sabato 3 settembre 2022

Il teatro dell'orrore di Umezz

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Da amante dell'horror non potevo lasciarmi sfuggire i due volumi dell'Horror theater di Kazuo Umezz, una raccolta di racconti dell'orrore autoconclusivi, in cui però molti hanno una sottile linea comune. I protagonisti, infatti, sono spesso bambine che devono affrontare gli orrori e le ossessioni degli adulti, che nel primo racconto, La ragazza bebé, sono rappresentati da una bambina in fasce che però ha un modo di pensare e di agire da consumato serial killer.
L'unico racconto in cui i protagonisti sono gli adulti è La casa degli insetti, posto alla fine del primo volume. In questo caso Umezz mescola l'orrore con l'erotismo, in una formula tutto sommato abbastanza classica. Il resto dei racconti di questo primo volume, però, è centrato proprio sull'infanzia e l'adolescenza, con tutto ciò che comporta questa scelta.
Nell'ottica del secondo volume, però, Il serpente risulta forse il racconto più intrigante. Racconta le vicende di una donna in grado di tramutarsi in serpente e che inizia a tormentare un bambino, il figlio dell'uomo che vorrebbe sposare. Questa trama viene successivamente sviluppata, con una serie di variazioni, nei tre racconti del secondo volume, Paura della mamma, La ragazza maculata e La ragazza-serpente, che possiamo considerare come tre capitoli dell'unica grande storia di questa folle donna-serpente, la cui storia è legata a un evento drammatico del passato in un piccolo villaggio della campagna giapponese.
Umezz fondamentalmente racconta di base la stessa storia narrata ne La ragazza bebé: un essere malvagio che usa il corpo di un essere umano apparentemente innocuo e che prende di mira i bambini, o comunque i più giovani, perché per via della loro età non vengono presi sul serio, in quella che potrebbe essere vista come una metafora dei pericoli che i più giovani possono correre a causa degli adulti. Inoltre le atmosfere disturbanti dei racconti vengono enfatizzate dal tratto realistico del mangaka e dalla capacità di enfatizzare le atmosfere claustrofobiche grazie a un sapiente uso dell'ombreggiatura.

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