mercoledì 31 dicembre 2003

Conan (6): mondo naif

la malinconia è rivoluzionaria se il mondo mi fa schifo tutto il progresso salta in aria la malinconia che è amica mia la malinconia ha dentro un'utopia la malinconia è sintomatologia se il mondo intorno muore io come faccio a starci
mondo naif mondo di consumatori felici mondo naif a nord della morte a ovest del niente

(dalla registrazione allegro pogo morto, 1995, dei tre allegri ragazzi morti)

Ah! Prima di dimenticarmi: Auguri per la festa di stasera e per il Nuovo Anno prossimo venturo.

martedì 30 dicembre 2003

A un giorno (poco più) dalla fine...

Queste ultime settimane dell'anno sono state caratterizzate dal terremoto Parmalat in Italia e da quello che ha distrutto la cittadina di Bam in Iran.
Due situazioni molto diverse, ma entrambe terribili e difficili da gestire. Il primo per i molti soggetti che sono coinvolti (lavoratori, azionisti, banche e industrie all'estero), il secondo per le molte vite che ha preso e per la difficile situazione. Per fortuna è più facile aiutare le vittime di un terremoto piuttosto che quelle di una multinazionale, mal gestita e, a quanto pare, in maniera truffaldina, come la Parmalat.
Intanto, proprio ieri, a San Giuliano, gli abitanti del paese colpito dal terribile terremoto del 31 Ottobre 2002 hanno rivissuto per pochi attimi il terrore dell'anno precedente: a loro un abbraccio e un augurio particolari, affinché possano trovare finalmente un pò di pace.
Siamo anche in periodo di auguri di fine anno. Mi piace farli tramite un altro blog, Torre di Babele, che ha postato un bellisimo augurio a tutti quanti: Auguri sì, auguri no...!

lunedì 29 dicembre 2003

Il serio commerciante

Asterix: E perché tu non hai pesce fresco?
Ordinalfabetix: Ricominciamo? Ho già detto che sto aspettando una consegna!
Asterix: Ma c'è il mare qui a due passi dal villaggio!
Ordinalfabetix: Il mare? E che c'entra il mare con i pesci?
Asterix: Basta pescare i pesci nel mare.
Ordinalfabetix: Io vendo pesce di Lutezia, signore! Io rispetto il cliente! Mi rifornisco dai migliori grossisti! Io non vendo pesce uscito dall'acqua senza marchio di qualità! Se volete pesce fresco, dovete aspettare!

(da Asterix in America, di Goscinny e Uderzo, dal volume Asterix e Obelix alla conquista del mondo, ed.Mondadori, trad.Luciana Marconcini)

domenica 28 dicembre 2003

[1763]

La fama è un'ape.
Ha un canto
e un pungiglione.
Ah, ma anche le ali.

(di Emily Dickinson, trad. Alessandro Quattrone)

sabato 27 dicembre 2003

La vita è un mistero

Ciascuno di noi, dal momento stesso in cui viene al mondo, porta con sé, celato in fondo al cuore, questo mistero.
Alcune persone non sono consapevoli della sua esistenza... mentre altre lo percepiscono, e si sentono disorientate... finendo poi per accettarlo.
Felici coloro che cercano delle risposte a questo mistero... ma ancor più felici coloro che agiscono concretamente per trovarle.
Perché nessuna autorità sarà mai in grado di soggiogarli!

(Alita, da Alita - Last Order#4, di Yukito Kishiro)

giovedì 25 dicembre 2003

Buon Natale

Un Buon Natale a tutti!


Un Buon Natale a tutti quelli che passano di quà!


(e dicono: che bella la casetta in Canadà!)

martedì 23 dicembre 2003

[654]

Un lungo, lungo sonno, un sonno intenso -
che non dà segno di accorgersi dell'alba -
né battendo le palpebre
né stirando le braccia - un sonno libero.
C'è mai stata indolenza pari a questa?
Su una sponda di pietra a crogiolarsi
mentre passano i secoli, ignorando
beatamente se sia mezzogiorno?

(di Emily Dickinson, trad. Alessandro Quattrone)

