lunedì 31 gennaio 2005

Yossel

L'immagine qui sotto è tratta dall'anteprima di Yossel di Joe Kubert, fumetto ispirato alla persecuzione degli ebrei durante la seconda guerra mondiale, scaricabile su ComicUs.it

anteprima da Yossel di Joe Kubert

domenica 30 gennaio 2005

Neve, neve, bianca neve

In Calabria la neve ha colpito con forza come non faceva da anni. Sulla A3 gli automobilisti sono rimasti bloccati, ma la situazione è subito migliorata e si è sbloccata grazie all'intervento della protezione civile, ma soprattutto grazie ai forestali, che sono giunti in massa per dare una mano agli automobilisti bloccati, dimostrando che lo sciopero di alcuni mesi fa aveva un senso...
(mi sono svegliato questa mattina, con la neve tutto intorno e l'amara sensazione che queste parole siano state solo un sogno notturno).

venerdì 28 gennaio 2005

Senza non si può fare

Il 24 Gennaio di quest'anno sono giunte al laboratorio del Gran Sasso alcune importansittisme lastre.
Nella foto che allego qui sotto si può notare la più importante persona presente alla consegna: senza di lei (quella figurina cerchiata di rosso che sembra una ragazza...) gli operai non avrebbero mai iniziato...

fotina dal Gran Sasso

Io la conosco...
Ci potete credere? (e non mi riferisco al fatto che la conosco, ma alla sua indispensabile importanza...)

giovedì 27 gennaio 2005

Shoa

Oggi è il giorno della memoria, il giorno dedicato a ricordare l'apertura delle porte di Auschwitz, il campo di sterminio nazista più tristemente famoso. La ricorrenza è anche particolare: sono passati 60 anni da allora ed è giusto continuare a ricordare questi orrori.
Un pò tutti i capi di stato e le alte cariche di governo si preparano alla ricorrenza, partecipando a varie iniziative (vedi, per le iniziative in tutta Italia, 27 Gennaio [il Giorno della Memoria della Shoa]). Così, mentre anche l'ONU commemora la ricorrenza, mentre Sharon e molti altri continuano a denunciare un risveglio dell'antisemitismo in Europa e nel mondo, mentre in questi anni la commissione europea non ha fatto praticamente nulla contro alcuna forma di razzismo, la domanda che questa mattina, forse, ci dovremmo porre è la stessa che si pone Filippo Facci sulle pagine dei Il Giornale: perché molta gente in Europa ha seguito la linea tracciata da nazismo e fascismo?
Forse dovremmo iniziare a pensare anche a questa risposta, oltre che a ricordare. Forse dovremmo pensare a questa risposta, per non dimenticare veramente.

Per approfondire:
* Il Giorno della Memoria
* Olocausto
* Speciale di Tiscali sul Giorno della Memoria
* The Holocaust\Shoa page
* Shoa su majorana.org
* Punti di vista...
* La memoria di ciò che siamo

P.S.: probabilmente, nei prossimi giorni, potrei continuare ad inserire materiale di vario genere sulla Shoa. Se siete, voi pochi visitatori incauti ed ignoti a seguire queste vie, tornate pure e nulla di male vi verrà fatto.

