domenica 16 giugno 2013

Ritratti: Giuseppe Dalla Santa

All'inizio del mese, è stato assegnato il Premio Papersera 2013 a "Topolino" in occasione dello storico traguardo delle 3000 uscite. A ricevere il prestigioso premio è stata il direttore che ha raggiunto l'obiettivo, la mitica Valentina De Poli. Con un po' di ritardo rispetto a quello che avrei voluto, pubblico l'articolo con il quale ho contribuito al volumone realizzato quest'anno dai formisti.
Nato a Venezia il 18 settembre del 1950, muore il 29 aprile del 2011 dopo una lunga malattia. Sulla scheda I.N.D.U.C.K.S. le informazioni essenziali sulla sua carriera: formatosi all'Accademia delle Belle Arti della sua città natale, debutta nel mondo del fumetto nel 1976 su LancioStory e Skorpio. Negli anni Ottanta del XX secolo lavora tra Francia e Italia su fumetti di vario genere (western, erotico, giallo), per poi approdare alla Disney a partire dal 1989, dove debutta su Topolino n.1768 con Zio Paperone e la scatola del tempo, su testi di Fabio Michelini.
Disegna anche storie per l'estero, in particolare per gli Stati Uniti nella serie Duck Tales (mi piace segnalare The Relic Racket su testi di Marv Wolfman).
Per una strana coincidenza se ne va pochi mesi dopo Bruno Concina, con il quale ha collaborato in varie occasioni, ad esempio su Zio Paperone e il tempo rovesciato o per la storia a bivi Paperino e la città western. Su testi di Massimo Marconi realizza, poi, una bella Avventura sull'acqua, che riprende la moda estiva dello sci acquatico (alimentata probabilmente anche dai successi in campo sportivo degli atleti italiani... ero troppo giovane e distratto per ricordare di più, però).
Scegliere quale storia o quali punti significativi della sua carriera siano importanti è veramente difficile: sicuramente nella mia memoria di ragazzino, ho la netta sensazione di un suo inizio di carriera insieme a Roberto Santillo (l'I.N.D.U.C.K.S. conferma), oggi a capo dell'Accademia Disney. A differenza di Santillo, dal tratto ispirato soprattutto da Giovan Battista Carpi, primo direttore dell'Accademia, Dalla Santa aveva un tratto ispirato a Romano Scarpa. Ha collaborato con vari sceneggiatori e scritto storie di vario genere, da quelle in costume (Passaggio a Nord Ovest su testi di Giorgio Pezzin, prima puntata di una serie che non è mai proseguita; Topolino e la colazione di sua maestà e Topolino e il ventaglio di Sua Maestà su testi di Horace, ambientate alla corte del Re di Francia). Un paio di storie particolari che mi vengono in mente, legate ad eventi italiani, sono Zio Paperone e l'indi-gestione telefonica sui testi di Alessandro Sisti riguardo la liberalizzazione del mercato della telefonia fissa, e Zio Paperone e il doppio evento di capodanno, terz'ultima storia di Dalla Santa pubblicata su Topolino su testi di Carlo Panaro, sul passaggio al digitale terrestre.
I ricordi migliori, però, sono legati alle sue collaborazioni ad alcune serie specifiche, l'ultima delle quali Topolinia 20802, serie corale scritta e disegnata a più mani. Si conta, poi, un episodio ne I bis-bis di Pippo scritta da Alessandro Sisti e, sempre su testi di Sisti, è uno dei quattro scarpiani (insieme con Cavazzano, Gervasio e Mazzarello) a disegnare Topolino e la deriva U-Cronica, che segna il ritorno in grande stile della serie sulla Macchina del Tempo con una storia intricata dove Topolino e Pippo incontrano anche dei viaggiatori del tempo provenienti dal futuro, con i quali dovranno risolvere un paradosso temporale che richiama alla memoria la serie della Time patrol di Poul Anderson.