lunedì 22 dicembre 2003

Le fasi di Deimos

E' finalmente tornato ABC, con il numero 13, dove fa il suo esordio il secondo volume della Lega degli Straordinari Gentlemen, che a quanto pare (da un'intervista concessa a Wizard da Alan Moore e stampata in Italia sull'ultimo numero de L'Uomo Ragno, se non erro) sarà l'unica serie ABC che potremo leggere in futuro (a meno che altri autori non decidano di confrontarsi con il cartoonist di Northampton e prendere in mano le varie serie dopo la loro chiusura). La storia di Moore e Kevin O'Neil riprende, come sa chi ha letto il primo volume targato Magic Press, La Guerra dei Mondi di H.G.Wells e introduce nell'universo della Lega nuovi personaggi presi direttamente dalla letteratura marziana. La prima puntata ci racconta di come inizia l'invasione: le popolazioni indigene di Marte muovono guerra contro degli invasori crudeli (a quanto ci è dato di capire) che decidono di fuggire dal pianeta rosso per iniziare l'invasione della Terra!
Le altre due storie lunghe sono di Tom Strong (La Famiglia Strong e la Torre alla Fine del Tempo), in cui un gruppo di Paul Saveen da varie epoche cerca di conquistare il potere assoluto, ma come sempre viene sconfitto da Tom, dalla figlia Tesla, dal se stesso più giovane e dall'amico Warren (lo Strong coniglio!). Quindi segue Promethea con Metaphore.
La storia è particolarmente complessa e prende spunto dai tarocchi di Aleister Crowley per raccontare la storia dell'Universo. Dal punto di vista grafico e narrativo ci si trova di fronte a quattro differenti situazioni: (1) Promethea che si muove nello spazio e parla con i serpenti del suo caduceo per comprendere al meglio i segreti della magia; (2) i tarocchi di Crowley, disegnati da Williams III con uno stile caricaturale; (3) il gioco dello Scarabeo: Moore, infatti, ha deciso di associare ad ogni tarocco una differente frase o parola di senso compiuto ricavata dal nome di Promethea, associandola anche ad una differente lettera dell'alfabeto ebraico, proponendo, così, un'interpretazione simbolica dell'Universo e della storia umana che sembrava ormai avulsa dal contesto moderno; (4) la striscia finale che altro non è se non una rappresentazione dipinta della vita di Crowley mentre questi narra una barzelletta, che i serpenti dicono essere collegata strettamente con la magia.
Il volume viene concluso da tre storie brevi: Perché Quel Muso?, ovvero il ritorno dell'osannatissimo Jack B.Quick, Le Origini di First American e Splash dei due mondi, con un omaggio a Flash#123, il numero dove iniziò ufficialmente il multiverso DC Comics!

domenica 21 dicembre 2003

Libri

I libri non sono fatti per crederci, ma per essere sottoposti a indagine. Di fronte a un libro non dobbiamo chiederci cosa dica ma cosa vuol dire, idea che i vecchi commentatori dei libri sacri avevano chiarissima.
(Guglielmo, da Il Nome della Rosa, di Umberto Eco, pag.319)

sabato 20 dicembre 2003

Magiche nuvolette a Lucca

Oggi ho acquistato Vertigo Presenta#34 e leggendo l'editoriale del grandissimo Pasquale Ruggero non solo si viene a sapere che a Lucca Comics&Games la Magic Press è stata premiata per il miglior fumetto seriale (La Lega degli Straordinari Gentlemen, di cui presto spero di rendervi conto) e per la migliore rivista dell'anno (Vertigo Presenta), quest'ultimo premio assegnato dai lettori di Fumo di China.
Premi prestigiosi per un editore che, grazie al recente legame stretto con la Innocent Victim, sta producendo sempre più fumetti italiani e di qualità! Questa unione, però, ha anche portato a Lucca il grandissimo Jim Lee, come ci viene detto nell'articolo di chiusura di VP#34.
Il finale è, poi, una strizzatina d'occhio ed una speranza per molti lettori italiani che da tempo auspicano un passaggio di diritti dei fumetti di Superman e Batman dalla Play alla Magic; infatti il buon Jim si è divertito molto a Lucca e speriamo che possa mettere una buona parola nel perorare la causa della Magic!
La speranza è sempre l'ultima a morire!

venerdì 19 dicembre 2003

Varia umanità

Sono andato, questa mattina, a consegnare le carte utili per l'iscrizione al 2° anno di dottorato. Tra queste c'era anche copia dei bollettini postali delle varie tasse. Ho pagato 168,88 euro, perché sono vincitore del concorso ma senza borsa di studio. Se avessi avuto la borsa, la quantità da pagare sarebbe stata 13, 94 euro (escluse le spese postali). Certo, posso andare a pranzo gratis, perché il centro commerciale, che gestisce il servizio mensa, ha ritenuto il reddito della mia famiglia sufficientemente basso da darmi questa agevolazione, ma fino a poco tempo fa non avrei potuto neanche provare a chiedere un tale permesso, considerando che il tesserino per la mensa aveva prezzo fisso per tutti i dottorandi.
Forse è preferibile pagare la mensa ma avere una borsa di studio, o forse è preferibile pagare le tasse al completo e avere la mensa gratis, certo è che anche l'associazione all'INFN, che ho potuto chiedere grazie al tipo di ricerca che ho scelto di fare, scadrà dopo un anno dalla data di inizio sempre a causa del fatto che sono un dottorando senza borsa.

giovedì 18 dicembre 2003

Usanze alimentari (1)

Asterix: Forse hai fame. Possiamo offrirti qualcosa?
Kisarah: No, grazie! Ho mangiato poco prima di partire!
Asterix: Ma quand'è che sei partito?
Kisarah: Oh! Soltanto venti giorni fa!
BONG!
Asterix
e Kisarah: ?
(Obelix è svenuto!)
Kisarah: Ha dei problemi di salute?
Asterix: No, dev'essere l'emozione di scoprire che si può star venti giorni senza mangiare...