martedì 25 gennaio 2005

La biblioteca di Topolino: La gabbianella e il gatto

Su questo lo scimpanzé ha ragione, ma solo su questo. Ti vogliamo tutti bene, Fortunata. E ti vogliamo bene perché sei una gabbiana, una bella gabbiana. Non ti abbiamo contraddetto quando ti abbiamo sentito stridere che eri un gatto, perché ci lusinga che tu voglia essere come noi, ma sei diversa e ci piace che tu sia diversa. Non abbiamo potuto aiutare tua madre, ma tu sì. Ti abbiamo protetta fin da quando sei uscita dall'uovo. Ti abbiamo dato tutto il nostro affetto senza alcuna intenzione di fare di te un gatto. Ti vogliamo gabbiana. Sentiamo che anche tu ci vuoi bene, che siamo i tuoi amici, la tua famiglia, ed è bene tu sappia che con te abbiamo imparato qualcosa che ci riempie di orgoglio: abbiamo imparato ad apprezzare, a rispettare e ad amare un essere diverso. È molto facile accettare e amare chi è uguale a noi, ma con qualcuno che è diverso è molto difficile, e tu ci hai aiutato a farlo. Sei una gabbiana e devi seguire il tuo destino di gabbiana. Devi volare. Quando ci riuscirai, Fortunata, ti assicuro che sarai felice, e allora i tuoi sentimenti verso di noi e i nostri verso di te saranno più intensi e più belli, perché sarà l'affetto tra esseri completamente diversi.
(Zorba, il gatto, a Fortunata, la gabbianella, da Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare, di Luis Sepùlveda)
Non credo che ci sia altro da aggiungere, se non qualche accenno alla trama: una giovane gabbiana morente, a causa del petrolio forse lavato di frodo dagli umani, cade sul balcone di Zorba, un gatto del porto di Amsterdam, e gli affida il suo uovo, facendogli promettere di non mangiarlo, crescerlo con amore ed insegnargli a volare. Inizia, così, la storia di un'amicizia tra un gruppo di gatti e una gabbianella, una favola moderna con un duplice messaggio: da un lato che è possibile vincere le differenze e imparare a collaborare per un obiettivo giusto, dall'altro un invito ad avere cura del nostro mondo, che inquiniamo e sporchiamo senza controllo e senza alcun rispetto per se stessi e gli altri.

domenica 23 gennaio 2005

Nonostante tutto...

In questi strani giorni a volte succede che qualcuno muore. Muore un altro soldato italiano. Muoiono altri poliziotti iraqueni. Muore gente che ha l'unica colpa di voler aiutare, dare respiro, un pò di ordine e di dignità, indipendentemente se i pensieri di coloro che aiutano siano o meno in loro favore, in loro appoggio.
E così, nonostante tutto, nonostante i rischi, nonostante i pericoli, sono lì, restano e continuano a fare il loro dovere, anche se non si è d'accordo...

venerdì 21 gennaio 2005

Potevamo noi salvare...