La fantascienza, insieme al fantasy, sono due degli ambiti dove il tratto di Dalla Santa sembra sia riuscito più efficace. Andando a ritroso c'è il 4.o e ultimo episodio della serie dei Paperi Galattici, Zio Paperone e il recupero monetario. Nella serie, scritta da Stefano Ambrosio, si recuperano alcuni personaggi del passato, dai Paperoidi di Romano Scarpa, presentati in una versione per certi versi più inquietante e minacciosa, visto che non è mai chiarito fino all'ultimo episodio il loro essere nemici o amici nei confronti dei Paperi, ai Ki Kongi di Rodolfo Cimino, una sorta di golem di un pianeta lontano contro cui, nel 1973, Paperone dovette fare i conti.
Sempre nella fantascienza si contano varie storie come Topolino e Pippo pionieri a Straluna, la collaborazione con la saga di Pezzin e De Vita de I Signori della Galassia con i disegni de L'invasione dei replicanti, e poi c'è anche Topolino e il mistero della Luna Nera su testi della moglie, Caterina Mognato.
Sempre con la moglie ha realizzato forse una delle saghe più note, memorabili e amate dagli appassionati disneyani, recentemente pubblicata sugli Astromondi di Topolino n.7 (aprile 2011), primo numero di una serie di 6 albi dal titolo ombrello Disney Fantasy: mi sto riferendo alle Fantaleggende.
La serie è costituita da tre storie pubblicate a settembre 1993 (Il tesoro delle tre chiavi, tre parti sui Topolini 1974-1975), febbraio 1994 (La cavalcata dei cavalieri inesistenti, cinque parti sui Topolini 1993-1996), gennaio 1996 (Il genio del cannolo, tre parti sui Topolini 2093-2095). I due autori ambientano le storie nel fantastico regno di Paperandria, abitato dai paperi, quasi nessuno escluso. Si va da re Paperon, ovviamente con un castello pieno di monete e tesori, ai suoi cavalieri, ser Gastone, ser Ciccio, ser Paperoga e ser Paperino, intorno al quale si costruisce la tipica gag ricorrente, immancabile in tutte le storie disneyane. In questo caso si basa sul soprannome di Paperino, detto il disarcionato perché non riesce a stare in sella a nessuna cavalcatura. Così il mago di corte, Archimede, più un genio alla Leonardo che un alchimista, costruisce sempre nuove cavalcature per il povero Paperino, che alla fine si ritroverà a volare sulla Luna. Questo però è il finale della prima avventura, nonché l'inizio della seconda. In effetti tra i tre capitoli della saga, il mio preferito è proprio i Cavalieri inesistenti. Cercherò di spiegarvi i motivi. I due autori nelle Fantaleggende cercano di realizzare una sorta di sintesi di alcune delle più importanti tradizioni fantastiche e favolistiche europee e, nell'ultimo episodio, anche orientali. C'è la cerca di un tesoro nascosto, per trovare il quale bisognerà prima superare delle prove su un'isola sperduta, nel mezzo di un deserto, in un castello abbandonato, senza farsi mancare i draghi extraterrestri. C'è poi il terzo capitolo che mescola le atmosfere salgariane dei pirati, con una splendida Paperetta che, così come Grisù vuole fare il pompiere, vuole a tutti i costi essere un cavaliere, con quelle fantastiche delle mille e una notte grazie al genio (anch'esso un alieno!) nel quale si imbatte Paperino, preso in ostaggio da un tappeto volante sperimentale impazzito!
E nel mezzo c'è uno splendido miscuglio tra le atmosfere arturiane e quelle delle grandi opere poetiche di Ludovico Ariosto e Torquato Tasso. Ci sono, infatti, tutti gli ingredienti: c'è il torneo cavalleresco organizzato dal ricco reame di Paperandria, occasione per re Paperon per ingrossare le casse personali; c'è almeno una citazione de La spada nella roccia (il film Disney), con la torre diroccata dove vengono ospitati Pippo di Topumbria e Topolino, suo scudiero, che ricorda la torre di Merlino nel mitico film Disney, e c'è anche Enigm, che ha visto il futuro, come ha fatto Merlino nel finale del film; c'è un invincibile Cavaliere Nero, che verrà sconfitto, piuttosto fortunosamente, da Topolino, che come premio avrà il cavalierato (così re Paperon non dovrà sborsare alcunché).
