Sulla spiaggia, nella notte, solitario,
Mentre la vecchia madre ondeggia avanti e indietro cantando la sua fioca canzone,
Mentre guardo le stelle sfavillanti, trovo un pensiero sulla chiave degli universi e del futuro
Una vasta similitudine incastra tutto,
Tutte le sfere, cresciute, non cresciute, piccole, grandi, soli, lune pianeti,
Tutte le distanze dello spazio comunque grandi,
Tutte le distanze del tempo, tutte le forme inanimate,
Tutte le anime, tutti i corpi viventi sebbene essi siano differenti, o in mondi differenti,
Tutti i processi gassosi, acquosi, vegetali, minerali, i pesci, le bestie,
Tutte le nazioni, i colori, i barbarismi, le civilizzazioni, i linguaggi,
Tutte le identità che sono esistite e mai esisteranno su questo globo, o su ogni globo,
Tutte le vite e le morti, tutto il passato, il presente, il futuro,
Questa vasta similitudine le abbraccia, e sempre le ha abbracciate,
E per sempre le abbraccerà e le terrà compatte e le circonderà.
(mia traduzione di On the Beach at Night Alone di Walt Whitman, di cui oggi si ricorda la nascita; mi sono aiutato con la traduzione su Astrocultura UAI)
In apertura la famosa immagine di Planck dove alcuni avrebbero visto la polvere cosmica che ha confuso i tipi di BICEP2, via Amedeo Balbi
sabato 31 maggio 2014
L'inconfondibile tristezza della torta al limone
Ecco un altro libro regalatomi dalla mia lista dei desideri. Mi attirò ovviamente il titolo e la copertina, poi lessi un po' la quarta di copertina e mi interessò non poco.
Questo libro racconta le vicissitudini di una bimba di otto anni, quando a quell'età si rese conto di riuscire a individuare gli stati d'animo delle persone attraverso i piatti che cucinano. Iniziò tutto un pomeriggio, quando assaggiò la fetta di torta al limone della mamma. Non fu bello quello che sentì, ma da lì inizio la sua 'avventura'.
Qualche giorno dopo l'episodio della torta della mamma ne parlò con un amichetto del fratello, che la aiutò anche a fare dei 'test' per verificare se realmente quello che sentì mangiando la fetta di torta della mamma era un caso oppure si trattava di un vero dono, e le stette accanto, aiutando e confortandola, anche nell'età adolescenziale.
Il romanzo non si centra solo su questo, ma anche sulla sua vita familiare, una famiglia con i suoi alti e bassi, scontri e silenzi, amori e tradimenti. Insomma, una famiglia come tante, ma con le sue particolarità: un fratello sempre molto taciturno e scontroso, che all'improvviso sparisce; una mamma che fa di tutto per sembrare allegra e felice, ma in realtà non lo è, un papà con le sue particolarità, che poi si scoprirà essere un dono simile a quello della figlia, e tra una chiacchiera e l'altra verrà fuori che anche il nonno della ragazza aveva il suo dono.
Un romanzo scorrevole, semplice, che ti strappa spesso un sorriso, ma anche qualche lacrima.
Questo libro racconta le vicissitudini di una bimba di otto anni, quando a quell'età si rese conto di riuscire a individuare gli stati d'animo delle persone attraverso i piatti che cucinano. Iniziò tutto un pomeriggio, quando assaggiò la fetta di torta al limone della mamma. Non fu bello quello che sentì, ma da lì inizio la sua 'avventura'.
Qualche giorno dopo l'episodio della torta della mamma ne parlò con un amichetto del fratello, che la aiutò anche a fare dei 'test' per verificare se realmente quello che sentì mangiando la fetta di torta della mamma era un caso oppure si trattava di un vero dono, e le stette accanto, aiutando e confortandola, anche nell'età adolescenziale.
Il romanzo non si centra solo su questo, ma anche sulla sua vita familiare, una famiglia con i suoi alti e bassi, scontri e silenzi, amori e tradimenti. Insomma, una famiglia come tante, ma con le sue particolarità: un fratello sempre molto taciturno e scontroso, che all'improvviso sparisce; una mamma che fa di tutto per sembrare allegra e felice, ma in realtà non lo è, un papà con le sue particolarità, che poi si scoprirà essere un dono simile a quello della figlia, e tra una chiacchiera e l'altra verrà fuori che anche il nonno della ragazza aveva il suo dono.