(da Le mille e un'ora di Asterix, di Uderzo, 19° volume dei Classici del Fumetto, trad.Alba Avesini)

mercoledì 17 dicembre 2003

[1639]

Una lettera è una gioia terrena,
non concessa agli dèi.

(di Emily Dickinson, trad. Alessandro Quattrone)

martedì 16 dicembre 2003

Ritorno alle origini

E' da alcuni numeri che sembra che su Topolino ci sia un ritorno alle origini, ovvero a storie che si rifanno ai grandi autori del passato.
Iniziamo con il numero 2501: ben due storie da segnalare:
Topolino e gli imprevisti di Halloween, di Carlo Panaro e Alessandro Perina, in cui i due autori ci regalano un inseguimento a Gambadilegno nella più bella tradizione di Walsh-Gottfredson;
Topolino e il vortice di luce, sempre di Panaro questa volta con Alessandro Pastrovicchio, in cui Macchia Nera ipnotizza Topolino, come ne Il doppio segreto di Macchia Nera di Guido Martina e Romano Scarpa, per i suoi loschi fini.
Sul numero 2502 abbiamo Topolino e il furto della perla rossa, di Alberto Savini e Andrea Ferraris, in cui ritroviamo nella stessa storia Macchia Nera con Eta Beta e Flip: una delle vignette della storia riprende una delle vignette di Gottfredson tratta dal loro primo incontro.
Sul numero 2506 esordisce un nuovo e incredibile sceneggiatore, tal Casty, che sembra ispirarsi principalmente al già citato duo Bill Walsh-Floyd Gottfredson. Su disegni di Massimo De Vita viene pubblicata Topolino e le bizzarrie di Neoville e la fantastica Topolino e la macchina dell'oblio, sul numero 2506. Sul 2507, su disegni di Giorgio Cavazzano, viene poi pubblicata l'avventurosa Topolino e la spedizione perduta. Le prime due riprendono il Topolino detective, mentre l'ultima quello avventuroso apparso sui quotidiani grazie all'opera del mai abbastanza citato Floyd Gottfredson.
Da notare, infine, che il Cavazzano de La spedizione perduta è efficacemente aderente alla lezione grafica del maestro dell'Utah.

lunedì 15 dicembre 2003

[419]

Ci abituiamo a poco a poco al buio
quando la luce è scomparsa ai nostri occhi,
come quando il vicino tiene in mano
il lume, testimone del suo addio.
Per un momento camminiamo incerti,
la novità della notte ci avvolge,
poi la visione si adatta alle ombre
ed avanziamo ritti sul sentiero.
Così accade in tenebre più vaste,
in quelle notti della nostra mente
quando a svelare un segno non c'è luna,
né sorge alcuna stella dentro l'anima.
I più audaci vanno un pò a tastoni,
e sbattono talvolta con la fronte
contro un albero, colpendolo in pieno.
Ma non appena imparano a vedere
o la tenebra non è più la stessa,
o qualcosa si aggiusta nella vista
adeguandosi alla notte fonda,
e la vita procede quasi dritta.

(di Emily Dickinson, trad. Alessandro Quattrone)

domenica 14 dicembre 2003

Da 500 anni nel passato

Mercoledì 10 Dicembre, su La Gazzetta del Sud, a firma di Alfredo Scanzani, compare un articolo dedicato a Nostradamus, medico francese, che però è famoso soprattutto per i suoi scritti profetici. Grazie a questo articolo ho scoperto quanto l'illustre scinziato francese fosse più scienziato che oroscoparo. Ecco l'articolo:

