martedì 3 marzo 2020

L'esorcista

L'esorcista, film culto del 1973 del regista William Friedkin, è in effetti tratto dall'omonimo romanzo di William Peter Blatty, che ne ha anche curato la sceneggiatura e la produzione. Inoltre venne coinvolto in due dei quattro film che vennero successivamente realizzati nel corso dei decenni successivi.
Non avendo mai visto il film per intero, se non alcune iconiche scene, non posso esibirmi in un dotto confronto tra romanzo e pellicola, che sarebbe particolarmente interessante visto il ruolo giocato da Blatty nel film, per cui vi dovrete accontentare dei miei sproloqui sul semplice testo dello scrittore statunitense. Questi, a un certo punto della sua vita, iniziò a interessarsi delle pratiche di esorcismo, che erano state apparentemente accantonate dalla chiesa cattolica nel corso del XX secolo. L'argomento era sufficientemente forte da spingere Blatty a costruirci intorno un romanzo, dopo il quale la letteratura horror ebbe la sua ennesima scossa. Si potrebbe, in effetti, affermare che L'esorcista ha avuto un ruolo non molto differente dal Dracula di Bram Stoker, ma al contrario.
Mentre Dracula portava il romanzo dell'orrore nel XX secolo introducendo elementi scientifici, grazie ai quali era possibile sconfiggere il male incarnato dal vampiro transilvano, con L'esorcista la scienza si rivela non solo impotente, ma quasi di intralcio alla vittoria del bene sul male. E' un vero e proprio ribaltamento, quasi un modo per suggerire che, nonostante tutta la scienza a nostra disposizione, la nostra società non è pronta ad affrontare il male (o la superstizione, dipende dai punti di vista del lettore). Fatto sta che Blatty si è basato su una accurata ricerca in materia e, stando alle ricerca del giornalista Mark Opsasnick, anche su un caso reale, che però il giornalista stesso classifica come molto probabilmente uno scherzo (o una bufala) ideato dal "posseduto".
Il romanzo, per quanto corposo (più di 400 pagine), si lascia leggere con piacere e molto velocemente grazie allo stile di Blatty in grado di attirare l'attenzione. Elemento di ulteriore interesse è il personaggio del tenente Kinderman, che sembra ricalcato sul tenente Colombo: stesso grado, stesso look, una moglie adorabile a casa sempre citata apparentemente un po' a sproposito, stesso stile investigativo e, all'incirca, stessa stazza (forse Kinderman è un po' più abbondante). Il sospetto che Kinderman sia calcato e non poco su Colombo è anche basato sui tempi: il personaggio interpretato in televisione da Peter Falk ha esordito nel 1968, 3 anni prima dell'uscita del romanzo. Non è dunque da escludere che Kinderman sia stato ispirato proprio da Colombo.

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