sabato 21 dicembre 2013

Ritratti: Jerry Siegel

Su LSB è iniziato da un po' uno speciale dedicato ai 75 anni di Superman. Per l'occasione ho aggiornato un articolo scritto alcuni anni fa e dedicato all'attività disneyana di Jerry Siegel, co-creatore di Superman. Mentre l'articolo aggiornato potete leggerlo su LSB, qui vi propongo la versione originale, con aggiornati solo i titoli e la sezione dedicata a Superman. Buona lettura:
Jerry Siegel
Prima ancora di conoscere Isaac Asimov come autore di fantascienza, conobbi lo scrittore statunitense come scienziato e divulgatore: i suoi saggi, chiari e semplici, sono stati, dopo alcuni racconti sui Vedovi Neri, la mia prima vera lettura asimoviana. Potrà, magari, sembrare strano ai più, ma una cosa del genere è accaduta anche con Jerry Siegel.
Del co-creatore di Superman le prime storie che lessi furono le ristampe delle sue avventure disneyane realizzate per Topolino: belle, divertenti, malinconiche, inquietanti, erano spesso le mie preferite nel numero di Paperino o dei Grandi Classici che mi trovavo a comprare più o meno ogni mese. Fu poi una sorpresa scoprire che un autore disneyano aveva ideato il supereroe per eccellenza, quel Superman campione della giustizia e della verita'. E se Superman oggi continua a piacermi non è solo per le belle storie, ma anche perché uno dei suoi padri è un Disney... italiano!
La creazione di Superman
Jerry Siegel nasce a Cleveland il 17 ottobre del 1914, anno tristemente memorabile per lo scoppio della 1.a Guerra Mondiale. Da sempre appassionato di fantascienza, trova in Joe Shuster, giovane disegnatore canadese conosciuto nel 1930 alla Glenville High School, un ottimo amico ed un fedele collaboratore. Siegel aveva l’anno prima iniziato a pubblicare i suoi racconti di fantascienza in una fanzine tutta sua, Cosmic Stories, una delle prime della storia.
Con Shuster inizia sin da subito una collaborazione: sarà infatti il canadese a illustrare la nuova fanzine, Science Fiction, che inizieranno a realizzare a partire dall'ottobre del 1932. E' sulle pagine di quest'ultima che verrà pubblicato, nel terzo numero del gennaio 1933, The Reign of Super-Man(1), un racconto di fantascienza su uno scienziato che acquisisce dei poteri mentali illimitati che utilizza per cercare di ottenere il controllo del pianeta(2).
Da appassionato di fantascienza, ero a conoscenza dei vari temi del genere. Il tema del superuomo era stato uno di questi a partire da Sansone ed Ercole; così mi sedetti e scrissi una storia di quel tipo, solo che in questa storia, il Superman era un cattivo.
(Jerry Siegel)
A partire da questo spunto, decisamente malvagio, Siegel e Shuster svilupperanno il personaggio di Superman, che ben presto si trasforma in eroe pronto a combattere per la giustizia:
Un paio di mesi dopo la pubblicazione di questa storia, mi venne in mente che un Superman eroe piuttosto che malvagio poteva diventare un personaggio di una grande 'comic strip' sulla scia di Tarzan, solo più super e sensazionale di quel grande personaggio.
(Jerry Siegel)
I due, quindi, si misero al lavoro: erano gli inizi del 1933 e questo secondo Superman, pur se eroico, non indossava ancora un costume:
Indossava semplicemente una T-shirt e dei pantaloni; era più simile a Slam Bradley che a qualunque altra cosa: giusto un uomo d'azione. Ma lo chiamammo The Superman. Era la seconda volta che utilizzavamo il nome, ma la prima per un personaggio del bene.
(Jerry Siegel)
Dopo una successiva rielaborazione di questa materia di base, i due autori iniziano finalmente a proporre le loro strisce(3) (parte delle quali verranno pubblicate sui quotidiani dopo il successo del personaggio sui comic book) a vari editori, fino a che nel 1938 non è la allora National, oggi DC Comics, a dare fiducia al personaggio, che sarà l'apripista di un nuovo antologico: Action Comics #1 del giugno 1938.
