mercoledì 28 maggio 2008

Attenzione ai farmaci: fanno male anche al lavoro

Secondo dei due post dedicati ai farmaci. In questo caso presento l'articolo di Barnard che informa della censura legale e delle conseguenze al suo servizio televisivo dell'11/10/2001, pubblicato su disinformazione.it:

Censura ‘legale’
Paolo Barnard – 11 febbraio 2008

Cari amici e amiche impegnati a dare una pennellata di decenza al nostro Paese, eccovi una forma di censura nell'informazione di cui non si parla mai. E' la peggiore, poiché non proviene frontalmente dal Sistema, ma prende il giornalista alle spalle. Il risultato è che, avvolti dal silenzio e privi dell'appoggio dell'indignazione pubblica, non ci si può difendere. Questa censura sta di fatto paralizzando l'opera di denuncia dei misfatti sia italiani che internazionali da parte di tanti giornalisti 'fuori dal coro'.
Si tratta, in sintesi, dell'abbandono in cui i nostri editori spesso ci gettano al primo insorgere di contenziosi legali derivanti delle nostre inchieste 'scomode'. Come funziona e quanto sia pericoloso questo fenomeno per la libertà d'informazione ve lo illustro citando il mio caso.
Si tratta di un fenomeno dalle ampie e gravissime implicazioni per la società civile italiana, per cui vi prego di leggere fino in fondo il breve racconto.

Per la trasmissione Report di Milena Gabanelli, cui ho lavorato dando tutto me stesso fin dal primo minuto della sua messa in onda nel 1994, feci fra le altre un'inchiesta contro la criminosa pratica del comparaggio farmaceutico, trasmessa l'11/10/2001 ("Little Pharma & Big Pharma"). Col comparaggio (reato da art.170 leggi pubblica sicurezza) alcune case farmaceutiche tentano di corrompere i medici con regali e congressi di lusso in posti esotici per ottenere maggiori prescrizioni dei loro farmaci, e questo avviene ovviamente con gravissime ripercussioni sulla comunità (il prof. Silvio Garattini ha dichiarato: "Dal 30 al 50% di medicine prescritte non necessarie") e spesso anche sulla nostra salute (uno dei tanti esempi è il farmaco Vioxx, prescritto a man bassa e a cui sono stati attribuiti da 35 a 55.000 morti nei soli USA).

L'inchiesta fu giudicata talmente essenziale per il pubblico interesse che la RAI la replicò il 15/2/2003.
Per quella inchiesta io, la RAI e Milena Gabanelli fummo citati in giudizio il 16/11/2004(1) da un informatore farmaceutico che si ritenne danneggiato dalle rivelazioni da noi fatte.
Il lavoro era stato accuratamente visionato da uno dei più alti avvocati della RAI prima della messa in onda, il quale aveva dato il suo pieno benestare.
Ok, siamo nei guai e trascinati in tribunale. Per 10 anni Milena Gabanelli mi aveva assicurato che in questi casi io (come gli altri redattori) sarei stato difeso dalla RAI, e dunque di non preoccuparmi(2). La natura dirompente delle nostre inchieste giustificava la mia preoccupazione. Mi fidai, e per anni non mi risparmiai nei rischi.

All'atto di citazione in giudizio, la RAI e Milena Gabanelli mi abbandonano al mio destino. Non sarò affatto difeso, mi dovrò arrangiare. La Gabanelli sarà invece ampiamente difesa da uno degli studi legali più prestigiosi di Roma, lo stesso che difende la RAI in questa controversia legale.(3) Ma non solo.
La linea difensiva dell'azienda di viale Mazzini e di Milena Gabanelli sarà di chiedere ai giudici di imputare a me, e solo a me (sic), ogni eventuale misfatto, e perciò ogni eventuale risarcimento in caso di sentenza avversa.(4)
E questo per un'inchiesta di pubblico interesse da loro (RAI-Gabanelli) voluta, approvata, trasmessa e replicata.*

*( la RAI può tecnicamente fare questo in virtù di una clausola contenuta nei contratti che noi collaboratori siamo costretti a firmare per poter lavorare, la clausola cosiddetta di manleva(5), dove è sancita la sollevazione dell'editore da qualsiasi responsabilità legale che gli possa venir contestata a causa di un nostro lavoro. Noi giornalisti non abbiamo scelta, dobbiamo firmarla pena la perdita del lavoro commissionatoci, ma come ho già detto l'accordo con Milena Gabanelli era moralmente ben altro, né è moralmente giustificabile l'operato della RAI in questi casi).

