venerdì 13 dicembre 2013

Amico atomo

Heinz Haber è stato un fisico nucleare tedesco che, come il più famoso Werner von Braun, è emigrato negli Stati Uniti e qui ha iniziato a fare il consulente scientifico, in particolare per Walt Disney. Mentre von Braun coltivava e alimentava il sogno dell'esplorazione spaziale (è difficile immaginare la conquista della Luna da parte degli Stati Uniti senza il suo apporto), Haber si occupò in particolare dell'energia atomica. Il suo libro più noto, infatti, è Our friend the atom, volume illustrato edito dalla Disney e diventato anche un documentario scientifico animato. Giunto in Italia nel 1960, tre anni più tardi dall'uscita originale, con il titolo di La storia del nostro amico atomo per la Mondadori, l'allora licenziatario disneyano, racconta delle immense possibilità che l'energia atomica apriva al futuro dell'umanità.
Guardando alcune delle immagini tratte dal libro, ad esempio tra quelle pubblicate da Maria Popova, si nota una certa cura scientifica nel proporre le idee dietro quella che sembrava essere l'alba dell'era atomica, un'era di ottimismo che doveva portare verso la pace e contro la guerra (una speranza, più che altro, visto che il mondo era praticamente all'inizio della Guerra Fredda). Per certi versi era una vera e propria opera di propaganda, come del resto molte altre dell'epoca (vedi ad esempio Gli uomini nucleari), con una grafica e un design tipici dell'epoca (come nota la stessa Popova, ispirata a Saul Bass, definito come il più iconico e influente comunicatore visuale del XX secolo, o ad Alice e Martin Provensen, illustratori di libri per bambini), oltre a essere una testimonianza di quanto veniva visto radioso il futuro del mondo, con invenzioni incredibili, città futuristiche ed efficienti. Non mancavano, certo, abbagli grossolani, come ad esempio l'idea di poter ottenere una buona salute ingerendo sostanze radioattive, ma a scusante dell'epoca c'era la relativamente bassa conoscenza sugli effetti collaterali dell'energia atomica (come era chiamata all'epoca) e l'idea di un progresso tecnologico senza precedenti proprio lì, a portata di mano. Un errore che, ovviamente, colpì anche gli scienziati, come lo stesso Haber: basti leggere le conclusioni del libro, gentilmente diffuse da Ugo Bardi sul suo blog:
Sono stati gli incidenti nucleari a far fallire il sogno di una nuova era, o semplicemente l'impossibilità di vedere realizzare le città futuristiche che venivano rappresentate nelle riviste di scienza o nei pulp di genere fantascientifico, che contenevano sovente articoli divulgativi. In parte è anche su questa distanza tra ciò che si sperava e ciò che si stava ottenendo che gioca, come sotto traccia, Souvenir dell'impero dell'atomo di Thierry Smolderen, splendidamente illustrato da Alexandre Clerisse e pubblicato in Italia dalla Bao. La storia oscilla tra il noir alla Hitchcock e la spy story alla Ian Fleming, raccontata con dei flashback tipici del racconto biografico. Che poi questa sottotraccia di cui scrivevo poc'anzi sia presente lo si comprende non solo dal senso di disadattamento del protagonista, Paul, un uomo che non riesce a vivere pienamente né nel presente né nel futuro con il quale è in contatto telepatico, o dai riferimenti grafici che richiamano proprio a quei decenni di cui sopra, ma anche dai riferimenti espliciti, che vanno dalle riviste pulp di fantascienza, ai giocattoli atomici, al ruolo centrale giocato dall'Atomium di Bruxelles, un'immensa costruzione realizzata per l'Expo 1958, senza dimenticare poi le macchine alla Raymond Loewy che compaiono nel corso della vicenda. E in un certo senso tutto quell'entusiasmo atomico si è ridotto a pochi, piccoli souvenir, poche immagini e pochi oggetti strani, quasi ridicoli per le aspettative, tutti un po' sbiaditi come le pagine di un vecchio pulp magazine di fantascienza. Quella che ancora oggi ci piace leggere!

I video del cortometraggio didattico disneyano sono tratti dalla serie di articoli Our friend the atom (parte 1, parte 2, parte 3) di James Vaughan.
Per quel che riguarda altre immagini vintage sempre legate alla scienza, c'è anche The Modernist Nerd: Vintage Science Ads from the 1950s-1960s.

3 commenti:

  1. Post molto interessante e splendido il documentario animato sull'atomo, di cui ignoravo l'esistenza!
    Posso inserire il post nel Carnevale della Chimica n.34? Il tema dell'edizione è nientemeno che "Atomi, ioni e particelle".

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  2. Come preferisci, solo che non scrivo per nulla di chimica nel post, e non troppo di scienza, quindi non so fino a che punto, nonostante il tema, possa andare bene. Per cui, se a te va bene, non mi oppongo certo!

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