«Per noi fisici credenti la distinzione tra passato, presente e futuro è solo un'illusione, anche se ostinata», sosteneva Albert Einstein, scienziato del XX secolo e padre della rivoluzionaria teoria della relatività. Un concetto analogo lo ritroviamo nell'insegnamento di Ildegarda de Bingen, mistica e veggente del XII secolo, ai piedi della quale accorrevano papi, re, abati e anime semplici. E più andiamo a curiosare nella storia della scienza, della filosofia, delle religioni, più restiamo sorpresi da quanto sia diffusa e accettata l'idea che solo riuscendo a camminare nel piano superiore a quello che formalmente ospita passato, presente e futuro, si sciolgono i nodi dell'inquietudine e dell'arroganza. La medesima arroganza che spinge da sempre i programmatori d'ogni latitudine a deridere Michel de Notre Dame, nato il 14 dicembre del 1503 in Provenza, meglio conosciuto come Nostradamus. Che scriveva al figlio Cesare: «Gli avvenimenti da se stessi non possono fornire nozioni di sé, né essere conosciuti da uomini veggenti o attraverso conoscenze diverse, oppure per mezzo di virtù nascoste sotto la volta del cielo per via della totale eternità che comprende il tempo passato, il presente, il futuro. Ma in mezzo a quella indivisibile eternità, è attraverso concomitanti vibrazioni e al movimento dell'etere cosmico, che gli avvenimenti futuri sono conosciuti». Un po' come vedere gli avvenimenti in un film, tanto per rendere appena comprensibile l'idea. Una migliore conoscenza di Nostradamus, insomma, delle sue convinzioni, dei comportamenti, delle opere, invece che attizzare invidie (già quand'era in vita i colleghi medici erano gelosissimi del successo professionale e umano del notissimo dottor Michele) potrebbe forse portare una pietruzza in più nella costruzione del mosaico della Conoscenza, smorzando la fiamma del pregiudizio. Insomma, a Nostradamus (non a Ildegarda, giammai ad Einstein) i professionisti del futuro non vogliono perdonare la capacità di aver letto oltre il tempo, mentre loro s'affannano insieme a noi a discutere e giurare sui minimi particolari del futuro lavorativo, economico, politico, meteorologico, astrofisico, sociale, industriale, abitativo, assicurativo, medico e via dicendo. Morale: Nostradamus trascorse gran parte della sua vita nell'aiutare il prossimo, sfidando addirittura la peste, soccorrendo i malati abbandonati nelle vie e nelle piazze, sperimentando medicine impensabili; oggi invece gran parte dei moderni futurologi resta schiavo delle «infallibili» previsioni suggerite da «infallibili» marchingegni, senza parlare dell'egoismo che il portafoglio ingrassato senza fatica partorisce. Nasce allora spontaneamente una domanda: non è che Nostradamus, con la scusa delle sue chiacchieratissime Centurie, volesse rammentare ai distratti un antico e saggio adagio? E cioè che passato, presente e futuro smettono d'essere illusione e acquistano senso unicamente quando mettiamo al centro dell'azione (riprendiamo un concetto di Hermann Hesse) «la storia di ogni uomo, che è importante, eterna, divina, meravigliosa e degna di attenzione»? Non è che Nostradamus abbia mischiato le carte (evitando di datare le visioni) per suggerire che si può fare, si può entrare fra le pieghe del tempo, ma non serve a niente se manca la volontà di far trionfare la solidarietà fra le persone, l'umiltà, i mezzi che fanno dilagare la serenità?
Michele Nostradamus (nome latinizzato di Michel de Notre Dame) nacque a Saint Remy, città francese della Provenza, il 14 dicembre 1503 da Renata de Saint Remy e il notaio Giacomo de Notre Dame (ebrei convertiti al cattolicesimo e residenti in Francia dal 1470). Dell'educazione di Michele s'occupò prima il nonno materno Giovanni, medico personale di Renato (re di Gerusalemme e della Sicilia e conte della Provenza), che lo iniziò al latino, al greco, all'ebraico, alla matematica e all'astrologia. Morto Giovanni, Michele completò la preparazione con il nonno paterno Pietro, anche lui medico, che lo spinse ad abbracciare la medicina. Studiata filosofia ad Avignone, a 22 anni, s'iscrisse alla Facoltà di medicina di Montpellier, dove si laureò dopo aver avuto come compagno di studi Francois Rabelais. Sposò la professione medica con una dedizione incredibile, prodigandosi durante le frequenti epidemie e pestilenze di allora, ma la gelosia dei colleghi (aveva guarito pure il legato pontificio di Avignone e il Gran Maestro dei Cavalieri di Rosi) lo amareggiò tanto da farlo dedicare alla ricerca sui farmaci (seguiva i principi che avrebbero ispirato la medicina attuale, unendoli alla certezza che il corpo guarisce prima se impara ad utilizzare le risorse dello spirito), alla pubblicazione di ricettari, all'insegnamento, i viaggi, compresi quelli che lo portano a familiarizzare con i filosofi sufi islamici in Sicilia. Durante questi anni movimentati, la peste gli porta via la moglie e due figli. Bisognoso di meditazione ristoratrice (c'è chi sostiene che il nostro amico appartenesse al Terz'ordine francescano) si ritira nell'abbazia cistercense di Orval, poi nel 1547 si trasferisce a Salon e qui si risposta con Anna Ponsard, ricca vedova dalla quale ebbe sei figli (qualcuno dice otto). E non avendo più problemi economici dedica completamente le energie alla ricerca. Inizia la pubblicazione della «Pronostications» (previsione meteorologiche) e comincia nel contempo a scrivere le celebri «Centurie», quelle profezie hanno affascinato e fatto dannare per secoli, ed ancora oggi oggetto di mille polemiche, di esaltazione, di studio, di confronti, di stupore, di gioia e di paura. Dalla morte del loro autore, non si contano i traduttori, troppi quelli sicuri d'averne scoperto la chiave (già, perché Michele pensò bene di lasciare senza data tutte le quartine, mandando in bestia chiunque le interpretava... regolarmente a fatti compiuti), ma nessuno è riuscito mai ad anticipare almeno l'anno al quale Nostradamus si riferiva. Chi intuiva e conosce la tecnica, ama il silenzio, l'opera. Facile immaginare il fastidio che la notorietà di Michele dava nel campo medico, ecclesiastico ed astrologico, nonostante che Nostradamus medesimo tenesse a debita distanza astrologi («la sola astrologia che conta è quella che esamina il movimento dei pianeti, senza metterli in correlazione con l'umanità», sosteneva) giudizi e veggenti vari («Cesare, l'unica virtù che conta è quella dello spirito, non ricorrere alla sciocca stregoneria», consigliava al figlio). Le calunnie divamparono dopo la pubblicazione della «quartina» che prevedeva la morte di Enrico II nel 1559, ed i pettegolezzi aumentarono quando la vedova di Enrico, Caterina dè Medici, lo invitò a corte nominandolo proprio medico e consigliere. Divenne in seguito medico di Carlo IX, figlio dello sfortunato Enrico, morto accidentalmente il 30 giugno durante un torneo (una lancia squarciò la celata dell'elmo dorato del re e gli trapassò l'occhio e l'orecchio, così come aveva scritto Nostradamus, descrivendo la tragedia nei minimi particolari). Tornando da Arles, nel giugno del 1566 fu costretto a letto dalla malattia. Volle che il letto venisse portato nella stanza più alta della casa e il primo luglio ricevette gli ultimi sacramenti. Si ritiene che le sue profezie abbraccino il tempo fino al 3797.


