lunedì 25 gennaio 2021
Conoscenza e comprensione
Le Messenger Lectures sono una serie di seminari condotti da scienziati e altre personalità di spicco presso la Cornell University. Vennero realizzate a partire dal 1924 grazie ai finanziamenti di Hiram Messenger, matemaico. Tra i lettori figura anche una delle personalità più care a qualunque fisico di questo mondo: Richard Feynman. La serie realizzata da Feynman è costituita da sette lezioni, tutte visualizzabili sul sito Project Tuva della Microsoft. Il video che vi propongo di seguito fa parte dell'ultima di queste lezioni, New laws:
domenica 24 gennaio 2021
Alla ricerca di un po' d'entusiasmo
E' dal 5 gennaio che non scrivo qui su DropSea, e più in generale ho sospeso le attività di pubblicazione su ogni altro blog. Ho in parte abbandonato anche i social. Il motivo è, me ne rendo conto, una qual certa mancanza di entusiasmo. Da cosa (o da chi) mi venga questa mancanza non so identificarlo (e viene da lontano, anche da prima che gli indizi diventassero manifesti), ma in questi mesi c'era un indizio fondamentale: a parte i fumetti (in particolare Topolino, che peraltro ho anche smesso di recensire nelle ultime settimane) avevo anche smesso di leggere libri. Se torno a scrivere è perché sono successe alcune cose che sembra mi stiano nuovamente stimolando, e un indizio di questa inversione di rotta è che ho ripreso a leggere in maniera abbastanza assidua (ancora non vorace, come mio solito, ma direi che è già un buon inizio). Non so quanto assiduamente tornerò a scrivere, né quando uscirà il mio prossimo articolo qui su DropSea o su qualcuno degli altri miei blog, ma spero presto di riprendere con maggiore regolarità.
In attesa di ritrovare l'entusiasmo perduto.
In attesa di ritrovare l'entusiasmo perduto.
martedì 5 gennaio 2021
Wakfu: Guidare il nostro destino
Ho iniziato a giocare a Wakfu, installato via Steam. E' un MMORPG di genere fantasy sviluppato dalla software house francese Ankama Games ed è l'erede di Dofus. Mentre quest'ultimo venne rilasciato nel 2004, Wakfu ebbe una gestazione un po' lunga: partito lo sviluppo nel 2006 sbarcò su Mac, Windows e Linux solo nel 2012. Nel frattempo la Ankama aveva dato il via alla produzione della serie animata omonima, Wakfu, trasmessa per la prima volta nel 2008, quindi con ben 4 anni di anticipo sul rilascio del videogioco.
In Italia la serie giunse nel 2011 quando Cartoon Network, a febbraio, trasmise la prima stagione, che venne successivamente "ristampata" su Boing a giugno del 2012. E fu proprio in quell'estate del 2012 che iniziai a vedere Wakfu, appassionandomi alla storia di Yugo e della Confraternita del Tofu. Il Tofu, però, non è l'alimento giapponese usato in varie preparazioni della cucina nipponica, ma una specie di canarino rotondetto che accompagna Yugo nelle sue avventure.
Torniamo però alla serie animata: dopo quel 2012 ne persi completamente le tracce, fino a che non la ritrovai su Netflix, scoprendo che in realtà il progetto di Wakfu era costituito da più di una stagione. La storia, ideata e scritta da Anthony Roux, venne sviluppata in tre stagioni e in 6 episodi speciali. Su Netflix è possibile recuperare le prime tre stagioni e i tre episodi speciali di The Quest for the Six Dofus Eliatropes che si posizionano tra la seconda e la terza stagione.
