domenica 31 marzo 2019

Topolino #3305: Un numero pieno di stelle

Come già scritto nell'intro alla recensione de Il restyling inventino, Topolino #3305 si rivela un buon numero sia grazie ai redazionali, sia grazie alle storie. Certo, c'è una questione di censura di cui scriverò un paio di righe, ma la qualità della confezione non viene intaccata, anche se tali atteggiamenti risultano piuttosto fastidiosi, sia per i lettori sia per gli autori. Ad ogni modo prima di iniziare ad esaminare un paio di storie di questo numero, mi permetto di segnalarvi l'intervista al direttore di Topolino, Alex Bertani fatta in quel di Cartoomics.
Pesce d'Aprile cosmico
L'esperto sceneggiatore Bruno Sarda mette in campo il trio più noto di cugini, Paperino, Paperoga e Gastone. A differenza di altre sue storiche e più valide storie, come ad esempio Il pendolo di Ekòl, in questo caso i tre cugini diventano antagonisti: Paperino e Paperoga, infatti, decidono di vendicarsi di un pesce d'aprile che Gastone ha combinato contro di loro l'anno prima, e per farlo ideano una strana storia di alieni persi nello spazio. I due cugini, però, tra una risata e l'altra, non riescono effettivamente a controbilanciare la fortuna di Gastone che alla fine porta a una incresciosa situazione per Paperino e Paperoga!
Sarebbe indubbiamente interessante provare a reintrodurre l'idea di giorni particolare in cui la fortuna di Gastone si spegne, ed effettivamente il primo d'Aprile potrebbe essere un ottimo giorno, ma per ora dobbiamo accontentarci di una storia come questa, godibile e divertente e molto ben disegnata da Marco Palazzi, che effettivamente, confrontandola con la precedentemente citata storia de Il pendolo di Ekòl, mostra uno stile influenzato proprio da Franco Valussi, disegnatore di quella mitica parodia.
Amelia e gli ufologi
Menzione particolare per L'inversione magico-scientifica, scritta da Pier Giuseppe Giunta per i disegni dello scarpiano Maurizio Amendola. In questo caso coprotagonisti, ma anche origine dei problemi di Paperone, sono due astrofili e ufologi dilettanti dai nomi inglesi, per cui si suppone presenti alle falde del Vesuvio per una sorta di vacanza ufologica.
La storia, godibile, si segnala per la presenza della tecnologia e di come questa, alla fine, riesca ad averla vinta sulla magia, che, ispirandosi ad Arthur C. Clarke, può essere considerata come scienza che non ha ancora avuto una spiegazione (almeno all'interno delle storie a fumetti, of course!).
Le stelle del cinema
Per la serie Paperopoli Film Festival, Giulio D'Antona presenta una delle sue storie migliori. In questo caso sono protagonisti Topolino e Pippo che vengono spediti nel passato da Zapotec e Marlin per risolvere un mistero cinematografico relativo alle origini di Topwood, l'equivalente topolinese di Hollywood.
D'Antona, per l'occasione, rispolvera i classici litigi tra i due scienziati, che non si vedono d'accordo sulle origini di Topwood, così Topolino e Pippo viaggiano nel tempo per raccogliere più informazioni possibili. L'aspetto interessante della storia è che, sfruttando il pulsante di richiamo temporale (o in qualunque modo si chiami), i due eroi si permettono di viaggiare da una costa all'altra per raccogliere gli indizi e risolvere l'ennesimo atto criminale. La storia oscilla tra la classica avventura storico-temporale e la reinterpretazione disneyana tipica de La storia del cinema di Topolino di Roberto Gagnor, ma nonostante questa commistione di elementi, risulta interessante e divertente, anche grazie al contributo di Marco Mazzarello.
Censura
Fino a prova contraria, le scelte censorie che hanno colpito l'ultimo Topolino e di cui scrive Andrea Bramini su Lo Spazio Bianco, sono da ascrivere alla redazione, scelte che peraltro redazioni in altri paesi probabilmente non avrebbero preso (nel senso che non avrebbero censurato, né in maniera evidente né in maniera soft).
Ciò che stupisce è soprattutto la censura sulla storia di Paperoga, Il fotografo naturalista, visto che mi sembra altamente improbabile che i giovani lettori di Topolino non sappiano che il pesce che mangiano a tavola venga portato loro già morto senza essere nato e vissuto in mare o in qualche altra parte. O forse Topolino vuole diventare un paladino del veganesimo e del vegetarianesimo, e allora dovrebbe scriverlo chiaramente, cosa che nemmeno questa mi pare di aver letto da qualche parte.
Detto ciò, mi sembra che un certo genere di censura nasconda, da parte di chi la propone, paura sicuramente, ma anche ipocrisia, visto che sul finire del 2018 la saga del Topolino di Francesco Artibani diffondeva valori molto diversi, come ad esempio l'apertura mentale e l'accettazione del diverso.
Forse, allora, le scelte censorie della redazione non sono così autonome come si potrebbe pensare, visto che le modifiche sono così evidenti e malfatte.

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