Le frasi in grassetto sono quelle più significative per far comprendere cosa intendo quando dico che Nostradamus non ha fatto previsioni nel senso che oggi, con così tanti oroscopari in giro, abbiamo acquisito.

sabato 13 dicembre 2003

12 Dicembre 1969

Da una agenzia Ansa, pubblicata oggi sulla Gazzetta del Sud:

MILANO – Sono passati 34 anni. Per ricordare quel 12 dicembre 1969 quando una bomba esplosa all'interno della Banca Nazionale dell'Agricoltura fece 17 morti, le autorità di Milano si sono riunite ieri alle 16.20 in punto per non dimenticare. Il sindaco, Gabriele Albertini, il prefetto, Bruno Ferrante, i rappresentati del consiglio comunale, della Provincia dei sindacati, dei partiti e le associazioni come l'Anpi, hanno sostato sull'attenti davanti a 16 corone funebri esposte all'altezza della Banca Nazionale dell'Agricoltura. Nessuna commemorazione da parte delle autorità. Solo un «attenti» sulle note del “Silenzio” suonate da un trombettista della banda civica. Chi ha invece voluto ricordare, «eccome», è stato colui che in quei giorni era sindaco di Milano, Aldo Aniasi. «Non si deve perdere la memoria di episodi come questi, anche se purtroppo noto con dispiacere che la memoria nella città si va perdendo» (in piazza Fontana alla cerimonia delle 16.20 erano presenti poche decine di persone). Intanto, circa un migliaio di persone hanno partecipato ieri sera per le vie di Milano ad una manifestazione in ricordo della strage di Piazza Fontana. Organizzato dal Comitato delle Famiglie delle Vittime e dal Comitato Antifascista, il corteo si è mosso da Piazza della Scala e ha raggiunto la sede della Banca Nazionale dell'Agricoltura, dove alcuni rappresentanti dei familiari delle persone morte quel 12 dicembre 1969, hanno ricordato il senso di questa giornata che si ripete ormai da 34 anni: «non dimenticare». Alla manifestazione hanno partecipato i rappresentanti delle istituzioni milanesi, dei sindacati, dei comuni della provincia di Milano e di molte associazioni. Per non dimenticare.

Grazie a questo articolo ho iniziato una ricerca per saperne di più. E' forse un piccolo risultato, quello ottenuto dai manifestanti, ma pur sempre un risultato. Spero ce ne siano altri.
Ecco un link: La strage di piazza Fontana Milano 1969.

venerdì 12 dicembre 2003

30° giorno

Ieri un uomo si è suicidato. Era un immigrato e non sopportava più di vivere, ma ha voluto farlo in maniera eclatante... di fronte ad una sinagoga. A Modena.
Ieri non ne ho parlato, ma oggi cerco di fare ammenda.

da {diarioDiBordo} - cliccare per leggere il post
Sulla foto un link...

giovedì 11 dicembre 2003

la Vita, la Musica

Ora tu pensa: un pianoforte. I tasti iniziano. I tasti finiscono. Tu sai che sono 88, su questo nessuno può fregarti. Non sono infiniti, loro. Tu, sei infinito, e dentro quei tasti, infinita è la musica che puoi fare. Loro sono 88. Tu sei infinito. Questo a me piace. Questo lo si può vivere. Ma se tu/
Ma se io salgo su quella scaletta, e davanti a me/
Ma se io salgo su quella scaletta e davanti a me si srotola una tastiera di milioni di tasti, milioni e miliardi/
Milioni e miliardi di tasti, che non finiscono mai e questa è la vera verità, che non finiscono mai e quella è la tastiera infinita/
Se quella tastiera è infinita, allora/
Su quella tastiera non c'è musica che puoi suonare. Ti sei seduto su un seggiolino sbagliato: quello è il pianoforte su cui suona Dio/

(da Novecento di Alessandro Baricco)

mercoledì 10 dicembre 2003

Puliti dentro...