Un romanzo scorrevole, semplice, che ti strappa spesso un sorriso, ma anche qualche lacrima.
domenica 25 maggio 2014
Il caso dell'universo scomparso
C'è una teoria che afferma che, se qualcuno scopre esattamente qual è lo scopo dell'universo e perché è qui, esso scomparirà istantaneamente e sarà sostituito da qualcosa di ancora più bizzarro ed inesplicabile. C'è un'altra teoria che dimostra che ciò è già avvenuto.
(Douglas Adams, da Guida galattica per autostoppisti)
(Douglas Adams, da Guida galattica per autostoppisti)
sabato 24 maggio 2014
Energie Future
Nella scuola dove sto finendo l'anno scolastico, due delle terze, invece dello stage lavorativo di due settimane, hanno portato avanti un interessante progetto, Energie Future. Oggi, durante la festa della scuola, gli studenti hanno presentato alcuni cartelloni e presentazioni in pdf a conclusione dell'anno scolastico (ancora in corso con gli ultimi compiti e interrogazioni, a dire il vero...):
mercoledì 21 maggio 2014
Ritratti: Cecilia Payne-Gaposchkin
La struttura dell'atmosfera delle stelle è oggi un fatto assodato. Essa è semplicemente costituita da una serie di strati con nomi e proprietà ben distinti: fotosfera, cromosfera, regione di transizione e cromosfera sono gli strati che la compongono, mentre il lor componente principale è l'idrogeno. Questa scoperta è relativamente recente: infatti, fino alla fine degli anni Venti del XX secolo, gli astronomi erano convinti che, in realtà, il componente principale fosse il ferro, in similitudine con il nucleo della Terra.
Per rompere questa convinzione ci volle una donna, Cecilia Payne, che sostenne l'ipotesi nella sua tesi di dottorato. Il problema, all'epoca, fu che la revisione fatta da Henry Norris Russell metteva in dubbio i suoi risultati, che così non vennero divulgati con il giusto peso; passarono però quattro anni, alla fine dei quali, Russell ottenne conferma delle osservazioni di Cecilia, peccato però che, nonostante gli espliciti ringraziamenti di Russell al lavoro della collega astronoma, fu quest'ultimo a venire accreditato per diverso tempo come lo scopritore della struttura dell'atmosfera solare. Cecilia Helena Payne-Gaposchkin nasce il 10 maggio del 1900 a Wendover, in Inghilterra da Emma Leonora Helena ed Edward John Payne. Dopo le scuole vinse nel 1919 una borsa di studio per il Newnham College a Cambridge, dove studiò botanica, fisica, chimica. E' qui che, grazie a una lezione di Eddington sulla sua spedizione del 1919 per osservare l'eclisse di quell'anno (e verificare così la teoria della relatività di Einstein), che Cecilia si appassionò all'astronomia, che sarebbe quindi diventata la sua professione.
Per rompere questa convinzione ci volle una donna, Cecilia Payne, che sostenne l'ipotesi nella sua tesi di dottorato. Il problema, all'epoca, fu che la revisione fatta da Henry Norris Russell metteva in dubbio i suoi risultati, che così non vennero divulgati con il giusto peso; passarono però quattro anni, alla fine dei quali, Russell ottenne conferma delle osservazioni di Cecilia, peccato però che, nonostante gli espliciti ringraziamenti di Russell al lavoro della collega astronoma, fu quest'ultimo a venire accreditato per diverso tempo come lo scopritore della struttura dell'atmosfera solare. Cecilia Helena Payne-Gaposchkin nasce il 10 maggio del 1900 a Wendover, in Inghilterra da Emma Leonora Helena ed Edward John Payne. Dopo le scuole vinse nel 1919 una borsa di studio per il Newnham College a Cambridge, dove studiò botanica, fisica, chimica. E' qui che, grazie a una lezione di Eddington sulla sua spedizione del 1919 per osservare l'eclisse di quell'anno (e verificare così la teoria della relatività di Einstein), che Cecilia si appassionò all'astronomia, che sarebbe quindi diventata la sua professione.
