mercoledì 30 aprile 2008

Cuore di madre!

Malvagio! Hai rovinato il pancino alla mia bambina! Tutta colpa delle tue meringhe omaggio!

(una madre contro Paperone in Zio Paperone e l'epidemia di meringhite di Anne-Marie Dester e Tiberio Colantuoni)

martedì 29 aprile 2008

Bestie

Immagine di BestieCorse, combattimenti e macellazione clandestina, traffico di fauna esotica o protetta, racket degli animali, doping, bracconaggio e zoopornografia: sono queste le voci più significative dei profitti criminali a danno degli animali. E poi maltrattamenti, mutilazioni e uccisioni fine a se stessi, senza scopo di lucro, solo sfogo violento delle peggiori e inconfessabili pulsioni umane. Un lungo e inesorabile elenco di crimini e misfatti che vedono come protagonisti gli esseri umani e come vittime sempre gli animali. Crimini che nella maggior parte dei casi rimangono impuniti, invisibili ai grandi media, nascosti agli occhi dell'opinione pubblica. A partire dal traffico di specie animali e loro derivati (pellame e avorio, in particolare) protetti dalla Convenzione Internazionale di Washington (Cites).
A cimentarsi con i loschi traffici sono "collezionisti" di animali rari e trafficanti, soprattutto coloro che si rivolgono al mercato della cosiddetta medicina alternativa, come quella tradizionale cinese: otarie, leoni marini, balene, delfini, elefanti africani, coccodrilli, tartarughe verdi, macachi, leopardi, tigri e così via, diventano pillole e unguenti vari per curare ogni sorta di malanno. La bile di orso, ad esempio, continua a essere il "rimedio" cinese più usato per curare impotenze, gastriti, artriti e raffreddori. Il giro d'affari globale messo in piedi dalle "multinazionali del crimine" è stimato dal Corpo Forestale dello Stato in 1,5 miliardi di euro, per un mercato "frequentato" soprattutto da occidentali. A rischio c'è l'estinzione di circa 100 specie di animali ogni anno, sia terrestri sia marine.
Dal globale al locale. In Italia, c'è sicuramente la mano della criminalità organizzata, Mafia, Camorra, 'Ndrangheta e Sacra Corona Unita in testa, dietro le corse clandestine dei cavalli e i combattimenti tra cani, per accaparrarsi un business di tutto rispetto: 1,2 miliardi di euro per le corse e 700 milioni per i combattimenti, secondo le stime dell'Ente Nazionale Protezione Animali (Enpa). E visto che in questi casi gli animali significano soldi, ogni mezzo è buono per aumentarne le prestazioni: doping e maltrattamenti sono all'ordine del giorno. Ma anche dopo la morte il circuito illegale continua con le macellazioni clandestine, per ovvi motivi economici e, a volte, anche per motivi religiosi: il giro d'affari ammonta a circa 500 milioni di euro. Preoccupante anche il ricorso al bracconaggio, cioé alla caccia illegale, e alla pesca di frodo. In particolare, la raccolta illegale di datteri di mare e la pesca con le spadare rischiano di "desertificare" i fondali dei nostri mari. L'elenco degli orrori termina con il peggiore tra questi: la zoopornografia, lo sfruttamento animale a fini sessuali, in particolare nell'ambito del mercato del porno di provenienza asiatica. Il mondo animale è davvero sotto assedio.

(dalla postfazione di Antonio Pergolezzi, Coordinatore Osservatorio Nazionale Ambiente e Legalità Legambiente, al romanzo Bestie di Sandrone Dazieri)

E come si sa, Sandrone Dazieri è il gorilla, e proprio un gorilla è in copertina al romanzo, e in un certo senso è proprio un gorilla che indaga e risolve un omicidio che nasconde un terribile traffico, un traffico di animali. E alla fine solo un uomo come il protagonista che ha provato le sbarre poteva risolvere un caso in cui gli animali sono sfruttati, incatenati, uccisi, venduti, il tutto indipendentemente dai problemi della giustizia italiana, che rendono il romanzo di Dazieri semplicemente più realistico di quanto già non è.