In una delle ultime puntate di Report, la trasmissione di servizi giornalistici di RaiTre, si parlò di riforma delle pensioni e tra i vari interventi uno in particolare mi colpì. In sintesi la sua posizione era: all'estero (Francia, Germania, Svizzera, ...) i cittadini avevano più a cuore la pulizia delle strade, piuttosto che quella delle loro abitazioni, al contrario che in Italia, dove le case sono pulitissime, mentre le strade no! La sua idea era quindi quella che, prima ancora che le pensioni, bisognava riformare la coscienza civica degli italiani.
L'idea, forse difficile da attuare sugli adulti, ma non tanto complessa intorducendo seriamente l'educazione civica nelle scuole, è certamente buona, soprattutto considerando quanto ho visto io stesso oggi pomeriggio, in attesa del bus: gli spazzini stavano pulendo le corsie di attesa, e la loro meritoria opera era quella di scegliere accuratamente le cartacce e quant'altro meritasse di finire tra l'immondizia, lasciando, però, ancora alcune cartacce a terra, preferibilmente quelle più restie ad abbandonare il duro asfalto. Certo è difficile prenderle, e non si può pretendere di farlo utilizzando le mani, soprattutto quando non sono protette dai guanti usa e getta, ma bisogna anche considerare che ciò che è rimasto a terra, era già a terra il giorno prima, e forse il giorno prima, e forse...
Cerchiamo di fare ognuno il nostro dovere e forse si potrà risparmiare abbastanza per avere una vita migliore.

martedì 9 dicembre 2003

Jolly Show (2.a puntata)

Lucky: Che tu riesca a toglierti la sella, passi. Ma come fai a infilare il verme sull'amo?
Jolly: Come tutti, con disgusto...

(da Mà Dalton, di Goscinny e Morris, trad.Ferruccio Alessandrini, ristampato sul volume Lucky Luke de I Classici del fumetto)

lunedì 8 dicembre 2003

Un gesto di bontà

Ci dicono che donare gli organi sia un gesto di bontà, amore e pietà. Ci dicono che aiutare la ricerca nella sua lotta contro malattie come l'AIDS, i tumori, la distrofia muscolare sia anche questo un gesto di bontà, amore e pietà. E in questi giorni dicono che la legge sulla fecondazione artificiale, così come è, se approvata non avrà niente di buono, amorevole o pietoso nei confronti della coppia (sterile) e della donna in particolare.
Penso che si debba trovare un giusto mezzo nelle cose: spesso ci sono coppie che non riescono ad avere figli perché uno dei due, o entrambi sono sterili, ci sono anche coppie in cui il livello di sterilità è così alto che questa legge renderà più difficile la possibilità di generare un'altra vita, ma a nessuna di queste coppie è stato mai chiesto: avete preso in considerazione la possibilità di fare un gesto di bontà, amore e pietà chiedendo un bambino in adozione?
Forse non sono veramente in grado di percepire il problema, certo posso anche dire che la legge, così com'è, non aiuta le coppie che per avere figli scelgono una qualsiasi tecnica di fecondazione artificiale, ma non la conosco, questa legge, non l'ho letta e mi devo fidare del parere degli interessati: coppie e addetti ai lavori. Quello che, come detto, mi suona strano è che persone che hanno tentato in tutti i modi, che con questa legge vedrebbero le loro possibilità diminuire e, quindi, per lascirle inalterate dovrebbero, se in possesso delle possibilità economiche, andare all'estero, non sembrano avere l'intenzione di prendere in considerazione la possiblità dell'adozione, perché vogliono (giustamente?) provare cosa vuol dire essere madre (generare una vita) e padre (soffrire nell'attesa), perché la sterilità è una malattia (?) e in quanto tale va curata, perché se aiutiamo gli handicappati, i malati di AIDS e quelli che soffrono per un tumore, dobbiamo fare altrettanto per queste persone che non hanno la fortuna di poter avere figli in maniera naturale.
Una legge serve assolutamente, ma per favore cerchiamo di non mettere uno contro l'altro interessi diversi e contrastanti, sarebbe devastante dover dire non ti posso curare perché mi serve dare i soldi a una persona che vuole un figlio ma non lo vuole adottare.

domenica 7 dicembre 2003

Il libro di Ptath

Da uno scrittore di fantascienza come Alfred Elton Van Vogt non mi sarei mai aspettato una storia così howardiana.
Il protagonista, Peter Holroyd, è l'ultima incarnazione di una divinità di un mondo millenni avanti nel tempo rispetto a noi, ma che sembra essere crollato in una sorta di nuovo medioevo. Grazie a particolari bastoni della preghiera, tre semplici umani sono diventati praticamente immortali e l'anticipato ritorno di Ptath nel suo mondo fa partire una serie di eventi per evitare la sua ascesa al trono divino che gli spetta.
La storia è ricca di azione e colpi di scena e i toni sono sulla falsa riga di quelli della saga di Conan, che così tanto successo ha avuto nel mondo. Il personaggio, infatti, si muove in un mondo imbarbarito, ma non abbastanza da dimenticare i complotti e i tradimenti, ma in cui la magia ha un ruolo molto importante.