Sono sconcertato. Ma come? Lavoro per RAI e Report per 10 anni, sono anima e corpo con l'impresa della Gabanelli, faccio in questo caso un'inchiesta che la RAI stessa esibisce come esemplare, e ora nel momento del bisogno mi voltano le spalle con assoluta indifferenza. E non solo: lavorano compatti contro di me.
La prospettiva di dover sostenere spese legali per anni, e se condannato di dover pagare cifre a quattro o cinque zeri in risarcimenti, mi è angosciante, poiché non sono facoltoso e rischio perdite che non mi posso permettere.

Ma al peggio non c'è limite. Il 18 ottobre 2005 ricevo una raccomandata. La apro. E' un atto di costituzione in mora della RAI contro di me. Significa che la RAI si rifarà su di me nel caso perdessimo la causa. Recita il testo: "La presente pertanto vale come formale costituzione in mora del dott. Paolo Barnard per tutto quanto la RAI s.p.a. dovesse pagare in conseguenza dell'eventuale accoglimento della domanda posta dal dott. Xxxx (colui che ci citò in giudizio, nda) nei confronti della RAI medesima".(6)
Nel leggere quella raccomandata provai un dolore denso, nell'incredulità.
Interpello Milena Gabanelli, che si dichiara estranea alla cosa. La sollecito a intervenire presso la RAI , e magari anche pubblicamente, contro questa vicenda. Dopo poche settimane e messa di fronte all'evidenza, la Gabanelli tenta di rassicurarmi dicendo che "la rivalsa che ti era stata fatta (dalla RAI contro di me, nda) è stata lasciata morire in giudizio... è una lettera extragiudiziale dovuta, ma che sarà lasciata morire nel giudizio in corso... Finirà tutto in nulla."(7)

Non sarà così, e non è così oggi: giuridicamente parlando, quell'atto di costituzione in mora è ancora valido, eccome. Non solo, Milena Gabanelli non ha mai preso posizione pubblicamente contro quell'atto, né si è mai dissociata dalla linea di difesa della RAI che è interamente contro di me, come sopra descritto, e come dimostrano gli ultimi atti del processo in corso.(8)
Non mi dilungo. All'epoca di questi fatti avevo appena lasciato Report, da allora ho lasciato anche la RAI. Non ci sarà mai più un'inchiesta da me firmata sull'emittente di Stato, e non mi fido più di alcun editore. Non mi posso permette di perdere l'unica casa che posseggo o di vedere il mio incerto reddito di freelance decimato dalle spese legali, poiché abbandonato a me stesso da coloro che si fregiavano delle mie inchieste 'coraggiose'. Questa non è una mia mancanza di coraggio, è realismo e senso di responsabilità nei confronti soprattutto dei miei cari.

Così la mia voce d'inchiesta è stata messa a tacere. E qui vengo al punto cruciale: siamo già in tanti colleghi abbandonati e zittiti in questo modo.
Ecco come funziona la vera "scomparsa dei fatti", quella che voi non conoscete, oggi diffusissima, quella dove per mettere a tacere si usano, invece degli 'editti bulgari', i tribunali in una collusione di fatto con i comportamenti di coloro di cui ti fidavi; comportamenti tecnicamente ineccepibili, ma moralmente assai meno.

Questa è censura contro la tenacia e il coraggio dei pochi giornalisti ancora disposti a dire il vero, operata da parte di chiunque venga colto nel malaffare, attuata da costoro per mezzo delle minacce legali e di fatto permessa dal comportamento degli editori.
Gli editori devono difendere i loro giornalisti che rischiano per il pubblico interesse, e devono impegnarsi a togliere le clausole di manleva dai contratti che, lo ribadisco, siamo obbligati a firmare per poter lavorare.