domenica 18 maggio 2014
Una gita per turisti
La conclusione della trilogia iniziata con La notte del drive-in avviene dopo lunghe ricerche: era, infatti, uscito un unico volume che li raccoglieva tutti, ma alla fine sono riuscito a trovare il terzo romanzo separato. E le promesse dei primi due romanzi della serie vengono nettamente mantenute: Lansdale costruisce una storia delirante, fortemente ispirata a Un milione di anni fa, film del 1966 di Don Chaffey con, tra gli altri, Raquel Welch, in cui i protagonisti dei due romanzi precedenti intraprendono un viaggio, quasi una gita, per scoprire i segreti di un mondo che, sempre più spesso, assomiglia a un set cinematografico.
Ne risulterà alla fine una sorta di filmone su carta, un miscuglio tra Il mago di Oz (innegabile pensare alla strada intrapresa da Doroty alla ricerca del mago che la riporterà sulla Terra, in parallelo a quella intrapresa dai protagonisti alla ricerca del deus ex-machina del mondo su cui sono stati trasportati) e il capolavoro fantascientifico Stanotte il cielo cadrà di Daniel F. Galouye, una lettura veloce e godibile come solo Lansdale sa regalare.
Ne risulterà alla fine una sorta di filmone su carta, un miscuglio tra Il mago di Oz (innegabile pensare alla strada intrapresa da Doroty alla ricerca del mago che la riporterà sulla Terra, in parallelo a quella intrapresa dai protagonisti alla ricerca del deus ex-machina del mondo su cui sono stati trasportati) e il capolavoro fantascientifico Stanotte il cielo cadrà di Daniel F. Galouye, una lettura veloce e godibile come solo Lansdale sa regalare.
venerdì 16 maggio 2014
Elogio storico di Maria Gaetana Agnesi
Maria Gaetana Agnesi è stata la prima matematica italiana, colei che ha dato il nome a una curva celebre, studiata prima di lei da Fermat e dall'italiano Grandi, viene ricordata da Antonio Francesco Frisi nel testo che segue degli inizi del XIX secolo:
giovedì 15 maggio 2014
L'ultimo lupo mannaro
Al mio ultimo compleanno, insieme ad altri libri, ricevetti anche questo. Premetto che per il mio compleanno faccio sempre una 'lista dei desideri' con l'elenco di libri che mi piacerebbe ricevere e che non compro, perché ne prendo già altri! Ed è anche un modo per non ricevere libri poco desiderati. Però, quando scartai e vidi questo libro, pensai ad un errore. Non era possibile che io, paurosa di natura, chiedessi un libro del genere. Eppure nella mia lista dei desideri c'era. Non ricordo affatto come mai, so solo che spero di prendere presto il secondo (è il primo di una trilogia) perché l'ho trovato davvero bello! Scorrevole, avvincente, anche ricco di spunti di riflessione.
E' la storia dell'ultimo lupo mannaro esistente, o almeno così si crede. Lui stesso racconta la sua storia, le sue vicende, la difficoltà di essere un lupo mannaro, costretto a cambiare spesso città, paese, stato, per non farsi uccidere. E quando pensa di non farcela più, di volerla fare finita, ecco che si scopre che non è più solo. E questo incontro riuscirà a cambiare le carte in tavola.
Un bel libro, scritto molto bene, che vale la pena leggere!
E' la storia dell'ultimo lupo mannaro esistente, o almeno così si crede. Lui stesso racconta la sua storia, le sue vicende, la difficoltà di essere un lupo mannaro, costretto a cambiare spesso città, paese, stato, per non farsi uccidere. E quando pensa di non farcela più, di volerla fare finita, ecco che si scopre che non è più solo. E questo incontro riuscirà a cambiare le carte in tavola.
