lunedì 31 marzo 2008

La società moderna

Da quando sono arrivato a Milano, sono riuscito a trovare a poco prezzo alcuni vecchi albi disneyani. Vorrei soffermarmi in particolare sul Grande Classico n.160, che ristampa la storia di Massimo De Vita Paperino e le massime di Zio Paperone.
Paperino, in un modo o nell'altro, riesce a pescare un pesce e, per accontentare i nipotini, lo getta nella vasca da bagno. Il giorno dopo si ritrova con una nidiata di piccoli pesci: abbagliato dal miraggio della ricchezza e, soprattutto, dalla possibilità di iniziare un vivaio, costruisce una piscina dove ospitare mamma pesce e i suoi piccoli. Quando ormai ha concluso un accordo con un commerciante, i nipotini riescono a convincere lo zio Paperino a liberare i pesci nel mare:

Manderesti i nostri amici a friggere in padella assieme alla loro mamma?
(...)
Li abbiamo visti crescere!
Li abbiamo allevati amorosamente!

Il messaggio della storia non è molto condivisibile: un lavoro come il vivaista, il contadino, e altri simili che restano a contatto con la natura, nel senso che hanno allevamenti di cui una parte serve comunque per la produzione del cibo, da consumare e da vendere, è necessario, e non lo si può contrastare con un ricatto morale come quello di cui sopra dato dai nipotini. La nostra società moderna non può certo sostenersi con l'attuale sfruttamento delle risorse ancora per molto tempo, ma certo non è buttando a mare il proprio lavoro che si inverte la tendenza, ma decidendo di sostenere risorse alternative e gestire in maniera più opportuna le risorse a disposizione.

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