domenica 2 agosto 2020

Topolino #3375: Graditi ritorni

Se la storia d'apertura è la sorprendente Le notizie di Mr. Vertigo di Marco Nucci e Fabrizio Petrossi, la seconda storia non è certo da meno di quella d'apertura, e segna anche un gradito ritorno alla qualità per uno dei nuovi sceneggiatori che più mi aveva colpito al suo esordio: Vito Stabile.
Sulla spiaggia col magnate
Dopo storie obiettivamente di media o bassa qualità, come ad esempio le storie di Paperone e Gedeone o quelle ambientate su Pacificus, Stabile finalmente decide di cambiare completamente registro, affrontando un personaggio che ultimamente gli autori stanno cercando di rivalutare da un nuovo punto di vista: Rockerduck.
Le premesse della storia sono le solite: una rissa con Paperone al Club dei miliardari. Le conseguenze sono un po' diverse: Rockerduck viene, infatti, bandito per aver scatenato la rissa senza alcun motivo, per cui Luski consiglia al suo principale di predenrsi una vacanza. E il buon John D. Rockerduck decide di andare a Ducksand, che ha un pregio non indifferente: è troppo cara per i gusti di Paperone.
Le novità della storia sono tante. Innanzitutto il protagonista, Rockerduck, cosa che non è avvenuta molto spesso, se si esclude l'ultimo periodo. Quindi la voce narrante, che è quella dello stesso Rockerduck. Questo espediente permette in maniera semplice e immediata di far capire al lettore il livello di stress raggiunto dal rivale di Paperone.
Poi il modo in cui il personaggio viene raccontato, non semplicemente come l'eterno secondo, i cui unici scopi sono far divertire i lettori e far rifulgere la stella del protagonista, ma un personaggio più profondo, in grado anche di riflettere sui suoi errori e su quelle piccole e presunte rivalse su Paperone. Quella rivalsa presente nel titolo della storia, La spiaggia della rivalsa, infatti, è molto diversa, meno evidente di quel che si potrebbe pensare, e per questo molto più soddisfacente non solo per Rockerduck, ma anche per il lettore.
L'ultima nhovità riguarda il disegnatore: molto noto in Italia, finora aveva realizzato direttamente per Topolino appena due storie, e questa di Vito è la sua terza. Sto parlando di Massimo Fecchi, uno dei più apprezzati disegnatori italiani all'estero grazie alle storie disegnate per la Egmont, oltre che per il tratto rotondo e molto uderziano.
Ora non ci resta che sperare, sia che Fecchi realizzi altre storie direttamente per Topolino, sia che Stabile riesca, finalmente, a ritrovare in maniera più costante quella qualità perduta.
A ognuno il suo mestiere
Le altre due storie del numero di cui mi piace scrivere, che accomuno in un unico capitoletto visto quanto mi sono dilungato in precedenza, sono un paio di storie tutto sommato classiche e divertenti.
L'ospite sgradito è una classica aventura alla Panaro scritta, però, da Marco Bosco e disegnata da Marco Mazzarello, che fornisce a Paperino un lavoro per cui il nostro, almeno nell'interpretazione italiana, è perfetto: colaudatore di alberghi. In questa veste viene ingaggiato da Paperone per gli ultimi controlli al suo ultimo albergo di extra lusso. Il problema è l'arrivo di un ospite sgradito, che costringe Paperino ad andare un po' oltre i suoi compiti: Dianmite Bla.
La storia di chiusura, invece, La consegna prestigiosa, racconta dell'ennesimo tentativo di Amelia di mettere le mani sulla Numero Uno. In questo caso, però, la fattucchiera prova a utilizzare un intermediario: l'idea, infatti, è quella di ipnotizzare tramite una lettera stregata Battista per costringerlo a prendere e consegnare a lei la monetina. L'imprevisto, però, è in agguato e porta il nome di Paperoga, che irrompe nella storia nelle vesti di illusionista esperto (si fa per dire!).
I responsabili di una delle storie decisamente più divertenti del numero sono la coppia di sceneggiatori Giulio D'Antona e Giorgio Fontana che uniscono le rispettive capacità per realizzare alla fine un mix perfetto in cui a rifulgere è soprattutto la strabordante e incontenibile personalità di Paperoga.
I disegni, invece, affidati a Daniela Vetro, mostrano l'ennesimo cambiamento stilistico della disegnatrice, che abbandonato lo stile più barbucciano di Giada Perissinotto, ingloba nel suo tratto alcuni elementi dello stile di Giovanni Rigano ottenendo alla fine un risultato per me gradevole tanto quanto il tratto dello stesso Rigano: molto poco.

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