Un bel libro, scritto molto bene, che vale la pena leggere!
mercoledì 14 maggio 2014
martedì 13 maggio 2014
Il giardino degli spettraedri
Uno spettraedro (spectrahedron) è un insieme convesso che viene variamente utilizzato in matematica. Introdotto all'interno della programmazione semidefinita(1), il nome unisce spectra, che evoca gli autovalori di una matrice, con hedron, per suggerire come gli spettraedri siano una generalizzazione dei più classici poliedri.
Lo spettraedro qui sopra, che è una variazione di quello realizzato da Nie, Parrillo e Sturmfels(2), è stato realizzato da Cynthia Vinzant che per il numero di maggio delle Notices of American Mathematical Society ha scritto un breve articolo su queste curiosità geometriche(3). Iniziamo con il definirli, ma per farlo introduco, come Vinzant, un po' di algebra lineare. Innanzitutto una matrice è una tabella di numeri. Questa tabella agisce su un insieme di numeri, posti in colonna e chiamati vettore colonna. Il risultato è anch'esso un vettore colonna. Quando quest'ultimo è linearmente legato al vettore colonna di partenza, allora lo scalare che fa passare dall'uno all'altro è chiamato autovalore, mentre il vettore, autostato della matrice. Ora, data una matrice reale simmetrica, i suoi autovalori sono definiti reali, e se gli autovalori sono tutti non negativi allora la matrice è semidefinita positiva. L'insieme delle matrici semidefinite positive è rappresentato da un cono convesso all'interno di uno spazio vettoriale costituito dalle matrici simmetriche reali(4).
A questo punto possiamo definire lo spettraedro come l'intersezione di uno spazio lineare affine con il cono convesso delle matrici di cui sopra. Per spazio affine si intende un insieme di punti che è messo in connessione con un dato spazio vettoriale. Lo spazio affine delle matrici reali simmetriche sarà definito dalla seguente parametrizzazione: \[A (x) = A_0 + x_1 A_1 + \cdots + x_n A_n\] dove $x = (x_1, \cdots, x_n)$ è un vettore reale, mentre $A_0, \cdots, A_n$ sono matrici reali simmetriche. Gli spettraedri saranno quindi tutti gli $x$ tali che la matrice $A (x)$ è definita semipositiva(3).
Degli esempi proposti dall'autrice nel suo articolo, quello che mi piace di più è legato a un particolare polinomio di quarto grado, $p(t) = t^4 + t^2 + 1$, che può essere rappresentato nel modo seguente: \[p (t) = (1 \; t \; t^2) \begin{pmatrix} 1 & 0 & a \\ 0 & 1-2a & 0 \\ a & 0 & 1 \end{pmatrix} \begin{pmatrix} 1\\ t\\ t^2 \end{pmatrix}\] dove gli spettraedri sono tutte le matrici per $a \in [-1, 1/2]$.
P.S.: chissà... magari da domani si inizierà a utilizzare il termine spettraedro, che avrò avuto l'onore di avere introdotto!
Lo spettraedro qui sopra, che è una variazione di quello realizzato da Nie, Parrillo e Sturmfels(2), è stato realizzato da Cynthia Vinzant che per il numero di maggio delle Notices of American Mathematical Society ha scritto un breve articolo su queste curiosità geometriche(3). Iniziamo con il definirli, ma per farlo introduco, come Vinzant, un po' di algebra lineare. Innanzitutto una matrice è una tabella di numeri. Questa tabella agisce su un insieme di numeri, posti in colonna e chiamati vettore colonna. Il risultato è anch'esso un vettore colonna. Quando quest'ultimo è linearmente legato al vettore colonna di partenza, allora lo scalare che fa passare dall'uno all'altro è chiamato autovalore, mentre il vettore, autostato della matrice. Ora, data una matrice reale simmetrica, i suoi autovalori sono definiti reali, e se gli autovalori sono tutti non negativi allora la matrice è semidefinita positiva. L'insieme delle matrici semidefinite positive è rappresentato da un cono convesso all'interno di uno spazio vettoriale costituito dalle matrici simmetriche reali(4).
