lunedì 5 dicembre 2022

Topolino #3497: Con tante scuse

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Avrei potuto dedicare il titolo al ritorno de La spada di ghiaccio, ma preferisco iniziare con delle doverose scuse, intanto per aver saltato la recensione del Topolino #3496, ma cause di forza maggiore (oltre che la stanchezza di Cartoomics) mi hanno alla fine spinto a rinunciare. E la cosa un po' mi dispiace, perché nel numero scorso la storia della Fridonia's World Cup 2022 era per certi versi anche un sentito omaggio agli scacchi, così come l'episodio numero 3, Scherzetto con fuga in Mib è un sentito omaggio alla musica classica.
Questo non vuol dire che Marco Nucci abbia realizzato un episodio più noioso, ma anzi ha messo in piedi, supportato da Stefano Intini, la solita divertente vicenda, ricca, come d'uopo per la sua serie calcistica, di running gag molto efficaci. L'unico difetto della saga è che il Proemia, l'avversaria del Calisota nei quarti, e il Carpazia che incontreremo sul #3498, non facevano parte della fase a gironi... Pazienza, direbbe qualcuno più bravo di me.
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Passiamo, però, al piatto forte del numero, il primo episodio de La leggenda della spada di ghiaccio la storia con cui torniamo con gioia e trepidazione nelle mitiche terre dell'Argaar!
A guidarci in questo nuovo viaggio nella saga fantasy disneyana più amata di tutti i tempi sono, ancora una volta, Marco Nucci con il supporto ai disegni di un sempre più bravo Cristian Canfailla per i colori della Maaw Illustration che, in qualche modo, riprendono i colori dell'edizione de luxe ricolorata della prima storia della saga.
Devo dire che Nucci riesce a trovare un'ottimo modo per riportare i lettori nelle atmosfere dell'Argaar, riproponendo in parte il canovaccio de La spada invincibile e La spada del tempo di Massimo Marconi e Giorgio Cavazzano, inserendo, però, una doppia quest: quella alla nuovamente perduta spada di ghiaccio e quella a Yor e Boz, fuggiti chissà dove dopo l'arrivo di Atro, il cattivo di questa nuova storia.
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La storia, dunque, sa un po' di già letto, nonostante sia nel complesso godibile (lo stile alla Goscinny di Nucci si adatta benissimo a La spada di ghiaccio), il che un po' è legato al genere (il fantasy spesso propone situazioni molto più standardizzate rispetto agli altri generi), un po' a difetti congeniti del mondo creato originariamente da Massimo De Vita. L'Argaar, infatti, è un mondo in cui, nonostante lo scorrere dei millenni, resta immutato e fermo in un medioevo magico e fantastico sostanzialmente perpetuo. E questo, in qualche modo, avrebbe dovuto sconsigliare il ritorno in un mondo ormai classico, ma che De Vita aveva rotto e rimontato in ognuna delle storie precedenti, inclusa quella sceneggiata da Fabio Michelini. Sia ben chiaro: niente da dire sulla storia, che promette molto bene anche grazie ai disegni di Canfailla (che in diverse vignette mi ha fatto pensare a The legend of Zelda) e difficilmente deluderà, ma la vera domanda è: non c'era veramente uno straccio di idea nuova da mettere in campo?
Il resto del sommario è in qualche modo accomunato da una certa idea di surrealità, iniziando dal nuovo episodio de Gli allegri mestieri di Paperino di Tito Faraci ed Enrico Faccini (peraltro anche lui presente con una seconda storia, questa volta da autore completo, sul mitico Malachia). E la surrealità non manca nemmeno ne L'insolito deposito di Marco Meloni e Mattia Surroz.

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