Dopo la lettura di Arancia meccanica, l'altra notte, sul treno, mentre stavo tornando a Cosenza, sono passato a quella de Il vangelo del coyote. Graphic novel interessante pubblicata da Guanda e realizzata da Gianluca Morozzi per i disegni di Giuseppe Camuncoli e Michele Petrucci, ha in effetti molti punti in comune con l'Arancia meccanica di Burgess e soprattutto di Kubrik, e non solo perché in un paio di vignette si vede un poster con il titolo originale dell'opera, A Clockwork Orange. In effetti le due protagoniste, proprio come Alex e i suoi soma, sono personaggi un po' sopra le righe, adolescenti senza un vero scopo, appassionate di tutto ciò che di macabro e oscuro può offrire il mondo moderno. Ed il loro progetto criminale si palesa fin dalle prime pagine, e successivamente viene sviluppato con originalità, pezzo dopo pezzo, e senza l'uso di alcuna didascalia, esclusa la scena finale in cui leggiamo il diario di Liù, una delle protagoniste.
Parallelamente si sviluppa la vicenda di un insegnante di latino, raccontata con la didascalia in prima persona, che sin dalle prime battute presenta qualcosa che non va, una sorta di disturbo mentale latente che via via diventa sempre più evidente, sempre più profondo, fino alla ribellione finale, ma non a se stesso, ma, in un certo senso, agli autori ed ai lettori stessi...
Un bel fumetto che tra il noir e il nuovo genere dei serial killer, punta l'attenzione sulle disfunzioni mentali della nostra società, con una conclusione spiazzante, piuttosto che originale, ben scritto ed ottimamente disegnato dai due autori, Camuncoli e Petrucci, che si alternano alle matite della storia. In definitiva un buon acquisto che non può mancare nella fumettoteca di nessuno!
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