Infatti oggi in Italia sono gli avvocati dei gaglioffi, e gli uffici affari legali dei media, che di fatto decidono quello che voi verrete a sapere, giocando sulla giusta paura di tanti giornalisti che rischiano di rovinare le proprie famiglie se raccontano la verità.
Questo bavaglio ha e avrà sempre più un potere paralizzante sulla denuncia dei misfatti italiani a mezzo stampa o tv, di molto superiore a quello di qualsiasi politico o servo del Sistema.

Posso solo chiedervi di diffondere con tutta l'energia possibile questa realtà, via mailing lists, siti, blogs, parlandone. Ma ancor più accorato è il mio appello affinché voi non la sottovalutiate.
In ultimo. E' assai probabile che verrò querelato dalla RAI e dalla signora Gabanelli per questo mio grido d'allarme, e ciò non sarà piacevole per me.
Hanno imbavagliato la mia libertà professionale, ma non imbavaglieranno mai la mia coscienza, perché quello che sto facendo in queste righe è dire la verità per il bene di tutti. Spero solo che serva.

Grazie di avermi letto.
Paolo Barnard
dpbarnard@libero.it

Note:
1) Tribunale civile di Roma, Atto di citazione, 31095, Roma 10/11/2004.
2) Fatto su cui ho più di un testimone pronto a confermarlo.
3) Nel volume "Le inchieste di Report" (Rizzoli BUR, 2006) Milena Gabanelli eroicamente afferma: "...alle nostre spalle non c'è un'azienda che ci tuteli dalle cause civili". Prendo atto che il prestigioso studio legale del Prof. Avv. Andrea Di Porto, Ordinario nell'Università di Roma La Sapienza , difende in questo dibattimento sia la RAI che Milena Gabanelli. Ma non me.
4) Tribunale Ordinario di Roma, Sezione I Civile-G.U. dott. Rizzo- R.G.N. 83757/2004, Roma 30/6/2005: "Per tutto quanto argomentato la RAi-Radiotelevisione Italiana S.p.a. e la dott.ssa Milena Gabanelli chiedono che l'Illustrissimo Tribunale adìto voglia:...porre a carico del dott. Paolo Barnard ogni conseguenza risarcitoria...".
5) Un esempio di questa clausola tratto da un mio contratto con la RAI : "Lei in qualità di avente diritto... esonera la RAI da ogni responsabilità al riguardo obbligandosi altresì a tenerci indenni da tutti gli oneri di qualsivoglia natura a noi eventualmente derivanti in ragione del presente accordo, con particolare riferimento a quelli di natura legale o giudiziaria".
6) Raccomandata AR n. 12737143222-9, atto di costituzione in mora dallo Studio Legale Di Porto per conto della RAI contro Paolo Barnard, Roma, 3/10/2005.
7) Email da Milena Gabanelli a Paolo Barnard, 15/11/2005, 09:39:18
8) Tribunale Civile di Roma, Sezione Prima, Sentenza 10784 n. 5876 Cronologico, 18/5/2007: "la parte convenuta RAI-Gabanelli insisteva anche nelle richieste di cui alle note del 30/6/2005...". (si veda nota 4)


L'intervento viene qui inserito per aumentarne al massimo la diffusione ed ispirare una discussione costruttiva sulla censura e l'informazione.

1 commento:

  1. Caro Paolo Barnard intanto grazie.
    Ho trovato la sua mail in questo sito cercando informazioni su Alessandro Zuddas.

    Faccio parte del Forum Salute Mentale (vedi google) voluto da Franca Basaglia, morta due anni fa e dagli allievi di Basaglia, sotto la spinta terribile del desiderio di manicomi, elettroshock, camici bianchi ecc.
    Al Forum ha scritto un signore che ha aperto un forum su Report l'assistenza psichiatrica, ceriseb. Mi sono iscritta e su un post ho letto la trascrizione del report del 2001. Ho continuato a cercare per capire chi è questo Alessandro Zuddas ed eccomi quì.