sabato 6 dicembre 2003

Monongah (USA): una strage di 96 anni fa

Quasi due settimane fa veniva commemorata in TV, su RaiUno la strage di Marcinelle con un film TV in due parti. La maggior parte degli operai morti era italiana. Ma 96 anni fa un'altra tragedia si è abbattuta sull'Italia: a Monongah, in USA, 171 minatori italiani sono morti sul lavoro. Questo un articolo che si può trovare in rete a ricordo di quella tragedia:

MONONGAH: LA "MARCINELLE" DIMENTICATA ENTRA NELLA STORIA D'ITALIA
I SINDACI DEI COMUNI DA DOVE PARTIRONO LE VITTIME FARANNO LUCE SU TRAGEDIA

Monongah non sarà mai più dimenticata. La strage mineraria americana nella quale il 6 dicembre del 1907 morirono 361 lavoratori, di cui 171 italiani, è entrata ufficialmente nella storia del nostro Paese. I sindaci dei piccoli centri del Mezzogiorno dai quali erano arrivati in America le vittime di questa tragedia hanno annunciato la nascita di una "rete dei comuni" che ogni anno si occuperà delle celebrazioni. Ma che avrà soprattutto il compito di portare avanti ricerche per fare luce completa su quell'evento.

Altro articolo, sempre sullo stesso argomento, ci ricorda che il 14 novembre di quest'anno è già iniziata la commemorazione dell'evento:

I nomi delle 171 vittime italiane sono riecheggiati nell'affollatissima Holy Spirit Church di Monongah, durante il rito officiato da monsignor Aldo Edoardo De Angelis, arrivato appositamente da Roma, e da padre Everett Briggs, 97 anni, che da una vita si batte affinché ciò che accadde quel lontano giorno di dicembre non sia dimenticato.

Entrambi gli articoli possono essere trovati su Adnkronos.
Ricordiamo perché non debba accadere mai più.

venerdì 5 dicembre 2003

First published in 1975

Edith finì di attaccare i francobolli sulle buste delle lettere di sollecito, infilò un foglio nella macchina e scrisse:

Quelli che sostengono che la vita umana è sacra considerano la quantità più importante della qualità, e lo ammettono, anche. Forse, se fossero stati presenti alla tragedia del Titanic, avrebbero tirato fuori tutti i naufraghi dall'acqua per infilarli nelle scialuppe di salvataggio insufficienti al grido di "La vita è sacra!", sovraccaricandole e facendole affondare. Ma anche noi viviamo su una nave, l'Astronave Terra, e allora vogliamo affondare per il troppo peso? Mi saprebbero dire, i difensori a oltranza del Feto, che cosa avrebbero fatto se si fossero trovati su una scialuppa del Titanic... al sicuro, cioè abbastanza comodi, fortunati, e con buone probabilità di sopravvivere?

Necessitava di qualche correzione, ma l'idea c'era.

(dal Diario di Edith, di Patricia Highsmith, trad.Marisa Caramella)

giovedì 4 dicembre 2003

La sfida corre sull'etere

In questi giorni il dibattito politico è incendiato da un problema non indifferente: la discussione con successiva approvazione della legge Gasparri.
A parte l'ovvia domanda che mi pongo (ma se Berlusconi non fosse il padrone di Mediaset la legge sarebbe giudicata diversamente?) quello che, dal mio punto di vista, è positivo in questa legge è la possibilità che si dà alle varie emittenti e editori di poter sviluppare la tecnologia del digitale terrestre, che non solo dà la possibilità di poter disporre, con gli anni, di un maggior numero di canali, ma (spero, considerando che è una tecnica di trasmissione migliore di quella attuale, che è analogica) di poter vedere ad una qualità migliore le reti attualmente presenti (e penso a MTV, che purtroppo non riesco a ricevere!).
Forse questi aspetti positivi sono troppo pochi, questo certo non lo so perché non conosco a fondo la legge, quindi esprimo una parziale, ma non di parte, opinione su quello che sta accadendo nel nostro paese in questi ultimi giorni. Il problema, infatti, è così sentito che ieri sera, in seconda serata, sia L'alieno, su Italia1, sia Porta a Porta, su RaiUno, hanno dedicato le rispettive puntate ad una discussione e approfondimento sulla legge. Il vero mattatore, alla fine, è risultato il ministro Gasparri, presente e quasi ubiquo alle due trasmissioni. Le due discussioni non hanno chiarito di molto, ma certo penso che all'inizio la legge non darà moltissimi frutti proprio perché molti editori, comunque, non saranno pronti alla nuova sfida, a parte, forse, i due principali antagonisti della TV.
Al futuro (entro il 2006, sembra) l'ardua sentenza sulla giustezza o meno di questa legge.

