martedì 6 giugno 2017

Le argentee teste d'uovo


Illustrazione di Franco Brambilla
Benjamin è uno sceneggiatore alle prime armi. Ha scritto un cortometraggio in collaborazione con Ross Goodwin, che gli ha semplicemente fornito i dati necessari, come ore e ore di film di fantascienza e non solo. Una volta conclusa la fase di scrittura, il film è stato girato dal regista Oscar Sharp e interpretato da Thomas Middleditch, Elisabeth Gray e Humphrey Ker. La particolarità di Benjamin è di essere una rete neurale artificiale.
Reti neurali
Grazie ai suoi studi che portarono alla costruzione di Colossus, si può considerare Alan Turing uno degli ispiratori non solo per la creazione del computer, ma anche per gli studi sullo sviluppo di un’intelligenza artificiale. Il test di Turing era uno dei primi tentativi di ideare un sistema per verificare se un’intelligenza programmata da un essere umano fosse in grado di risultare indistinguibile da una umana. I ricercatori che, però, vanno considerati i veri iniziatori degli studi nel campo sono Warren McCulloch e Walter Pitts che nel 1943 svilupparono un modello di calcolo per reti neurali(1), che aprì la strada a due differenti approcci nello studio dell’intelligenza: da un lato quello sui processi biologici all’interno del cervello e dall’altro lo studio di reti neurali artificiali.
Gli sviluppi successivi passano attraverso l’ipotesi dello psicologo Donald Hebb che nel 1949 suggerì che l’apprendimento si basasse sul meccanismo di plasticità neurale. L’aprendimento hebbiano e le sue successive varianti sono stati alla base di molti modelli computazionali degli anni successivi alla sua introduzione.
Il primo esempio è dovuto a Farley e Clark(2), che nel 1954 simularono una rete hebbiana nei laboratori del MIT. Un’altra rete neurale artificiale venne creata nel 1956 da Rochester, Holland, Habit e Duda(3).
Quindi nel 1958 Frank Rosenblatt(4) creò un algoritmo per il riconoscimento dei disegni basato un una rete di apprendimento che utilizzava semplicemente addizione e sottrazione.
Più o meno a questo punto si trova la tecnologia delle reti neurali quando Fritz Leiber da alle stampe Le argentee teste d’uovo: è il 1961 ed evidentemente già si parla del pericolo robotico per il lavoro umano!
Scrittura elettronica
Leiber, però, affronta il tema in maniera ironica e divertente: siamo in un futuro in cui i robot sono i veri scrittori dei romanzi, mentre gli esseri umani sono dei semplici tecnici che forniscono il materiale d’archivio da cui le macchine scrivono i romanzi. Sorge, però, un’imprevisto: lo sciopero degli operatori umani, che non si accontentano di cofirmare i romanzi.
Da qui scaturiscono una serie di divertenti e sconclusionate avventure per i protagonisti del romanzo, con sullo sfondo il segreto delle argentee teste d’uovo, che, a salvaguardia dei grandi classici della letteratura, dovrebbero salvare la situazione del mercato in crisi e quindi i conti degli editori.
In un colpo solo, così, Lieber prende in giro le paure per l’arrivo dei robot nella vita degli esseri umani e le dinamiche commerciali che evidentemente già all’epoca stavano invadendo il mondo della letteratura. Sebbene, in fondo, una cosa sola vale: leggere è bello (oltre che cultura)!
  1. McCulloch, W. S., & Pitts, W. (1943). A logical calculus of the ideas immanent in nervous activity. The bulletin of mathematical biophysics, 5(4), 115-133. (pdf)
  2. Farley, B.G.; W.A. Clark (1954). “Simulation of Self-Organizing Systems by Digital Computer”. IRE Transactions on Information Theory. 4 (4): 76–84. doi:10.1109/TIT.1954.1057468 (sci-hub)
  3. Rochester, N.; J.H. Holland; L.H. Habit; W.L. Duda (1956). “Tests on a cell assembly theory of the action of the brain, using a large digital computer”. IRE Transactions on Information Theory. 2 (3): 80–93. doi:10.1109/TIT.1956.1056810 (sci-hub)
  4. Rosenblatt, F. (1958). “The Perceptron: A Probabilistic Model For Information Storage And Organization In The Brain”. Psychological Review. 65 (6): 386–408. doi:10.1037/h0042519. PMID 13602029.

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