mercoledì 17 agosto 2022

Paperinik #68: Un cavaliere stravagante

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Da quando Panini Comicsha acquisito i diritti dei fumetti disneyani in Italia, Stefano Ambrosio ha smesso di scrivere per Topolino passando in maniera pressocché esclusiva alla Disney Publishing, realizzando storie che vengono prodotte per la distribuzione mondiale. All'interno di questo ambito ricade la serie Diary of a wacky knight, pubblicata a fine ottobre 2021 in Germania, quindi in Norvegia per poi passare in questo 2022 in Olanda, Francia e quindi in Italia a partire da Paperinik #68, mensile che ho ricominciato a prendere da qualche mese a questa parte.
Nella serie, costituita da otto episodio, Ambrosio ripropone il personaggio di Paperinik ma spostato nel tipico medioevo fantasy, un'ambientazione che l'autore conosce bene avendo ideato a suo tempo Wizards of Mickey. A differenza di WoM, però, in DWK mancano praticamente tutti i modernismi tecnologici, il che è decisamente un'ottimo elemento a favore della saga. Per contro, però, ci troviamo con le tipiche situazioni un po' assurde con Paperone che si preoccupa di dover pagare le tasse pur essendo un regnante, solo che dopo poche vignette scopriamo che in realtà non stanno arrivando gli esattori, ma una banda di rapinatori, la Banda Balzelli. Poi abbiamo il codazzo di cavalieri nullafacenti, ovvero Ciccio, Paperoga e Gastone, che si appellano continuamente ai diritti di un presunto sindacato dei cavalieri. Cosa che, personalmente, ho trovato piuttosto stucchevole.
Altrettanto antipatici, poi, sono i nipotini, che si lamentano continuamente come in un fumetto di Martina. Neanche Paperino fa una gran bella figura, visto che in particolare nel secondo episodio spiazza il lettore che già pensava che avrebbe negato le monete ai nipoti per poter acquistare le vivande. E invece no: se avesse il denaro, Paperino assolderebbe un menestrello per fare la serenata a Paperina!
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A parte questo dettaglio i primi due episodi, disegnato da Lorenzo Pastrovicchio, risultano nel complesso gradevoli, scorrevoli e divertenti, anche grazie al citazionismo spinto di Ambrosio, non solo paperinikiano. Abbiamo infatti una comparsata del Mago Basilisco in un flashback, nel corso del quale viene anche citato Zantaf, mentre il ciuco di Paperino, per l'occasione uno scudiero, è il buon Tiburzio, che aveva esordito nella saga de Il segreto del totem decapitato di Guido Martina e da lì in poi usato dallo sceneggiatore esclusivamente nella serie C'era una volta nel West...
Ci sono poi un paio di citazioni cinematografiche, una tratta da La spada nella roccia, il film animato del 1963 di Wolfgang Reitherman: in questo caso l'antro di Archimede, per l'occasione diventato un mago e alchimista, ricorda quello di Maga Magò. Nel secondo episodio, poi, abbiamo addirittura una specie di segreteria magica che ricorda la segreteria della strega di Brave.
Ci sono poi alcune citazioni extra-disneyane, su tutte la trasformazione di Paperino e Tiburzio in Paperinik e nel suo cavallo: questa avviene grazie a un amuleto e ricorda molto da vicino quella del principe Adam in He-Man.
Insomma, niente di memorabile, a parte i disegni di Pastrovicchio, in grado di alternare ottimamente pagine con una griglia classica ad altre più dinamiche e spettacolari.

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