lunedì 28 aprile 2008

Spagna 2008

Non ho seguito tutto il GP di Spagna di quest'anno: dovevamo accompagnare mia sorella all'aeroporto per il suo ritorno a Milano (per me ci vorrà ancora qualche giorno), ma ho fatto in tempo a vedere la partenza e soprattutto il terribile incidente di Kovalainen: e nonostante l'abbia visto muoversi sulla barella, sono stato mezz'ora con l'apprensione sulla sua salute. Per fortuna, mentre stavamo andando a Lamezia, alla radio ho sentito che il giovane pilota aveva solo alcune contusioni... E lì sospiro di sollievo, per rendere più dolce la seconda doppietta Ferrari dell'anno, la seconda vittoria di Raikkonen dell'anno e il primato nelle due classifiche piloti e costruttori.

sabato 26 aprile 2008

Una città piccola piccola

E, giusto per togliere di mezzo ogni dubbio, la città piccola piccola è quella che in questi giorni è stata tappezzata dai tifosi per festeggiare una promozione dai dilettanti (si chiamano ancora così?) alla serie C2, e probabilmente sarà costretta a festeggiarla anche, la promozione. Una città piccola piccola è quella che in questi giorni ho visto tornato da Milano, e non è piccola piccola rispetto a Milano, ma per coloro che la abitano, gente che, volendo, potrebbe rendere questa città grande anche solo per il cuore che mette nelle cose, ma che troppo spesso si ha la sensazione che non lo faccia.

Bentornato a casa, fino alla prossima partenza...

venerdì 25 aprile 2008

Commemorazioni

In ricordo di Mike, che mai perse una lettera! Ilare e gioioso, anche tra pioggia e tormente, mai si allontanò dal sentiero del suo dovere!

(dalla targa sul monumento al postino, da Paperino postelegrafonico di Carl Barks)

giovedì 24 aprile 2008

Conto alla rovescia verso la fine

Proveniente da un paese straniero, orfano nonché unico della propria razza, diventa un eroe per i suoi nuovi concittadini: è questo in un certo senso il sogno americano, e questo è anche nella sua essenza Superman, un alieno, un extra-terrestre che è diventato simbolo di questo sogno.
Tender Branson, il protagonista di Survivor, romanzo di Chuck Palahniuk, è l'ultimo sopravvissuto di una setta, la setta dei Creedish, e, al contrario di Superman, è l'esatto opposto del sogno americano di successo. Tender fa le pulizie nelle case dei ricchi, dice ai ricchi come comportarsi a tavola, e nella notte tiene in piedi un telefono amico, al quale risponde sempre suggerendo la soluzione finale. Ad un certo punto Tender resta l'ultimo sopravvissuto della setta, pur sapendo che anche il fratello Adam, maggiore di lui di tre minuti, è vivo e probabilmente è il serial killer che ha ucciso molti dei sopravvissuti. E lì inizia la sua discesa nell'inferno, ciò che secondo i suoi piani avrebbe dovuto portarlo ad un lungo suicidio: viene catturato nella macchina produci soldi dei mass media. Alla fine, o per meglio dire all'inizio, si troverà a raccontare alla scatola nera di un aereo che precipita verso il deserto australiano la sua vita, o almeno i punti salienti della sua vita.
Ciò che colpisce nel romanzo di Palahniuk non è solo il distacco con cui Tender racconta la vicenda (un distacco abbastanza simile a quello del protagonista di Fight Club), ma anche come la vita di quest'uomo sia a tutti gli effetti continuamente controllata: dalla setta che, come scoprirà parlando con il fratello, lo ha sfruttato, dai suoi padroni, quelli per cui lavora, dal fratello e dalla danna che ama, Fertility (non preoccupatevi, è solo un nome d'arte!). In questo senso il finale è simbolico: non ha importanza sapere se Tender alla fine si è salvato dal disastro, perché nel caso di morte, semplicemente non è riuscito a sottrarsi al suo destino, quello di essere uno schiavo fino in fondo, ma nel caso è riuscito a salvarsi, ha compreso l'essenza della sua vita continuamente controllata e programmata, ricominciandola con un gesto di libertà semplice e pura. E poiché Tender è, a tutti gli effetti, un simbolo della moderna civiltà occidentale, il non saperlo è semplicemente un modo per non esprimere alcuna solidarietà con essa.

