venerdì 28 ottobre 2011

Sperimentando le onde plussiane

Tra le novità di Google Plus di quest'ultimo periodo, la più interessante è anche quella più alla Google, una di quelle idee che fanno ricordare che il mestiere che riesce meglio alla grande G è quello di motore di ricerca. E in quanto motore di ricerca è, o dovrebbe essere, bravo a trattare i dati raccolti. Google, infatti, ha proposto a utenti e utilizzatori una serie di sistemi interessanti come i Trends o Analytics. Sulla falsa riga di Analytics ora Google propone i Ripples, che diventano un modo nuovo, intrigante e interessante per visualizzare la storia di condivisione dei post su GPlus.
La notizia, annunciata sul Google Blog (via Flowing data, ha subito generato un interessante esperimento italiano (post su GPlus che dovete condividere con i vostri segugi plussiani). Per parte mia mi sono messo a giocare, scoprendo che non tutti i post che vengono condivisi hanno la funzione ripples attivata.
Questa mattina ho provato con un paio di post di Dwight Everhart (l'origine dell'interesse nasce da Gabriella Brini che ha condiviso un suo post molto interessante). Prima ho iniziato con un post sulla materia oscura (non era e non è presente al momento l'opzione di view the ripples) con questo risultato:

(link)
Per ottenere un ripples da un post che non ha l'opzione di visualizzazione basta aggiungere l'id del proprio post alla fine del seguente link
https://plus.google.com/ripples/details?activityid=idpost
dove l'idpost corrisponde alla parte conclusiva del link del post, quella che viene dopo l'ultimo / per intenderci.
Con quest'altro post sul parallellismo tra possibile struttura delle materia oscura e struttura reale dei neuroni le cose, invece, vanno un po' meglio:

(link)
Mentre si può monitorare tranquillamente l'esperimento di Vincenzo Cosenza, sono sicuro che a molti di voi non sarà sfuggito il fatto che i dati di condivisione sono visualizzati attraverso una sorta di diagrammi di Venn mischiati con un minimo di matematica delle reti. I collegamenti tra il post originale, infatti, e i condivisori pubblici sono enfatizzati da frecce più o meno grosse in dipendenza di eventuali ulteriori condivisioni interne al gruppo di segugi dell'account collegato.
I ripples possono, quindi, diventare un buon modo per tracciare il destino dei nostri post di maggior successo, ad esempio, anche se probabilmente saranno utilizzati da Google per identificare gli hot post che vengono consigliati nella colonna di sinistra (una novità che non sembra attiva per tutti gli account, al momento: io non ce l'ho, per esempio...).
A questo punto, mentre cerco di mettere ordine per i futuri post (ci sono alcune date che spero di riuscire a onorare nelle prossime settimane), mentre cerco di mettere ordine tra gli appunti di lavoro, mentre cerco di mettere ordine tra un po' di cose che devo preparare per una sottomissione a un bando, vi lascio con il video ufficiale che spiega la novità:
Aggiornamento: mi sono scordato di segnalare che una opzione del tipo monitoraggio del proprio post avviene già su tumblr grazie alle note del post, che da ormai un annetto circa stanno funzionando a perfezione.

1 commento:

  1. Molto interessante questa novità di G+, anche se, per quanto mi riguarda, quasi inutile. Non c'è bisogno di sforzarsi tanto per seguire i miei condivisori...

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