Inizio a recuperare un po' di mini-recensioni, iniziando da quella dedicata a Quel delitto in casa Verdi.
Durante il risorgimento i carbonari e i mazziniani invitavano alla lotta contro la dominazione austriaca e per un'Italia unita scrivendo sui muri Viva Verdi. In effetti volevano dire: Viva Vittorio Emanuele Re d'Italia. Certo, se avessero saputo cosa aspettava l'Italia, probabilmente avrebbero scelto un altro re, ma quello era disponibile in quel momento e soprattutto quello aveva vere intenzioni economiche di unire l'Italia. Al di là, però, delle mere considerazioni storico/politiche sulle effettive motivazioni per appoggiare l'unità d'Italia (portata a termine da Garibaldi) che possono essere più o meno condivisibili, resta il fatto che quello fu uno dei periodi storici più intensi e ricchi della storia d'Italia dopo la caduta dell'Impero Romano. Grazie ad un'attenta ricerca storica tra carte e carteggi veri, Maurizio Chierici ricostruisce la figura di Verdi nell'atipico giallo storico Quel delitto in casa Verdi. Un po' Baricco per le atmosfere sognanti, un po' Eco per il rigore storico, Maurizio Chierici realizza un ritratto insolito e poco noto del maestro Verdi, ricco anche di pettegolezzi, ma sicuramente più umano della mitica figura che ancora oggi segna la storia d'Italia.
Un bel romanzo che non può mancare nella libreria di ogni appassionato verdiano.
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