mercoledì 23 aprile 2008

Soluzione sette per cento

Immagine di Sherlock Holmes: La soluzione sette per centoE' la soluzione di cocaina che normalmente si inietta Sherlock Holmes, il detective ideato da sir Arthur Conan Doyle. I suoi racconti e romanzi, quelli raccontati dal dottor Watson in prima persona, sono raccolti nel così detto Canone. Fuori di questo gli altri racconti sono detti apocrifi. E proprio con Holmes che ho iniziato a prendere coscienza degli apocrifi, grazie ai film ed ai cartoni animati dedicati al personaggio di Doyle.
Tornando a noi, fuori dal Canone non avevo mai letto alcun romanzo: dopo l'esperienza della serie originale stessa, nulla poteva più soddisfarmi. A tutti gli effetti, nel momento in cui Holmes sbarca negli Stati Uniti e diventa un personaggio del cinema, viene trasformato, trasfigurato secondo i canoni del supereroismo statunitense. Gli viene assegnata una frase tipica, Elementare, Watson!, detta in tutto il Canone non più di una volta, e un avversario, una nemesi: il professor Moriarty, citato sempre nel Canone non più di due volte. Proprio sul mistero di Moriarty e del viaggio di Holmes tra la sua apparente morte e la sua ricomparsa improvvisa punta la sua attenzione Nicholas Meyer nel suo La soluzione sette per cento. Il romanzo di Meyer porta, con uno stratagemma ideato dal fratello di Holmes, Mycroft, il nostro Sherlock, con Watson come compagno di viaggio (e ancora una volta come voce narrante - bello l'espediente narrativo di un nuovo manoscritto ritrovato nella soffitta di una vecchia casa di cura), verso Vienna dove verrà curato dallo psicologo Sigmund Freud (sì, proprio lui!), in terribili giornate di astinenza, dalla sua dipendenza dalla cocaina, diventata tanto forte da fargli assegnare al suo precettore di matematica, il professore Moriarty, il titolo di genio assoluto del male. Una volta guarito verrà coinvolto in uno strano caso di una ragazza impazzita dalla prigionia, scongiurando uno scoppio anticipato della Prima Guerra Mondiale!
Alla fine del romanzo, senza rovinare troppo la sorpresa, anche se i conoscitori del Canone possono già intuirne il finale, si resta con la sensazione di aver letto un vero e proprio romanzo di Holmes: non solo lo stile è quello di Doyle, non solo i personaggi citati sono quelli, non solo vengono anche sparse indicazioni che ricollegano la vicenda con racconti precedenti, ma soprattutto i personaggi e l'atmosfera del romanzo nel suo complesso è quella dell'opera originale. Insomma un apocrifo ben fatto che potrebbe anche essere stato scritto dallo stesso Doyle!

martedì 22 aprile 2008

Il tempo degli uomini

Immagine di MomoAutore de La storia infinita (che prometto prima o poi leggerò!), diventato film di culto, Michael Ende è anche l'autore di un romanzo fantastico che potremmo tranquillamente definire una favola moderna: Momo.
Momo, una ragazzina spuntata dal nulla, forse scappata da un orfanotrofio, un po' come il ragazzino de Il nuovo arrivato in Piccoli miracoli di Esiner, riesce a portare un po' di pace nel quartiere della grande città moderna in cui è ambientato il romanzo. In un certo senso Momo, grazie alla capacità di ascoltare gli altri, nessuno escluso, concede il tempo agli esseri umani di capire quello che succede loro, di avere una visione lucida sulla vita e scaricare così le tensioni cui ogni giorno veniamo sottoposti. Momo, però, dovrà affrontare la sfida degli Uomini Grigi, dei malvagi esseri nati dal cuore degli uomini e in grado di rubare loro il tempo per prosperare e sopravvivere. Così nella città di Momo si diffonde una terribile epidemia: ogni adulto vive in maniera frenetica con l'idea di risparmiare tempo, senza rendersi conto che così facendo perde una parte di se stesso. I bambini, immuni all'effetto degli Uomini Grigi, vengono richiusi in grandi palazzi dove giocano in maniera controllata e solo giochi utili, a dire degli adulti. Resterà solo Momo a sfidare gli Uomini Grigi, insieme ad una tartaruga che vede mezz'ora nel futuro, nell'appassionante sfida degli ultimi capitoli.
La cosa più interessante, o per meglio dire inquietante, è la descrizione di Ende della società ormai preda dell'influsso degli Uomini Grigi: Ende descrive una società terribilmente simile a quella che spesso stiamo oggi vivendo. La speranza di Ende è che ci sia una soluzione, è che ci accorgiamo in tempo di dove stiamo andando, che le nuove generazioni possano porre rimedio: visto che il romanzo è del 1973, forse il messaggio non è stato ancora recepito...

