domenica 27 febbraio 2022

Topolino #3457: tempo di sport

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Nonostante la situazione internazionale sia piuttosto complicata, non mi sembrava il caso di proseguire oltre il silenzio di contenuti, e così eccoci qui per l'usuale recensione settimanale del Topolino in edicola.
Cover story è la prima puntata della nuova storia di Casty disegnata da Alessandro Perina. La storia si presenta con uno spirito squisitamente barksiano visto che l'autore punta il suo occhio sarcastico sul dilagare tra le gente delle mode, in questo caso particolare quello della moda sportiva. Questa viene trainata da un nuovo accessorio, Le scambiascarpe smart, scarpe da corsa che possono essere agilmente controllate usando una semplice app sullo smartphone. E come in tutte le cose, quando le si usano eccessivamente, certe novità diventano da utili a schiavizzanti.
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Al fianco dell'occhio satirico con cui la storia viene narrata, Casty propone anche il più classico dei misteri sull'azienda che produce queste scarpe, suggerendo al lettore che in realtà siano state ideate da un individuo incappucciato che si aggira tra le vignette allaricerca proprio dell'azienda produttrice. Non ci resta che aspettare il prossimo episodio per scoprire cosa ha in serbo per noi Casty.
Nel frattempo proseguono, in un nuovo episodio in due tempi, le avventure dei due giornalisti Paperino e Papeoga, questa volta impegnati ne L'oscuro mistero dello specchio riflesso. La storia è anche direttamente collegata a L'oscuro mistero a quattro zampe non solo per la somiglianza nel titolo, ma anche per il ritorno di Agenoraldo, ancora una volta impegnato nel tentativo di scongiurare un evento che avrebbe catastrofi planetarie. Tutto inizia con la sparizione casuale di alcune persone nel corso dei due mesi precedenti alla storia, tutti scomparsi attraversando uno specchio e finiti chissà dove.
Così, mentre Paperoga continua a vivere le sue avventure mute alla Little Nemo, Corrado Mastantuono si è ritrovato per le mani un personaggio decisamente interessante, ma con un nome decisamente ridicolo. Agenoraldo, infatti, ricorda un po' Capricorno, un po' Rork, entrambi personaggi di Andreas ed entrambi coinvolti in avventure che oscillano tra il fantasy e la fantascienza, proprio come le ultime due avventure del Papersera News. Spero che in un prossimo, futuro ritorno di Agenoraldo si scopra che questo non è il suo nome: diamo un po' di dignità a un personaggio decisamente molto interessante!
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L'aquila di Zeus
All'inizio di quest'anno ci ha lasciato Pat McGreal, che insieme con la moglie Carol McGreal ha scritto decine e decine di storie disneyane per la Egmont. Nel corso della sua carriera ha anche realizzato alcune storie per la DC Comics, prima sotto l'etichetta della Vertigo e poi anche per i supereroi. Molte di queste storie sono state disegnate da Giorgio Cavazzano, ed è proprio questo il trio di autori de L'aquila di Zeus, che viene pubblicata da Topolino come piccolo omaggio alla memoria dello sceneggiatore, come ricordato dal direttore Alex Bertani nel suo editoriale di apertura.
Veniamo alla storia. Paperone presta al museo per una mostra di oggetti antichi il suo uovo di Quakergé (l'equivalente delle uova di Papergé), uno degli unici tre esemplari al mondo. Gli altri due sono, ovviamente, di Cuordipetra e Rockerduck. Ripianate le divergenze, ovviamente per il comune vantaggio economico, succede che nella notte un'enorme aquila con le piume colorate ruba le uova. Secondo la professoressa Stratos, quelle uova in realtà non erano state create, ma rubate da Quackergé alla mitica aquila di Zeus. E parte così l'avventura dei tre miliardari alla ricerca della madre tornata per riprendersi le uova.
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Ovviamente nulla è come sembra, ma direi che questo è un ottimo momento per raccontare un po' alcune cose sui miti legati all'aquila di Zeus.
Ci sono due leggende legate alle origini dell'aquila. Secondo Antonio Liberale, Perifante, leggendario re dell'Attica nonché sacerdote di Apollo, era venerato dal suo popolo più dello stesso Zeus. Al ché il signore dell'Olimpo, dinignato di questo fatto, decise di distruggere Perifante e tutta la sua famiglia. Apollo, però, intercedette in favore del suo sacerdote, così Zeus decise di trasformare Perifante in un'aquila, rendendolo così il re di tutti gli uccelli e guardiano del suo scettro.
Secondo un'altra leggenda, invece, l'aquila era una creazione di Gaia. E fu proprio questa ad apparire a Zeus all'inizio della Titanomachia, la sfida tra i titani e gli dei dell'Olimpo. Ritenendola un presagio di vittoria, Zeus la adottò come stendardo di guerra.
Altri miti sono, invece, legati all'omonima costellazione. Il mito iù noto è quello legato al rapimento del troiano Ganimede, trasportato sull'Olimpo per diventare il coppiere degli dei.
Secondo Ovidio fu, però, Zeus stesso a tramutarsi in aquila, secondo altri fu semplicemente inviata sulla Terra. Ad ogni buon conto Ganimede si ritiene sia rappresentato nel cielo nella costellazione dell'Acquario: d'altra parte la rappresentazione tradizionale vede proprio l'Aquila che ghermisce l'Acquario.
Secondo Igino, invece, l'Aquila è in realtà Afrodite che si era prestata al classico gioco seduttivo di Zeus: questi per conquistare Nemesi si trasformò in un cigno, rappresentato nella vicina costellazione, e chiese ad Afrodite di dargli la caccia nelle sembianze di un'aquila.
Infine secondo Cesare Germanico l'aquila è stata posta in cielo a salvaguardia della freccia di Eros, che è rappresentata proprio dalla costellazione della Freccia.

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