sabato 1 maggio 2010

Perquisizioni

E in effetti mentre discutevamo coi poliziotti uno di loro andò fuori a dare una sbirciata alla zia, seduta dietro in macchina e avvolta nella coperta. La zia lo vide.
«Non si preoccupi, non sono la pupa dei gangster. Se vole perquisire la macchina, faccia pure. Sto tornando a casa con mio nipote, e questi non sono mobili rubati, me li ha dati mia nipote che ha appena avuto un bambino e sta traslocando in una casa nuova.» Questa uscita lasciò di sasso il nostro Sherlock che tornò dentro la stazione.

(...)

La zia: una donna rispettabile, infognata in questo triste mondo che pure conosceva bene. Ci raccontò del poliziotto. «Si nascondeva dietro l'albero per cercare di vedere che aspetto avevo. Gli ho detto... gli ho detto di perquisire pure la macchina, se voleva. Non ho nulla di cui vergognarmi, io.» Sapeva che Dean ce l'aveva, qualcosa di cui vergognarsi, e io anche, per il solo fatto di stare con Dean; Dean e io ne prendemmo atto con tristezza.

(da Sulla strada di Jack Kerouac, trad. Marisa Caramella)

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