mercoledì 3 dicembre 2003

Il richiamo del mare

Finora non mi sono ucciso come lo zio Douglas. Ho comprato un'automatica e sono quasi giunto a compiere il passo estremo, ma certi sogni me lo hanno impedito. L'orrore si sta attenuando, e mi sento stranamente attirato da quelle profondità marine sconosciute invece di temerle. Sento e compio strane cose dormendo, e mi sveglio in preda ad una sorta di esaltazione al posto del terrore. Non credo di aver bisogno di aspettare il cambiamento totale, come la maggior parte di noi ha fatto. Se lo facessi, mio padre probabilmente mi chiuderebbe in un manicomio come il mio povero, piccolo cugino. Splendori stupendi e inauditi mi attendono nelle profondità, ed io dovrò cercarli subito.
Ia-R'lyeh! Cthulhu fhtagn! Ia Ia!
No, io non devo uccidermi: non posso essere stato creato per uccidermi! Studierò un piano di fuga per mio cugino da quel manicomio di Canton, ed insieme andremo ad Innsmouth dalle ombre meravigliose. Nuoteremo al di là di quella scogliera nel mare, e ci dirigeremo attraverso i neri abissi verso la ciclopica Y'ha-nthlei dalle Mille Colonne, ed in quel rifugio dimoreremo per sempre tra i prodigi e la gloria.

(da L'ombra su Innsmouth, di Howard Phillips Lovecraft, trad. di Gianni Pilo)

martedì 2 dicembre 2003

L'Oceano nel Mare, il Mare nell'Oceano

Mi piace la pioggia. Quella forte e fitta, perché invita a restare nel letto, rannicchiati tra le lenzuola. Quella lieve lieve, che senti appena, è come un tocco gentile che purifica l'anima.
Mi piace la neve. Ricopre il paesaggio di bianco, lo rende magico e suggestivo. Purifica il mondo che vedi intorno e l'aria che respiri.
Mi piace il sole. Quello d'autunno o quello di primavera, che gentile si affaccia tra le nuvole per riscaldarti, ricordarti, in autunno, che tornerà, e salutarti, in primavera, dopo un inverno freddo freddo.
Mi piace la montagna. Gli spazi che si elevano verso il cielo, gli spazi aperti che ti invitano a contemplare la vita che ti circonda, le salite, anche dure, che ti sfidano a superarle, a giungere in un posto più alto, per vedere più lontano. Il respiro della foresta, l'erba e la terra e le pietre sotto i piedi...
Ma il mare ha qualcosa di particolare. Quando lo guardi, sai che la vita inizia da lì. Quando ne senti l'odore, questo ti cattura, ti entra dentro, lo porti con te dovunque andrai. Mi piace il mare. Soprattutto quando il vento soffia sulla spiaggia, e il suo richiamo ti attira inesorabile e senti dentro una calma universale, e vedi quella calma del mare che altri non riescono a vedere, e senti il respiro la voce la vita...
Il mare... non puoi fare il ritratto del mare, disse il pittore Plasson in Oceano mare. Ma come lui non puoi smettere di provarci... a farne il ritratto, intendo.

(graze Baricco, ma anche grazie per H.P.Lovecraft per L'ombra su Innsmouth)

lunedì 1 dicembre 2003

Lotus

Oggi inizia il tour di Elisa, il Lotus Tour, uno spettacolo di suoni immagini ed emozioni tratto dall'ultimo CD di questa grandissima artista.
Questa è una delle tante cose che Elisa ha scritto e detto sul suo progetto:

Secondo la tradizione induista il loto è la bocca del grembo dell'universo, il fiore sacro della manifestazione e dell'illuminazione. Mi è sembrato un significato bellissimo e molto positivo; poi sono anche riuscita a vedere i fiori di loto, un giorno, per caso, in un parco naturale vicino casa mia, ed erano bellissimi. Li ho fotografati, alla fine uno di loro si trova sulla copertina del mio disco. Le immagini, le fotografie che ho raccolto, sono state il punto di partenza. E' nato tutto molto per caso e una cosa ha ispirato l'altra.
Stavo mettendo a posto tutte le mie foto e ho visto che c'era una grande quantità di immagini di natura, molte di più di quante pensassi, le ho messe insieme e ho immaginato uno spettacolo per loro, dove la musica è in realtà solo una colonna sonora, e adesso lo sto facendo.
Quello che racconto sono delle storie; alcune le ho vissute, altre me le hanno raccontate, qualcuna l'ho solo immaginata. In qualche modo so che fanno parte di me, sono i miei sogni e i miei ricordi, sono le cose per cui vivo e con questi pensieri ho scelto le canzoni per cantare.


Non c'è altro da aggiungere se non invitarvi ad andare su ElisaLotus.it e iniziare a capire i suoni le sensazioni i sapori di un viaggio nella natura e nella musica.

P.S.: devo confessare che la prima volta che ebbi tra le mani Lotus, la prima cosa che feci fu annusarlo, attirato dall'odore intenso e delicato della custodia (un cartoncino duro), così simile a quello dei fumetti appena acquistati in edicola o delle cose nuove e belle che più ami avere tra le mani... Buon ascolto!