mercoledì 18 agosto 2010

I miti di Lovecraft

More about I miti di LovecraftIl 12.mo volume di Epix, lo speciale di Urania dedicato al fantasy e al fantastico in generale (e che da un po' ho ormai perso di vista...), è una selezione della raccolta Tales of Lovecraft Mythos curata da Robert Price. Dalla raccolta la redazione di Urania ha escluso Robert Bloch, presente con una prefazione, un racconto dello stesso Price, e tra gli altri anche 2 racconti di August Derleth, che è uno dei principali ordinatori dell'opera di Lovecraft. La raccolta, comunque, nasce per mettere insieme racconti ambientati e ispirati dal solitario di Providence e principalmente legati ai miti di Cthulhu.
Gli autori presenti in questo volume sono
  • Howard con Le cose nel tetto e Il fuoco di Assurbanipal
  • Clark Ashton Smith con Le sette maledizioni
  • Henry Kuttner con Gli invasori e La campana dell'orrore
  • Price con Il signore dell'illusione
  • Richard Seeright con Il custode della conoscenza
  • Henry House con Il guardiano del libro
  • Robert Lowndes con L'abisso
  • Duane Russell con La musica delle stelle
  • Carl Jacobi con L'acquario
  • Donald Wollheim con L'orrore di Lovecraft
  • Fritz Leiber con Per Arkham ad astra
In appendice Alt+Canc di Mario Bianchino, collaboratore della redazione, un racconto che nulla ha a che spartire con il volume.
I racconti migliori in assoluto sono quelli di Howard, ma questo non era difficile da prevedere. In particolare Il fuoco di Assurbanipal ha un sapore conaniano che lo rende particolarmente affascinante. La storia ha poi molto in comune con il frammento howardiano Il salone dei morti, rielaborato in forma di fumetto in una trilogia da Mike Mignola con i disegni di Cary Nord per la prima serie della Dark Horse dedicata a Conan e raccolto in Italia sul 4.0 volume di 100% Conan: Il salone dei morti edito dalla Panini.
Particolare il racconto di Smith, che utilizzando una struttura favolistica, racconta di orrori tipicamente lovecraftiani. Come lettore mi aspettavo una risoluzione circolare del racconto, che invece trova la sua fine con la morte improvvisa del protagonista, tale Ralibar Vooz. Probabilmente l'attesa era dovuta all'accenno ai cerchi:
(...) Ho circondato questo luogo con dodici cerchi di illusione, il cui effetto è moltiplicato dalle loro innumerevoli intersezioni; e la possibilità che un intruso riuscisse a trovare la strada per la mia dimora era così piccola da essere trascurabile.
Sono le parole dello stregone Ezdagor, che impone la prima fatica sul nostro Ralibar Vooz, una sorta di Ercole lovecraftiano che si aggira tra divinità oscure, di volta in volta suscitando interessi mangerecci o sperimentali o quant'altro fino alla morte conclusiva e quanto mai casuale!
Prima di proseguire con l'esame del libro, guarda un po', vediamo di valutare quale sia questa probabilità.
Innanzitutto vediamo di valutare l'intersezione tra 12 circonferenze. Due circonferenze hanno due intersezioni, 3 circonferenza 6, 4 circonferenze 12. Ovvero, due circonferenze, in modo da intersecarsi, possono essere messe in un modo, 3 circonferenze in 3 modi, 4 circonferenze in 6 modi. Quindi le intersezioni tra 12 circonferenze sono: \[2 C_{12, 2} = \frac{12!}{10! 2!} = 132\] dove $C_{12, 2}$ sono le combinazioni di 12 oggetti presi a 2 a 2.
E quanti sono i possibili percorsi? Con 3 punti si possono costruire 6 percorsi: ogni punto può essere unito agli altri due in 2 modi, per un totale di 6 percorsi possibili. Con 4 punti i possono costruire 24 percorsi differenti: da ogni punto mi posso collegare a uno degli altri tre, e quindi ho tre frecce possibili, e da ognuno degli altri 3 ho altri due possibili punti da raggiungere, quindi $4 \cdot 3 \cdot 2 = 24$. Stesso ragionamento per collezioni di punti sempre maggiori, in cui il numero di percorsi possibili può essere valutato come $n!$
Questo vuol dire che nel caso di 132 punti i percorsi possibili sono circa $1,12 \cdot 10^{224}$ e questo vuol dire che, nell'ipotesi di un unico percorso corretto, la probabilità di beccare proprio quello è poco più piccola a 10-224, che è, come giustamente ha detto Ezdagor, irrisoria!
E dopo la parentesi matematica, torniamo al resto del sommario:
Interessanti i racconti di Kuttner, inquietanti quanto basta: il primo dedicato a una casa stregata (in effetti ricorda più La casa sull'abisso di Hodgson che un racconto lovecraftiano, anche se in tema di case stregate non credo ci sia in giro nulla di meglio del romanzo di Hodgson); La campana dell'orrore è, invece, centrata su una misteriosa e sanguinaria divinità, risvegliata dal suono di una oscura campana, le cui vibrazioni sono in grado di bloccare la luce visibile!
In effetti, a parte i racconti iniziali e qualche spunto in quelli di Kuttner, ben poco sembra spiccare nella raccolta. Qualche immagine qua e là, qualche atmosfera particolare che spunta a sprazzi. Una sorta di Charles Dexter Ward, ma in versione un po' annacquata, sono, ad esempio, Il custode della conoscenza e La musica delle stelle. Interessante, invece, Il guardiano del libro, anche se la battaglia finale con l'emissario degli Antichi sembra un po' troppo semplicistica, o comunque non così lovecraftiana come ci si aspetterebbe.
Ultime note positive per Il signore dell'illusione di Price, dove il curatore della raccolta originale prova ad aggiungere un nuovo tassello della saga di Randolph Carter. Interessante in particolare la rappresentazione geometrica proposta, dove il nostro mondo è solo una proiezione di uno a 4 dimensioni, con quest'ultimo immobile e statico, così che il tempo diventa una sensazione per i nostri sensi limitati a solo 3 dimensioni spaziali. In questo caso ogni abitante del nostro universo è anche una semplice proiezione degli abitanti delle 4 dimensioni, piuttosto che una semplice reincarnazione.
E se L'acquario presenta qualche punto di interesse, deludenti sono L'orrore di Lovecraft e Per Arkham ad astra.
Si poteva fare di meglio? Forse sì, non limitandosi a una raccolta preconfezionata di racconti ispirati all'opera di Lovecraft, ma costruendo una serie di antologie sostanzialmente originali. Forse dovremmo iniziare a non risparmiare più, visto che i buoni lavori li sappiamo fare anche noi.

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