lunedì 21 aprile 2008

Ragnarok

Immagine di RagnarokSaga spaziale scritta da Tom Godwin, Ragnarok è costituita da due romanzi: Gli esiliati di Ragnarok e I reietti dello spazio. Nel primo vengono raccontate le peripezie di un gruppo di coloni terrestri catturati dalla razza dei gern, in guerra con i terrestri, e abbandonati sul pianeta Ragnarok, ostile per clima e gravità (molto più alta rispetto a quella della Terra). Lo sviluppo del romanzo è molto simile a quello di un gioco di strategia moderno, in cui il giocatore deve sviluppare un insediamento, sfruttando al meglio le risorse a disposizione e sopravvivendo ai nemici che l'ambiente circostante gli oppone. E gli esseri umani lasciati su Ragnarok dai gern riescono, col passare delle generazioni, ad adattarsi al nuovo mondo, a lottare contro l'ambiente, farselo anche amico ed alla fine ad attirare e catturare un incrociatore gern sul loro nuovo pianeta.
Vinta la guerra, ne I reietti dello spazio l'ultima generazione di Ragnarok deve affrontare una nuova sfida, chiusa nella morsa tra due razze diverse, cercando di capire quale tra queste l'ha attaccata, se quella umanoide o quella animale (delle tigri con i denti a sciabola con poteri telepatici). Rispetto al primo romanzo, una appassionante costruzione di una nuova civiltà, il tutto di generazione in generazione, I reietti dello spazio è un'epopea fantascientifica abbastanza classica, fatta di viaggi intergalattici e di sfide impossibili contro un impero gigantesco ed apparentemente invincibile. E dalla posizione di quasi scacco, i malvagi extraterrestri si troveranno a perdere tutto!

domenica 20 aprile 2008

Flippismo!

Prof. Picchiatelli: Il flippismo risolverà tutti i vostri problemi! Non avrete più paura nella vita, se abbraccerete le teorie del flippismo! A ogni bivio della vita, a ogni decisione, lasciatevi guidare dal flippismo!
Paperino: Ma cos'è il flippismo?
Prof. Picchiatelli: E non lo sai?! Per la misera moneta di un dollaro ti do questo insuperabile libro che ti spiega il concetto, i metodi e i vantaggi del flippismo! Inoltre, con quel dollaro, diventerai membro vitalizio della confraternita dei flippisti!
Paperino: Piano! Non ho ancora deciso per il sì o per il no!
Prof. Picchiatelli: Risolveremo il dubbio con il classico metodo del flippismo! Se viene testa ti iscrivi, se viene croce non ti iscrivi!
(e dopo il lancio della moneta)
Prof. Picchiatelli: Testa! Eccoti il libro... il distintivo... Mi devi un dollaro!

