domenica 9 marzo 2025

Topolino #3615: M per Maschere

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Storicamente i capitani di ventura erano i capitani delle compagnie militari mercenarie che venivano assoldati dai regni cittadini per la difesa dei propri confini. Poiché concedevano i propri servigi al miglior offerente, poteva capitare che si trovavano a combattere ora a favore ora contro le città che li assoldavano. A volte, però, alcuni di loro giungevano, spesso con la forza, a comandare direttamente le città, come per esempio Francesco Sforza e la sua casata in quel di Milano. E qualcosa del genere vuole fare anche Capitan Bassotto nel terzo atto di Maschere di Andrea Malgeri, come rivela al doge Cormoran all'inizio di un drammatico confronto a fil di spada.
Malgeri si rivela nel corso della storia in particolare e di tre episodi in generale un abile narratore, riuscendo a trasmettere al lettore la bellezza del teatro da strada, di cui le maschere del carnevale sono forse l'esempio più noto, e la complessità di un periodo storico, quello delle repubbliche cittadine italiane, come quella di Venezia dove la storia è ambientata. Colpisce, infatti, la capacità di Malgeri di riuscire a raccontare le cose come stanno senza doversi inventare nulla di particolarmente esagerato per nascondere i soprusi e le violenze dell'epoca, mostrando, però, una capacità piuttosto rara dai tempi di Romano Scarpa di sapersi fermare quell'attimo prima che le vicende si tingano del rosso del sangue versato. Questa scelta gli permette, quindi, di mantenere la drammaticità delle scene, ma al contempo di gestire la loro conclusione in una maniera comunque realistica, per quanto non sanguinosa.
Anche in questo episodio conclusivo, comunque, troviamo un riferimento pop decisamente molto gradito: la scena in cui le Maschere conducono i veneziani in rivolta al palazzo del doge per ribellarsi contro Capitan Bassotto richiama inevitabilmente e in forza dell'ambientazione carnevalesca all'analoga scena presente nella versione cinematografica di V for Vendetta di James McTeigue.
Anniversario
La parte del leone su questo numero, però, la fa il ritorno di Area 15, una delle scommesse vincenti di Alex Bertani nel corso della sua direzione di Topolino. Per festeggiare i 5 anni della serie ecco arrivare una lunga avventura in due tempi, Newstreet Park di Marco Nucci e Mattia Surroz che, prendendo in effetti spunto in maniera abbastanza esplicita da Paperopoli racconta del veterano Bruno Sarda, racconta la storia di un parco cittadino passato dall'essere una delle mete preferite dei paperopolesi, all'abbandono in cui versa quando i ragazzi di Area 15 iniziano a frequentarlo.
Il motivo per cui iniziano a girare in questo angolo abbandonato della città ha poca importanza (e in fondo ha anche poca importanza il fatto che Nucci sia l'unico autore disneyano a pensare che Malachia sia il gatto di Paperoga in "prestito" a Paperino...), poiché ciò che conta è l'idea che i cittadini possano riprendersi gli spazi urbani abbandonati, prima che questi vengano ceduti a banche e simili.
Per chi, come il sottoscritto, ha vissuto la Milano degli ultimi 15 anni (all'incirca), il pensiero inevitabilmente va alle operazioni di gentrificazione di molte aree del capoluogo lombardo e, in alcuni casi, anche agli scontri con i cittadini che cercavano, appunto, di riprendere l'uso condiviso di spazi che poi sarebbero, invece, diventati spazi concessi in uso o venduti a privati e solo con parziale restituzione a tutti i cittadini.
Oltre a questo riferimento politicamente chiaro, non possono mancare nemmeno i riferimenti pop, su tutti quello agli Smashing Pumpkins, la cui formazione originale costituita da Billy Corgan, James Iha e D'arcy Wretzky viene omaggiata con i Fishes Iscariot. Dal punto di vista disneyano, invece, prosegue il recupero di Pennino, con una caratterizzazione fedele a quella originale brasiliana: un paperotto dall'energia pressocché inesauribile!
Mouse e mousepad di Paperino
In chiusura vi lascio, poi, il video con l'unboxing completo dei due gadget abbinati a questo e al precedente numero di Topolino:

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