Le avventure di questo primo Superman, lette oggi, appaiono ingenue e sintetiche: in poche vignette gli autori concentravano molti avvenimenti, e per necessità propendevano per una visione chiara e semplice del mondo. Da un lato i buoni, rappresentati dagli eroi statunitensi, dall'altra i cattivi, nelle prime storie soprattutto nazisti, ma anche criminali letali, scienziati pazzi ed altri nemici più o meno assurdi (almeno agli occhi del lettore moderno). In tutto questo Superman si dimostrava l’eroe senza macchia e senza paura dei poemi cavallereschi, sempre pronto a riparare le ingiustizie, ad aiutare il governo e salvare la classica donzella in pericolo, generalmente la giornalista ficcanaso Lois Lane. E' interessante notare come, nonostante il periodo, Siegel caratterizzò Lois, che può essere vista come una evoluzione dei personaggi femminili che costellavano i fumetti non-Superman della coppia(4), con un carattere forte e deciso che nella sua mente mise sin da subito in competizione Superman, l'inarrivabile eroe senza macchia e senza paura, con Clark Kent, collega di Lois senza troppe attrattive.
D'altra parte la caratterizzazione di Superman come eroe infallibile (o quasi) sembrerebbe una diretta conseguenza di quanto accaduto alla famiglia Siegel nella notte del 2 giugno del 1932(5): a causa di una rapina al suo negozio il padre Mitchell muore per un attacco di cuore. Sia per Brad Meltzer, sia per Gerard Jones, con quest'ultimo ad aver scoperto e rivelato sul libro Men of Tomorrow nel 2004 il lutto nella famiglia Siegel, questo evento traumatico, che fa dello scrittore un testimone diretto dei problemi criminali dell'epoca, ha in qualche modo influenzato la caratterizzazione finale del personaggio, quasi un modo personale per esorcizzare il lutto familiare avvicinandosi agli ideali di giustizia che Superman ha rappresentato in questi 75 anni di pubblicazioni.
Un decennio da Disney italiano
L'ancora di salvezza per Siegel venne dalla Western, quando nel 1968 l'editore dei comic book disneyani lo assunse per realizzare, insieme a Carl Barks, le storie destinate all'albo dedicato alle Giovani Marmotte. I due autori si alternavano nella realizzazione delle sceneggiature, almeno fino al 1972, quando Siegel, in un certo senso, varca l'oceano per collaborare con la seconda casa editrice disneyana del mondo (almeno per quell'epoca): la Mondadori.
Nel 1971, infatti, in quel di Burbank, Mario Gentilini, direttore di Topolino, conosce proprio Jerry Siegel e gli propone di collaborare con la sua rivista. Siegel accetta di buon grado, realizzando soprattutto avventure con i paperi, come Paperino e la macchina dell'eroismo, la storia del suo esordio, disegnata da Giorgio Cavazzano, che con Romano Scarpa e Guido Scala, sarà uno dei disegnatori che più spesso ne visualizzerà le avventure.
Le storie del Siegel disneyano sono spesso fantascientifiche e caratterizzate da una malinconia di fondo, sicuramente derivata dalle sue difficili esperienze personali. In questo senso emblematica è Ridi, Paperino! Ridi!, disegnata da Guido Scala, in cui il papero più amato del mondo, alla fine, conclude la storia arrabbiato con il mondo stesso dopo tutti i disastri che, nonostante la sua buona volonta', inevitabilmente gli sono accaduti a causa di un ipnotizzatore anche troppo bravo. Situazione diversa e', invece, la già citata Paperino e la macchina dell'eroismo: un giovane Giorgio Cavazzano disegna un'avventura in cui un Paperino codardo ed impotente di fronte alle violenze del mondo, acquista improvviso coraggio, per poi, alla fine, ritornare alla sua usuale condizione; un po' un monito a non abbattersi, un po' un monito a non esaltare troppo i momenti belli della vita, ma soprattutto un invito a rimanere sempre e comunque se stessi in ogni situazione: quasi una sintesi dello stesso Siegel!
