sabato 12 giugno 2021

Death Metal: Speed Metal

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Non voglio tediarvi anche con i tie-in di Death Metal, che in Italia vengono per lo più raccolti su Death Metal Mixtape, ma in questo primo volume, dei quattro racconti collaterali raccolti, uno in particolare non poteva sfuggire alla mia attenzione, Speed Metal di Joshua Williamson per i disegni di Eddy Barrows. E ovviamente l'interesse è duplice, visto che da una parte abbiamo i velocisti scarlatti protagonisti del tie in, ma dall'altro un esplicito riferimento a uno dei molti sottogeneri del metal, lo speed metal.
Origini segrete
Lo speed metal, che a sua volta ha dato origine al trash metal, è un sottogenere del metal influenzato in particolare dal power metal e caratterizzato da un'alta velocità di esecuzione dei brani. Tra i gruppi power classici uno di quelli che hanno sperimentato esecuzioni più veloci della media sono indubbiamente i Judas Priest, anche se generalmente si considera come origine del genere Speed King dei Deep Purple, una rock band classica:
Anche i Black Sabbath sono considerati "nonni" del genere, ma di loro scriverò qualcosa in occasione dell'ultimo numero, anche se l'ultima band cover è dedicata a Ozzy Osbourne. Ad ogni buon conto è piuttosto raro che una band power metal (ma non solo) non abbia mai eseguito un pezzo classificabile come speed metal, e infatti non sono molte le band che ricadono completamente in questo genere. Tra queste, visto il titolo della canzone che vi propongo qui sotto, Sands of time, ci sono i tedeschi Iron Angel:
Corsa contro il tempo
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In effetti i tre velocisti storici della DC Comics, Jay Garrick, Barry Allen e Wally West, cui si aggiunge per un pezzo anche il Wally West del New 52, iniziano una fuga dal Cavaliere più oscuro che vuole ottenere i poteri di Wally West, che nel frattempo è diventato il "custode" della sedia di Metron.
Considerando l'evoluzione recente di Wally, la storia di Williamson è semplicemente un altro tassello nel lungo percorso di recupero del personaggio, che era stato completamente stravolto da Flashpoint e dall'avvento dei New 52. Wally era, in effetti, uno personaggi più richiesti dai fan, e la versione introdotta da Francis Manapul non aveva soddisfatto i lettori, al pari del Superman giovane che aveva visto completamente riscritta la sua storia precedente, a differenza di Batman. Non è un caso che il ritorno del Superman pre-Flashpoint abbia coinciso con l'inizio del percorso revisionistico di quanto compiuto da Geoff Johns con Flashpoint, mentre il ritorno del Wally West classico ha dato il via a un percorso che per certi versi culmina proprio con Death Metal.
Questo rientro di Wally West, però, non è stato privo di problemi, proprio a causa del confronto tra ciò che Wally rappresentava, l'era pre-Flashpoint, e il nuovo mondo in cui era stato improvvisamente gettato dall'ennesima Crisi. Questo percorso di trasformazione trova un punto interessante, se non il suo culmine, proprio in Speed Metal: Williamson, infatti, all'interno di una corsa senza respiro, approfondisce il rapporto tra Wally e Barry, che è sempre stato qualcosa di più di semplice spalla ed eroe (e non solo per via del legame di parentela, essendo Wally nipote di Iris) e proietta Wally verso una piena indipendenza, non solo come Flash, ma anche come personaggio completo e ormai maturo e pronto ad uscire dall'omba di Barry Allen. Cosa che peraltro era già stata fatta da Mark Waid, ma questa, come si suol dire, è un'altra storia.

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