In questo caso parliamo di un pianeta desertico che orbita intorno alla stella Canopo, nota anche come Alpha Carinae. Questa è la seconda stella più brillante del cielo notturno. Appartenente alla costellazione moderna della Carena, ha una magnitudine apparente di -0.74 e dista da noi all'incirca 310 anni luce.

Torniamo, però, a solcare il mare. Canopo, come abbiamo detto, era timoniere e non a caso la stella a lui intitolata appartiene a una costellazione a tema marinaro, la Carena, che a sua volta è un pezzo di quella che, se fosse sopravvissuta allo smembramento, sarebbe oggi nota come la costellazione più estesa del cielo notturno: la Nave Argo. Questa costellazione, che era una delle 48 presenti nell'Almagesto di Claudio Tolomeo, rappresenta la nave degli Argonauti, il team di grandi eroi dell'antichità che, capitanati da Giasone, andarono verso la Colchide alla conquista del mitico Vello d'oro. Questi altro non era che la lana dorata dell'ariete alato Crisomallo e si riteneva avesse il potere di curare qualsiasi ferita.
Nel corso del loro viaggio, gli Argonauti si imbatterono nelle famose Arpie, esseri dal corpo di uccello e dalla testa di donna, e dopo poco entrò a far parte dell'equipaggio anche una donna, la bella Medea. Questo è indubbiamente uno dei personaggi più interessanti e sfaccettati della mitologia greca, archetipo delle classiche femme fatale della letteratura moderna. Oggi sarebbe un'alchimista, o forse una chimica, all'epoca era una strega, un'ammaliatrice. Il suo ruolo tra gli Argonauti risulta fondamentale: infatti è proprio grazie a una delle sue pozioni che Giasone riesce ad addormentare il drago che custodisce il vello e rubarlo per conto di Pelia, re della Tessaglia.
Alla fine di questo viaggio nel mito, però, ci può restare ancora una domanda: ma Canopo, la stella, ha un qualche sistema planetario che ci potrebbe regalare un Arrakis? Per quel che ne sappiamo fino a ora, no, ma ancora non sappiamo il futuro cosa ci potrà riservare.
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