Altro capolavoro siegeliano è Zio Paperone e la scorribanda nei secoli: inquietante e oscura al punto giusto, disegnata da Scarpa, l'avventura racconta di come Paperone, Paperino ed Archimede attraversano la storia della Terra, saltando da un secolo ad un altro, fino a vivere gli ultimi istanti del pianeta, quando la popolazione si è auto-sterminata a causa delle guerre e dell'avidità, mentre la luna sta lentamente cadendo sulla Terra. I tre paperi si salveranno per il rotto della cuffia, ma come in Zio Paperone e il viaggio nel Paese-che-non-c'e', Paperone tornerà a casa con una nuova consapevolezza sul valore della vita e del denaro: sembra fondamentalmente questo uno dei messaggi preferiti di Siegel, ovvero che il troppo attaccamento alla ricchezza spesso porta ad una visione distorta della vita, anche se tutto ciò è alla fine necessario per la corretta crescita del carattere dell'individuo stesso. In fondo il Paperone siegeliano è un po' il personaggio epico di Barks, che si imbarca in imprese al limite dell'impossibile (Zio Paperone e il tesoro di Atlantide, sempre su disegni di Scarpa), anche positivo per certi aspetti, ma anche il simbolo di quello contro cui ha combattuto per tutta la vita: la DC Comics e l'imprenditoria rapace che rappresenta. In effetti quando Siegel mette a confronto Paperone con altri personaggi suoi pari per ricchezza e/o carisma (vedi ad esempio Rockerduck), alla fine è proprio Paperone a guadagnare un insegnamento morale, molto più dei suoi avversari. Altro esempio di questo confronto tra Paperone e la ricchezza e i compromessi che questa comporta è Zio Paperone e la minaccia monetaria, anche questa disegnata da Romano Scarpa.
Gli attori preferiti di Siegel, come detto, sono i paperi, attraverso i quali veicola più facilmente il suo messaggio (come il lettore, anche Siegel riesce più facilmente ad identificarsi con Paperino), e che spesso sono protagonisti di avventure dolci-amare, dove la vittoria non è mai completa ed un sottile senso di sconfitta è sempre lì, presente in maniera a volte velata a volte evidente.
Con Topolino, invece, Siegel propone storie dal taglio avventuroso, molto più vicine alle avventure alla James Bond, senza messaggi particolari tra le vignette, a parte il solito monito ad un uso sconsderato dei progressi scientifici. Tra le sue storie più importanti con il personaggio, pero', spicca Topolino e il blitz beffardo, che quasi venti anni prima di V for Vendetta, mette a confronto un dispotico dominatore, Gambadilegno, contro un eroe che con il sorriso e con le burle (Topolino) spinge il popolo alla rivolta contro l'usurpatore. Raccontata così non sembra avere molti punti di contatto con l'opera di Moore e Lloyd, ma basta leggerla per capire cose le due opere condividono tra loro: la sua ultima ristampa in Italia può essere trovata su Topolino Story n.28.
Restando a Topolinia, vale la pena soffermarsi un attimo sul suo Pippo: il migliore amico di Topolino è, insieme a Paperoga, uno dei personaggi disneyani più difficili da interpretare per uno sceneggiatore. La sua semplicità di carattere ed i suoi comportamenti abbastanza originali rischiano di rendere in maniera troppo semplicistica il personaggio, ma non è il caso di Siegel: proprio le caratteristiche di base del personaggio, consentono all'autore statunitense di utilizzare Pippo per l'ennesima critica alla società, spesso spersonalizzante e livellatrice.
Il ritorno del Giocattolaio
Ritorniamo un attimo sull'attività di Siegel per il mondo dei supereroi: sul n.64 di Action Comics fa la sua prima comparsa un personaggio assurdo ed a tratti infantile, folle costruttore di giocattoli letali, pronti a compiere azioni criminali e sfide contro Superman per conto di Winslow Schott: era il 1943 quando, per mano di Jerry Siegel e Joe Shuster, faceva il suo esordio il Giocattolaio, nemico ormai da tempo dimenticato.
In un certo senso il Giocattolaio ha influenzato tutta una generazione di cattivi nel mondo dei supereroi, e non solo, senza dimenticare anche alcune storie memorabili di Topolino, come Topolino e la banda della morte (25 ottobre 1949-28 gennaio 1950), dove Eta Beta e Topolino ingaggiano una sfida all'ultimo sangue con il filantropo ed apparentemente innocuo Lucius Lamb nelle segrete del suo palazzo contro armi ricavate da oggetti quotidiani; altro esempio è sicuramente Topolino contro Topolino (2 marzo-20 giugno 1953), durante la quale, ad un certo punto, Topolino sfida il suo avversario, il Topo Grigio, in una fabbrica di giocattoli, tutti opportunamente modificati per essere letali! Entrambe le storie sono del duo Walsh-Gottfredson.
