l'occupazione in Iraq». In serata si è appreso che sarà, in Italia, sabato 22 novembre, ma i particolari si conosceranno soltanto stamattina. Accenti diversi, pur nell'opposizione netta alla missione italiana in Iraq, sono venuti questa mattina in altri dibattiti del Forum Sociale. Alla città delle Scienze della Villette hanno parlato di Iraq e guerra don Luigi Ciotti, presidente di “Libera” e del “Gruppo Abele”, e l'eroe dei no global francesi, Josè Bovè. Dolore profondo e sincero quello di Don Ciotti: «Io mi fermo in silenzio, a riflettere. E per quanto mi riguarda personalmente, a pregare. La vita e la morte camminano insieme. Vorrei abbracciare tutte le famiglie delle vittime. Ma al tempo stesso non vorrei che calasse l'attenzione su tutte le vittime della violenza, tutti gli iracheni morti sotto i bombardamenti o durante l'embargo».

(Tullio Giannotti)


Al lettore le conclusioni del caso...

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