La notizia è vecchia, lo so (è da un pò che non leggo la Gazzetta del Sud), ma ho ricevuto solo oggi una e-mail in cui si parla della vicenda. Naturalmente la inoltro a voi, casuali passanti di questi piccoli lidi elettronici. Se vuoi, leggi pure e medita...
Per prima cosa ricostruiamo la storia:
Said Zigoui, nazionalità marocchina, 44 anni, due figli, trattenuto presso il Cpt di Lamezia Terme, viene ricoverato il 7 dicembre 2004 all’Ospedale civico della cittadina catanzarese per forti dolori addominali. La permanenza presso l’ospedale del migrante è avvolta nel mistero: differenti versioni dei fatti testimoniano, comunque, che S. si auto infligge delle lesioni e si getta dalla finestra del plesso ospedaliero. Sono forti i sospetti che S. abbia invece tentato il suicidio. Il 9 gennaio scorso giunge al Policlinico Universitario di Messina: in coma per insufficienza respiratoria, oggi molto probabilmente verrà dichiarato deceduto. Le indagini in corso sono seguite dal procuratore della Repubblica, dottoressa Pinto.
(da CPT - Il caso di Said Zigoui, una morte annunciata dell'11 Gennaio 2005, sul Progetto Melting Pot Europa)
Immediata la richiesta (l'ennesima) della chiusura del Cpt da parte dell'Arci nazionale e di quella Calabra:
E’ deceduto stanotte, dopo due giorni di coma, Said Zigoui, di nazionalità marocchina, gettatosi dalla finestra dell’ospedale di Lamezia Terme dove era stato ricoverato per forti dolori addominali. Said era trattenuto presso il Centro di permanenza temporanea “Malgrado tutto” che sorge a pochi chilometri da Lamezia. Un centro contro cui già era stato presentato un esposto alla Procura, sottoscritto da parlamentari e associazioni, per la mancanza delle garanzie minime ad assicurare il rispetto dei diritti umani. Una vera prigione, con sbarre alle finestre e cancelli, in cui vivevano reclusi una settantina di immigrati, privi di qualsiasi contatto col mondo esterno. L’inferno per chi aveva raggiunto il nostro paese alla ricerca di una vita libera e dignitosa. Si parla di somministrazione di psicofarmaci, di ripetuti atti di autolesionismo, fino all’atto estremo di Said.
Purtroppo una vicenda annunciata. La situazione nei Cpt è stata denunciata dall’Arci e da tante altre associazioni che lavorano coi migranti, che ne chiedono la chiusura, per ripristinare il diritto e i diritti. Ma per ora resta solo la triste contabilità dei decessi, dei suicidi, degli atti di autolesionismo. Là si vive una sospensione del diritto, è difficile svolgere qualsiasi forma di controllo, non esiste una tutela legale.
Continuiamo a chiederne la chiusura, ma la morte di Said impone a tutti una più forte assunzione di responsabilità.
L’Arci si batterà con tutti i mezzi, anche legali, a sua disposizione perché su questo caso, a cominciare dalle cause che hanno portato al primo ricovero di Said, venga fatta piena luce.
Vogliamo verità e giustizia, lo dobbiamo ai migliaia di disperati che ogni giorno lasciano il loro paese inseguendo il sogno di una vita migliore, o semplicemente di una vita.
(testo originale dal sito dell'Arci)
A questo punto giunge lo sfogo elettronico di Luciano Rimini, segretario di Rifondazione Comunista della sede di Lamezia Terme (grazie a Pietro per l'inoltro!). Questo il testo integrale:
CHI SALVA UNA VITA SALVA IL MONDO INTERO. Potevamo noi salvare la vita di Said Zigoui? Non lo sapremo mai. Quello che sappiamo è che Said è morto in un letto del policlinico di Messina senza poter avere l'ultimo abbraccio di sua moglie, senza aver visto mai suo figlio perché nato quando lui era già in carcere. E, forse non sapremo mai del perché Said si trovava rinchiuso nel Cpt di Lamezia Terme. Said era un ladruncolo? Un tossicodipendente? Uno dei tanti migranti senza permesso di soggiorno? Ma è giusto morire per questo? E' giusto esser rinchiusi per questo? Rinchiusi per sessanta giorni, anche dopo aver scontato fino all'ultimo giorno una pena in un carcere. Said è morto perché si è suicidato o perché tentava di fuggire da un carcerazione che riteneva ingiusta e incivile? Anche questo, forse, non sapremo mai? Quello che sappiamo e che per i tanti Said rinchiusi nel carcere etnico di Pian del Duca alcuni di noi hanno fatto poco, altri non hanno fatto niente. Qualcuno ha fatto finta di non sapere. Qualcun altro ha praticato coscientemente l'omertà. Per convenienza? Per indifferenza? Per un favore ricevuto? Per amicizia o, per meglio dire, per "comparaggio"? È vero i tanti Said dei paesi arabi, dell'africa nera, dell'est europeo, del sud est asiatico, non votano, non procacciano voti, non fanno favori, non hanno amici potenti e, forse, non vanno a messa la domenica mattina. Molti di loro hanno poi il difetto di bagnare con il loro sudore e per quattro merdoni euro le nostre campagne quando si tratta di spezzarsi la schiena per raccogliere i nostri pomodori o per vendemmiare le nostre pregiate uve. Altri di avere compagne che hanno il difetto di affezionarsi ai nostri vecchi, rifiutati dal nostro moderno e civile servizio sanitario, e ai quali puliscono il culo sempre per quattro merdosi euro. E, poi, hanno un altro brutto, maledetto difetto che, quando li chiudiamo, nei nostri Cpt, in disprezzo dei più elementari diritti umani e senza un'assistenza sanitaria e legale adeguata si ingoiano lamette o pile, si provocano profondi tagli alle braccia o alle gambe, si ingozzano con i nostri psicofarmaci, pretendono di poter avvisare i loro familiari e utilizzano le finestre dei nostri ospedali per "suicidarsi" a soli 45 anni. Ma quanti di noi senza, bisogno di leggere i rapporti di Medici Senza Frontiere, o le denunce dei padri Comboniani hanno sentito la necessità di guardare negli occhi qualcuno dei migranti rinchiusi nei Cpt. In quegli occhi si legge la stessa medesima cosa. Paura, impotenza, rabbia, rassegnazione. Si legge la fragilità di chi ha lasciato il proprio Paese in cerca di un futuro migliore per se e per la propria famiglia ed è costretto a confrontarsi in ogni istante della sua giornata con il proprio "fallimento". Si legge la paura di chi sarà rispedito forzatamente a casa come un pacco postale con in mano una semplice busta di plastica con qualche indumento personale.
Potevamo noi salvare la vita di Said Zigoui? Non lo sapremo mai.
Sappiamo, forse, che ora non servono solo i comunicati stampa di cordoglio ma che è necessario che in questa città si rifletta nelle nostre sedi di partito, nelle tante nostre associazioni, nei tanti sindacati, nelle tante parrocchie, nei tanti circoli culturali, sulla inciviltà e l'aberrazioni giuridica introdotta dalla Turco-Napolitano prima e dalla Bossi-Fini dopo. Che si rifletta sui tanti silenzi e le tante omertà praticate.
Così, solo così, forse, riusciremo a capire come possiamo salvare i tanti Said che popolano il nostro Paese.
Qualcuno in questa città dirà che non sono politicamente corretto. Fanculo il politicamente corretto. Qualche altro si eserciterà, come ha fatto in questi anni, a trovare una giustificazione al proprio silenzio, alla propria omertà. Si proprio così omertà. Cazzo qualche volta dobbiamo pur chiamare le cose con il loro nome. Ci sarà pure chi dirà che ci sono questioni più importanti, che a Lamezia c'è la mafia. A quest'ultimi rispondo semplicemente parafrasando la parola d'ordine utilizzata dai compagni di Peppino Impastato per accompagnare la sua bara. I Cpt uccidono, prevaricano, violentano. Il silenzio pure.
Luciano Rimini
Uno dei piccoli orrori della vita quotidiana, che ci portiamo apprresso. Una di quelle morti che tra qualche giorno molti avranno dimenticato. Una di quelle persone che potrebbe entrare tra le genti invisibili.