A questo punto possiamo definire lo spettraedro come l'intersezione di uno spazio lineare affine con il cono convesso delle matrici di cui sopra. Per spazio affine si intende un insieme di punti che è messo in connessione con un dato spazio vettoriale. Lo spazio affine delle matrici reali simmetriche sarà definito dalla seguente parametrizzazione: \[A (x) = A_0 + x_1 A_1 + \cdots + x_n A_n\] dove $x = (x_1, \cdots, x_n)$ è un vettore reale, mentre $A_0, \cdots, A_n$ sono matrici reali simmetriche. Gli spettraedri saranno quindi tutti gli $x$ tali che la matrice $A (x)$ è definita semipositiva(3).
Degli esempi proposti dall'autrice nel suo articolo, quello che mi piace di più è legato a un particolare polinomio di quarto grado, $p(t) = t^4 + t^2 + 1$, che può essere rappresentato nel modo seguente: \[p (t) = (1 \; t \; t^2) \begin{pmatrix} 1 & 0 & a \\ 0 & 1-2a & 0 \\ a & 0 & 1 \end{pmatrix} \begin{pmatrix} 1\\ t\\ t^2 \end{pmatrix}\] dove gli spettraedri sono tutte le matrici per $a \in [-1, 1/2]$.
P.S.: chissà... magari da domani si inizierà a utilizzare il termine spettraedro, che avrò avuto l'onore di avere introdotto!
sabato 10 maggio 2014
Il piccolo Pierre
Succede di andare alla Fiera del libro di Torino (quella del 2013, però...) e di tornarsene con un volume a fumetti. Succede che il disegnatore del volume, uno dei miei preferiti, è allo stand e mi disegna uno dei protagonisti del volume. E succede che, grazie al fatto che lo sceneggiatore è italiano, si torni a casa con un fumetto francese che non ha avuto bisogno di alcuna traduzione.
Corrado Mastantuono, infatti, oltre a essere uno dei migliori disney italiani, è da alcuni anni anche un autore di fumetti francesi (ad esempio ha disegnato la saga di Elias, di cui scriverò qualche riga quando riuscirò a leggerla tutta - i tre volumi li ho tutti, ma mi manca da leggere solo il terzo, ad essere sincero, e in ogni caso è al momento reperibile in edicola, in bianco e nero e in volume unico, grazie ai ragazzi di Editoriale Cosmo), e per Il piccolo Pierre si fa aiutare dall'amico Stefano Intini, anch'egli disneyano.
Come ci si dovrebbe aspettare da due autori che hanno uno stile grafico non troppo dissimile, una sintesi tra Cavazzano e De Vita, giusto per dare alcune indicazioni di massima, la storia scorre veloce e dinamica senza un attimo di respiro e racconta delle avventure del piccolo Pierre, un bambino studioso e posato che ha la sfortuna di avere per amico immaginario il pestifero Pilar, un diavolo custode più impegnato a combinare guai che non a proteggere Pierre. Il bambino, tra l'altro, si ritroverà in viaggio sul mare verso un misterioso laboratorio in compagnia di un burbero, ma apparentemente bonario capitano quasi in pensione, dove dovrà affrontare un intrigo internazionale che coinvolge degli ortaggi giganteschi.
Forse con un finale un po' troppo veloce, il personaggio in ogni caso promette di ritornare con nuove avventure che si spera siano altrettanto divertenti, mentre il volume si completa con una serie di autoconclusive che propongono gag semplici, immediate e divertenti per un volume decisamente per tutta la famiglia.
Corrado Mastantuono, infatti, oltre a essere uno dei migliori disney italiani, è da alcuni anni anche un autore di fumetti francesi (ad esempio ha disegnato la saga di Elias, di cui scriverò qualche riga quando riuscirò a leggerla tutta - i tre volumi li ho tutti, ma mi manca da leggere solo il terzo, ad essere sincero, e in ogni caso è al momento reperibile in edicola, in bianco e nero e in volume unico, grazie ai ragazzi di Editoriale Cosmo), e per Il piccolo Pierre si fa aiutare dall'amico Stefano Intini, anch'egli disneyano.