    Ho persino trovato una pagina con 4 neuropsichiatri che facevano mille raccomandazioni sull'uso degli psicofarmaci ai bambini, uno dei 4 era Alessandro Zuddas... ma proponeva il Registro Nazionale dei bambini. Ecco la lettera trovata:

    14/06/2006
    Quattro neuropsichiatri infantili, Maurizio Bonati dell'Istituto Mario Negri di Milano, Alessandro Zuddas dell'università di Cagliari, Pietro Panei dell'istituto superiore di Sanità e Gabriele Masi della Fondazione Stella Maris hanno firmato un documento in cui si chiede di fare molta attenzione alla somministrazione di Prozac ai bambini a partire dagli 8 anni, recentemente autorizzata dall'Emea, l'agenzia europea per la sicurezza dei farmaci. Gli scienziati ricordano che l'uso degli psicofarmaci deve essere di supporto, e non sostitutivo, della terapia psicologica, e che va prescritto sotto il controllo di operatori della salute mentale dei bambini, coinvolgendo i genitori, gli insegnanti e il pediatra di famiglia.
    Sempre secondo il documento,per limitare l'uso di psicofarmaci ai soli casi di reale bisogno e monitorare i percorsi assistenziali dei bambini (e delle relative famiglie) con disturbi neuropsichiatrici è auspicabile l'attivazione di un Registro Nazionale specifico per l'uso di tutti gli psicofarmaci nei bambini.

    Dr. Maurizio Bonati Prof. Alessandro Zuddas Dr. Pietro Panei Dr. Gabriele Masi
    &&&

    E quì riprendo la mia mail: Non cerco un combattente per la causa contro i farmaci ai bambini... so bene com'è prezioso almeno avere una casa (spero che sia riuscito a conservarla con le lotte alla Rai), so però come sia preziosa l'informazione, la rete di relazioni.
    Solo così a Venezia siamo riusciti a bloccare il questionario ai Nidi sul temperamento-temperamento, che sarebbe il primo passo per arrivare alla valutazione clinica, al farmaco ecc.
    Non ci si rende conto della concatenazione degli atti che portano al farmaco.
    La strada di coinvolgere la scuola per questionari psicopatologici snatura la scuola ed è proprio la via del farmaco al posto della pedagogia per tutti i bambini e della riabilitazione per i bambini disabili. Non perché gli venga dato a scuola, ma perché la scuola, o la Comunità alloggio, o... sono uno dei luoghi sociali che occorre "alla fase anamnestica", che abbiamo appurato esiste leggendo decine di documenti del Ministero della Sanità (si trovano anche in internet), la fase successiva sarà la fase di valutazione clinica fatta in ambulatorio, o distretto, o studio medico... cui seguirà che cosa? Gli osservatori sono fatti per la somministrazione ambulatoriale dei farmaci. E i Neuropsichiatri lo sanno. La riabilitazione invece dove sarà fatta? Questo occorre chiedere. Ma se non viene nemmeno insegnata all'università... purtroppo.

    I bambini non disabili, a volte sono disturbati solo perché maleducati, con genitori che dovrebbero insegnar loro cose che non sanno nemmeno loro: che occorrono regole, che il frigo non si apre in continuazione, che la TV si spegne dopo la mezz'ora, oretta, che è meglio giocare con i figli che piazzarli davanti alla TV, che è meglio spegnerla finché si mangia ecc.
    esiste per i bambini e per i ragazzi la malattia del... temperamento-comportamento, come il disturbo della timidezza, della goffaggine ecc.
    Ci sono bravissimi medici, psicologi e psichiatri, ma... c'è anche il dr. Ballanzone. Ci sono bravi educatori... ma c'è la tentazione di avere punti di riferimento "forti, oggettivi", e quando si oggettivizza una persona si sbaglia sempre. Fissare poi un questionario ad un dato momento, umore, stato d'animo...
    Le domande dei questionari con cui il dr. Ballanzone col suo bel "Progetto Prisma" sottobraccio (guarda in internet: "Progetto Salute Mentale Adolescenti dell'Istituto Eugenio Medea"... già il nome è un programma) individua i potenziali malati dagli 8 ai 14 anni con riferimenti del tipo: quando ti guardi allo specchio, ti piaci? Al mare ti vergoni a spogliarti?...

    Ci sono età della vita di grandi cambiamenti, trasformazioni del corpo... ebbene queste età sono fisiologiche, o patologiche? E il compito di una comunità, famiglia, o società.. è sostenere queste trasformazioni con immagini, pensieri educativi, con la storia dei popoli, con la filosofia... insomma con umanità, amore e buonsenso, o mettiamo le nostre vite nelle mani del dr. Ballanzone?
    Cosa potrà dirci?
    Che i malati occorre cercarli, crearli.
    Ed è così che il dr. Ballanzone si fa conquistare dalle big pharma, crea convegni, studi, crea carriere per se e per i colleghi... sulla pelle del malato immaginario.