giovedì 20 gennaio 2005

Di vampiri e altre storie

Per stessa ammissione di Bram Stoker, il suo Dracula ha un debito profondo ed importante con il racconto lungo di Joseph Sheridan Le Fanu, quel Carmilla che, più di ogni altro racconto del terrore, ha riportato in auge il vampiro, con particolare attenzione verso le origini setsse del mito. Infatti, soprattutto nelle leggende più tarde (greche e romane) le entità succhia sangue, erano di sesso femminile, proprio come la sensuale Carmilla che circuisce una giovane sventurata per i suoi scopi: succhiarne il sangue e sopravvivere ancora nella sua orribile esistenza di non-morta.
Alla fine questo tentativo sarà fatale per la vampira, poiché la vittima scelta è la figlia del tutore della sua precedente preda, e solo un fortuito incontro con questo nobiluomo permette alla giovane, che sta raccontando in prima persona, di potersi salvare dal suo terribile destino di morte.
Il racconto, però, si segnala, come già il Dracula di Stoker, per la sua perfetta aderenza alle leggende popolari e per una accurata descrizione del processo e dell'esecuzione del vampiro, tratta certamente da alcune cronache dei secoli precedenti, durante i quali la leggenda e la paura del vampiro portò all'esumazione di moltissimi cadaveri, spesso morti di morte violenta ed accusati di essere la causa delle terribili epidemie che sconvolgevano le zone rurali.
Comunque, al racconto principale, sono state aggiunte tre ghost stories di Le Fanu, tutte molto belle ed intense, a dimostrazione della grande abilità di narratore dello scrittore britannico.

domenica 16 gennaio 2005

Storia di fantasmi e di amori...

