Lavori "precari", strutture "precarie", situazioni "precarie", sono tutte cose che danno un po' di angoscia a causa della loro provvisorietà, del loro futuro incerto.
Poiché "precario" deriva da "prece", cioè "preghiera", ci sarebbe da chiedersi perché qualcuno preghi per ritrovarsi in una situazione angosciosa... effettivamente ciò che si ottiene grazie a una preghiera è essenzialmente un favore, non un diritto, e pertanto ci può essere tolto esattamente come ci è stato concesso, quasi per caso, e la coscienza di questo fatto ci fa sentire particolarmente "precari".
Testo tratto da Almanacco Topolino n.309. Segnalo, a tal proposito, un comunicato dei precari dell'Università di Firenze e una petizione per bloccare l'approvazione di un particolare comma all'interno della legge di stabilità che non costringerebbe più le università all'obbligo di assunzione dei precari, come spiega molto bene Sandro.
Quindi il lavoro non è un diritto ma un favore. Ed è così che ci si ritrova a fare stage non retribuiti.
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