E nel frattempo c'è Paperino, che sulla Luna trova una scura caverna dove finiscono tutte le cose perdute sulla Terra, ma anche tutti i sentimenti che non vengono usati dagli umani, come la generosità di Paperon, l'acume di Paperino, o l'egoismo di Topolino. E' proprio grazie a quest'ultimo che Macchia Nera, pericoloso alchimista, ha animato il Cavaliere Nero del torneo di Paperandria, armatura vuota e senza cavaliere al suo interno. Ed è proprio grazie all'egoismo del nostro eroe che il suo acerrimo nemico animerà un esercito di cavalieri inesistenti costruiti con tutti gli oggetti perduti della Terra e con il quale partirà verso la Terra per la conquista del reame di Topumbria.
L'inquietante cavalcata che unirà la Terra alla Luna, alla quale Paperino riuscirà ad unirsi all'ultimo minuto, dotato della boccetta che risolverà tutto e impedirà a Macchia di vincere grazie all'altruismo di Topolino, è evidentemente un riferimento all'Ariosto, anche se in generale l'atmosfera di tutta la saga, in particolare dei primi episodi, è molto più vicina al fantastico di stampo italiano che non a quello nordico.
Dal punto di vista grafico, però, i personaggi meglio riusciti (comunque all'interno di una saga splendidamente disegnata) sono stati il menestrello dalla folta chioma e un magistrale Paperoga. D'altra parte se la grafica dei personaggi disneyani principali richiamano al tratto di Romano Scarpa, i personaggi secondari, invece, sembrano riferirsi soprattutto a Giovan Battista Carpi: probabilmente sta qui il segreto dell'originalità di Dalla Santa: aver preso e compreso le lezioni di questi due grandi disney italiani, fondendole alla fine in un tratto semplice ma efficace.
Le ultime parole vorrei però spenderle per Paperino e la storia (in)finita, su testi di Caterina Mognato: è forse una delle più interessanti e originali parodie disneyane, riferendosi al film a sua volta tratto dal romanzo di Michael Ende, La storia infinita. Probabilmente molti ricorderanno Hearts, il manga ispirato al gioco dove vengono fusi i due universi disneyano e della Capcom. In quella occasione un po' tutti i principali personaggi dei due universi, soprattutto quello Disney, si trovarono a recitare all'interno di un mondo fantastico: ebbene Mognato e Dalla Santa sono riusciti nell'impresa di mettere quasi tutti i personaggi disneyani in un'unica storia all'interno di un mondo fantastico, anticipando di fatto l'idea di Hearts.
Le utlime storie di Dalla Santa uscite su Topolino sono Topolino e la cover band segreta su testi di Fausto Brizzi e Riccardo Secchi, e Paperi che sbagliano strada... in nave su testi di Roberto Gagnor.
Il forum del Papersera gli dedica una discussione.
Vedi anche: scheda Lambiek
Leggi i ricordi di: Luca Boschi, Massimiliano Valentini, Rudy Salvagnini, Tito Faraci

2 commenti:

  1. "Dal punto di vista grafico, però, i personaggi meglio riusciti (comunque all'interno di una saga splendidamente disegnata) sono stati il menestrello dalla folta chioma"

    Mi sono sempre chiesto se quel menestrello dalla folta chioma non fosse ispirato ad Angelo Branduardi.

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  2. A dire il vero pensavo fosse più Cocciante, anche se Branduardi è perfetto per interpretare il personaggio!

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