venerdì 17 marzo 2023

Il suono dell'universo

20230317-epica-omega
Il testo dell'ultima traccia di Omega, con lo stesso titolo dell'album, è da attribuirsi a Mark Jansen, il chitarrista degli Epica. Torniamo, quindi, a parlare della band olandese di symphonic death metal e del loro ottavo e per ora ultimo album in studio.
Jansen non ha certo la scrittura in un certo senso visionaria, ma anche dettagliata di Tuomas Holopainen, ma anche nel testo di Omega si possono trovare diversi spunti scientifici. E già ne troviamo nei primi due versi:
Enigmas of the universe
Cannot be known without a search
We will find out that all roads lead to Om
Abbiamo un primo riferimento all'importanza della ricerca scientifica per scoprire gli enigmi dell'universo, ma anche una interessante idea proposta da Jansen nel terzo verso, quando ci si riferisce al fatto che tutte le strade portano all'omega, che è tradizionalmente associato con la fine. Quella dell'univesro ovviamente. L'idea è quindi che la fine dell'universo sia sostanzialmente inevitabile, ma questo non impedisce al genere umano di andare in caccia di risposte, come ci viene ricordato nel secondo verso del chorus:
We hunt for answers hiding deep inside
Torniamo alla prima stanza, che si conclude con questi due versi:
We should go with the cosmic flow
Life is a labyrinth
Ho trovato interessante il riferimento al seguire il flusso cosmico, visto che almeno personalmente mi evoca la Millennium simulation sulla distribuzione della materia oscura nell'universo, che sembra espandersi al suo interno proprio come tanti fiumi che collegano le galassie:
Il chorus stesso, poi, viene sviluppato intorno al concetto della dualità: giorno e notte, bianco e nero, sono le due facce di questa alternanza, mentre l'ultimo verso del chorus stesso cita esplicitamente il concetto, che ricordo è arrivato all'attenzione della scienza prima e del grande pubblico poi grazie alla meccanica quantistica e alla questione della dualità onda-particella:
That we are dancing in duality
L'ultima immagine evocata dal testo di Jansen che in qualche modo può essere scientifica la troviamo all'inizio del terzo movimento di Omega:
Primordial force
Sound of the universe
E' quest'ultimo verso che da il titolo al post e che trovo particolarmente interessante, visto che effettivamente è possibile dare voce, o suono ai dati provenienti dall'universo. un bell'esempio lo trovate qui sotto ed è la sinificazione del segnale proveniente dal buco nero al centro di M87, il primo buco nero mai fotografato. E potete anche confrontarla con la versione originale, diciamo così, di quei dati. Spero apprezzerete come gli artisti siano riusciti a rendere in musica i dati in maniera affascinante, senza tradire eccessivamente la fonte originale:
Sì, perché per quanto il processo di sonificazione riesca a mantenersi aderente ai dati di partenza, non può fare a meno anche di trasformarla in qualcosa di diverso, in un certo senso tradendola. E in fondo è quello che fa anche la scienza: interpreta l'universo, sperando che questa interpretazione risulti il più fedele possibile all'universo stesso.
E dopo questo attacco di filosofia, vi lascio alla versione acustica di Omega, che può essere trovata nel secondo cd dell'edizione de luxe di Omega: lo so perché l'ho acquistata!

Nessun commento:

Posta un commento