giovedì 12 giugno 2008
La città dove il tempo si è fermato
Probabilmente leggere Hrabal in una città come Milano, in un contesto in cui la rottura di una lettura è all'ordine del giorno non è il modo giusto di affrontare questo autore praghese, soprattutto se è la prima volta che affronto questo autore. In particolare in questo La cittadina dove il tempo si è fermato, Hrabal adotta uno stile che richiama molto il parlare infantile, fatto di poche interruzioni, di lunghi monologhi quasi senza fiato. La storia, semplice e vera al tempo stesso, racconta la vita in una cittadina della repubblica ceca, con una birreria che muove tutta l'economia del luogo, e con due fratelli, uno amministratore della birreria e l'altro operaio nella stessa fabbrica. E attraverso la vita dei due fratelli, la vita nella cittadina dove il tempo si è fermato, Hrabal ci descrive il passaggio verso il comunismo, descritto in un certo senso quasi come qualcosa di ingiusto, ma anche come un'occasione per chi dal comunismo ha avuto poco, per il semplice motivo di essere dalla parte sbagliata. E' anche, però, un romanzo sulla vita, vero proprio come la vita e come i personaggi che lo popolano.
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