Il fantasma dell'Opera fa pensare subito al musical di Webber (speriamo di aver indicato il nome giusto!), ultimamente tornato in auge anche grazie al film di Joel Schumacher, regista dei Batman 3 e 4. In realtà Il fantasma dell'Opera è un romanzo di un giornalista francese, Gaston Leroux (e spero di aver scritto anche questo nome correttamente!), che dopo aver litigato col suo capo, si dedica all'attività di romanziere.
L'esperienza come avvocato nella procura e quella accumulata come giornalista, soprattutto giuruduco, unita alla sua incredibile fantasia e alla sua passione per il teatro, fanno di Leroux un abile ed apprezzato scrittore, e fanno del Fantasma dell'Opera uno dei romanzi più divertenti della letteratura francese del XX secolo.
Ovviamente non è solo divertente, ma lo è anche... e piacevolmente.
I protagonisti:
Christine Daae: è la cantate. Bella e brava. Ci mette l'anima, quando canta, e proprio questo ha attirato le attenzioni di un oscuro abitatore delle tenebre e dei meandri dell'Opera di Parigi. Il cuore della fanciulla, perciò, è l'emblema di quella divisione che caratterizza molti nella vita comune: da un lato la passione naturale, interiore, fortissima verso la musica ed il canto, dall'altro l'amore, quello per un giovane, che la spinge anche a mettere in discussione la sua passione per l'Opera.
Raolu de Chagni: timido, introdotto nel mondo dal fratello Philippe, riesce a tirare fuori il meglio di sé proprio per Christine e lotta per il suo amore, una cantante che, secondo le convenzioni sociali del tempo, avrebbe fatto scandalo anche solo avvicinandosi a lui.
Erik, il fantasma: ha girato mezza Europa, iniziando dall'Oriente fino ad arrivare in Francia. E qui, dopo aver collaborato alla costruzione dell'Opera di Parigi, fa dei sotterranei di quel teatro, di quel tempio della musica, il suo piccolo regno, il suo nascondiglio segreto, la sua camera degli orrori. A differenza di Dracula, recupera invece gli aspetti drammatici già presenti in Frankestein - Il Prometeo moderno della Shelley. Erik, infatti, allontanato per il suo aspetto terribile, per quella faccia della morte, non può fare inevitabilmente che addentrarsi verso il male e la malvagità, anticipando molti aspetti dei moderni supercriminali, come ad esempio il Dr.Octopus, o il Pinguino (che però, oggi, è più un mafioso che il criminale delle origini). Si possono però notare aspetti di Erik anche in molti degli eroi dell'era pulp. Si inizia sicuramente con l'Uomo Ombra, ma anche Batman, che hanno fatto della loro città il loro possedimento personale: sono anche loro come Erik i signori delle botole nei loro territori, ma a differenza di Erik i loro orrori li riservano per i criminali. A suo modo, però, anche Erik riserva i suoi orrori per i criminali, ovvero per coloro che commettono il crimine di opporglisi.
C'è però per tutto il romanzo, oltre alla musica, che accompagna continuamente il lettore, oltre all'atmosfera, ora leggera, ora oscura e tenebrosa, ora misteriosa come nei polizieschi migliori, anche quella labile possibilità di redenzione. Sembra quasi che Erik stesso sappia che la sua redenzione dal dolore e dal male presente nel suo cuore si trovi proprio nell'amore che prova per Christine. Il rendersi conto della grandezza di questo suo amore, ma soprattutto dell'amore in generale, trasforma il suo animo in quello di un nobile cavaliere, pronto a sacrificarsi per il bene della sua principessa.
E alla fine così è: Christine e Raoul sono liberi di amarsi, lì nella Scandinavia, mentre Erik attende semplicemente la morte, il motivo per cui oggi siamo in grado di leggere le sue avventure...
Vorrei illuminarti l'anima
nel blu dei giorni tuoi più fragili, io ci sarò
come una musica,
come (una) domenica di sole e d'azzurro
(da Di sole e d'azzurro di Giorgia, dal CD Senza Ali)

...e questo ha forse fatto Christine al cuore di Erik...

sabato 15 gennaio 2005

Inevitabilmente

Non si può sfuggire... è inevitabile... il delirio si impadronirà di voi e di chi vi circonda...
L'era dei Boilers è appena arrivata e nessuno potrà salvarvi dalla follia...
Nemmeno Rat-Man il grande!

venerdì 14 gennaio 2005

Bisogna tenere pulito il bosco!