    Fa questionari, screening, test come quello appena blocccato a Venezia per i bambini dei Nidi "Il Quit", che stabiliva alla fine delle risposte 1) bambino facile, 2) bambino difficile, 3) bambino lento a scaldarsi e con domandine più o meno del tipo: tuo figlio agita le manine e i braccini quando lo prendi in braccio? Per quanti minuti? Ti guarda in faccia? Gira la testa quando vede una persona che non conosce ecc.

    "Somministrate". E' infatti così che si chiama la FASE ANAMNESTICA (somministrata come "atto terapeutico" dalle maestre del nido) cui segue la fase clinica, come indicata dal PROGETTO MADRE, il progetto Prisma del 2002, quello 8-14 anni, che scopre che il 10% dei ragazzi ha problemi psichiatrici da curare.

    Gli elementi da cui parte questa "visione visionaria" della realtà è la dimensione del cervello, la differenza delle razze... i fattori di rischio (dichiarati) sono: la genetica, la povertà, l'essere donna. Oltre a questi 3 fattori ce ne sono altri 2: essere separati, essere single... + molti altri.

    E' così che anche i reparti d'ostetricia diventano risorsa per il dr. Ballanzone perché si sa che le mammine sono potenzialmente confuse e sofferenti, ma anche le donne che hanno superato la mezza età... c'è nel Veneto (o in tutta Italia?) uno screening tramite farmacia che ti chiede quanti farmaci assumi...
    Care ragazze, la via femminile alla soluzioni degli eventuali problemi di ogni età non dovrebbe essere la relazione piuttosto che le indagini di mercato?

    Tornando ai bambini. Già in precedenza sulla base di poco più di 200 bambini in tutta Italia col "Quit" della dr.ssa Axia erano stati fatti degli assunti teorici di correlazione fra il temperamento dei bambini e l'iperattività.

    I nidi dipendono dai Comuni, come dappertutto, non sono quindi servizi soggetti alla pubblica istruzione come le scuole dell'obbligo. Proprio quì sta la gravità e per fortuna l'importanza del blocco. Se schedi i bambini del nido.... tutti i gradi scolastici successivi si trovano ad accogliere i bimbi... "con scheda appresso".

    E quando i genitori "informatissimi" chiederanno lumi al dr Ballanzone, dopo aver studiato tutte le correlazioni fra "gli innocenti" questionari fin dai Nidi e la reintroduzione in Italia dei farmaci come Ritalin e similari, il dr. Ballanzone risponderà pubblicamente ai genitori, presenti le istituzioni pubbliche, come ha risposto a Venezia...
    Cari genitori avete un atteggiamento persecutorio, permettetemi di dirlo avete "ideazioni patologiche", lasciatevelo dire da uno psichiatra...
    E' così che cura il dr. Ballanzone? Dicendo "siete matti".. Tu curi il matto dicendo... sei matto!! Ma non credi nella sua guarigione?
    "Matti ma non scemi" Come dice Orizzonti, l'associazione di utenti e simpatizzanti dei Servizi di Salute Mentale, l'hanno anche scritto su una maglietta.

    Un campione statistico può venir applicato "copia-incolla" per tutto il territorio nazionale, bisogna quindi evitare che ciò che sta uscendo dalla porta dei Nidi veneziani... speriamo dal Veneto, rientri dalla finestra di un Comune del territorio nazionale.... si diffonda in ogni Comune e torni anche a Venezia.

    Finché un nido, una Scuola, un Comune, una Città, una Regione, un ambulatorio Asl compileranno un questionario... anche Venezia resterà prigioniera del dr. Ballanzone, che percorre la "Via del farmaco" che sostituisce la famiglia, la scuola... l'educazione, le cure abilitative e riabilitative con progetti, convegni, studi, promozione di carriere.. e una visione psico-patologica anziché evolutiva della realtà di ogni bambino.. persona. Un cordiale saluto, Leda Cossu

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