(da Paperino e la filosofia flippista di Carl Barks)

venerdì 18 aprile 2008

Top ten 2007 de LoSpazioBianco

E' uscita la top ten del 2007 de LoSpazioBianco. Quest'anno, dopo due anni consecutivi, non ho partecipato, per molti motivi tra cui anche il trasferimento a Milano per la ben nota supplenza.
Interessante la classifica, il cui unico fumetto che ho letto è quello di Gigi Simeoni, Gli occhi e il buio.
Non mi arrischio a proporre una mia top ten per questo blog, ma aggiungo semplicemente che, mentre alcuni di quei fumetti non li ho presi più che altro per il prezzo, il vincitore semplicemente perché non mi attirava fino al punto di comprarlo, e neanche questa vittoria mi spingerebbe a comprarlo. Se però mi capita, bé una lettura ce la getto e poi, magari, vi faccio sapere!

giovedì 17 aprile 2008

La fine della civiltà

Immagine di Diluvio di fuocoQuello che succede in Diluvio di fuoco dello scrittore francese René Barjavel è proprio la fine della civiltà, non già quella come la conosciamo, ma una molto simile così come l'ha immaginata Beravel.
La forza elettromagnetica, che sta alla base della civiltà futura immaginata dal francese (un po' come ne Le meraviglie del 2000 di Salgari), risulta sconvolta, tanto che non solo ogni oggetto elettrico non riesce più a funzionare, ma anche gli strumenti di ferro sono destinati a distruggersi. La bravura di Berjavel è non solo nella gestione dei personaggi, ma anche nella vivida descrizione di come un'intera civiltà crolli un pezzo alla volta. L'occhio dello scrittore, quindi, si concentra nella prima parte nella fuga di un gruppo di uomini che fuggono da Parigi (e questo è stato anche il tema centrale nel romanzo di John Cristopher, Morte dell'erba, che lo accomuna a quello di Berjavel), quindi nella costruzione di un mondo idilliaco in cui la tecnologia, la cultura, lo sviluppo sono banditi per evitare gli errori del passato.
Nonostante il romanzo sia nel suo complesso bello e appassionante, non posso essere d'accordo con Berjavel, che sembra arrendersi in maniera assoluta di fronte allo sviluppo tecnologico, ma che a differenza di Golding da una speranza all'umanità, descrivendo un mondo in cui uno sparuto gruppo di uomini è in grado di portare avanti un sogno di rinascita. In fondo questa è anche la base di Alita Last Order, in cui un umile umano, come Francois il protagonista di Diluvio di fuoco, cerca di costruire un nuovo mondo per il genere umano, una nuova utopia. Mentre in Alita, però, vediamo come tale utopia viene sviluppata, Berjavel non ci mostra altro che la sua visione, i suoi pensieri, le sue speranze.
Comunque buona fantascienza europea di lingua non anglosassone, e questo è già tanto.

mercoledì 16 aprile 2008

Gli sconfitti

Gli sconfitti alle elezioni non sono i ragazzi del PD, quelli dietro Veltroni, ma sono gli amici della Sinistra Arcobaleno, quelli guidati da Bertinotti, e la loro sconfitta ha radici vecchie, nel momento in cui Bertinotti accetta la presidenza della camera, di fatto costringendo il suo partito a non creare crisi di governo ma anzi a creare crisi al suo interno ed una rottura con i suoi elettori, in un momento in cui la sensazione era che fossero tutti gli italiani ad avere una crisi di rigetto nei confronti di questa politica e di questi partiti.
E tra gli sconfitti non c'è solo Casini, pur se entrato in parlamento, e neanche Storace con la sua La destra, né Boselli con il Partito Socialista, ma anche il buon Beppe Grillo. L'affluenza alle urne è scesa solo del 3%: questo vuol dire che le firme, gli urli, le parole, più o meno intelligenti, più o meno serie (e chi scrive pensa che fossero molto intelligenti e serie, nonostante le battutine disseminate qua e là), non sono servite a niente, perché gli italiani stufi di questa politica sono andati in massa a votare quella stessa politica travestita da nuovo, ma in fondo sempre la stessa. Basta vedere la composizione del nuovo parlamento, di cui ancora Grillo ci fa un sunto disarmante. E, mi spiace dirlo, insieme a Grillo hanno perso gli italiani, che avevano la possibilità di delegittimare questa legge elettorale, questi politici, il governo entrante. Ha vinto però la paura (la paura degli extracomunitari, la paura di una crisi economica sempre più vicina, la paura del terrorismo), perché è sulla paura che si fonda il potere nelle democrazie del terzo millennio... peccato che quando c'è la paura, difficilmente può esserci vera democrazia.

