lunedì 19 maggio 2008

Decomposizione e dignità

(chi parla, lavora in un macello)

Nonostante tutte le sofferenze che mi procura la mia coscienza, ho sempre saputo distinguere la differenza fra "anima" e "corpo".
Senza anima, non ci può essere coscienza. Ma senza un corpo che possa contenerla, l'anima non serve a niente.
Buffo. Per contenere un'anima, per concedersi il lusso di distruggerla, serve un corpo. L'apice della decadenza e della poesia. L'apice della decomposizione. Un lenzuolo immacolato. Motori diesel di carne e sangue votati al martirio.
Che tristezza. Questi animali (n.d.b.: vitelli) non conosceranno mai la noia, l'angoscia, il piacere dell'inesorabile decadenza dell'anima e del corpo. Gli neghiamo una delle sensazioni più intense della vita.
Che tristezza.
Almeno credo.
...
Sarebbe bello tuffarsi in questo silo di acido corrosivo, e scivolare via, dentro uno scarico. Ma sarebbe anche un grosso errore. E' troppo facile. Mi perderei tutte le gioie della decadenza. Sarebbe più una punizione che una ricompensa.
L'unico modo per uscire da questa vita sta in una morte gloriosa.
Niente di più, niente di meno.
Forse le anime di questi disgraziati (n.d.b.: il protagonista sta guardando le ossa sciogliersi nell'acido) gridano in questo modo perché hanno capito che non l'avranno mai. Qualche anima egoista deciderà per loro.
Non posso permetterlo.
Nessuno ha il diritto di strapparci il piacere della decomposizione. Solo le bestie possono subire quest'affronto. Non devono sapere qual è il sapore del tempo che passa.

... (e diventa un assassino di assassini e sciacalli) ...

Sparargli addosso, specialmente a lui, sarebbe stato troppo... impersonale. Merita la dignità di una morte gloriosa. Non il gelo agghiacciante di un proiettile.

(Ted McKeever, da Batman: Motori, su Le leggende di Batman n.12, ed.Play Press, trad. Andrea Voglino)

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