(Zia Scoiattola, che si era addormentata, si risveglia seduta su un mucchio di gioielli)
Zia Scoiattola: Che mi venga un cappero! Mi sono addormentata su un mucchio di spazzatura! Probabilmente un brutto scherzo di quei maiali degli uomini... Si prendono sempre gioco di noi ragazze che cerchiamo di lottare per la protezione dell'ambiente! Ma gliela faccio vedere io! Ecco come mi sbarazzo di queste schifezze!
(e getta i gioielli nel fiume!)
Zia Scoiattola: Se c'è una cosa che odio sono quegli sporcaccioni con i loro inquinamenti... GACK!
(da Pogo, 51° volume della serie I Classici del Fumetto di Repubblica, trad. Marco M.Lupoi, Bruno Cavallone)

lunedì 10 gennaio 2005

Fantasia

La Fantasia può, naturalmente, essere portata all'eccesso; può essere deforme; se ne può fare cattivo uso. Può perfino illudere le menti dalla quale è sortita. Ma per quale realtà umana, in questo basso mondo, tale affermazione non vale? Gli uomini hanno concepito non soltanto gli elfi: hanno immaginato gli dèi, li hanno venerati, persino quelli resi più deformi dalla malizia dei loro stessi autori. Ma hanno fabbricato falsi dèi con altri materiali: le loro nozioni, le loro insegne, i loro quattrini; persino le loro scienze e le loro tecniche sociali ed economiche hanno richiesto sacrifici umani. Abusu non tollit usum. La Fantasia rimane un diritto umano: creiamo alla nostra misura e nel nostro modo derivativo perché siamo stati creati; e non soltanto creati, ma fatti a immagine e somiglianza del Creatore.
(da Sulle Fiabe di J.R.R.Tolkien, all'interno di Albero e foglia, trad.Francesco Saba Sardi)

domenica 9 gennaio 2005

Vita su un altro pianeta (omaggio ad Eisner)

Vorrei fare un piccolo omaggio ad Eisner, pubblicando un estratto di un articolo che ho realizzato per Wikipedia e che ho inserito oggi on-line:

Mio Dio! Questo significa che è... un segnale! Può essere soltanto di origine biologica... una forma di intelligenza... come la nostra... proveniente dallo spazio!

Tra tutte le opere di Eisner, Vita su un altro pianeta è un'opera doppiemente particolare, almeno per l'Italia. Pubblicata per la prima volta nel 1978, arriva nel nostro paese, grazie alla Kappa Edizioni, solo nel 2004, presentando un Eisner al massimo della maturità non solo grafica, ma anche narrativa.
Strutturata in otto capitoli, la narrazione, da un incipit fantascientifico, prosegue con una narrazione veloce ed appassionante tipica delle migliori spy story e dei polizieschi più interessanti, alternando, graficamente, tavole con più vignette, a volte col bordo, spesso sfumate una nell'altra, a splash page di grande effetto e sempre con la solita attenzione nel disegnare le espressioni o nel presentare i dettagli fondamentali nella comprensione e nella lettura della storia.
La premessa alla storia, necessaria per un minimo di comprensione della vicenda che successivamente Eisner si appresterà a narrare: la NASA, con le sonde Pioneer 10 e 11, ha cercato di mettersi in contatto con eventuali nuove forme di vita intelligente. Questa ricerca, fatta con osservatori sulla Terra, era iniziata già nel 1950 con l'osservatorio radioastronomico di Greenbank nel West Virginia. Successivamente altri paesi (Canada, Unione Sovietica) cercarono di mettersi in contatto con gli alieni, ma la ricerca continua ancora oggi.
Il segnale
La storia di Eisner, però, si basa su un segnale proveniente dalla stella Barnard, che già il 30 Maggio del 1916 mostrò un insolitamente rapido spostamento. Negli anni successivi numerosi segnali, dalla natura insolita, attirarono l'attenzione dei ricercatori: non è pertanto assurdo che l'inusuale segnale che viene raccolto da due ricercatori, Malley ed Mark Argano, nell'osservatorio radioastronomico di Mesa in New Mexico provenga proprio dalla stella Barnard. I due hanno, però, il torto (o la sfortuna) di rivolgersi a Cobbs della sala tracciati, che esaminando il segnale suppone che possa provenire da un pianeta che orbita intorno alla stella Barnard, a circa dieci anni dalla Terra, non più grande della Luna. Cobbs, però, si rivela essere una spia dell'Unione Sovietica, Zorky, che prontamente avvisa la propria ambasciata.
(continua...)

