lunedì 4 novembre 2024

Le grandi domande della vita: Abitanti dell'universo, uniti!

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Sardinia Radio Telescope - via commons
All'inizio di ottobre, nel corso dell'incontro usuale del gruppo di lettura del Circolo Legambiente Zanna Bianca, è uscita fuori una battuta del tipo: Siamo quasi certi che il nostro sia l'unico pianeta abitato dell'universo. Non l'ho detta io, questa battuta, anche perché su questo argomento il "quasi" è comunque esagerato a prescindere, sia che si parli di essere l'unico pianeta abitato, sia che si parli del suo contrario. Ovviamente il sottinteso era legato alla vita intelligente, o presunta tale, presente sul nostro pianeta. E per un caso incredibile al Congresso di Astronautica che si è tenuto a Milano (quello dove è stato rilasciato il primo mosaico di Euclid), il Sardinia Radio Telescope presenta i suoi primi risultati in questo campo. Vi propongo qui sotto alcune dichiarazioni estratte dal comunicato stampa INAF che mi sembrano interessanti in tal senso. Iniziamo con Lorenzo Manunza:
Ci sono buone ragioni per pensare che un ingegnere extraterrestre possa conoscere e utilizzare la tecnologia radio, ma non possiamo fare ipotesi sulle frequenze a cui potrebbe farlo. Ecco perché è fondamentale che copriamo quanti più canali radio possibile utilizzando una gamma quanto più variegata di strutture osservative.
Una di queste buone ragioni è che le onde radio sono tra le meno influenzate dalle atmosfere planetarie. L'altra è che sono per lo più legate alle trasmissioni non scientifiche, tipo appunto i satelliti di telecomunicazioni.
Leggiamo ora Maura Pilla:
La ricerca di intelligenza extraterrestre fornisce notevoli ritorni scientifici. Ma oltre ad aiutarci a rispondere alla profonda domanda: Siamo soli?, possiamo utilizzare gli stessi set di dati per fare scienza ausiliaria quasi gratuitamente. Ciò potrebbe includere ricerche di sorgenti radio transitorie come i lampi radio veloci, così come studi di esopianeti, che non sono stati sufficientemente esplorati a queste alte frequenze radio fino a oggi.
A leggerla così sembra quasi che l'astronomia radio, quella fatta per studiare gli oggetti astronomici, sia accessoria rispetto all'astronomia per la ricerca di vita intelligente. Per fortuna è l'esatto contrario. Però è sconfortante che per poter avere più fondi e attenzione in questo campo, bisogna vendere le ricerche sulle onde radio come ricerche sulla vita nell'universo. Certo, devo ricordare che comunque SRT nasce sin dall'inizio anche per collaborare con il progetto SETI, ma non è solo per questo che è stato finanziato.
Fondamentalmente l'idea di base è: se già usiamo questi strumenti per studiare stelle ed eventuali pianeti che ruotano intorno a esse, allora possiamo dedicare parte di queste osservazioni anche per la ricerca di segnali che potrebbero essere stati emessi da civiltà intelligenti.
Dopo queste considerazioni, concludo con la citazione di Andrea Melis:
Nonostante non siano stati rilevati segnali extraterrestri confermati nelle nuove osservazioni. SRT sta contribuendo a ridurre le incertezze sulla potenza che dovrebbero avere eventuali trasmettitori extraterrestri per poterci raggiungere nelle frequenze finora osservate. I risultati saranno un prezioso contributo alla letteratura scientifica.
Che questa, poi, è la risposta all'affermazione da cui eravamo partiti, che appunto è non conclusiva. E non lo sarebbe nemmeno se non trovassimo nulla, perché la lettura più probabile di questo risultato sarebbe quella proposta da Isaac Asimov nel suo Civiltà extraterrestri: l'estinzione.
Piccola aggiunta accessoria (che poi è quella che alla fine mi ha convinto a inserire quanto scritto dentro la serie de Le grandi domande della vita): dopo aver scritto il post e averlo quasi programmato, il digest del Quora in italiano mi segnala una domanda su un relativamente vecchio segnale radio apparentemente proveniente da Proxima Centauri.
Classificato dal progetto SETI come Breakthrough Listen Candidate 1, è stato rilevato tra aprile e maggio 2019 nel corso di una serie di osservazioni radio condotte dal Parkes Radio Telescope in Australia. Dopo essere stato reso pubblico, il 18 dicembre del 2020, è stato esaminato dagli astronomi. In particolare il team internazionale costituito da astronomi del radiotelescopio e del progetto SETI, hanno concluso che il segnale è compatibile con interferenze di origine terrestre. I risultati di questo esame sono stati pubblicati il 25 ottobre del 2021 in due articoli su Nature Astronomy:
  • Sheikh, S. Z., Smith, S., Price, D. C., DeBoer, D., Lacki, B. C., Czech, D. J., ... & Worden, S. P. (2021). Analysis of the Breakthrough Listen signal of interest blc1 with a technosignature verification framework. Nature Astronomy, 5(11), 1153-1162. doi:10.1038/s41550-021-01508-8
  • Smith, S., Price, D. C., Sheikh, S. Z., Czech, D. J., Croft, S., DeBoer, D., ... & Zic, A. (2021). A radio technosignature search towards Proxima Centauri resulting in a signal of interest. Nature Astronomy, 5(11), 1148-1152. doi:10.1038/s41550-021-01479-w

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