In fondo Grillo ha ragione: l'Italia è un paese di vecchi, e non anagraficamente, ma nell'animo...

martedì 15 aprile 2008

Solitudine...

Oggi pomeriggio ci sono gli incontri con i genitori. E prima dovrebbero esserci le riunioni degli insegnanti di ogni materia. Sono qui da almeno mezz'ora. Sono il solo di Scienze della materia.
Certo... Chi fa da se' fa per tre, ma certe volte forse è meglio essere in compagnia...

lunedì 14 aprile 2008

Il signore delle mosche

Immagine di Il Signore delle MoscheSebbene il titolo non sia stato scelto da Golding, è quanto mai azzeccato e inerente ai contenuti del romanzo ed alla filosofia stessa dell'autore. Il signore delle mosche, infatti, altro non è che la testa di porco emblema dei cacciatori e circondata da mosche ronzanti sempre più numerose con l'avanzare della decomposizione della testa. E se consideriamo che ne La fattoria degli animali, i porci andavano via via assomigliando sempre più agli uomini (in un parallelismo in cui i rivoltosi diventano in tutti simili a coloro contro cui si sono rivoltati), la testa del porco sembra rappresentare anche la decomposizione stessa della piccola comunità di adolescenti caduti su un'isola sperduta nell'oceano e con essa la decomposizione della stessa comunità umana.
In un certo senso la visione di Golding è molto simile a quella di un autore ad egli distante nel genere, Howard il creatore di Conan, ma anche alla visione di Izzo, il creatore di Fabio Montale: una visione velata di un profondo pessimismo nei confronti degli uomini come società, società che viene vista come l'unione di branchi in lotta uno con l'altro e che, prima o poi, fanno prevalere gli istinti animaleschi insiti nell'essere umano.
Significative, in questo senso, le lacrime dell'ufficiale che per primo parla con i ragazzi quando la società civile, finalmente, si accorge della loro esistenza: sembrano lacrime di sconfitta e di dolore, sconfitta perché un gruppo di ragazzi inglesi (e questa è sicuramente una delle provocazioni più forti ed evidenti del romanzo) si sono arresi alla barbarie (non certo quella intesa da Howard) e di dolore perché non poteva esserci modo peggiore per entrare nell'età adulta.
E non si può non dare ragione a Golding: in fondo non solo l'ha toccato con mano con l'esperimento fatto nella scuola dove insegnava (e, in un certo senso, solo l'inconscia conoscenza di sapere di essere osservati che rende Il grande fratello un programma in cui ancora nessuno è diventato un assassino, anche se forse potrebbe essere solo questione di tempo...), ma generalmente la società moderna e civilizzata si accorge dei problemi solo quando questi sono ormai troppo grandi per essere risolti.
C'è poi l'ultimo messaggio, l'ultima sconfitta, quella della ragione, ed ha gli stessi motivi per cui i ragazzi de Il signore delle mosche si sono lasciati trasportare dall'odio e dalla violenza: la massa tende a seguire ciò che più gli fa comodo, la soluzione migliore per il momento, l'attimo immediato. E l'umanità, finché farà ciò, non potrà non essere sconfitta proprio che da se stessa.

P.S.: potrà sembrare strano, ma penso che anche lo stesso, famosissimo Stephen King condivida con Golding tale visione dell'umanità, non solo per il genere che ha scelto, l'horror, ma anche perché in uno dei suoi romanzi più riusciti, Cuori in Atlantide, lo consiglia ai suoi lettori. Per cui, buona lettura!

sabato 12 aprile 2008

Il nuovo sogno

Il nuovo sogno. Il porto ristrutturato. Le crociere di lusso che fanno scalo a Marsiglia. Non si parlava d'altro. Davanti a noi, un gran porto turistico. All'Estaque, uno di diporto. Come lo chiamavano in comune? Il piano di rilancio. Gérard l'aveva letto sui giornali, l'anno scorso. Come tutti. A dire il vero adesso, con tutti quei pastis, non si ricordava più tanto bene. Ma si ricordava che fra tutti i provvedimenti previsti non ce n'era uno che riguardasse loro, gli scaricatori. Soltanto sviluppo per le aziende, politica fondiaria e immobiliare, settori chiave, turismo, commercio. E comunicazione. Sì, per essere più attrattivi bisognava comunicare. Gérard l'aveva trovato buffo. Pagare la gente per parlare del lavoro degli altri!

