martedì 4 aprile 2023

La difesa di Luzin

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In qualche modo l'acquisto del romanzo di Vladimir Nabokov viene dall'onda lunga de La regina degli scacchi, visto che anche ne La difesa di Luzin il protagonista è un talentuoso giocatore di scacchi che inizia a vincere tornei a man bassa. Il libro, però, oscilla tra la sottile linea che separa il genio dalla follia e la storia della vita degli "esiliati" dalla Russia.
Devo dire che, nonostante i dialoghi siano piuttosto rari, il romanzo si lascia leggere con piacere, e questo al di là dell'interesse verso il gioco degli scacchi. Inoltre alcune delle situazioni descritte da Nabokov fanno inevitabilmente pensare a un parallellismo con La regina degli scacchi, come ad esempio la visualizzazione delle partite da parte del protagonista. A differenza di Beth, però, Luzin arriva vicinissimo alla più completa follia, in un percorso che appare inevitabile quasi fin dalle pagine iniziali. In questo senso, infatti, gli aspetti più interessanti del romanzo, oltre a quelli storici, sono indubbiamente quelli legati all'approfondimento psicologico dello stesso Luzin.
Ho infine trovato molto interessante la nota dei traduttori, Gianroberto Scarcia e Ugo Tessitore, posta alla fine del volume, che fa percepire le difficoltà nel lavoro di traduzione e, soprattutto, nel confrontarsi con il romanzo di un autore come Nabokov che approvava le traduzioni dei suoi romanzi. In questo caso è stato interessante scoprire come con La difesa di Luzin questo controllo è stato più lasco, almeno confrontando, come scrivono i traduttori nella nota, la traduzione inglese con il testo originale in russo.

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