La storia, quindi, prosegue con i ritmi della spy story, come detto, e racconta di come un astrofisico, Bludd, venga gettato nella mischia, in un mondo di spie e controspie, in cui gli interessi economici e politici fanno di una corsa idealistica verso un nuovo pianeta una lotta intestina tra terrestri per vedere chi sfrutta meglio la vicenda.
In definitiva, ancora una volta, la storia è solo un pretesto, per Eisner, di mostrare i difetti e gli errori e le difficoltà di essere umani. In definitva è probabilmente la migliore storia di Eisner che io abbia mai letto.

sabato 8 gennaio 2005

Misteri...

Non so con quale forza sia possibile parlare, dopo gli eventi degli ultimi giorni, di voluttà e facezie come un libro del mistero, come Delitto a villa Rose di Alfred Edward Woodley Mason, primo romanzo della serie di Hanaud, ispettore della polizia francese, o della conclusione della raccolta di saggi di Tolkien (Il medioevo e il fantastico), con il suo commiato da Oxford, ma forse la vita deve andare avanti, in qualche modo...
E continuare a scrivere è il modo migliore.

venerdì 7 gennaio 2005

Con la bocca spalancata

E' così che sono rimasto quando ho appreso che, sulla linea ferroviaria Bologna-Verona era avvenuto un terribile scontro tra un treno passeggeri ed uno merci. Su quella linea, infatti, è presente un solo binario e, con la nebbia alta, non ci sarebbero dovuti essere due treni nello stesso tratto.
Ora la cosa più importante è soccorrere i feriti, recuperare i morti e cercare di tornare alla normalità, ma sicuramente bisognerà capire come sia potuto accadere un evento del genere, in attesa del completamento (ma sono partiti i lavori?) della doppia linea.

giovedì 6 gennaio 2005

Sigh!

L'ho saputo solo oggi... Will Eisner è morto, lasciando un vuoto incolmabile in tutti noi...
Addio, Will, e un grazie grande che non è mai abbastanza.

domenica 2 gennaio 2005

22. Promethea

Questa storia serpentina or si sbroglia
(O comincia da capo se ne hai voglia).
Gira e rigira la favola odierna:
Come un Ouroboros, è sempre eterna.

E tu che ci ascolti, cara creatura,
Hai girato dentro una selva oscura
Non pensi dovremmo finire il giretto?
Un ciao da Gigino
e un goodbye da Gigetto.

(dall'ultima tavola di Metaphore, di Alan Moore e J.H.Williams III, su ABC#13, ed.Magic Press, trad.Leonardo Rizzi, il grande!)

sabato 1 gennaio 2005

Cambio di anno

Mafalda: E che bisogno c'è di cambiare anno? Perché questo non va bene? Tanto... un anno vale l'altro, sono tutti uguali.
Mamma: Uguali no. Questo è stato bisestile, il 1965 avrà un giorno in meno.
Mafalda: Ah!... E come non bastasse, ci rifilano un anno di qualità inferiore!
(by Quino)

(Nota: e speriamo che si possa presto tornare a sorridere tutti insieme nel mondo...)