(da In fondo al molo, in Vivere stanca di Jean-Claude Izzo, trad. Franca Doriguzzi)

venerdì 11 aprile 2008

Lettura in prova

Lasciami il libro e ripassa tra una settimana: lo leggerò e, se mi piacerà, può anche darsi che lo prenda!

(non una nota pubblicità, ma Paperon de Paperoni in Zio Paperone naufrago volontario, di Chendi e Bottaro)

Vivere? Stanca!

Immagine di Vivere stancaNon c'è niente che vada bene. L'unica cosa che riesco a fare è girare disperato per la libreria, la Mondadori di Via Marghera. Ed eccomi lì, nella sezione giallo, e l'occhio cade alla lettera I, la lettera del mio scrittore preferito, la lettera del grandissimo Jean-Claude Izzo. E visto il mio stato d'animo, non poteva esserci acquisto e lettura migliore di Vivere stanca, raccolta di racconti brevi, ma molto belli (uno dei quali ha per protagonista Fabio Montale, il suo personaggio più famoso): malinconici, terribilmente reali, in cui i personaggi sono piccoli piccoli di fronte all'enormità della vita, che li schiaccia, ne risucchia ogni oncia dell'anima. In una parola: reali.

giovedì 10 aprile 2008

E così sempre sarà

Tenente De La Motte: Che strano. Ci troviamo così lontani dall'Europa... dalla sua guerra che mi sembra di essere fuori dal tempo. Anche quel carro armato italiano sembra uno scherzo... Italiani, francesi, inglesi... E ora anche lei, Koinsky, anche polacchi ci stiamo battendo in questa caldaia africana per gli interessi di qualcuno. Industrie pesanti, mercanti di cannoni e altri sporchi interessi.
Koinsky: Non è una novità. E' sempre stato così.

(da Gli Scorpioni del Deserto - dry Martini parlor di Hugo Pratt)

mercoledì 9 aprile 2008

Come diventare buoni

Immagine di Come diventare buoniDopo Non buttiamoci giù, questo Come diventare buoni è il secondo romanzo di Hornby che leggo.
Mentre in Non buttiamoci giù l'autore inglese da prova di una buona gestione di differenti personaggi, in questo caso scrive di un matrimonio in difficoltà dal punto di vista della donna che, dopo 20 anni di fedeltà, non riuscendo più a sopportare le cattiverie del marito, si prende un amante. La storia con il giovane dura poco, meno della metà del libro, ma diventa una spia fondamentale per capire la difficoltà della vita familiare della coppia, e soprattutto spinge il marito a diventare buono!
Il capovolgimento dei ruoli nella coppia diventa, alla lunga, un pretesto per mettere in difficoltà, in maniera a tratti spiritosa, certo velata ma molto arguta, la società moderna, che oscilla tra lo sfruttamento ed il consumo di grandi quantità di risorse a favore di pochi e che si bea di un più o meno finto altruismo, fatto per lo più per avere l'acclamazione popolare piuttosto che per chetare la propria coscienza o per un vero e proprio spirito altruistico.
Lo sfogo finale della narratrice, alla fine, è però definitivo e conclusivo, e riappacifica il lettore se non con la vicenda, almeno con se stesso: è infatti innegabile non essere d'accordo con la dottoressa sul fatto che già è difficile vivere la propria vita, per cui già solo questo fatto dovrebbe essere più che sufficiente per renderla buona.