La storia di Wakfu è, in fondo, non molto diversa da tante altre che vennero narrate prima di lei. Peraltro sono evidenti due riferimenti in particolare: Superman e Dragon Ball. Yugo, infatti, viene lasciato in custodia a un cuoco, Alibert, che lo cresce come se fosse suo figlio, riprendendo così la storia dell'orfano proveniente da un altro mondo. E nel corso della storia si scoprono non solo le vere origini di Yugo, ma che alla fine non è nemmeno così solo come pensava, proprio come Goku o Kal-El. In questo senso Wakfu sembra quasi la sintesi degli elementi in comune tra Goku e Superman: si scopre dell'esistenza di una sorta di zona negativa, così come uno degli avversari più insidiosi di Yugo è un Eliatrop, il popolo di Yugo. Nella terza stagione il fratello di Yugo, il drago Adamaï, viene fatto crescere più velocemente del giovane Eliatrop e il suo design cambia a tal punto da assomigliare a Freezer, uno degli avversari più letali di Goku.
In Italia la serie giunse nel 2011 quando Cartoon Network, a febbraio, trasmise la prima stagione, che venne successivamente "ristampata" su Boing a giugno del 2012. E fu proprio in quell'estate del 2012 che iniziai a vedere Wakfu, appassionandomi alla storia di Yugo e della Confraternita del Tofu. Il Tofu, però, non è l'alimento giapponese usato in varie preparazioni della cucina nipponica, ma una specie di canarino rotondetto che accompagna Yugo nelle sue avventure.
Torniamo però alla serie animata: dopo quel 2012 ne persi completamente le tracce, fino a che non la ritrovai su Netflix, scoprendo che in realtà il progetto di Wakfu era costituito da più di una stagione. La storia, ideata e scritta da Anthony Roux, venne sviluppata in tre stagioni e in 6 episodi speciali. Su Netflix è possibile recuperare le prime tre stagioni e i tre episodi speciali di The Quest for the Six Dofus Eliatropes che si posizionano tra la seconda e la terza stagione.
La storia di Wakfu è, in fondo, non molto diversa da tante altre che vennero narrate prima di lei. Peraltro sono evidenti due riferimenti in particolare: Superman e Dragon Ball. Yugo, infatti, viene lasciato in custodia a un cuoco, Alibert, che lo cresce come se fosse suo figlio, riprendendo così la storia dell'orfano proveniente da un altro mondo. E nel corso della storia si scoprono non solo le vere origini di Yugo, ma che alla fine non è nemmeno così solo come pensava, proprio come Goku o Kal-El. In questo senso Wakfu sembra quasi la sintesi degli elementi in comune tra Goku e Superman: si scopre dell'esistenza di una sorta di zona negativa, così come uno degli avversari più insidiosi di Yugo è un Eliatrop, il popolo di Yugo. Nella terza stagione il fratello di Yugo, il drago Adamaï, viene fatto crescere più velocemente del giovane Eliatrop e il suo design cambia a tal punto da assomigliare a Freezer, uno degli avversari più letali di Goku.
sabato 2 gennaio 2021
In Arcadia Ego
Et in arcadia ego è il nome del quadro del Guercino che per primo diffonde tale frase. Nel caso del dipinto del pittore italiano, la scena rappresenta due contadini che osservano un teschio posto sopra un piedistallo su cui è incisa la frase. Al di là dell'incompletezza della frase (manca il verbo), l'Arcadia era un regione dell'Antica Grecia che venne idealizzata dai poeti del passato, primo fra tutti Virgilio, come luogo di pace e armonica con la natura. La cosa era probabilmente dovuta al fatto che la regione, che prendeva il nome dall'eroe mitologico Arcade, era considerata la terra d'origine del dio Pan. Questa visione utopica venne ripresa molti secoli dopo dal poeta Jacopo Sannazaro che nel 1502 diede alle stampe il poema Arcadia. L'interpretazione che ne diedero però pittori come Guercino, con il suo dipinto datato 1618-1622, e il francese Nicolas Poussin nel 1640 gioca sulla dicotomia tra vita e morte. Secondo molti storici dell'arte, infatti, la frase, calata nel contesto in cui viene rappresentata, è una sorta di memento mori, un avviso della caducità della vita, anche in un mondo ideale come quello di Arcadia. E in un certo senso questa visione in chiari-scuri è proprio quella presentata da Marco Bucci e Jacopo Camagni nel primo volume di Arcadia, che possiamo ufficiosamente considerare come il quarto volume di Nomen Omen.