giovedì 16 gennaio 2020

Un anno da assassino

Rudolf Hess è stato un gerarca nazista. Forse non come altri, ma pur sempre un gerarca nazista. Era il numero tre del partito, dopo Hitler e Göring, anche se veniva escluso dalle riunioni dove venivano prese le decisioni più importanti. Certo il suo segretario, Martin Bormann, era sempre presente e d'altra parte, nonostante fosse considerato un moderato, non protestò contro l'invasione della Polonia, che diede il via Purtroppo alla seconda guerra mondiale.
Suo medico personale era Georg Groscurth, ma a differenza di Hess non era nazista, tutt'altro: era un membro attivo della resistenza e utilizzò la sua posizione di vicinanza a Hess per salvare molte persone durante il regime nazista. Purtroppo, come capita a chi resiste, Groscurth venne arrestato: era il 4 settmebre del 1943. La sua condanna a morte venne firmata dai giudici Roland Freisler e Hans-Joachim Rehse per poi essere portata a termine l'8 maggio del 1944.
Dei due giudici, Rehse, l'unico sopravvissuto alla guerra, venne assolto dall'accusa di crimini di guerra: il tribunale che lo giudicò era quello della Repubblica Federale Tedesca, la Germania Ovest, per intenderci. Nel frattempo la vedova di Georg, Anneliese Groscurth, anch'essa medico, chiese a più riprese giustizia per il marito. La risposta della democrazia fu renderle sempre più complicato il suo lavoro di medico e, di conseguenza, il suo compito di madre, con due giovani orfani da tirare su. Insieme ai due figli, però, Anneliese ospitava ogni tanto in casa il piccolo Friedrich Christian Delius che, diventato uno scrittore, decise di raccontare la storia di Anneliese.
La scelta del genere, però, non ricadde sul documentario giornalistico, ma sul romanzo: il protagonista del quale era uno studente che, subito dopo l'assoluzione di Rehse, decise di farsi carico di un compito gravoso, quello di uccidere il giudice nazista. Si diede un anno di tempo per prepararsi e preparare un piano accurato, durante il quale ricostruì tutta la vicenda, avvicinandosi ad Anneliese. In effetti è proprio lei la vera protagonista del romanzo, ancora di più del marito, che nonostante tutti i problemi che uno stato che si autodefiniva democratico, non perse mai la forza.
Il merito del romanzo, dunque, è quello di raccontare la storia dei Groscurth, che dedicarono la loro vita agli altri, resistendo contro i soprusi dei regimi nei quali vissero. Vorrei, però, chiudere con una piccola osservazione che mi aveva fatto notare mia sorella quando lo lesse: nel momento in cui scrivo su it.wiki le voci dedicate ai coniugi Groscurth sono completamente assenti, mentre quella di Hess è presente. Inoltre nella voce in italiano di Delius Il mio anno da assassino non viene neanche citato (certo non lo è neanche in quella in inglese). Speriamo che qualcuno vi porrà prima o poi riparo.

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