lunedì 7 aprile 2008

Due rosse nel deserto

E sono le due monoposto di Felipe Massa e Kimi Raikkonen che hanno trionfato nel Baherein, di fronte alle due BMW di Kubica e Heidfeld, gli unici due a riuscire a reggere al ritmo delle due monoposto di Maranello, avvicinandosi anche nel finale, forti del fatto di non avere nulla da perdere mentre davanti i due cavalieri in rosso pensavano solo ad arrivare alla fine della gara.
E così Massa completa un fine settimana ricco di soddisfazioni, pole position a parte, e la BMW diventa, nonostante il primo posto nella classifica provvisoria dei costruttori, il vero avversario della Ferrari in questo 2008: a meno che, s'intende, la McLaren non riesca a far ripartire un'auto che con Kovalainen è riuscita ad arrivare al 5.0 posto. Il compagno finlandese del talentuoso Hamilton fino ad ora ha collezionato gli stessi punti pur senza alcuna vittoria, che è invece giunta al suo caposquadra all'esordio australiano. Di tempo per recuperare ancora ce n'è, anche considerando che la partenza di Alonso ancora non ha dato i suoi frutti in Renault (anche se, sembra, abbia dato non pochi problemi alla McLaren, con Hamilton che non sembra avere la spinta dell'anno scorso e la monoposto che, anch'essa, non sembra la stessa... per fortuna, in questultimo caso!).

domenica 6 aprile 2008

I dannati di Malva

Immagine di I dannati di Malva
Romanzo incluso nella serie Noir di Ecomafia, I dannati di Malva punta soprattutto sulla diversità tra i popoli e lo sfruttamento delle risorse. Scritto da Licia Troisi, la golden lady del fantasy italiano, racconta di una città di umani splendente e luccicante che, ad un certo punto, viene sconvolta da una serie di efferati omicidi che portano la firma dei Drow, una sorta di orchi dalla pelle nera e dai capelli argentei. Il protagonista, Telkar, insisterà per scendere tra le caverne dove questi derelitti lavorano in condizioni terribili e al limite della decenza.
Senza anticipare troppo, si può dire che nel romanzo della Troisi, utilizzando un'ambientazione fantastica, l'autrice italiana tocca argomenti disparati come l'inquinamento, condizioni di lavoro spesso non consone, le differenze tra i popoli, lo sfruttamento delle risorse e del lavoro di molti in favore di pochi: tutti temi moderni in un romanzo atipico, non solo perché pubblicato in una serie che punta soprattutto sul noir, ma anche per l'ambientazione particolare.
Buon viaggio in quel di Malva!

venerdì 4 aprile 2008

La morte non è uguale per tutti

Un uomo viene ucciso con 27 colpi in mezzo alla strada. Se fossimo a Napoli sarebbe un morto di mafia, di camorra, e la notizia sarebbe su tutti i telegiornali, sui giornali nazionali. Se fossimo al nord si potrebbe pensare all'omicidio dell'anno, al caso di primavera.
E purtroppo siamo di fronte ad un omicidio di mafia, di 'ndrangheta, avvenuto al nord, e non in Calabria o in Germania, ma nel nord pulito, libero da mafia, camorra, 'ndrangheta, libero dalla morsa della paura della criminalità organizzata.
Perché solo al sud siamo prigionieri della paura, perché solo al sud le cosche sono presenti e attive: ma se fosse così perché non è il sud ad essere più ricco del nord?
Forse perché al nord si fanno i soldi e al sud si fanno i disperati?
E chi li aiuta in questa meritoria opera di suddivisione delle risorse italiane?

Per approfondire: raccolta di link sulla morte di Rocco Cristello.

giovedì 3 aprile 2008

Raccomandazioni

I racconti che leggerete sono stati pubblicati in opere collettive o riviste. Alcuni sono stati riscritti per questa pubblicazione. Ovviamente si tratta di storie immaginarie. Se possono far pensare a fatti di cronaca autentici è per pura ironia della realtà. I luoghi sono invece reale, e anche il disgusto che a volte ispira la vita.

(da Vivere stanca di Jean-Claude Izzo, trad. Franca Doriguzzi)

martedì 1 aprile 2008

Il cane di terracotta

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Il cane di terracotta è uno dei romanzi di Andrea Camilleri più belli che ho letto finora. E' infatti un intreccio tra l'indagine "antica" di due giovani trovati abbracciati dopo 50 anni, i corpi ormai decomposti, e quella "moderna", di un traffico di armi. E come nella vita reale, mentre i misteri della prima indagine vengono risolti, i mafiosi alla fine non vengono presi.
Un bel romanzo, una bella lettura consigliata.