martedì 20 agosto 2024

Numeri visti di sbieco

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Quando ho visto il nome del primo autore del libro, non ho potuto doppiamente fare a meno di acquistarlo: non era solo un libro di matematica, ma anche un libro scritto da un ex direttore dell'Osservatorio Astronomico di Brera, nonché ex presidente dell'INAF: Tommaso Maccacaro. Affiancato da Claudio Tartari, laureato in storia medievale, ha dato alle stampe per le Edizioni Clichy un libro che parla di numeri. E già se pensiamo che a scriverlo sono stati un astronomo e uno storico si potrebbe restare un po' interdetti. Se poi leggendolo ci accorgiamo che è fondamentalmente ineccepibile, non possiamo che restare piacevolmente stupiti.
L'approccio dei due autori, d'altra parte, è una perfetta sintesi tra le capacità divulgative di Maccacaro e il rigore di storico di Tartari, visto che i vari capitoli in cui è suddiviso Numeri visti di sbieco, oltre a raccontare le proprietà dei numeri protagonisti, forniscono anche informazioni e curiosità storiche che arricchiscono la lettura. Senza dimenticare le applicazioni alla fisica, ben rappresentate dal capitolo dedicato al più importante numero razionale della fisica, 1/137, detto anche \(\alpha\).
Questa è la costante di struttura fine e mette insieme alcune costanti fisiche piuttosto importanti come \(e\), la carica elettrica, \(\varepsilon_0\), la permittività elettrica del vuoto, \(h\), o la sua versione ridotta \(\hbar = h/2\pi\), dipende dalle versioni, ovvero la costante di Planck, \(c\), la velocità della luce, \(k\), la costante di Coulomb: \[\alpha = \frac{k e^2}{\hbar c}\] con \[k = \frac{1}{4 \pi \varepsilon_0}\] Altro capitolo interessante è quello dedicato ai numeri incredibilmente grandi che si apre con una citazione barksiana e che prosegue, poi, con una serie di considerazioni fisiche, che poi sfociano nell'ultimo capitolo dedicato all'infinito.
Alla fine, quindi, la fisica emerge inevitabilmente all'interno del testo, spiegando quindi quello sbieco del titolo, che in fondo era comunque comprensibile visto il background degli autori. Il fatto che nessuno dei due sia un matematico, però, non inficia la piacevolezza della lettura o la comprensione dei concetti.

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