lunedì 3 ottobre 2022

Topolino #3488: Verso la Luna

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Avevo in mente di uscire sabato con la recensione di Makemake, l'ottavo numero di Topolino fuoriserie - PK. E ovviamente ieri avrei dovuto pubblicare la recensione del Topolino attualmente in edicola, ma alla fine ha vinto la voglia di lasciare la mia forma sul divano, e così ecco con un giorno di ritardo sul solito la recensione di un interessante numero di Topolino che si apre con una parodia che è un omaggio a Viaggio nella Luna di Georges Méliès. La pellicola, che venne rilasciata a Parigi l'1 settembre del 1902, ha una durata di circa 14 minuti ed è suddivisa in quadri, ovvero scene di diversa lunghezza girate con camera fissa e, nel caso specifico, fondali mobili. Méliès, infatti, progetta una serie di scenografie mobili, mentre per molti degli effetti speciali sfrutta le possibilità tecniche delle cineprese dell'epoca: tra l'altro il cineasta francese, non essendo riuscito a ottenere una delle cineprese dei fratelli Lumiere, se ne costruisce una da zero!
La storia del film è, a sua volta, ispirata al romanzo doppio di un altro grande visionario, Jules Verne, ovvero Dalla Terra alla Luna e il suo seguito Intorno alla Luna. Non è l'unica ispirazione dell'opera, come ricorda Bruno Enna, sceneggiatore della parodia, nell'intervista della scorsa settimana: abbiamo anche I primi uomini sulla luna di Herbert Wells e Una storia vera di Luciano Samosata. Della pellicola, che è stata rilasciata per lo più in bianco e nero, si trovano in giro anche alcune copie colorate a mano dallo stesso regista. La parodia disneyana, invece, i cui disegni sono di Alessandro Pastrovicchio, che è anche il propositore del progetto, sono a colori e solo in alcune pagine propongono il monocolore: una colorazione seppia o giù di lì per le vignette del viaggio verso la Luna.
I disegni di Alessandro, che ho da sempre trovato più "delicati" rispetto a quelli del fratello Lorenzo, risultano ottimi nella rappresentazione delle varie scene scritte da Enna che a loro volta riprendono in maniera quanto più fedele possibile i quadri di Méliès. A queste scene Pastrovicchio dona tridimensionalità e dinamismo, nonché il giusto umorismo, catturando poi quel pizzico di meraviglia che probabilmente i primi spettatori del cinematografo provavano guardando Viaggio nella Luna.
A peccare, invece, è proprio la sceneggiatura di Enna, che oscilla tra i toni favolistici e fantastici della storia di Méliès e una serie di piccole incursioni scientifiche che alla fine risultano di troppo. Inoltre il tentativo di riprodurre le coreografie del film risulta nel complesso stucchevole e poco divertente, rendendo l'aspetto surreale della storia troppo squilibrato rispetto a quelli più onirici. Volendo, però, mantenere l'impianto della parodia intatto, forse la scelta più indicata sarebbe stata quella di optare per una storia muta, priva di qualunque dialogo.
Il resto del numero propone la seconda puntata di Scacco matto a Topolino di Giovanni Di Gregorio e Ottavio Panaro, la storia abbinata alla scacchiera di Topolino:
Devo dire che la storia procede più o meno sugli stessi binari del primo episodio, quindi al momento c'è poco da dire: oltre alle citazioni scacchistiche (c'è anche un riferimento a Magnus Carlson), Di Gregorio continua a sviluppare la sfida lanciata dallo Scacchista a Topolinia. E come prevedibile continuano anche gli attacchi alla città: non esiste, infatti, una partita di livello in cui i due contendenti non perdono qualche pezzo nel corso della sfida.
Concludo poi con Amelia e il folletto di Cartusio di Enrico Faccini, storia che lascia un po' da parte l'umorismo per altri due degli interessi narrativi dell'autore, l'orrore e il surreale, che qui si fondono in maniera perfetta per realizzare una storia sì divertente, ma anche ricca di tensione. E con un riferimento intuibile sin dal titolo al matematico e filosofo Cartesio.

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