domenica 23 febbraio 2014

Batman #22: lacrime per un figlio

Breve recensione di Batman #22, che non verrà pubblicata su LSB a causa di un ritardo, da parte mia, nella sottomissione. Spero che questa variazione sul tema del blog non vi dispiaccia. Ad ogni modo vi segnalo la mia brevisione del primo numero de Le nuove avventure di Superman.
Lo scontro con Clayface, iniziato nel numero scorso, può certo essere considerato come una sorta di fill-in in due parti, il giusto modo per Scott Snyder di riposarsi dalle fatiche di Morte della famiglia (e in preparazione per Anno Zero), però anche su una storia di passaggio come questa dimostra di essere uno dei migliori sceneggiatori di fumetti statunitensi. Ad esempio, sempre in Morte della famiglia, inizia una delle storie di cui la saga è costituita con un primo piano dell'occhio del Joker e un mini-trattato sull'occhio, scritto stilisticamente proprio come un trattato scientifico divulgativo. Quando invece si arriva a Batman #20 (sul 22.mo numero dell'edizione italiana), Snyder riesce a condensare il suo Batman/Bruce Wayne nelle ultime quattro pagine de L'uomo che non c'è: certamente un abile stratega, in grado di prevedere quasi tutti gli imprevisti, ma decisamente molto più umano rispetto al Batman milleriano. Bruce, infatti, si dimostra allo stesso tempo fragile, facilmente attaccabile negli affetti affetti, ancora chiuso sul suo dolore. Toccanti, in questo senso, le ultime vignette di Greg Capullo, con Alfred, che tende una mano al figlioccio, e Bruce che piange, mentre condivide con Alfred le registrazioni di una delle ultime missioni di Damian. Lo stesso lettore, colto dalle emozioni, quasi dimentica che Damian è solo un personaggio dei fumetti.
May your love never end and if you need a friend,
there's a seat here along side me.
(da Roads untraveled dei Linkin Park)

Il resto del numero, non solo rispetto alla media degli albi, ma anche rispetto alle quattro pagine conclusive de L'uomo che non c'è, è abbastanza anonimo, una sorta di rilassamento per gli autori sugli eventi recenti, incluso Nightwing, che in teoria dovrebbe essere impegnato in una saga importante, ma che a mio parere ha semplicemente iniziato la discesa narrativa che lo porterà alla chiusura.
Al di là della qualità, però, Luci fantasma di James Tynion IV e Alex Maleev fornisce, però, uno spunto, che magari potrò provare ad approfondire in futuro, sul confronto tra il Batman e il Superman di New 52. La storiella, pubblicata in appendice ai numeri 19 e 20 dell'albo originale, propone una avventura in compagnia dei due eroi contro un avversario mistico, una sorta di demone succhia anime richiamato nel nostro mondo da due ragazzi sprovveduti. Illuminante, nel senso che dicevo prima, è il finale: Bruce, che non si sente ancora pronto a parlare di Damian nemmeno con l'amico, sparisce come al solito; Superman, a differenza di quello che avrebbe fatto la sua controparte pre-Flashpoint, va via stizzito mormorando un
Che razza di amico che sei
Ecco: credo che in questo finale, consapevolmente o meno, Tynion IV abbia mostrato il segreto del mancato successo del Superman New 52: è un eroe che vorrebbe essere un punto di riferimento, ma che non ci riesce, svuotato non solo della sua storia, ma anche di quei valori morali che lo avevano reso Superman, a differenza di quanto avvenuto con Batman, che, nonostante la problematica gestione di una continuity non cancellata, a differenza di quella supermaniana, continua a restare ancora un personaggio complesso e sostanzialmente riconoscibile con una tradizione di ormai 75 anni di pubblicazioni.

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