Come ci si dovrebbe aspettare da due autori che hanno uno stile grafico non troppo dissimile, una sintesi tra Cavazzano e De Vita, giusto per dare alcune indicazioni di massima, la storia scorre veloce e dinamica senza un attimo di respiro e racconta delle avventure del piccolo Pierre, un bambino studioso e posato che ha la sfortuna di avere per amico immaginario il pestifero Pilar, un diavolo custode più impegnato a combinare guai che non a proteggere Pierre. Il bambino, tra l'altro, si ritroverà in viaggio sul mare verso un misterioso laboratorio in compagnia di un burbero, ma apparentemente bonario capitano quasi in pensione, dove dovrà affrontare un intrigo internazionale che coinvolge degli ortaggi giganteschi.
Forse con un finale un po' troppo veloce, il personaggio in ogni caso promette di ritornare con nuove avventure che si spera siano altrettanto divertenti, mentre il volume si completa con una serie di autoconclusive che propongono gag semplici, immediate e divertenti per un volume decisamente per tutta la famiglia.
giovedì 8 maggio 2014
Assassinio nel labirinto
Vi ricordate di Alfred Walter Stewart, il chimico che scriveva gialli con lo pseudonimo di J. J. Connington? Un altro piccolo capolavoro, un romanzo investigativo che mescola la chimica con la matematica è Assassinio nel labirinto, dove Sir Clinton Driffield è alle prese con il doppio omicidio di due gemelli avvenuto all'interno del labirinto costruito nel parco della loro villa.
Il curaro è un estratto vegetale preparato a partire da numerose e varie piante della foresta amazzonica, utilizzato dagli indigeni delle zone come veleno da freccia per la caccia e la guerra.Sicuramente il primo punto di curiosità sta proprio nel labirinto di villa Whistlefield, un giardino che riprende il famoso labirinto di Hampton Court e che è facilmente attraversabile dagli abitanti della casa, inservienti inclusi. Per quel che riguarda i labirinti, senza perdersi troppo in approfondimenti mitologici e matematici, per altro già fatti in altro luogo, vi propongo una citazione da Il nome della Rosa di Eco, dove Guglielmo da Baskerville propone un modo per risolvere un labirinto:
"Per trovare la via di uscita da un labirinto," recitò infatti Guglielmo, "non vi è che un mezzo. A ogni nodo nuovo, ossia mai visitato prima, il percorso di arrivo sarà contraddistinto con tre segni. Se, a causa di segni precedenti su qualcuno dei cammini del nodo, si vedrà che quel nodo è già stato visitato, si porrà un solo segno sul percorso di arrivo. Se tutti i varchi sono già stati segnati allora bisognerà rifare la strada, tornando indietro. Ma se uno o due varchi del nodo sono ancora senza segni, se ne sceglierà uno qualsiasi, apponendovi due segni. Incamminandosi per un varco che porta un solo segno, ve ne apporremo altri due, in modo che ora quel varco ne porti tre. Tutte le parti del labirinto dovrebbero essere state percorse se, arrivando a un nodo, non si prenderà mai il varco con tre segni, a meno che nessuno degli altri varchi sia ormai privo di segni."Un'altra citazione, questa volta di carattere più matematico, è tratta da Logicomix, dove viene descritto come Bertrand Russell prova a risolvere il suddetto labirinto di Hampton Court:
mercoledì 7 maggio 2014
Il raccomandato
Che poi Wilkie Collins è uno degli scrittori che ha inventato il giallo investigativo, insieme se non prima a Edgard Allan Poe e ad Arthur Conan Doyle. L'ho conosciuto grazie alla Pietra di Luna, le cui immagini e suggestioni ho poi ritrovato nell'Unghia di Kalì, per cui è stata una piacevole e divertente scoperta questo Il raccomandato, dove il centro del libricino non sta tanto in un giallo obiettivamente abbastanza semplice da risolvere, ma proprio nella divertente corrispondenza tra un investigatore piuttosto idiota oltre che raccomandato e i suoi superiori.