Il 29 luglio del 1973, però, fa il suo trionfale ritorno proprio il Giocattolaio, ma non sulle pagine di Action Comics, né disegnato da Joe Shuster: sulle pagine del 922.mo numero di Topolino, per i disegni di Guido Scala, fa il suo esordio un personaggio disneyano dal nome e dal mestiere medesimo del nemico supermaniano del 1943. Cattivo, crudele, antipatico, alto e dalle fattezze feline, molto gottfredsoniano nella struttura, il Giocattolaio si trova sulla sua strada le Giovani Marmotte, che affrontano e sconfiggono il nemico extraterrestre (Qui, Quo, Qua sono stati catapultati improvvisamente a Giocattolandia, un mondo extraterrestre e fiabesco) ed il suo esercito di letali giocattoli, recentemente ritornato sulle pagine dei Grandi Classici Disney #250 con la sua seconda avventura Le Giovani Marmotte e il ritorno del Giocattolaio.
In attesa della ristampa della prima avventura, gli appassionati disneyani possono leggere l'intervista che il Papersera ha fatto al bravissimo Casty, scoprendo così che il talentuoso autore di Topolino e Lupo Alberto non è solo un erede ed un appassionato di Scarpa e Gottfredson, ma anche di Siegel: il suo Vito Doppioscherzo, infatti, è ricalcato proprio sul Giocattoliaio disneyano di Siegel. I suoi scherzi elaborati, i suoi robot giganteschi e così simili a giocattoli innocui, fanno di Vito un erede del Giocattoliaio e di Casty uno dei pochi autori che hanno preso in mano parte dell'eredità fumettistica di Siegel.
Un'ultima curiosità è sicuramente Zio Paperone e la scomparsa di Paperopoli, pubblicata su Topolino 932, la cui parte grafica è realizzata da Ivo Milazzo (disegni) e Luciano Bottaro (chine): non più ristampata dal 1995 (Grandi Classici Disney 106), speriamo che, grazie al ritorno sempre più assiduo delle ristampe siegeliane, possa essere presto riproposta al grande pubblico.
Conclusioni
Jerry Siegel lascia un patrimonio di storie ricco e pieno di personaggi: nella speranza di poter leggere anche la sua produzione supereroistica, magari con un'iniziativa di larga diffusione (l'ultima ristampa, a parte la storia d'esordio pubblicata sui Classici del Fumetto di Repubblica è l'edizione italiana degli Archivi di Superman della Play Press e distribuita solo nelle fumetterie), non possiamo non soffermarci sulla sua produzione disneyana.
Tale produzione è comunque di buona qualità: le sue storie, pur se alcune risultano più banali e semplicistiche con l'occhio del lettore moderno, sono dotate di un buon ritmo e molte, come abbiamo avuto modo di esaminare nel corso dell'articolo, consentono all'autore di esprimere tutte le sue critiche alla società e ai modelli che questa propone, riuscendo in questo ad essere se possibile anche più efficace dello stesso Barks.
In effetti questi aspetti morali nella produzione di Siegel sono troppo spesso trascurati, non solo da molti dei suoi estimatori, ma anche dalla critica fumettistica, sicuramente carente per quel che riguarda la produzione disneyana: troppo spesso, infatti, critici ed appassionati, anche quelli illustri come lo sceneggiatore Casty, si concentrano sugli aspetti inquietanti della sua produzione, che pur se rappresentano un aspetto importante nella tecnica narrativa di Siegel, non sono certo la parte più importante nella poetica dello sceneggiatore statunitense.
(1) Who drew The Superman? - Joe Shuster
(2) E' interessante notare come, nello stesso anno, sul numero 10 di Amazing Stories venga pubblicato il racconto The Supermen di David Speaker, dove l'autore racconta una guerra tra superuomini, descritta come una minacciosa invasione
(3) Vedi The speeding bullet
(4) Per un approfondimento, leggi The Early Shuster and Siegel Comics that Led to Lois Lane
(5) Superman's story: Did a fatal robbery forge the Man of Steel?
La serie del Giocattolaio
Le Giovani Marmotte contro il terribile Giocattolaio
Le Giovani Marmotte e il ritorno del Giocattolaio
Zio Paperone e il Giocattolaio provocato

Nessun commento:

Posta un commento