mercoledì 24 marzo 2021

Cloverfield: attacco alla Terra

20210324-cloverfield
Era il 2008 quando JJ Abrams, insieme con Bryan Burk, tirò fuori dal cilindro, come produttore, un inquietante film fantascientifico diretto da Matt Reeves: Cloverfield. All'epoca non lo sapeva nessuno, ma quello era l'inizio di una serie, o di un franchise come si ama dire oggi, che sarebbe proseguito nel 2016 con 10 Cloverfield Lane diretto da Dan Trachtenberg e nel 2018 con The Cloverfield Paradox diretto da Julius Onah, il più squisitamente fantascientifico dei tre. Mentre ci sono voci secondo cui è in arrivo un quarto capitolo della saga, peraltro il Cloverfield 2 ufficiale, forse diretto dallo stesso Abrams, ho recuperato la visione di questi primi tre film, che hanno in comune un unico elemento esplicito: il mostro gigantesco che attacca la Terra.
Nella pellicola del 2008 l'attacco avviene a New York: un'esplosione e poi un mostro gigantesco inizia a imperversare per le strade della metropoli statunitense. Grande quanto i grattacieli della città, è scortato da una miriade di mostri più piccoli, che divorano gli esseri umani. E il destino di chi viene morso, ma ha la fortuna di sfuggire alla morte per ingestione non è certo migliore: sembra che questi piccoli mostri abbiano anche un veleno destinato a uccidere ben presto il malcapitato.
Il film di Reeves segue le vicende di un gruppo di ragazzi che attraversano la città per andare a salvare una loro amica: la particolarità della storia, però, non sta tanto nel ritorno del tema dei mostri giganti nel cinema statunitense, quato proprio nello stile registico. L'intera narrazione, infatti, viene registrata sul nastro di una videocamera, come The Blair Witch Project del 1999. E con quest'ultimo condivide anche un approccio al marketing piuttosto aggressivo, in cui si lascia intendere agli appassionati che Cloverfield sta raccontando una storia non verosimile, ma proprio reale!
Tutti questi elementi portano al successo della pellicola, ma non vengono replicati nei sequel. 10 Cloverfield Lane, in effetti, possiamo considerarlo come due film in uno. Abbiamo una prima parte, più lunga, strutturata come un noir che si sviluppa in una camera chiusa, e una seconda parte, decisamente più dinamica e breve, in cui abbiamo il contatto diretto con gli alieni.
La prima parte ruota intorno a tre personaggi che si trovano all'interno di un bunker antiatomico: la protagonista viene raccolta sul ciglio della strada dal costruttore del bunker dopo un incidente, e la tiene rinchiusa dentro asserendo che all'esterno è iniziata un'invasione dallo spazio, che ha reso l'aria venefica per gli esseri umani. La storia procede tra momenti claustrofobici e altri di apparente relax fino a che la ragazza non riesce a uscire, per rendersi conto che l'aria è respirabile, ma che la Terra è effettivamente invasa dagli alieni. In questo caso Trachtenberg racconta il contatto con gli alieni in un modo molto simile a quanto immaginato ne La guerra dei mondi, preparando in maniera abbastanza esplicita il terreno al Cloverfield 2 vero e proprio.
A introdurre un ulteriore elemento di variabilità ci pensa The Cloverfield Paradox, distribuito su Netflix. In questo caso siamo di fronte a un film squisitamente fantascientifico in cui un equipaggio di scienziati inizia una missione nello spazio per accendere un accelleratore di particelle orbitale che dovrebbe fornire energia sostanzialmente perpetua alla Terra. Il film, che introduce un elemento fino a quel momento non considerato nella serie, il multiverso, esplicita il suo collegamento con la serie nell'ultimissima scena, quando il mostro di Cloverfield emerge dalle nuvole. L'appassionato della serie, però, non può non restare perplesso, innanzitutto per l'ambientazione futuristica del film di Onah che mal si accorda con l'epoca della prima pellicola, sebbene l'introduzione degli universi paralleli potrebbe portare alla ribalta un risvolto forse ancora più inquietante.
Ad ogni buon conto il consiglio è quello di recuperare la serie: i primi due capitoli valgono sicuramente lo sforzo, mentre il terzo, il più debole in assoluto, solo per via del non ancora ben chiaro inserimento di quella storia all'interno del franchise.

Nessun commento:

Posta un commento