martedì 6 maggio 2014
La matematica a Milano per Unipertutti
Unipertutti è una meritoria iniziativa: dedicare una settimana, quella dal 12 al 17 maggio (sovrapponendosi al congresso del SAIt), per raccontare a tutti, ma proprio a tutti l'università e la ricerca e ciò che possono fare per tutti noi. Sono molte le università e i ricercatori e docenti che aderiscono all'iniziativa (Napoli è la città più attiva, la Calabria invece è ancora non pervenuta) e per esempio a Milano c'è un intero pomeriggio dedicato alla matematica: il 14 maggio 2014 a partire dalle 15:30 presso il Dipartimento di Matematica della Bicocca (l'università milanese più propositiva durante l'evento), aula U5-3014, terzo piano, si terrà il seguente programma di seminari non specialistici:
- 15.30 - Luigi Fontana. Ricerca: perché sono soldi ben spesi
- 16.00 - Francesca Dalla Volta. Numeri e Crittografia: problemi classici e applicazioni
- 16.30 - Pablo Spiga. Codici correttori di errori: come smascherare un bugiardo
- 17.00 - Franco Magri. Geometria enumerativa e Fisica
Ma, dice l'uomo della strada, perché sprecare soldi nella ricerca? Non è più furbo aspettare che qualcun altro brevetti un'idea, per poi comprarne i diritti? Anche qui: sembra furbo nei primi istanti, ma diventa piuttosto sciocco nel medio periodo. Perché, insegna la teoria dei giochi, i nostri competitori non sono rimbambiti: giocano per vincere e sanno come farsi valere. Se ho avuto una brillante idea, magari te la vendo, ma te la vendo al prezzo che vale, e comunque tu resti sempre lì a dipendere dalla mia idea.A me personalmente piacerebbe poter contribuire non solo condividendo l'iniziativa con questo post sul programma matematico, ma anche raccontando dal vivo quel che ho fatto per le Olimpiadi dell'Astronomia (c'è anche una presentazione su LinkedIn), cosa un po' difficile non avendo un ruolo ufficiale (situazione momentanea?) all'interno del gruppo.
lunedì 5 maggio 2014
Voci nell'ombra
La collana Le ali della Tunue è stata realizzata dall'editore laziale con l'intenzione di proporre in un formato tascabile e a un prezzo accessibile alcune delle migliori proposte fumettistiche italiane ed europee presenti nel suo catalogo.
La prima uscita è stata dedicata alla ristampa di Rughe, l'apprezzatissima opera di Paco Roca sull'alzheimer. Con la 4.a uscita, vengono, invece, ristampati in un volume di 112 pagine i racconti di Lorenzo Bartoli e Giorgio Pontrelli usciti originariamente su Skorpio e Lanciostory.
Le storie, che hanno quasi tutte il denominatore comune dell'amore, indipendentemente dall'ambientazione o dal periodo temporale (dalla metropoli alla periferia, dal vecchio selvaggio west al futuro remoto), sono nel complesso un ritratto semplice, delicato ma comunque ironico dell'umanità, dei suoi pregi e dei suoi difetti.
Se poi dal punto di vista letterario le storie oscillano tra il Roald Dahl adulto e il Ray Bradbury dei racconti, Pontrelli, con uno stile ora cartoonesco ora più realistico, un po' come Glenn Barr in Brooklin Dreams, riesce a sottolineare perfettamente l'alternarsi di emozioni che i testi di Bartoli trasmettono durante la lettura.
La prima uscita è stata dedicata alla ristampa di Rughe, l'apprezzatissima opera di Paco Roca sull'alzheimer. Con la 4.a uscita, vengono, invece, ristampati in un volume di 112 pagine i racconti di Lorenzo Bartoli e Giorgio Pontrelli usciti originariamente su Skorpio e Lanciostory.
Le storie, che hanno quasi tutte il denominatore comune dell'amore, indipendentemente dall'ambientazione o dal periodo temporale (dalla metropoli alla periferia, dal vecchio selvaggio west al futuro remoto), sono nel complesso un ritratto semplice, delicato ma comunque ironico dell'umanità, dei suoi pregi e dei suoi difetti.
Se poi dal punto di vista letterario le storie oscillano tra il Roald Dahl adulto e il Ray Bradbury dei racconti, Pontrelli, con uno stile ora cartoonesco ora più realistico, un po' come Glenn Barr in Brooklin Dreams, riesce a sottolineare perfettamente l'alternarsi di emozioni che i testi di Bartoli trasmettono durante la lettura.
giovedì 1 maggio 2014
Maggio: mese di congressi astronomici
Questo mese di maggio è, per una bella coincidenza, il mese in cui due associazioni astronomiche si riuniscono per il loro congresso annuale. Innanzitutto ecco l'Unione Astrofili Italiani (UAI) che si riunisce, per la 57.ma volta, il 9, 10 e 11 maggio a Castiglione dei Pepoli (Bologna)
Subito dopo, dal 13 al 16 maggio, è la Società Astronomica Italiana (SAIt) che si riunisce a Milano, presso il Palazzo Cusani a Brera, per la 58.ma volta nella sua storia.
Sono previsti alcuni eventi pubblici:
Martedì 13 maggio, 21:00, presso il Planetario U.Hoepli, corso Venezia 21, Milano, Massimo Capaccioli presenta:
Dal Sistema Solare ai confini dell'universo
Ingresso libero fino esaurimento posti
Mercoledì 14 maggio, 18:00, presso la Sala Delle Adunanze dell'Istituto Lombardo, Palazzo Brera, Via Brera 28, Milano, in collaborazione con l'Istituto Lombardo e all'interno del ciclo di conferenze I Cieli di Brera, Emilio Molinari presenta:
Di cosa è fatto un telescopio?
Giovedì 16 maggio, 18:00, presso il Museo Nazionale della Scienza e Tecnologia, Via San Vittore 21, Milano, incontro pubblico sullo spazio e le industrie italiane con P. Cerabolini (Industrie aerospaziali consorzio lombardo), E. Flamini (Agenzie spaziali ASI ed ESA).
A seguire un duetto tra Amalia Ercoli Finzi (Politecnico di Milano) e Giovanni Bignami (Presidente INAF); modera il giornalista Giovanni Caprara.
Ingresso libero fino esaurimento posti
A quanto leggo dal programma scientifico, martedì pomeriggio ci sarà Amedeo, che parlerà di Planck, mentre mercoledì mattina si parlerà di Olimpiadi dell'Astronomia.
Se riesco a infiltrarmi, impegni scolastici permettendo, magari provo a raccontarvi qualcosa!
Sono previsti alcuni eventi pubblici:
Martedì 13 maggio, 21:00, presso il Planetario U.Hoepli, corso Venezia 21, Milano, Massimo Capaccioli presenta:
Dal Sistema Solare ai confini dell'universo
Ingresso libero fino esaurimento posti
Mercoledì 14 maggio, 18:00, presso la Sala Delle Adunanze dell'Istituto Lombardo, Palazzo Brera, Via Brera 28, Milano, in collaborazione con l'Istituto Lombardo e all'interno del ciclo di conferenze I Cieli di Brera, Emilio Molinari presenta:
Di cosa è fatto un telescopio?
Emilio Molinari, direttore del TNG dal 2008, è primo tecnologo dell'INAF. Si è occupato di progetti di telescopi (REM) e di strumentazione astronomica per TNG, VLT e di tecnologie di base per nuovi materiali ottici. E' il Co-PI italiano nel consorzio Harps-N.Ingresso libero
Giovedì 16 maggio, 18:00, presso il Museo Nazionale della Scienza e Tecnologia, Via San Vittore 21, Milano, incontro pubblico sullo spazio e le industrie italiane con P. Cerabolini (Industrie aerospaziali consorzio lombardo), E. Flamini (Agenzie spaziali ASI ed ESA).
A seguire un duetto tra Amalia Ercoli Finzi (Politecnico di Milano) e Giovanni Bignami (Presidente INAF); modera il giornalista Giovanni Caprara.
Ingresso libero fino esaurimento posti
A quanto leggo dal programma scientifico, martedì pomeriggio ci sarà Amedeo, che parlerà di Planck, mentre mercoledì mattina si parlerà di Olimpiadi dell'Astronomia.
Se riesco a infiltrarmi, impegni scolastici permettendo, magari provo a raccontarvi qualcosa!